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Home » 8 marzo » Crédit Agricole, valore alle donne nella vita d’azienda

Crédit Agricole, valore alle donne nella vita d’azienda

Obiettivo inclusione: un sondaggio per dire ’no’ agli stereotipi. Il gruppo ha integrato il codice etico con una ’carta del rispetto’ e ha attivato un importante programma di ’gender inclusion’

Redazione
8 Marzo 2022
Antonella Salvadori, Responsabile Risorse Umane

Antonella Salvadori, Responsabile Risorse Umane

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Abbandonare ogni stereotipo. E’ l’obiettivo – e la sfida al tempo stesso – di Crédit Agricole Italia che, in occasione dell’8 marzo, vuole dare voce alle sue persone attraverso un sondaggio e una raccolta di opinioni per sapere quali argomenti affrontare in occasione della festa internazionale della donna e quali siano gli stereotipi da abbandonare per sempre. Si tratta dell’ultimo dei tanti momenti di riflessione dedicati alle tematiche di ’Diversity’ e di ’Gender Inclusion’ da Crédit Agricole Italia. Via libera quindi alle discussioni sul ruolo femminile e un ’no’ deciso a ogni tipo di discriminazione sono solo alcuni degli spunti emersi dalla survey. Risultati che permettono di capire quanto la parola sia uno strumento importante e potente.

L’iniziativa, alla quale hanno aderito anche le società del gruppo Crédit Agricole in Italia (Crédit Agricole CIB, Agos, FCA Bank, Leasys, Crédit Agricole leasing, Crédit Agricole Eurofactor, Amundi, CACEIS, Crédit Agricole Vita, Crédit Agricole Assicurazioni, Creédit Agricole Creditor Insurance, Indosuez Wealth Management in Italia e CA Indosuez Fiduciaria), si inserisce nel quadro di un programma promosso dal gruppo e dedicato alla gender inclusion, parte integrante del piano strategico e sviluppato proprio in questi tempi che vedono le aziende orientarsi sempre di più verso un modello di leadership relazionale e inclusiva.

Antonella Salvadori, Responsabile Risorse Umane

L’iniziativa, alla quale ha aderito anche Agos, società di Credito al Consumo partecipata da Crédit Agricole, si inserisce nel quadro di un programma specifico promosso dal Gruppo Bancario e dedicato alla Gender Inclusion, parte integrante del Piano Strategico e sviluppato proprio in questi tempi che vedono le aziende orientarsi sempre di più verso un modello di leadership relazionale e inclusiva. «Un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo, che sia equo e tenga conto delle individualità, è il presupposto fondamentale per ogni tipo di crescita sostenibile e può essere un forte driver di innovazione – dichiara Antonella Salvatori, Responsabile della Direzione Gestione e Sviluppo Risorse Umane di Crédit Agricole Italia –. In questo senso, costruire e sostenere una cultura del rispetto rappresenta una grande opportunità per ogni azienda. Proprio come avviene in Francia vogliamo tenere alto il livello di attenzione su questi temi attraverso occasioni ricorrenti di ascolto e confronto per sviluppare iniziative sempre più concrete».

Elisa Dellarosa, Responsabile Affari Legali e Societari

«La mixité non è un tema che riguarda le donne, ma che riguarda l’azienda e la sua capacità di trasformarsi per essere competitiva – aggiunge Elisa Dellarosa, Responsabile della Direzione Affari legali e Societari e, con Antonella, volto del progetto di Gender Inclusion promosso da Crédit Agricole Italia –. Le iniziative di inclusione di genere sono strettamente legate al tema della trasformazione manageriale. La nuova leadership inclusiva si fonda su competenze e abilità su cui il mindset delle donne può essere di grande aiuto, dalla valorizzazione del network alla ricerca del consenso, dal work life balance all’orientamento alle persone».

