Aborto in Sicilia: meno obiezione, più diritti. Cosa prevede la nuova legge nella regione con l’81% di medici obiettori

Via libera all’assunzione obbligatoria di ginecologi non obiettori in un territorio dove l’IGV è una vera corsa a ostacoli. Approvata una legge che garantisce l’applicazione effettiva della 194

di CATERINA CECCUTI
31 maggio 2025
Manifestazione a difesa della legge 194

Manifestazione a difesa della legge 194

Parliamo di una delle regioni italiane dove l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza è più complesso: la Sicilia. È proprio la punta estrema della nostra penisola che ha invece deciso, finalmente, di svoltare compiendo un passo decisivo – potremmo dire storico - per garantire il diritto sancito dalla legge 194 del 1978. Con 27 voti (segreti) favorevoli e 21 contrari - di cui almeno 10 provenienti dalla maggioranza di destra-, l’Assemblea Regionale siciliana ha infatti approvato una norma che obbliga le aziende sanitarie ad assumere medici non obiettori di coscienza.

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Il provvedimento nasce da un emendamento di minoranza presentato da Dario Safina del PD, e cerca di porre ammenda a una situazione indubbiamente critica: l’81,5% dei ginecologi, il 73,1% degli anestesisti e l’86,1% del personale non medico si dichiarano obiettori di coscienza. In alcune province, come Messina per esempio, nessun medico pratica l’aborto, e in quella di Trapani se ne trova uno solamente. Soltanto la regione Molise supera questi numeri, con il 90,9% di ginecologi obiettori di coscienza.

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La norma in questione introduce concorsi pubblici riservati a medici non obiettori e impone alle aziende sanitarie di sostituire tempestivamente il personale che dovesse cambiare posizione. Non basta. D’ora innanzi è prevista la creazione di aree dedicate all’IVG nelle strutture dove ancora non esistono, e l’obbligo di garantire un’adeguata percentuale di personale non obiettore in ogni équipe.

Un cambio di rotta significativo, insomma, che riconosce sì il diritto all’obiezione, impedendo però che diventi un ostacolo strutturale alla salute delle donne. Un precedente importante nel panorama nazionale, staremo a vedere come procederà l’effettiva applicazione e se e come si diffonderà ad altre regioni.