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Abbandono scolastico, l'Italia è al terzo posto in Europa. Va peggio solo in Romania e Spagna

In Sicilia oltre un giovane su cinque lascia gli studi prima del tempo. Il Molise è la regione con la più alta la percentuale di coloro che continuano i percorsi d'istruzione

di DOMENICO GUARINO -
27 settembre 2022
In Italia tanti giovani lasciano il percorso scolastico precocemente

In Italia tanti giovani lasciano il percorso scolastico precocemente

L’anno scolastico è partito senza (evidenti) scossoni. Il primo dopo due anni senza mascherine, senza dad, e senza l’incubo della pandemia. Si ritorna, dunque, alla normalità. E nella normalità ritornano anche i vecchi problemi, che i mesi appena trascorsi hanno probabilmente reso ancora più gravi. L’abbandono scolastico, ad esempio. Un fenomeno che colpisce ancora duramente anche alle nostre latitudini. Nell’agenda 2020, l'Unione Europea aveva fissato come target che i giovani europei tra 18 e 24 anni senza diploma superiore (o qualifica professionale) fossero meno del 10% del totale. Un obiettivo centrato a livello europeo: nel primo anno della pandemia la quota di giovani Ue in uscita precoce dal sistema di istruzione è stata pari al 9,9%. Ma non in Italia, dove siamo fermi al 13% circa, nonostante il miglioramento nel corso dell'ultimo decennio con una diminuzione del 7% rispetto al 2010.
L'Italia è al terzo posto assoluto tra i Paesi con il maggior tasso di abbandoni scolastici precoci

L'Italia è al terzo posto assoluto tra i Paesi con il maggior tasso di abbandoni scolastici precoci

Per misurare gli abbandoni scolastici, si utilizza come indicatore indiretto la percentuale di giovani tra 18 e 24 anni che hanno solo la licenza media. Tra questi viene incluso anche chi ha conseguito una qualifica professionale regionale di primo livello con durata inferiore ai due anni. Ebbene l’Italia, in questa classifica, rimane mestamente tra i fanalini di coda, situandosi al terzo posto assoluto tra i Paesi con il maggior tasso di abbandoni scolastici precoci. Secondo l’elaborazione "Openpolis - Con i Bambini su dati Eurostat", l’Italia con una percentuale del 12,7 viene infatti appena dopo Romania (15,3%) e Spagna (13,3%). E considerato che l'obiettivo continentale, in vista del 2030, è stato ulteriormente abbassato di un punto (9%) con una risoluzione del Consiglio europeo del febbraio 2021, per raggiungerlo il nostro Paese deve decisamente accelerare sul fronte delle politiche di contrasto all’abbandono scolastico, riducendo prima di tutto gli ampi divari territoriali che ancora resistono. In Sicilia il 21,2% dei residenti tra 18 e 24 anni ha lasciato la scuola prima del tempo: quasi 10 punti più della media nazionale. Seguono la Puglia (17,6%) e la Campania (16,4%). Al contrario, sotto la soglia UE del 10% ci sono Basilicata (8,7%), Friuli-Venezia Giulia (8,6%), Abruzzo (8%), Marche (7,9%) e Molise (7,6%). In aggiunta a queste, altre tre sono comunque sotto quota 10%. Si tratta di Emilia-Romagna (9,9%), Veneto (9,3%) e Lazio (9,2%). L’impressione che l’abbandono sia dunque un fenomeno solo relegato alle regioni del Sud è smentita dai dati. E’ necessario un lavoro profondo, a tutto tondo e che tenga conto delle differenze territoriali. Un compito difficile, ma da cui deriva il futuro del nostro Paese