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Home » Attualità » Neos assume ma domanda agli aspiranti hostess e steward: “Hai figli?”. Decolla la polemica

Neos assume ma domanda agli aspiranti hostess e steward: “Hai figli?”. Decolla la polemica

I sindacati: "Essere madre o padre non può essere un impedimento a fare l'assistente di volo, la famiglia è un diritto inalienabile". La risposta della compagnia aerea: "Non c’è alcun intento discriminatorio, abbiamo tante mamme in organico che lo provano"

Letizia Cini
1 Aprile 2022
Hostess Neos Air nella campagna per il reclutamento di assistenti di volo

Hostess Neos Air nella campagna per il reclutamento di assistenti di volo

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Come sono belli i figli. Sì, ma quelli degli altri. È sempre la solita solfa: le donne saranno anche brave sul lavoro, ma hanno quel problemuccio, restano in stato interessante e dopo sai cosa vuol dire questo dettaglio sotto il profilo della produttività? I bambini si ammalano, hanno necessità: ci sono gli incontri con i maestri e poi compleanni e il Natale, che magari vogliono trascorrere con i genitori… Adesso , poi, che anche per i padri è previsto il congedo parentale, lo stesso discorso vale anche (gravidanza a parte) per i neo papà. E poi c’è l’adozione, che dà anche lei i suoi diritti, da un punto di vista della genitorialità. L’ideale? Un mondo senza bambini, oppure “sì va bene, sono accettatisono accettati, ma solo se a farli sono i dipendenti delle altre aziende.

Hostess della Neos Air nella campagna per il reclutamento di assistenti di volo
Hostess della Neos Air nella campagna per il reclutamento di assistenti di volo

Il questionario incriminato

Il mostruoso paradosso serve a introdurre l’ennesima polemica legata alle richieste che vengono fatte ai candidati all’assunzione (esempi virtuosi a parte): questa volta, responsabile delle domande indecenti, è una compagnia aerea. O meglio, sul banco degli imputati è finito un questionario che sta creando polemiche: quello pubblicato sul sito web della compagnia Neos Air, che fa base a Somma Lombardo (Varese).
In occasione della campagna di reclutamento per hostess e steward la compagnia ha inserito nel documento in questione domande rivolte agli aspiranti assistenti di volo (di entrambi i sessi) una domanda che ha fatto infuriare i rappresentanti sindacali. Nel modulo in cui si chiede rispondere sì o no ad alcuni quesiti si spazia da ’il candidato ha tatuaggi vistosi?’, al non saper nuotare bene o avere una vista limitata – che possono essere motivi per non essere assunti come hostess o steward da una compagnia aerea – fino al poco cristallino, “il candidato ha figli?.“

“Il candidato ha figli?”

«Ma avere figli? Anche essere madre o padre può essere un impedimento a diventare assistente di volo?» si chiedono i sindacati, come riportato nelle pagine milanesi de ‘Il Corriere della Sera. A sorprendere le categorie sindacali è la collocazione della domanda sull’esistenza di eventuale prole in mezzo alle altre. «Ci auguriamo che tale richiesta, che appare comunque evidentemente non rilevante ai fini del percorso selettivo, non venga in alcun modo utilizzata quale elemento discriminatorio attraverso il quale poter escludere i candidati – osserva tra gli altri Alfredo Rosalba, segretario regionale Fit Cisl -. Le politiche del lavoro devono essere inclusive e mai, per nessun motivo, possano tendere a limitare il diritto inalienabile alla famiglia, arrivando eventualmente a ritenere la presenza di figli elemento ostativo all’ottenimento di un posto di lavoro».

La spiegazione della compagnia aerea Neos Air

mamma e figlia
“Ma  essere madre o padre può essere un impedimento a diventare assistente di volo?”, si chiedono i sindacati

“Non c’è alcun intento discriminatorio – la risposta della compagnia aerea – come dimostrerebbe un organico che comprende almeno una cinquantina di mamme, anche con due o tre figli“.

Ma allora perché la domanda sulla prole è inserita tra quelle sul nuoto, sulla vista e sui tatuaggi?

“Si è sempre fatto così per una semplice ragione di funzionalità e velocità nell’elaborazione delle risposte“, è la spiegazione offerta dalla Neos. Con una precisazione: “Se davvero può suscitare tanto fastidio e certi dubbi, allora si potrebbe provvedere a spostarla in un altro punto del questionario.

