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Home » 8 marzo » Altruismo e impegno: otto donne per l’8 marzo

Altruismo e impegno: otto donne per l’8 marzo

Al Cinema Teatro della Compagnia di Firenze. Evento promosso dal Consiglio Regionale toscano con Editoriale Nazionale e il portale Luce!

Lisa Ciardi
8 Marzo 2022
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Un premio che vuole essere anche un momento d’incontro e riflessione. Verrà assegnato a otto donne che si sono distinte nello sport, nella scienza, nella cultura, oppure semplicemente combattendo per i diritti propri e di tutti. L’occasione sarà l’evento intitolato ’Otto donne per l’8 marzo’, organizzato dal Consiglio regionale della Toscana, insieme all’Ufficio scolastico regionale e al Gruppo Editoriale Nazionale, con il portale Luce! e il quotidiano La Nazione. L’appuntamento è oggi (a partire dalle ore 11.15), al Cinema Teatro della Compagnia di via Cavour, a Firenze, dove verranno premiate alcune rappresentanti dell’universo femminile che si sono fatte notare per il loro impegno e per i risultati raggiunti.

L’attivista Laura
Sparavigna

Ad assistere all’evento, ragazze e ragazzi di tante scuole superiori, che avranno così modo di confrontarsi con le protagoniste della manifestazione e con le istituzioni sui temi dei diritti e della parità di genere. Il riconoscimento andrà all’immunologa Chiara Azzari, all’archeologa Elena Sorge, alle atlete Elena Pietrini e Francesca Baroni, alle attiviste Laura Sparavigna e Lucrezia Iurlaro, alla chirurga Manuela Roncella e a sei lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello, in rappresentanza di tutte le colleghe che hanno combattuto per evitare la chiusura dello stabilimento. A seguire, la testimonianza di Simone Terreni, imprenditore, e della dipendente Federica Granai, che è stata da lui assunta durante la gravidanza.

L’evento sarà moderato dalla giornalista Letizia Cini, coordinatrice del portale Luce! dedicato proprio ai temi dell’inclusione, della diversità e della coesione. Sul palco inoltre, l’attrice Gaia Nanni che curerà alcuni intermezzi dedicati a storie e racconti al femminile. La mattinata si concluderà con la presentazione del report ’Divari di genere in Toscana: un’analisi strutturale’ a cura dell’Irpet, elaborato sempre in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale.

«Quello che daremo è un riconoscimento agli straordinari risultati che queste donne hanno raggiunto nel loro campo – spiega il presidente del Consiglio regionale toscano, Antonio Mazzeo – e simbolicamente ci sembrava importante consegnarlo nella Giornata internazionale della donna. Abbiamo messo insieme varie esperienze, con l’idea di porre in evidenza coloro che, lontano dai riflettori, sono riuscite a eccellere nel lavoro e nei loro impegni in Toscana. Un appuntamento – conclude Mazzeo – che vogliamo ripetere ogni anno».

«L’iniziativa si inserisce nella collaborazione fra Consiglio regionale e Ufficio scolastico per favorire una riflessione costante sui temi della parità di genere e dell’uguaglianza – commenta Ernesto Pellecchia, direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana –. Questioni che in questo momento sono ancora più centrali, alla luce del difficile quadro internazionale. La giornata sarà anche l’occasione per lanciare un segnale di vicinanza e attenzione alle famiglie, alle donne e ai bambini ucraini».

«È importante trovare sempre modi nuovi e attuali per celebrare la giornata della donna – spiega Stefania Ippoliti responsabile area cinema e mediateca di Fondazione Sistema Toscana – e crediamo che questa manifestazione lo rappresenti bene. Dobbiamo sempre cercare il tono giusto per trasmettere stimoli ai giovani, tenendo alta l’attenzione sulla parità di genere e sui diritti. A colpirci, soprattutto in questi giorni, è il fatto che esista ancora tanta violenza, non solo ovviamente contro le donne. L’8 marzo è una data simbolica e a volte può sembrare quasi rituale, ma è un momento in cui certi temi diventano meglio comunicabili. La violenza nasce sempre da una disastrosa mancanza di cultura e per combatterla servono l’educazione, la conoscenza e il rispetto degli altri».

