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Home » 8 marzo » 8 marzo: storie, volti e battaglie della giornata della donna

8 marzo: storie, volti e battaglie della giornata della donna

Uno speciale per riflettere sulle conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, e per rivendicare diritti e libertà negate

Redazione
8 Marzo 2023
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L’8 marzo è la giornata internazionale della donna. In quella stessa data, nel 1917, mentre il mondo bruciava nel fuoco della Grande Guerra, migliaia di donne scesero nella piazza di San Pietroburgo sfidando i fucili dei cosacchi per chiedere la pace. Morirono per una giusta causa. Ed è una serie di giuste cause che sono rivendicate ogni 8 marzo. Diritti, libertà, uguaglianza, parità e, ancora una volta, pace. Luce! ha raccolto una serie di storie, di battaglie e di contributi che riflettono queste rivendicazioni. Clicca sul titolo dei capitoli per leggere gli articoli.

Le donne in vetta non le hanno viste arrivare

di Agnese Pini

Non le hanno viste arrivare. Proprio così. Lo ha detto dieci giorni fa Elly Schlein parlando della sua scalata al Partito democratico. Lo ha detto ieri Giorgia Meloni parlando del salto quantico che le donne hanno fatto, in questo ultimo anno, nelle istituzioni, nella politica, nel Paese: “Voglio dire alle italiane che il fatto di essere sempre o quasi sempre sottovalutate è un grande vantaggio, perché sì, spesso non ti vedono arrivare”. Il segreto è stato tutto lì, in fondo, lo stesso (quasi) per tutte: le underdog della politica, della scienza, della cultura, dell’imprenditoria, hanno raggiunto traguardi impensabili e impensati fino a pochissimi anni fa. Tutto bene, dunque? No. Festeggiare l’8 marzo continua ad avere un senso? Sì, ce l’ha eccome. CLICCA QUI

Otto donne per l’8 marzo: le testimonianze in Luce

Lucia Aleotti, Giusy Versace, Carla Bassu, Francesca Michielin, Arisa, Pegah Moshir Pour, Francesca Vecchioni e Beatrice Paola Fraschini sono le protagoniste dello speciale per la Festa della Donna. CLICCA QUI

Otto donne per l’8 marzo

Violenza di genere: un uomo su due pensa non sia un suo problema

di Caterina Ceccuti

Sono stati oltre 2mila i lavoratori dipendenti e autonomi intervistati nel corso della ricerca LUI (Lavoro, Uomini, Inclusione), condotta dalla Fondazione Libellula con lo scopo di esplorare il punto di vista maschile sulla discriminazione e l’equità di genere nella vita lavorativa e familiare. CLICCA QUI

Quattro donne alla guida delle migliori cinque università al mondo

di Barbara Berti

Università e donne, un binomio in ascesa. A guidare quattro delle migliori cinque università al mondo sono per la prima volta donne: secondo i dati del World University Rankings 2023 Oxford, Harvard, Cambridge e l’Istituto di Tecnologia del Massachusetts (Mit) vedranno una donna al vertice entro luglio di quest’anno. CLICCA QUI

In Italia il digitale è donna. Ma pesa il gender gap

di Maurizio Costanzo

In Italia il digitale è donna, ma sulle imprese pesa il gender gap. Nel triennio 2017-2019 le imprese femminili operanti nel terziario che hanno investito nel digitale sono l’8,5% (percentuale simile alle imprese maschili), ma salgono al 13,7% nel periodo del Covid-19 contro il 14,0% delle maschili. CLICCA QUI

8 marzo: Pegah e la campagna istituzionale dedicata a Mahsa Amini

Pegah Moshir Pour è un’attivista e content creator
Pegah Moshir Pour è un’attivista e content creator

di Letizia Cini

Dal 6 marzo andrà in onda sulle reti Rai, radio e tv, e sui social, lo spot promosso dalla ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, ideato e realizzato dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria guidato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alberto Barachini, la campagna istituzionale dedicata a Mahsa Amini. CLICCA QUI

Non solo quote rosa: 150 anni ci separano dalla parità di genere

di Caterina Ceccuti

Dalla recente ricerca sull’importanza della Diversity & Inclusion nei luoghi di lavoro è emerso che le aziende con team executive composto per oltre il 30% da donne hanno maggiore probabilità di buone performance rispetto a team con scarsa o nulla presenza femminile. CLICCA QUI

Treedom, il congedo mestruale in ufficio è realtà

di Maurizio Costanzo

Festa della Donna e parità di genere: le aziende possono far parte del cambiamento? La risposta è sì e un esempio concreto viene da Firenze. CLICCA QUI

