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Home » 8 marzo » Bocconi e Axa, un lab per frenare la She-cession

Bocconi e Axa, un lab per frenare la She-cession

L’obiettivo è promuovere studi che incidano sul gender gap. Dall’eguaglianza discende anche una migliore ripresa post-Covid. I grandi progressi dell’azienda sul divario salariale e di ruolo

Achille Perego
8 Marzo 2022
Confident businesswomen stand together. Strong females entrepreneurs support each other. Vector Concept of equitable participation of women in politics and business.

Confident businesswomen stand together. Strong females entrepreneurs support each other. Vector Concept of equitable participation of women in politics and business.

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È stata definita “she-cession”. E descrive l’impatto negativo della pandemia sul mondo femminile, il più colpito sia per quanto riguarda il lavoro sia in famiglia. Nonostante l’uguaglianza di genere e una leadership bilanciata tra uomini e donne siano associate a migliori performance e selezione dei talenti, una maggiore crescita economica e politiche più efficaci, nessun Paese del mondo mostra ancora una vera uguaglianza. E gli ultimi due anni di pandemia non hanno fatto altro che esacerbare la situazione. La fotografia è stata scattata dall’attività di ricerca di AXA Research Lab on Gender Equality, diretto da Paola Profeta, professoressa ordinaria di Public economics alla Bocconi.

Un laboratorio interdisciplinare per cui AXA si avvale delle competenze scientifiche dell’Università milanese e che ha come obiettivo indagare il ruolo delle politiche pubbliche nella promozione dell’uguaglianza di genere, nonché l’empowerment e la leadership femminile. AXA è da tempo impegnata contro il gender gap tanto che il gruppo ha raggiunto la parità in assunzioni e promozioni e la quasi parità sugli executive, ha fondato in Italia Angels 4 Women, primo network di business angels al femminile per sostenere l’imprenditoria al femminile e aperto a Milano Punto donna per aiutare concretamente le donne attraverso attività di orientamento e formazione per il reinserimento sociale e lavorativo.

In numerosi studi e in diversi ambiti il Lab ha mostrato l’impatto della ancora scarsa uguaglianza di genere sull’economia e la società e il ruolo della pandemia. A differenza delle crisi economiche precedenti, infatti, questa volta il più coinvolto è stato il settore dei servizi, nel quale la maggior parte delle donne lavoratrici sono occupate, duramente colpito dalle misure restrittive. Ma pesa anche il duro colpo subito dalle famiglie. Se da un lato la diffusione dello smart working ha favorito l’aumento della percentuale di cura di casa e figli da parte degli uomini, dall’altro la pandemia ha ampliamente mostrato quanto il surplus di lavoro domestico sia ricaduto principalmente sulle spalle delle donne. Anche nelle coppie in cui entrambi i partner hanno lavorato a casa, le donne hanno aumentato le ore giornaliere di lavoro domestico da 2,52 prima della pandemia a una media di 3 durante la prima ondata, mentre gli uomini sono passati da 1,26 a 1,57.

«In un Paese come l’Italia, da decenni agli ultimi posti in Europa per tasso di occupazione femminile, la pandemia ha esacerbato gli squilibri pre-esistenti – spiega Paola Profeta -. La buona notizia è che gli uomini si sono trovati più esposti alle attività di cura della famiglia e che si sia accelerata la sperimentazione del lavoro flessibile. Meno positivo è vedere che in realtà le donne hanno aumentato più degli uomini l’attività di cura e che siamo distanti da un utilizzo virtuoso della flessibilità lavorativa». Dalla ricerca del Lab inoltre è emerso che durante la pandemia le donne hanno avuto comportamenti più virtuosi degli uomini, con maggiore attenzione al rispetto delle regole e delle misure restrittive. Anche le donne leader hanno avuto più attenzione ad alcuni aspetti che influenzano di più la vita delle famiglie, come la chiusura delle scuole mentre le leader politiche sono state più sensibili ad alcune categorie di spesa pubblica, come quella sociale.

Giacomo Gigantiello è Ceo del gruppo Axa Italia «I risultati del Lab saranno decisivi sulle politiche e sulle scelte per una società più inclusiva»

«Cambiamento culturale»

«L’obiettivo dell’AXA Research Lab on Gender equality, creato con l’AXA Research Fund e l’Università Bocconi è quello di promuovere la conoscenza e aumentare la consapevolezza perché la società progredisca sulla sfida dell’uguaglianza». Così Giacomo Gigantiello, Ceo Gruppo AXA Italia. «Abbiamo fatto progressi significativi – afferma il Ceo –, ma c’è ancora molta strada da fare. Le donne sono fondamentali per lo sviluppo economico e sociale, sono una forza vitale. In qualità di assicuratore, AXA ha un ruolo chiave da svolgere per contribuire a realizzare una società inclusiva e resiliente. Agiamo per il progresso umano, proteggendo ciò che conta. È ciò che ci impegniamo a sviluppare nel quotidiano, verso le nostre persone, i clienti e la società, perché è fortemente ancorato alla nostra cultura aziendale basata su inclusione, diversità e cura».

