Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » 8 marzo » “Mental load”: un peso invisibile che grava sulle donne

“Mental load”: un peso invisibile che grava sulle donne

La psicoterapeuta e Clinical Director Valeria Fiorenza Perris spiega come riconoscere i sintomi del sovraccarico mentale ed emanciparsene, per una vita più sana e appagante

Caterina Ceccuti
8 Marzo 2023
Il "carico mentale" che grava sulle donne

Il "carico mentale" che grava sulle donne

Share on FacebookShare on Twitter

In inglese lo chiamano mental load, ossia “carico mentale“. In pratica si verifica quando il flusso di pensieri legato all’organizzazione dei diversi -troppi- aspetti della quotidianità affolla la nostra mente con prepotenza, senza concedere tregua né riposo. Sembra che, nella maggior parte dei casi, questo sovraccarico psicologico colpisca principalmente le donne, si può dire anzi che il termine stesso sia stato cucito addosso al genere femminile, con l’intento di accendere l’attenzione su una problematica d’impatto psicologico e sociale. Abbiamo chiesto alla dottoressa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e clinical director del servizio di psicologia online Unobravo, come nasca il termine “Carico mentale“.
“È stato introdotto per la prima volta nel 1984 dalla sociologa Monique Haicault e racchiude in sé il peso di quell’invisibile fardello che deriva dal destreggiarsi tra la vita, il lavoro e le responsabilità della gestione della casa. A sobbarcarsi questo fardello sono, da sempre, prevalentemente le donne. Nel suo articolo ‘La Gestione Ordinaria della Vita a Due’, la sociologa francese descrive infatti come una donna, in coppia e lavoratrice, senta ricadere su di sé la responsabilità della gestione delle faccende domestiche. Si tratta di un carico cognitivo importante, che va a costituire il fenomeno della ‘doppia giornata‘, per colpa del quale la donna tende a percepire la propria vita come un turno di lavoro infinito. Il carico mentale può presentarsi sotto forme e sembianze molto diverse e ciò dipende dall’unicità del vissuto e della quotidianità di ciascun individuo.

Valeria Fiorenza Perris, Clinical Director Unobravo

Per le coppie eterosessuali con figli, questi scenari sono stati abilmente illustrati da Emma Clit nella striscia ‘Fallait Demander (Bastava Chiedere)’. Come messo in evidenza dalla fumettista ‘quando un uomo si aspetta che la compagna gli chieda di occuparsi delle faccende domestiche, implicitamente la vede come la manager della casa’. Pubblicato nel 2017, il fumetto è diventato immediatamente virale e ha riacceso il dibattito sulla divisione delle responsabilità nelle coppie, portando anche la stampa generalista a occuparsi del tema e ad inserirlo, a tutti gli effetti, all’interno di un più ampio dibattito sulle disparità di genere”.

Dottoressa ha appena toccato un tema scottante, quello della disparità di genere. Dunque ammettiamo che le donne siano più colpite dal sovraccarico psicologico?
“Secondo schemi tradizionali, stereotipi e retoriche ancora prevalenti nella nostra società, le donne sono le custodi della casa. Questo comporta che, anche ai giorni nostri, siano loro a prendersi in carico la maggior parte del lavoro cognitivo ed emotivo necessario a garantire un buono svolgimento delle attività legate al quotidiano. Il carico mentale è proprio questo: tutta la parte organizzativa della gestione domestica e familiare. E anche quando, nella pratica, i compiti sono divisi con il partner, spesso non lo sono per ciò che concerne l’aspetto organizzativo, perché dietro una suddivisione equa c’è una donna che, dalla ‘regia’, assegna e orchestra le varie mansioni”.

Quindi il mental load riguarda solo persone che hanno un compagno e dei figli?
“No. Anche coloro che non hanno un compagno o dei figli non sono esenti dal mental load. Oltre alla casa, a destare ansia sono, infatti, anche le responsabilità legate alla cura dei genitori, specie se anziani, e delle relazioni affettive con familiari e amici, così come la gestione delle scadenze amministrative. Questi sono fattori che accomunano gran parte delle donne di tutto il mondo e contribuiscono a far gravare sulle loro spalle il peso della quotidianità e di tutte le responsabilità a essa connesse. Se a ciò si aggiunge la necessità di essere costantemente produttive, disponibili e performanti sul posto di lavoro, è facile capire perché per molte donne non sia sempre semplice raggiungere un buon equilibrio tra sfera professionale e privata”.