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
Un premio che vuole essere anche un momento d’incontro e riflessione. Verrà assegnato a otto donne che si sono distinte nello sport, nella scienza, nella cultura, oppure semplicemente combattendo per i diritti propri e di tutti. L’occasione sarà l’evento intitolato ’Otto donne per l’8 marzo’, organizzato dal Consiglio regionale della Toscana, insieme all’Ufficio scolastico regionale e al Gruppo Editoriale Nazionale, con il portale Luce! e il quotidiano La Nazione. L’appuntamento è oggi (a partire dalle ore 11.15), al Cinema Teatro della Compagnia di via Cavour, a Firenze, dove verranno premiate alcune rappresentanti dell’universo femminile che si sono fatte notare per il loro impegno e per i risultati raggiunti.
L’attivista Laura
Sparavigna
Ad assistere all’evento, ragazze e ragazzi di tante scuole superiori, che avranno così modo di confrontarsi con le protagoniste della manifestazione e con le istituzioni sui temi dei diritti e della parità di genere. Il riconoscimento andrà all’immunologa Chiara Azzari, all’archeologa Elena Sorge, alle atlete Elena Pietrini e Francesca Baroni, alle attiviste Laura Sparavigna e Lucrezia Iurlaro, alla chirurga Manuela Roncella e a sei lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello, in rappresentanza di tutte le colleghe che hanno combattuto per evitare la chiusura dello stabilimento. A seguire, la testimonianza di Simone Terreni, imprenditore, e della dipendente Federica Granai, che è stata da lui assunta durante la gravidanza. L’evento sarà moderato dalla giornalista Letizia Cini, coordinatrice del portale Luce! dedicato proprio ai temi dell’inclusione, della diversità e della coesione. Sul palco inoltre, l’attrice Gaia Nanni che curerà alcuni intermezzi dedicati a storie e racconti al femminile. La mattinata si concluderà con la presentazione del report ’Divari di genere in Toscana: un’analisi strutturale’ a cura dell’Irpet, elaborato sempre in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale. «Quello che daremo è un riconoscimento agli straordinari risultati che queste donne hanno raggiunto nel loro campo – spiega il presidente del Consiglio regionale toscano, Antonio Mazzeo – e simbolicamente ci sembrava importante consegnarlo nella Giornata internazionale della donna. Abbiamo messo insieme varie esperienze, con l’idea di porre in evidenza coloro che, lontano dai riflettori, sono riuscite a eccellere nel lavoro e nei loro impegni in Toscana. Un appuntamento – conclude Mazzeo – che vogliamo ripetere ogni anno». «L’iniziativa si inserisce nella collaborazione fra Consiglio regionale e Ufficio scolastico per favorire una riflessione costante sui temi della parità di genere e dell’uguaglianza – commenta Ernesto Pellecchia, direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana –. Questioni che in questo momento sono ancora più centrali, alla luce del difficile quadro internazionale. La giornata sarà anche l’occasione per lanciare un segnale di vicinanza e attenzione alle famiglie, alle donne e ai bambini ucraini». «È importante trovare sempre modi nuovi e attuali per celebrare la giornata della donna – spiega Stefania Ippoliti responsabile area cinema e mediateca di Fondazione Sistema Toscana – e crediamo che questa manifestazione lo rappresenti bene. Dobbiamo sempre cercare il tono giusto per trasmettere stimoli ai giovani, tenendo alta l’attenzione sulla parità di genere e sui diritti. A colpirci, soprattutto in questi giorni, è il fatto che esista ancora tanta violenza, non solo ovviamente contro le donne. L’8 marzo è una data simbolica e a volte può sembrare quasi rituale, ma è un momento in cui certi temi diventano meglio comunicabili. La violenza nasce sempre da una disastrosa mancanza di cultura e per combatterla servono l’educazione, la conoscenza e il rispetto degli altri».
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