“Ci auguriamo che tale richiesta, che appare comunque evidentemente non rilevante ai fini del percorso selettivo, non venga in alcun modo utilizzata quale elemento discriminatorio attraverso il quale poter escludere i candidati – osserva tra gli altri Alfredo Rosalba, segretario regionale Fit Cisl -. Le politiche del lavoro devono essere inclusive e mai, per nessun motivo, possono tendere a limitare il diritto inalienabile alla famiglia, arrivando eventualmente a ritenere la presenza di figli elemento ostativo all’ottenimento di un posto di lavoro”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Come sono belli i figli. Sì, ma quelli degli altri. È sempre la solita solfa: le donne saranno anche brave sul lavoro, ma hanno quel problemuccio, restano in stato interessante e dopo sai cosa vuol dire questo dettaglio sotto il profilo della produttività? I bambini si ammalano, hanno necessità: ci sono gli incontri con i maestri e poi compleanni e il Natale, che magari vogliono trascorrere con i genitori... Adesso , poi, che anche per i padri è previsto il congedo parentale, lo stesso discorso vale anche (gravidanza a parte) per i neo papà. E poi c’è l’adozione, che dà anche lei i suoi diritti, da un punto di vista della genitorialità. L’ideale? Un mondo senza bambini, oppure “sì va bene, sono accettatisono accettati, ma solo se a farli sono i dipendenti delle altre aziende.
Hostess della Neos Air nella campagna per il reclutamento di assistenti di volo
Hostess della Neos Air nella campagna per il reclutamento di assistenti di volo

Il questionario incriminato

Il mostruoso paradosso serve a introdurre l’ennesima polemica legata alle richieste che vengono fatte ai candidati all’assunzione (esempi virtuosi a parte): questa volta, responsabile delle domande indecenti, è una compagnia aerea. O meglio, sul banco degli imputati è finito un questionario che sta creando polemiche: quello pubblicato sul sito web della compagnia Neos Air, che fa base a Somma Lombardo (Varese). In occasione della campagna di reclutamento per hostess e steward la compagnia ha inserito nel documento in questione domande rivolte agli aspiranti assistenti di volo (di entrambi i sessi) una domanda che ha fatto infuriare i rappresentanti sindacali. Nel modulo in cui si chiede rispondere sì o no ad alcuni quesiti si spazia da ’il candidato ha tatuaggi vistosi?’, al non saper nuotare bene o avere una vista limitata - che possono essere motivi per non essere assunti come hostess o steward da una compagnia aerea - fino al poco cristallino, “il candidato ha figli?.“

"Il candidato ha figli?"

«Ma avere figli? Anche essere madre o padre può essere un impedimento a diventare assistente di volo?» si chiedono i sindacati, come riportato nelle pagine milanesi de ‘Il Corriere della Sera. A sorprendere le categorie sindacali è la collocazione della domanda sull’esistenza di eventuale prole in mezzo alle altre. «Ci auguriamo che tale richiesta, che appare comunque evidentemente non rilevante ai fini del percorso selettivo, non venga in alcun modo utilizzata quale elemento discriminatorio attraverso il quale poter escludere i candidati - osserva tra gli altri Alfredo Rosalba, segretario regionale Fit Cisl -. Le politiche del lavoro devono essere inclusive e mai, per nessun motivo, possano tendere a limitare il diritto inalienabile alla famiglia, arrivando eventualmente a ritenere la presenza di figli elemento ostativo all’ottenimento di un posto di lavoro».

La spiegazione della compagnia aerea Neos Air

mamma e figlia
"Ma  essere madre o padre può essere un impedimento a diventare assistente di volo?", si chiedono i sindacati
“Non c’è alcun intento discriminatorio - la risposta della compagnia aerea - come dimostrerebbe un organico che comprende almeno una cinquantina di mamme, anche con due o tre figli“. Ma allora perché la domanda sulla prole è inserita tra quelle sul nuoto, sulla vista e sui tatuaggi? “Si è sempre fatto così per una semplice ragione di funzionalità e velocità nell’elaborazione delle risposte“, è la spiegazione offerta dalla Neos. Con una precisazione: “Se davvero può suscitare tanto fastidio e certi dubbi, allora si potrebbe provvedere a spostarla in un altro punto del questionario. “Ci auguriamo che tale richiesta, che appare comunque evidentemente non rilevante ai fini del percorso selettivo, non venga in alcun modo utilizzata quale elemento discriminatorio attraverso il quale poter escludere i candidati - osserva tra gli altri Alfredo Rosalba, segretario regionale Fit Cisl -. Le politiche del lavoro devono essere inclusive e mai, per nessun motivo, possono tendere a limitare il diritto inalienabile alla famiglia, arrivando eventualmente a ritenere la presenza di figli elemento ostativo all’ottenimento di un posto di lavoro”.
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