Ecco quindi che il Gruppo promuove la realizzazione di azioni armonizzate per l’inclusione delle donne in chiave di change management con iniziative volte ad attivare meccanismi di integrazione uomo/donna per costruire un nuovo approccio manageriale. Il cammino di Crédit Agricole Italia sul terreno della ’Diversity Inclusion’ parte da lontano, prima con iniziative di formazione, networking ed empowerement ma anche di worklife balance come smart working, asilo nido aziendale e servizi salvatempo. Il Gruppo ha integrato il proprio codice etico con una Carta del Rispetto che stabilisce alcuni principi e raccomandazioni pratiche per generare un’evoluzione culturale a vantaggio di un ambiente di lavoro più inclusivo.

Parallelamente si è attivato sottoscrivendo nel 2019 l’accordo sindacale contro la violenza di genere e firmando nel 2020 il protocollo Abi per il rimborso dei crediti a favore delle donne vittime della violenza di genere. Crédit Agricole Italia è stata inserita tra le aziende ’Best Employer for Women dall’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza Lifeed’, player di riferimento nella formazione aziendale, ha inoltre insignito il Gruppo Bancario di un altro riconoscimento importante, quello di Caring Company, assegnato alle aziende che si prendono cura delle proprie persone favorendo la sinergia tra vita e lavoro, promuovendo modelli di leadership caring e valorizzano le diversità.

Uno psicologo per le migranti

Offrire supporto concreto alle donne vittime di trauma migratorio attraverso un percorso basato su metodo non verbale e comunicazione illustrata. È l’obiettivo del progetto europeo ‘Simple’. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), nel 2020 82,4 milioni di persone sono state costrette a fuggire in tutto il mondo a causa di persecuzioni, conflitti o violazioni dei diritti umani. Il XXVII Rapporto sulle migrazioni 2021 dell’ISMU1, stima che gli stranieri che vivono stabilmente in Italia siano oltre 5 milioni e mezzo e oltre la metà (52,4%) sono donne. «Le donne delle rotte migratorie irregolari, secondo la nostra esperienza, sono le persone che pagano il prezzo maggiore: sono le più esposte, le meno tutelate e le meno difese – spiega Diego Manduri, psicologo di ’Approdi’, associazione che ha partecipato a ’Simple’. «Grazie a questo progetto – continua il dottor Manduri – abbiamo instaurato con le migranti vittime di trauma migratorio delle relazioni che hanno consentito loro di esprimere l’inenarrabile attraverso il metodo non verbale e la comunicazione illustrata».