L'attivista e politologa Emilia Roig
L’attivista e politologa Emilia Roig (Ph. Tanja Schnitzler)

“Le discriminazioni sono collegate, ma siamo tutt* unic* e prezios*”

di Marianna Grazi

La politologa e attivista Emilia Roig, fondatrice del Center for Intersectional Justice (CIJ) di Berlino, attraverso l’approccio intersezionale indaga su come rendere il mondo un posto davvero inclusivo. Perché molte convinzioni stereotipate che crediamo essere “normali” hanno invece un’evoluzione storica ben precisa. CLICCA QUI 

8 Marzo, viaggio alle origini tra realtà e leggenda

Un appuntamento per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in tutto ilmondo. Ma non è la “Festa della Donna”, è un momento di riflessione. CLICCA QUI

“Mental load”: un peso invisibile che grava sulle donne

di Caterina Ceccuti

La psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo Valeria Fiorenza Perris, spiega come riconoscere i sintomi del sovraccarico mentale ed emanciparsene, per una vita più sana e appagante. “A sobbarcarsi questo fardello sono, da sempre, prevalentemente le donne”. CLICCA QUI

Una ragazza su due condizionata da stereotipi maschilisti

di Marianna Grazi

Più della metà delle giovani intervistate dall’Osservatorio indifesa, realizzato da Terre des Hommes e OneDay Group, ritiene che le scelte riguardo agli studi futuri o alla carriera lavorativa, le ambizioni e le passioni vengano limitate da stereotipi di genere e retaggi maschilisti. CLICCA QUI

Maria Chiara Carrozza: “Donne libere di scegliere il proprio futuro”

Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr
Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr

di Elsa Toppi

La presidente del Cnr, che è stata la più giovane rettrice d’Italia ed è considerata una delle 25 donne più influenti nel settore della robotica. E in occasione dell’8 marzo, ci racconta quale dovrebbe essere la missione della scienza e la strada da perseguire per colmare il gender gap: “Per favorire la partecipazione femminile al mondo scientifico è necessario partire da un aspetto fondamentale: l’orientamento”. CLICCA QUI

C’è una giovane donna al Financial Times che vuole cambiare il giornalismo

di Arnaldo Liguori

Virginia Stagni: “La finanza non è fatta di uomini bianchi in giacca e cravatta”. La sua biografia è una di quelle che mostrano come ci siano piccole parti di mondo in cui, nell’affermazione femminile, vanno nella giusta direzione. Classe 1993, si laurea in Bocconi e all’età di 24 anni diventa la più giovane manager dell’antico quotidiano economico. L’intervista per la Giornata internazionale della Donna. CLICCA QUI

Disparità tra uomini e donne negli ultimi 15 anni, spiegata coi dati

di Arnaldo Liguori

Il gender gap in Italia (Illustrazione di Arnaldo Liguori)

Le donne italiane sono più istruite degli uomini, svolgono più mansioni sociali degli uomini, eppure sono meno pagate, meno rappresentate e meno stimate. E hanno meno lavoro, meno tempo libero, occupano posizioni di minore rilievo. In sintesi, la parte femminile della società è ancora discriminata da quella maschile: questo era vero 15 anni fa ed è vero anche oggi. CLICCA QUI

La copertina

di Ozmo

Ho accolto l’invito a realizzare questa copertina, un’immagine polarizzante e divisiva.

Sono Ozmo, molti mi conoscono per essere uno street artist, altri per le mie mostre, oppure per i grandi murales che, nel bene e nel male, sono sempre più popolari e diffusi.

Nonostante attività e stili differenti mi definirei semplicemente Artista.

La ragazza centrale è pensata come un elemento ambiguo: è velata o indossa una grossa sciarpa? Può essere una madonna contemporanea, una profuga, una terrorista, una studentessa iraniana e la ragazza della porta accanto. È stata realizzata inizialmente con l’intelligenza artificiale, quindi distillando milioni di immagini in internet dando al computer una descrizione testuale. La mia è stata ‘women empowerment’

Nella composizione a forma di cuore ho inserito le due figure politicamente più di rilievo oggi in Italia. La destra a destra, la sinistra a sinistra.

Il colore dominante è il porpora, simbolo di saggezza ed anche il numero 3 è fortemente simbolico…

L’interpretazione, come sempre nel mio lavoro, viene consegnata all’osservatore, che proietterà i suoi pregiudizi, le sue disposizioni e le sue preferenze su questa immagine, come un castello di carte che aspetta solo un soffio di vento per crollare verso un lato od un altro.

Illustrazione di Ozmo

 

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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La copertina

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Illustrazione di Ozmo
 
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