Le donne sono ancora considerate le “regine” della casa e per loro non è semplice conciliare impegni lavorativi e vita privata

Dottoressa Perris, quali possono essere le conseguenze del mental load sul benessere e sulla salute fisica e mentale di una donna?
“Proprio come un fardello fisico, il peso del carico mentale può essere dannoso per il benessere e la salute dell’individuo e, alla lunga, se sottovalutato, può divenire persino invalidante. Il mental load è quello stato ansiogeno che ci pervade quando sentiamo di aver fallito per non aver rispettato la tabella di marcia che ci eravamo imposti o quando il pensiero di non riuscire a gestire alla perfezione ogni aspetto della nostra vita ci fa sentire oppressi e inermi. Queste sensazioni negative, che sembrano non volerci mai dare pace, sono gli ingredienti di quel cocktail nocivo e pericoloso che porta il nome di carico mentale. Spesso, quando si cerca di avere sempre tutto sotto controllo e di stare dietro a ogni incombenza, si finisce col trascurare l’unica cosa che sembrerebbe tralasciabile: sé stesse e la propria realizzazione. Sono molte le donne che, sovraccaricate dagli impegni quotidiani, mettono da parte la carriera o, peggio ancora, rinunciano ad avere interessi, passioni e aspirazioni personali. Questo, nel lungo periodo, può portare ad una progressiva perdita di motivazione e voglia di fare, che potrebbe sfociare in uno stato di profonda insoddisfazione”.

Con ricadute anche sulla salute fisica?
“Purtroppo sì. Un carico mentale eccessivo può avere gravi ripercussioni sulla salute e condurre, nei casi più gravi, a stati acuti di ansia, attacchi di panico, burnout o depressione. Senza contare tutta una serie di altri effetti collaterali, quali insonnia, stanchezza cronica, calo della libido e problemi relazionali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha dubbi: lo stress è il male del XXI secolo. Dall’ultimo World Mental Health Report è, infatti, emerso che, nel mondo, sono ben 301 milioni le persone con disturbi legati all’ansia e 208 milioni quelle affette da depressione. Queste patologie risultano essere maggiormente diffuse tra la popolazione femminile: sono il 5% le donne colpite dall’ansia e il 4,5% a soffrire di disturbi depressivi, contro il 3% degli uomini”.

Un eccessivo carico mentale porta spesso alla rinuncia alla propria realizzazione personale e può avere ripercussioni a livello fisico

In Italia qual è la situazione?
“Nel 2022 le donne che si sono affidate al servizio di psicologia online Unobravo per motivi legati ad ansia o depressione sono state più del doppio rispetto agli uomini. Un dato allarmante, questo ma che, purtroppo, non sorprende. Come già messo in luce dagli studi condotti dall’Oms, anche i dati registrati da Unobravo confermano che l’universo femminile sia più soggetto a stress e ansia rispetto a quello maschile”.

Come si fa a liberarsi del sovraccarico mentale?
“Il primo passo per emanciparsi da questo tipo di ansia è riconoscerla. Per questo è importante dare sempre ascolto alle proprie emozioni e non trascurarle. Alcuni dei sentori da tenere d’occhio sono la sensazione di non avere mai tempo e il sentimento di colpa di non fare abbastanza, oltre ai vari segnali fisici, come il costante senso di stanchezza e i sintomi legati ai disturbi del sonno e dell’umore. Se si sta vivendo una situazione di sovraccarico psicologico, non bisogna esitare a chiedere aiuto alle persone che tengono a noi, un aiuto che può manifestarsi sia a livello pratico, lasciando ad altri l’organizzazione e lo svolgimento di alcune mansioni, che a livello emotivo, condividendo pensieri e preoccupazioni con il partner o qualcuno di fidato capace di mostrarci comprensione ed empatia. Comunicare apertamente con chi ci sta accanto è una regola d’oro, e lo è ancora di più quando si vive una situazione di disagio: mai avere timore di dare voce alla propria stanchezza o frustrazione. È inoltre essenziale prendersi un momento di riflessione per mettere a fuoco cosa ci aspettiamo da noi stessi e qual è la percezione che abbiamo di noi quando, per qualsiasi motivo, non raggiungiamo ciò che ci eravamo prefissati. Ridimensionare le aspettative spesso non è semplice e necessita di un percorso di consapevolezza e di cura della propria emotività. Può essere d’aiuto, in questo senso, prendersi uno spazio per sé e chiedere il supporto di un esperto. Liberarsi dallo stress e raggiungere un buon equilibrio interiore è possibile ed è la chiave per condurre una vita più sana, sentendosi al contempo, più felici e realizzati. Il carico mentale non deve più essere invisibile. Non bisogna lasciare che il mental load diventi un ostacolo insormontabile per nessuno, per questo è fondamentale che le conversazioni sul tema si intensifichino e che si faccia sempre più azione di sensibilizzazione e prevenzione”.

