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Home » Attualità » Abusi sessuali sui minori, l’inchiesta che scuote la Chiesa cattolica francese: più di 300mila vittime

Abusi sessuali sui minori, l’inchiesta che scuote la Chiesa cattolica francese: più di 300mila vittime

L'inchiesta riguarda undici vescovi, tra i quali il cardinale Jean-Pierre Ricard. Il presidente dei vescovi: "Non c'è volontà di nascondere la cosa". Attivato un consiglio di sorveglianza

Giovanni Bogani
13 Novembre 2022
Pedofilia nella Chiesa Cattolica francese, 11 vescovi indagati

Pedofilia nella Chiesa Cattolica francese, 11 vescovi indagati

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Terremoto nella Chiesa cattolica francese. Undici vescovi, o ex vescovi, sono sotto inchiesta per abusi sessuali su minori. Uno di loro, il cardinale Jean-Pierre Ricard, ex arcivescovo di Bordeaux ed ex presidente della Conferenza episcopale francese, ha confessato di avere abusato di una ragazzina 14enne, trentacinque anni fa. È stato l’attuale presidente dei vescovi francesi, monsignor Eric de Moulins-Beaufort, a dare l’annuncio delle inchieste in corso, durante la Conferenza dei vescovi francesi, riunitisi a Lourdes dal 3 all’8 novembre.

Il caso dell’ex vescovo di Bordeaux Ricard

Jean Pierre Ricard
Il cardinale francese Jean Pierre Ricard

Fra i religiosi indagati, l’ex vescovo di Bordeaux ed ex presidente della Conferenza episcopale francese, Jean-Pierre Ricard. “Trentacinque anni fa, quando ero prete, mi comportavo in modo riprovevole con una ragazza di 14 anni“, ha scritto Ricard, attraverso un comunicato dell’arcivescovado di Bordeaux. “Ho deciso di non mantenere più segreta la mia situazione e di mettermi a disposizione della giustizia sia a livello sociale che della Chiesa. Il mio comportamento – conclude il comunicato -, ha causato conseguenze gravi e durature per questa persona. Glielo ho spiegato e le ho chiesto perdono, così come a tutta la sua famiglia”. Monsignor Ricard aveva rassegnato le sue dimissioni da arcivescovo di Bordeaux per ragioni di età, e con l’accordo del Papa, il primo ottobre 2019. Attualmente ha 78 anni, ed è “arcivescovo emerito” di Bordeaux. Mentre la giustizia civile e quella ecclesiastica proseguono le indagini, il cardinale dice di “prendersi un tempo di ritiro e di preghiera”. È la piena confessione di uno dei vescovi più influenti e autorevoli della Chiesa francese. Già vescovo di Grenoble, arcivescovo di Montpellier e di Bordeaux, Ricard è stato due volte presidente della Conferenza episcopale francese.

Il caso Spotligh calato nella realtà francese

Sembra di rivedere il film “Il caso Spotlight“, premiato come miglior film agli Oscar 2016. Il film prendeva spunto dalle vicende reali, le indagini sull’arcivescovo Bernard Francis Law, accusato di aver coperto molti casi di pedofilia. L’indagine pubblicata dal quotidiano The Boston Globe aprì la strada alle inchieste sui casi di pedofilia all’interno della Chiesa cattolica, e valse il premio Pulitzer al giornale. Il film “Il caso Spotlight” terminava con una lunghissima lista di città in cui sono emersi abusi del clero, in tutto il mondo. Non compare l’Italia. Fra gli altri vescovi indagati c’è Michel Santier, vescovo emerito di Créteil, che avrebbe commesso “abusi a fini omoerotici” su due uomini negli anni ’90. Le vittime sarebbero più di 300mila, e migliaia i preti responsabili di aggressioni sessuali fin dagli anni ’50 del Novecento: queste le cifre pubblicate dal rapporto Sauvé sugli abusi sessuali nella Chiesa francese, un mese prima che i rappresentanti del clero d’oltralpe si riunissero a Lourdes.

Il Consiglio di sorveglianza

Già nel marzo 2021, la Commissione sugli abusi sessuali nella Chiesa in Francia aveva stimato che almeno il 2,5% dei religiosi nel Paese avessero commesso abusi o violenze sessuali su 216mila vittime, e aveva descritto il fenomeno come “massiccio e sistemico”. I vescovi, durante la Conferenza di Lourdes, hanno annunciato la decisione di “istituire un Consiglio di sorveglianza. Che ci permetterà di affrontare queste situazioni non più da soli e tra di noi”. “Si assiste a un cambio di atteggiamento. Si sente che i vescovi non possono più tacere, perché non si può più fingere, coprire e proteggere”, dice Olivier Savignac, presidente dell’associazione “Parler et revivre”, che raccoglie le vittime di abusi sessuali da parte di religiosi, e lui stesso vittima di un prete pedofilo durante un campo giovani a Arthez d’Asson nel 1993. “Non c’è volontà di nascondere la cosa da parte della Chiesa”, ha dichiarato il presidente dei vescovi Eric de Moulins-Beaufort, dopo aver espresso la sua indignazione per la vicenda. E ha ribadito la sua volontà di trasparenza, riguardo ai procedimenti in corso.

