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A Firenze "Le conseguenze della guerra": il mondo dell'arte si mobilita per dire "no" al conflitto

di LETIZIA CINI -
28 febbraio 2022
Rubens Le conseguenze della Guerra (2)

Rubens Le conseguenze della Guerra (2)

Arte per la pace agli Uffizi: martedì 1° marzo è in programma una lezione speciale sul capolavoro di Rubens Le conseguenze della guerra. A tenere la lectio sul dipinto esposto a Palazzo Pitti sarà lo storico dell’arte e normalista Marco Collareta, professore ordinario all’Università di Pisa: Per quanti vogliono assistere all’appuntamento dal grande significato - visto il momento - la lezione andrà in diretta sulla pagina Facebook del museo, sempre martedì 1° marzo alle 13. L’evento fa parte della campagna del Ministero della Cultura #museumsagainstwar. Per le ragioni di attualità note a tutti, le Gallerie degli Uffizi offrono una speciale lectio magistralis dal titolo “Rubens a Pitti: un dipinto contro la guerra“, che sostituirà in via straordinaria il settimanale appuntamento con le dirette di Uffizi On Air: a tenerla, martedì alle 13, dall’Auditorium Vasari del museo, sarà il normalista e professore ordinario di Storia dell’Arte dell’ateneo di Pisa, Marco Collareta, che analizzerà il forte messaggio portatore di pace del capolavoro di Pieter Paul Rubens dall'emblematico titolo Le conseguenze della guerra, esposto nella sale della Galleria Palatina di Palazzo Pitti.

Il direttore Eike Schmidt

Pieter Paul Rubens,'Le conseguenze della guerra' ( 1638–1639), esposto nella sale della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze

Pieter Paul Rubens,'Le conseguenze della guerra' ( 1638–1639), esposto nella sale della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze

“Un dipinto di straordinaria attualità - commenta il direttore Eike Schmidt - capace, attraverso la sua potenza espressiva, di farci sentire il dolore, la brutalità e la tragedia della guerra, e di farci riflettere sulla sua assurdità“. L’evento, che verrà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook delle Gallerie, fa parte della campagna del Ministero della Cultura, #museumsagainstwar, la campagna digitale “la cultura unisce il mondo", che coinvolge musei, biblioteche, archivi e istituti culturali statali, ricorda che l’Italia ripudia la guerra ed esprime la piena e incondizionata solidarietà all’Ucraina.

Hashtag #cultureunitestheworld e #museumsagainstwar

Con gli hashtag #cultureunitestheworld e #museumsagainstwar il sistema museale nazionale e la rete degli archivi e delle biblioteche stanno condividendo immagini significative riguardanti il dolore e la sofferenza della guerra o, al contrario, l’armonia e la prosperità del tempo di pace. Tante le realtà museali che hanno già aderito: dal Museo etrusco di Villa Giulia, con la decorazione del frontone di un tempio che sorgeva nell’antico santuario portuale di Pyrgi raffigurante la lotta bestiale degli alleati Tideo e Capaneo sotto le mura di Tebe, al Museo Archeologico Nazionale di Orvieto, con una testa equina lapidea che ricorda la stravolta espressione del cavallo del Guernica, dal Museo Egizio di Torino, con l’amuleto ankh di lunga vita e protezione, al Museo di Capodimonte, con l’Allegoria della Giustizia di Giorgio Vasari, dalle statue di Villa Adriana a Tivoli, fino alle opere della Galleria Borghese, del Museo Nazionale Romano, del Museo Omero di Ancona, del Museo delle Navi Romane di Nemi, di Palazzo Grimani a Venezia e di Palazzo Reale di Genova. Importanti anche le adesioni del mondo archivistico e bibliotecario, a partire dalla colomba che reca un ramoscello di ulivo in una ristampa da acquaforte del 1661 di un’iscrizione con stemma di Papa Innocenzo X conservata nella Collezione stampe dell’Archivio di Stato di Roma, fino alle opere degli archivi di Stato di Venezia, di Imperia e di Firenze a quelle del progetto Fumetti nei musei. La campagna, che sta montando ora dopo ora, è iniziata la sera di giovedì 24 febbraio, con l’illuminazione con i colori della bandiera dell’Ucraina del Colosseo, che tornerà ad accendersi insieme con molti altri monumenti e siti del patrimonio culturale italiano. “L’Italia ripudia la guerra ed esprime la piena e incondizionata solidarietà all’Ucraina, paese colpito nella propria legittima sovranità. Il Colosseo si colora di blu e giallo in segno di vicinanza. #museumsagainstwar #museitaliani #MiC #Ucraina”, la parole del Ministero della Cultura su Twitter.