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
È stata definita "she-cession". E descrive l’impatto negativo della pandemia sul mondo femminile, il più colpito sia per quanto riguarda il lavoro sia in famiglia. Nonostante l’uguaglianza di genere e una leadership bilanciata tra uomini e donne siano associate a migliori performance e selezione dei talenti, una maggiore crescita economica e politiche più efficaci, nessun Paese del mondo mostra ancora una vera uguaglianza. E gli ultimi due anni di pandemia non hanno fatto altro che esacerbare la situazione. La fotografia è stata scattata dall’attività di ricerca di AXA Research Lab on Gender Equality, diretto da Paola Profeta, professoressa ordinaria di Public economics alla Bocconi. Un laboratorio interdisciplinare per cui AXA si avvale delle competenze scientifiche dell’Università milanese e che ha come obiettivo indagare il ruolo delle politiche pubbliche nella promozione dell’uguaglianza di genere, nonché l’empowerment e la leadership femminile. AXA è da tempo impegnata contro il gender gap tanto che il gruppo ha raggiunto la parità in assunzioni e promozioni e la quasi parità sugli executive, ha fondato in Italia Angels 4 Women, primo network di business angels al femminile per sostenere l’imprenditoria al femminile e aperto a Milano Punto donna per aiutare concretamente le donne attraverso attività di orientamento e formazione per il reinserimento sociale e lavorativo. In numerosi studi e in diversi ambiti il Lab ha mostrato l’impatto della ancora scarsa uguaglianza di genere sull’economia e la società e il ruolo della pandemia. A differenza delle crisi economiche precedenti, infatti, questa volta il più coinvolto è stato il settore dei servizi, nel quale la maggior parte delle donne lavoratrici sono occupate, duramente colpito dalle misure restrittive. Ma pesa anche il duro colpo subito dalle famiglie. Se da un lato la diffusione dello smart working ha favorito l’aumento della percentuale di cura di casa e figli da parte degli uomini, dall’altro la pandemia ha ampliamente mostrato quanto il surplus di lavoro domestico sia ricaduto principalmente sulle spalle delle donne. Anche nelle coppie in cui entrambi i partner hanno lavorato a casa, le donne hanno aumentato le ore giornaliere di lavoro domestico da 2,52 prima della pandemia a una media di 3 durante la prima ondata, mentre gli uomini sono passati da 1,26 a 1,57. «In un Paese come l’Italia, da decenni agli ultimi posti in Europa per tasso di occupazione femminile, la pandemia ha esacerbato gli squilibri pre-esistenti - spiega Paola Profeta -. La buona notizia è che gli uomini si sono trovati più esposti alle attività di cura della famiglia e che si sia accelerata la sperimentazione del lavoro flessibile. Meno positivo è vedere che in realtà le donne hanno aumentato più degli uomini l’attività di cura e che siamo distanti da un utilizzo virtuoso della flessibilità lavorativa». Dalla ricerca del Lab inoltre è emerso che durante la pandemia le donne hanno avuto comportamenti più virtuosi degli uomini, con maggiore attenzione al rispetto delle regole e delle misure restrittive. Anche le donne leader hanno avuto più attenzione ad alcuni aspetti che influenzano di più la vita delle famiglie, come la chiusura delle scuole mentre le leader politiche sono state più sensibili ad alcune categorie di spesa pubblica, come quella sociale.
Giacomo Gigantiello è Ceo del gruppo Axa Italia «I risultati del Lab saranno decisivi sulle politiche e sulle scelte per una società più inclusiva»
«Cambiamento culturale» «L’obiettivo dell’AXA Research Lab on Gender equality, creato con l’AXA Research Fund e l’Università Bocconi è quello di promuovere la conoscenza e aumentare la consapevolezza perché la società progredisca sulla sfida dell’uguaglianza». Così Giacomo Gigantiello, Ceo Gruppo AXA Italia. «Abbiamo fatto progressi significativi – afferma il Ceo –, ma c’è ancora molta strada da fare. Le donne sono fondamentali per lo sviluppo economico e sociale, sono una forza vitale. In qualità di assicuratore, AXA ha un ruolo chiave da svolgere per contribuire a realizzare una società inclusiva e resiliente. Agiamo per il progresso umano, proteggendo ciò che conta. È ciò che ci impegniamo a sviluppare nel quotidiano, verso le nostre persone, i clienti e la società, perché è fortemente ancorato alla nostra cultura aziendale basata su inclusione, diversità e cura».
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