La Francia non è l’unico Paese nel quale vengono segnalati abusi sessuali da parte della Chiesa cattolica. In Portogallo sono stati segnalati 400 casi, 17 dei quali riguardano sacerdoti ancora in attività: e fra questi, Carlos Filipe Ximenes Belo, premio Nobel per la Pace nel 1996. Accuse contro di lui erano affiorate già nel 2002. Quest’anno, Ximenes Belo è stato accusato dalla rivista olandese “De Groeene Amsterdammer” di violenze sessuali su minori continuate per una ventina d’anni. In una conferenza stampa dello scorso settembre, il Vaticano ha precisato che al vescovo “sono state imposte restrizioni disciplinari che riguardano restrizioni ai suoi spostamenti e all’esercizio del suo ministero, e in particolare il divieto di contatto volontario con minori”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Terremoto nella Chiesa cattolica francese. Undici vescovi, o ex vescovi, sono sotto inchiesta per abusi sessuali su minori. Uno di loro, il cardinale Jean-Pierre Ricard, ex arcivescovo di Bordeaux ed ex presidente della Conferenza episcopale francese, ha confessato di avere abusato di una ragazzina 14enne, trentacinque anni fa. È stato l’attuale presidente dei vescovi francesi, monsignor Eric de Moulins-Beaufort, a dare l’annuncio delle inchieste in corso, durante la Conferenza dei vescovi francesi, riunitisi a Lourdes dal 3 all’8 novembre.

Il caso dell'ex vescovo di Bordeaux Ricard

Jean Pierre Ricard
Il cardinale francese Jean Pierre Ricard
Fra i religiosi indagati, l’ex vescovo di Bordeaux ed ex presidente della Conferenza episcopale francese, Jean-Pierre Ricard. "Trentacinque anni fa, quando ero prete, mi comportavo in modo riprovevole con una ragazza di 14 anni", ha scritto Ricard, attraverso un comunicato dell’arcivescovado di Bordeaux. "Ho deciso di non mantenere più segreta la mia situazione e di mettermi a disposizione della giustizia sia a livello sociale che della Chiesa. Il mio comportamento - conclude il comunicato -, ha causato conseguenze gravi e durature per questa persona. Glielo ho spiegato e le ho chiesto perdono, così come a tutta la sua famiglia". Monsignor Ricard aveva rassegnato le sue dimissioni da arcivescovo di Bordeaux per ragioni di età, e con l’accordo del Papa, il primo ottobre 2019. Attualmente ha 78 anni, ed è "arcivescovo emerito" di Bordeaux. Mentre la giustizia civile e quella ecclesiastica proseguono le indagini, il cardinale dice di "prendersi un tempo di ritiro e di preghiera". È la piena confessione di uno dei vescovi più influenti e autorevoli della Chiesa francese. Già vescovo di Grenoble, arcivescovo di Montpellier e di Bordeaux, Ricard è stato due volte presidente della Conferenza episcopale francese.

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Sembra di rivedere il film "Il caso Spotlight", premiato come miglior film agli Oscar 2016. Il film prendeva spunto dalle vicende reali, le indagini sull’arcivescovo Bernard Francis Law, accusato di aver coperto molti casi di pedofilia. L’indagine pubblicata dal quotidiano The Boston Globe aprì la strada alle inchieste sui casi di pedofilia all’interno della Chiesa cattolica, e valse il premio Pulitzer al giornale. Il film "Il caso Spotlight" terminava con una lunghissima lista di città in cui sono emersi abusi del clero, in tutto il mondo. Non compare l’Italia. Fra gli altri vescovi indagati c’è Michel Santier, vescovo emerito di Créteil, che avrebbe commesso "abusi a fini omoerotici" su due uomini negli anni ’90. Le vittime sarebbero più di 300mila, e migliaia i preti responsabili di aggressioni sessuali fin dagli anni ’50 del Novecento: queste le cifre pubblicate dal rapporto Sauvé sugli abusi sessuali nella Chiesa francese, un mese prima che i rappresentanti del clero d'oltralpe si riunissero a Lourdes.

Il Consiglio di sorveglianza

Già nel marzo 2021, la Commissione sugli abusi sessuali nella Chiesa in Francia aveva stimato che almeno il 2,5% dei religiosi nel Paese avessero commesso abusi o violenze sessuali su 216mila vittime, e aveva descritto il fenomeno come "massiccio e sistemico". I vescovi, durante la Conferenza di Lourdes, hanno annunciato la decisione di "istituire un Consiglio di sorveglianza. Che ci permetterà di affrontare queste situazioni non più da soli e tra di noi". "Si assiste a un cambio di atteggiamento. Si sente che i vescovi non possono più tacere, perché non si può più fingere, coprire e proteggere", dice Olivier Savignac, presidente dell’associazione "Parler et revivre", che raccoglie le vittime di abusi sessuali da parte di religiosi, e lui stesso vittima di un prete pedofilo durante un campo giovani a Arthez d’Asson nel 1993. "Non c’è volontà di nascondere la cosa da parte della Chiesa", ha dichiarato il presidente dei vescovi Eric de Moulins-Beaufort, dopo aver espresso la sua indignazione per la vicenda. E ha ribadito la sua volontà di trasparenza, riguardo ai procedimenti in corso. La Francia non è l’unico Paese nel quale vengono segnalati abusi sessuali da parte della Chiesa cattolica. In Portogallo sono stati segnalati 400 casi, 17 dei quali riguardano sacerdoti ancora in attività: e fra questi, Carlos Filipe Ximenes Belo, premio Nobel per la Pace nel 1996. Accuse contro di lui erano affiorate già nel 2002. Quest’anno, Ximenes Belo è stato accusato dalla rivista olandese "De Groeene Amsterdammer" di violenze sessuali su minori continuate per una ventina d’anni. In una conferenza stampa dello scorso settembre, il Vaticano ha precisato che al vescovo "sono state imposte restrizioni disciplinari che riguardano restrizioni ai suoi spostamenti e all’esercizio del suo ministero, e in particolare il divieto di contatto volontario con minori".
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