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

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Abbandonare ogni stereotipo. E’ l’obiettivo – e la sfida al tempo stesso – di Crédit Agricole Italia che, in occasione dell’8 marzo, vuole dare voce alle sue persone attraverso un sondaggio e una raccolta di opinioni per sapere quali argomenti affrontare in occasione della festa internazionale della donna e quali siano gli stereotipi da abbandonare per sempre. Si tratta dell’ultimo dei tanti momenti di riflessione dedicati alle tematiche di ’Diversity’ e di ’Gender Inclusion’ da Crédit Agricole Italia. Via libera quindi alle discussioni sul ruolo femminile e un ’no’ deciso a ogni tipo di discriminazione sono solo alcuni degli spunti emersi dalla survey. Risultati che permettono di capire quanto la parola sia uno strumento importante e potente. L’iniziativa, alla quale hanno aderito anche le società del gruppo Crédit Agricole in Italia (Crédit Agricole CIB, Agos, FCA Bank, Leasys, Crédit Agricole leasing, Crédit Agricole Eurofactor, Amundi, CACEIS, Crédit Agricole Vita, Crédit Agricole Assicurazioni, Creédit Agricole Creditor Insurance, Indosuez Wealth Management in Italia e CA Indosuez Fiduciaria), si inserisce nel quadro di un programma promosso dal gruppo e dedicato alla gender inclusion, parte integrante del piano strategico e sviluppato proprio in questi tempi che vedono le aziende orientarsi sempre di più verso un modello di leadership relazionale e inclusiva.
Antonella Salvadori, Responsabile Risorse Umane
L’iniziativa, alla quale ha aderito anche Agos, società di Credito al Consumo partecipata da Crédit Agricole, si inserisce nel quadro di un programma specifico promosso dal Gruppo Bancario e dedicato alla Gender Inclusion, parte integrante del Piano Strategico e sviluppato proprio in questi tempi che vedono le aziende orientarsi sempre di più verso un modello di leadership relazionale e inclusiva. «Un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo, che sia equo e tenga conto delle individualità, è il presupposto fondamentale per ogni tipo di crescita sostenibile e può essere un forte driver di innovazione – dichiara Antonella Salvatori, Responsabile della Direzione Gestione e Sviluppo Risorse Umane di Crédit Agricole Italia –. In questo senso, costruire e sostenere una cultura del rispetto rappresenta una grande opportunità per ogni azienda. Proprio come avviene in Francia vogliamo tenere alto il livello di attenzione su questi temi attraverso occasioni ricorrenti di ascolto e confronto per sviluppare iniziative sempre più concrete».
Elisa Dellarosa, Responsabile Affari Legali e Societari
«La mixité non è un tema che riguarda le donne, ma che riguarda l’azienda e la sua capacità di trasformarsi per essere competitiva – aggiunge Elisa Dellarosa, Responsabile della Direzione Affari legali e Societari e, con Antonella, volto del progetto di Gender Inclusion promosso da Crédit Agricole Italia –. Le iniziative di inclusione di genere sono strettamente legate al tema della trasformazione manageriale. La nuova leadership inclusiva si fonda su competenze e abilità su cui il mindset delle donne può essere di grande aiuto, dalla valorizzazione del network alla ricerca del consenso, dal work life balance all’orientamento alle persone». Ecco quindi che il Gruppo promuove la realizzazione di azioni armonizzate per l’inclusione delle donne in chiave di change management con iniziative volte ad attivare meccanismi di integrazione uomo/donna per costruire un nuovo approccio manageriale. Il cammino di Crédit Agricole Italia sul terreno della ’Diversity Inclusion’ parte da lontano, prima con iniziative di formazione, networking ed empowerement ma anche di worklife balance come smart working, asilo nido aziendale e servizi salvatempo. Il Gruppo ha integrato il proprio codice etico con una Carta del Rispetto che stabilisce alcuni principi e raccomandazioni pratiche per generare un’evoluzione culturale a vantaggio di un ambiente di lavoro più inclusivo. Parallelamente si è attivato sottoscrivendo nel 2019 l’accordo sindacale contro la violenza di genere e firmando nel 2020 il protocollo Abi per il rimborso dei crediti a favore delle donne vittime della violenza di genere. Crédit Agricole Italia è stata inserita tra le aziende ’Best Employer for Women dall’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza Lifeed’, player di riferimento nella formazione aziendale, ha inoltre insignito il Gruppo Bancario di un altro riconoscimento importante, quello di Caring Company, assegnato alle aziende che si prendono cura delle proprie persone favorendo la sinergia tra vita e lavoro, promuovendo modelli di leadership caring e valorizzano le diversità. Uno psicologo per le migranti Offrire supporto concreto alle donne vittime di trauma migratorio attraverso un percorso basato su metodo non verbale e comunicazione illustrata. È l’obiettivo del progetto europeo ‘Simple’. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), nel 2020 82,4 milioni di persone sono state costrette a fuggire in tutto il mondo a causa di persecuzioni, conflitti o violazioni dei diritti umani. Il XXVII Rapporto sulle migrazioni 2021 dell’ISMU1, stima che gli stranieri che vivono stabilmente in Italia siano oltre 5 milioni e mezzo e oltre la metà (52,4%) sono donne. «Le donne delle rotte migratorie irregolari, secondo la nostra esperienza, sono le persone che pagano il prezzo maggiore: sono le più esposte, le meno tutelate e le meno difese – spiega Diego Manduri, psicologo di ’Approdi’, associazione che ha partecipato a ’Simple’. «Grazie a questo progetto – continua il dottor Manduri – abbiamo instaurato con le migranti vittime di trauma migratorio delle relazioni che hanno consentito loro di esprimere l’inenarrabile attraverso il metodo non verbale e la comunicazione illustrata».
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