Potrebbe interessarti anche

L'atleta paralimpico Massimo Giandinoto insieme ad alcuni bambini presenti al progetto Sport For Good Torino
Sport

Chi è Massimo Giandinoto, l’atleta paralimpico “salvato” dallo sport

20 Marzo 2023
"Fa' la cosa giusta!" dal 24 al 26 marzo a Milano
Lifestyle

Fa’ la cosa giusta!, donne sempre più protagoniste

24 Marzo 2023
Wolfgang Porsche, 79 anni, chiede il divorzio alla moglie Claudia Huebner, 74 anni (a sx) e si avvicina all'amica storica Gabriela Prinzessin zu Leiningen, 59 anni (a dx)
Attualità

Porsche chiede il divorzio alla moglie: lei soffre di demenza

23 Marzo 2023

Instagram

  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
In inglese lo chiamano mental load, ossia "carico mentale". In pratica si verifica quando il flusso di pensieri legato all'organizzazione dei diversi -troppi- aspetti della quotidianità affolla la nostra mente con prepotenza, senza concedere tregua né riposo. Sembra che, nella maggior parte dei casi, questo sovraccarico psicologico colpisca principalmente le donne, si può dire anzi che il termine stesso sia stato cucito addosso al genere femminile, con l'intento di accendere l’attenzione su una problematica d'impatto psicologico e sociale. Abbiamo chiesto alla dottoressa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e clinical director del servizio di psicologia online Unobravo, come nasca il termine "Carico mentale". “È stato introdotto per la prima volta nel 1984 dalla sociologa Monique Haicault e racchiude in sé il peso di quell'invisibile fardello che deriva dal destreggiarsi tra la vita, il lavoro e le responsabilità della gestione della casa. A sobbarcarsi questo fardello sono, da sempre, prevalentemente le donne. Nel suo articolo 'La Gestione Ordinaria della Vita a Due', la sociologa francese descrive infatti come una donna, in coppia e lavoratrice, senta ricadere su di sé la responsabilità della gestione delle faccende domestiche. Si tratta di un carico cognitivo importante, che va a costituire il fenomeno della 'doppia giornata', per colpa del quale la donna tende a percepire la propria vita come un turno di lavoro infinito. Il carico mentale può presentarsi sotto forme e sembianze molto diverse e ciò dipende dall’unicità del vissuto e della quotidianità di ciascun individuo.
Valeria Fiorenza Perris, Clinical Director Unobravo
Per le coppie eterosessuali con figli, questi scenari sono stati abilmente illustrati da Emma Clit nella striscia 'Fallait Demander (Bastava Chiedere)'. Come messo in evidenza dalla fumettista 'quando un uomo si aspetta che la compagna gli chieda di occuparsi delle faccende domestiche, implicitamente la vede come la manager della casa'. Pubblicato nel 2017, il fumetto è diventato immediatamente virale e ha riacceso il dibattito sulla divisione delle responsabilità nelle coppie, portando anche la stampa generalista a occuparsi del tema e ad inserirlo, a tutti gli effetti, all’interno di un più ampio dibattito sulle disparità di genere”. Dottoressa ha appena toccato un tema scottante, quello della disparità di genere. Dunque ammettiamo che le donne siano più colpite dal sovraccarico psicologico? "Secondo schemi tradizionali, stereotipi e retoriche ancora prevalenti nella nostra società, le donne sono le custodi della casa. Questo comporta che, anche ai giorni nostri, siano loro a prendersi in carico la maggior parte del lavoro cognitivo ed emotivo necessario a garantire un buono svolgimento delle attività legate al quotidiano. Il carico mentale è proprio questo: tutta la parte organizzativa della gestione domestica e familiare. E anche quando, nella pratica, i compiti sono divisi con il partner, spesso non lo sono per ciò che concerne l'aspetto organizzativo, perché dietro una suddivisione equa c'è una donna che, dalla 'regia', assegna e orchestra le varie mansioni". Quindi il mental load riguarda solo persone che hanno un compagno e dei figli? "No. Anche coloro che non hanno un compagno o dei figli non sono esenti dal mental load. Oltre alla casa, a destare ansia sono, infatti, anche le responsabilità legate alla cura dei genitori, specie se anziani, e delle relazioni affettive con familiari e amici, così come la gestione delle scadenze amministrative. Questi sono fattori che accomunano gran parte delle donne di tutto il mondo e contribuiscono a far gravare sulle loro spalle il peso della quotidianità e di tutte le responsabilità a essa connesse. Se a ciò si aggiunge la necessità di essere costantemente produttive, disponibili e performanti sul posto di lavoro, è facile capire perché per molte donne non sia sempre semplice raggiungere un buon equilibrio tra sfera professionale e privata".
Le donne sono ancora considerate le "regine" della casa e per loro non è semplice conciliare impegni lavorativi e vita privata