La voce degli intellettuali

Fra i personaggi del panorama culturale che si sono uliti al coro “no alla guerra, l’artista slava Marina Abramovich: “L’attacco all’Ucraina è un attacco all’intera umanità“ scandisce in un video postato su Instagram.
Elena Kovalskaya, direttrice del Centro culturale e teatrale statale Vsevolod Meyerhold di Mosca

Elena Kovalskaya, direttrice del Centro culturale e teatrale statale Vsevolod Meyerhold di Mosca

“Non si può lavorare per un assassino“, ha scritto da Mosca Elena Kovalskaya la coraggiosa direttrice del teatro statale annunciando le sue dimissioni. “Ora nessuno taccia“, pregava due giorni fa la direttrice d’orchestra ucraina Oksana Lyniv.

Non solo monumenti illuminati

Non solo monumenti illuminati in giallo e blu, i colori della bandiera vittima dell’aggressione russa. Nei giorni più bui della guerra, con il sibilo dei missili e l’urlo delle bombe che squarciano il cielo di Kiev, cresce la voce della cultura a favore della pace, appelli dei singoli che di ora in ora e proprio a partire dall’Italia stanno diventando un fiume impetuoso di solidarietà alle vittime, l’urlo dell’arte di tutti i colori contro l’orrore degli spari e dei morti. L’Ucraina sotto attacco annuncia la chiusura dei suoi musei, a Kiev nel Museo Nazionale di storia dell’Ucraina i dipendenti hanno lavorato oltre 12 ore per mettere in salvo i reperti più preziosi negli scantinati dell’edificio. “Dobbiamo proteggere le opere d’arte di artisti importanti per la nostra storia europea condivisa e la storia dell’Ucraina: opere di Kazimir Malevich, Vasyl Yermylov, Alexander Bogomazov, e Anatol Petrytsky, e Viktor Zaretsky, per citarne solo alcuni“, scrive chiedendo aiuti e solidarietà la direttrice Olesia Ostrovska-Liuta che sempre a Kiev gestisce l’Arsenale, uno dei più grandi musei d’arte d’Europa. Mentre a Odessa sul mar Nero lo straordinario museo dell’arte orientale e occidentale con la sua magnificente collezione d’arte europea ha circondato l’edificio di filo spinato e sta cercando di mettere in salvo almeno le tele più preziose.

La Biennale perduta

Nella foto il Colosseo a Roma, il Biancone a Firenze, la Mole Antonelliana a Torino e il Santuario di Pompei a Napoli illuminati con i colori dell’Ucraina

Nella foto il Colosseo a Roma, il Biancone a Firenze, la Mole Antonelliana a Torino e il Santuario di Pompei a Napoli illuminati con i colori dell’Ucraina

La guerra in corso ha fatto sfumare anche la partecipazione dell’Ucraina alla Biennale d’Arte di Venezia, al via da maggio, non ci sono più le condizioni per continuare ad allestire il Padiglione nazionale. Quanto alla Russia chissà, per il momento su questo la Biennale e l’Italia non prendono posizioni, non sono partiti gli out out, in diplomazia da sempre il canale della cultura rimane aperto fino all’ultimo. E tuttavia la valanga di solidarietà all’Ucraina e alle sue vittime umane avanza, l’onda d’urto dell’arte contro la guerra, è un fenomeno multicolore che cresce senza sosta. C’è la campagna lanciata dal ministero della cultura con gli hashtag #cultureunitestheworld e #museumsagainstwar, che fa proseliti nei siti archeologici e nei musei, da Paestum all’Archeologico di Venezia, dagli Uffizi al Vittoriano, dalla Galleria Borghese alla Reggia di Caserta, ed è tutto un tripudio di colombe, ramoscelli d’ulivo, amuleti, abbracci. Ma anche nei tantissimi archivi e nelle biblioteche, come l’archivio di Stato di Napoli che posta il manifesto dell’Assemblea Mondiale della Pace che si è tenuta ad Helsinki nel 1955. O la biblioteca di Brera che offre online la sua collezione di libri ai bambini dell’Ucraina. Lo slogan arriva dritto dritto dalla Costituzione, “l’Italia ripudia la guerra“. Il mondo dell’arte, in Italia e non solo, lavora per la Pace.