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Home » 8 marzo » Premiate statue al merito… maschile

Premiate statue al merito… maschile

Le strade e le piazze sono un inno al patriarcato e la toponomastica ignora l’altra metà del cielo

Sofia Francioni
8 Marzo 2022
Violata, la scultura in bronzo di Floriano Ippoliti inaugurata nel marzo 2013 ad Ancona

Violata, la scultura in bronzo di Floriano Ippoliti inaugurata nel marzo 2013 ad Ancona

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Per contare, le donne hanno iniziato a contarsi. Dai banchi della politica ai divanetti in tv, scorrendo gli indici occupazionali e dei manuali scolastici, fino alle vie e tra i volti dei monumenti. Il risultato è però desolante. Nonostante rappresentino la metà del Paese, le donne sono invisibili. Lungo l’intero stivale sono 171 i monumenti femminili censiti a oggi dall’associazione ’Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali’. 171 contro una miriade imprecisata (solo a Milano ce ne sono 125) di busti maschili, che ci guardano quotidianamente dagli alti plinti delle più importanti piazze d’Italia. Ma non basta: le poche ritratte sono anche vittima di sistematico sessismo. Le giornaliste Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli ritratte nude a Viterbo. La Lavandaia di Massa detta ’La puppona’ volgarmente ritratta e colorata nei capezzoli e nel volto. E ancora La Violata di Ancona, che vorrebbe ricordare «tutte le donne vittime di violenza» e che invece, nota Luciana Littizzetto «sembra il morboso spot di una violenza».

Violata, la scultura in bronzo di Floriano Ippoliti inaugurata nel marzo 2013 ad Ancona

Nude, semi-nude, giovani, magre, spesso ai piedi di un uomo autorevole e vestito di tutto punto: questo il classico repertorio che ci offre la statuaria al femminile. Donne fatte da uomini per uomini e tagliate fuori dalla storia. Sul totale solo il 17% rappresenta donne che si sono distinte per meriti intellettuali o artistici. Per lo più, infatti, si annoverano figure allegoriche, come Patrie, mogli, madri, nonne e figure anonime collettive di mondine e partigiane. Mentre poco più della metà rappresenta donne realmente esistite. Vanno per la maggiore statue di sante e madonne, insieme alla scrittrice Grazia Deledda e ad Anita Garibaldi, che ne contano sei ciascuna. Le donne sono lontane dalla piazza, ma anche dalla committenza: «Delle statue femminili censite il 91% è realizzato da uomini. Ma non è una novità, la storia dell’arte è una storia di uomini che guardano e ritraggono donne». Per Mi Riconosci? il sessismo dei monumenti italiani è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti «in una rappresentazione della donna che ribadisce un’imposizione dei ruoli e che è per bambini e bambine un riferimento visivo ed educativo costante».

La statua di Guadagnucci conosciuta dai massesi come la ’Puppona’. Era in piazza Bastione, ora è nel parco della Rinchiostra

Passando alla toponomastica, le cose non vanno meglio: via delle Carine, via delle Belle, via delle Donzelle. In Italia le strade intitolate a donne non sfondano il tetto del 5% del totale e le poche nominate sono per lo più madonne, sante e prostitute. A fornirci il quadro, in questo caso, è l’associazione Toponomastica femminile, fondata nel 2012 dalla professoressa Maria Pia Ercolini. Le donne si contano per contare, con sano pragmatismo: «Non vogliamo riempire lo spazio pubblico di statue femminili indiscriminatamente, vogliamo riflettere su come la donna viene rappresentata in quello spazio», sostengono da Mi Riconosci?. Stessa posizione tenuta da Toponomastica Femminile che ’da anni fotografa il sistema patriarcale in cui siamo inseriti’: «Non vogliamo rivoluzionare il sistema stradale. La proposta è lavorare affinché i nuovi luoghi e quelli privi di nome vengano intitolati a donne».

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
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