Dottoressa Perris, quali possono essere le conseguenze del mental load sul benessere e sulla salute fisica e mentale di una donna? "Proprio come un fardello fisico, il peso del carico mentale può essere dannoso per il benessere e la salute dell’individuo e, alla lunga, se sottovalutato, può divenire persino invalidante. Il mental load è quello stato ansiogeno che ci pervade quando sentiamo di aver fallito per non aver rispettato la tabella di marcia che ci eravamo imposti o quando il pensiero di non riuscire a gestire alla perfezione ogni aspetto della nostra vita ci fa sentire oppressi e inermi. Queste sensazioni negative, che sembrano non volerci mai dare pace, sono gli ingredienti di quel cocktail nocivo e pericoloso che porta il nome di carico mentale. Spesso, quando si cerca di avere sempre tutto sotto controllo e di stare dietro a ogni incombenza, si finisce col trascurare l'unica cosa che sembrerebbe tralasciabile: sé stesse e la propria realizzazione. Sono molte le donne che, sovraccaricate dagli impegni quotidiani, mettono da parte la carriera o, peggio ancora, rinunciano ad avere interessi, passioni e aspirazioni personali. Questo, nel lungo periodo, può portare ad una progressiva perdita di motivazione e voglia di fare, che potrebbe sfociare in uno stato di profonda insoddisfazione". Con ricadute anche sulla salute fisica? "Purtroppo sì. Un carico mentale eccessivo può avere gravi ripercussioni sulla salute e condurre, nei casi più gravi, a stati acuti di ansia, attacchi di panico, burnout o depressione. Senza contare tutta una serie di altri effetti collaterali, quali insonnia, stanchezza cronica, calo della libido e problemi relazionali. L'Organizzazione Mondiale della Sanità non ha dubbi: lo stress è il male del XXI secolo. Dall’ultimo World Mental Health Report è, infatti, emerso che, nel mondo, sono ben 301 milioni le persone con disturbi legati all’ansia e 208 milioni quelle affette da depressione. Queste patologie risultano essere maggiormente diffuse tra la popolazione femminile: sono il 5% le donne colpite dall’ansia e il 4,5% a soffrire di disturbi depressivi, contro il 3% degli uomini".
Un eccessivo carico mentale porta spesso alla rinuncia alla propria realizzazione personale e può avere ripercussioni a livello fisico
In Italia qual è la situazione? "Nel 2022 le donne che si sono affidate al servizio di psicologia online Unobravo per motivi legati ad ansia o depressione sono state più del doppio rispetto agli uomini. Un dato allarmante, questo ma che, purtroppo, non sorprende. Come già messo in luce dagli studi condotti dall’Oms, anche i dati registrati da Unobravo confermano che l’universo femminile sia più soggetto a stress e ansia rispetto a quello maschile". Come si fa a liberarsi del sovraccarico mentale? “Il primo passo per emanciparsi da questo tipo di ansia è riconoscerla. Per questo è importante dare sempre ascolto alle proprie emozioni e non trascurarle. Alcuni dei sentori da tenere d’occhio sono la sensazione di non avere mai tempo e il sentimento di colpa di non fare abbastanza, oltre ai vari segnali fisici, come il costante senso di stanchezza e i sintomi legati ai disturbi del sonno e dell’umore. Se si sta vivendo una situazione di sovraccarico psicologico, non bisogna esitare a chiedere aiuto alle persone che tengono a noi, un aiuto che può manifestarsi sia a livello pratico, lasciando ad altri l’organizzazione e lo svolgimento di alcune mansioni, che a livello emotivo, condividendo pensieri e preoccupazioni con il partner o qualcuno di fidato capace di mostrarci comprensione ed empatia. Comunicare apertamente con chi ci sta accanto è una regola d’oro, e lo è ancora di più quando si vive una situazione di disagio: mai avere timore di dare voce alla propria stanchezza o frustrazione. È inoltre essenziale prendersi un momento di riflessione per mettere a fuoco cosa ci aspettiamo da noi stessi e qual è la percezione che abbiamo di noi quando, per qualsiasi motivo, non raggiungiamo ciò che ci eravamo prefissati. Ridimensionare le aspettative spesso non è semplice e necessita di un percorso di consapevolezza e di cura della propria emotività. Può essere d'aiuto, in questo senso, prendersi uno spazio per sé e chiedere il supporto di un esperto. Liberarsi dallo stress e raggiungere un buon equilibrio interiore è possibile ed è la chiave per condurre una vita più sana, sentendosi al contempo, più felici e realizzati. Il carico mentale non deve più essere invisibile. Non bisogna lasciare che il mental load diventi un ostacolo insormontabile per nessuno, per questo è fondamentale che le conversazioni sul tema si intensifichino e che si faccia sempre più azione di sensibilizzazione e prevenzione”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto