È morta a 90 anni Monica Vitti. L’attrice se n’è andata in silenzio, quel silenzio che ormai da decenni accompagnava la sua vita a causa di gravi problemi di salute che l’aveva portata via dalla scena pubblica già nei primi anni Duemila. Un silenzio innaturale se paragonato a quel dono di comunicabilità che per anni l’aveva resa la diva per eccellenza del cinema italiano, la donna di successo in un mondo di uomini. A darne l’annuncio è stato Walter Veltroni via twitter: ”Roberto Russo, il suo compagno di questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con grande dolore, affetto, rimpianto”. Al secolo Maria Luisa Ceciarelli, Monica Vitti era nata a Roma il 3 novembre del 1931. Attrice icona del cinema italiano, era assente dalle scene dal 2002, quando nel marzo era apparsa per l’ultima volta in pubblico alla prima teatrale italiana di Notre-Dame de Paris. L’anno prima, in una delle ultime uscite, era stata ricevuta al Quirinale per i David di Donatello.
Di lei si dice che era “l’attrice che visse due volte“. Una delle ragioni fu sicuramente l’episodio che la riguardò quando tanti anni fa, su Le Monde, ebbe il privilegio di leggere il proprio necrologio. Una gaffe clamorosa del quotidiano francese che però la Vitti lesse con la sua impareggiabile ironia. Un’altra è stata invece la sua duttilità, una vena artistica immensa, che l’ha portata a calcare le scene del teatro come quelle del cinema, dal cabaret alla televisione, dalla tragedia al dramma e poi alla commedia. Sempre con grande successo. Infine, la terza ragione, fu la lenta e silenziosa discesa nel buio della malattia, il ritiro a vita privata ma mai l’oblio per quella che è stata una vera e propria icona del cinema italiano.
La malattia e il ritiro
All’alba del nuovo secolo, quel fuoco ardente dentro di lei, quello spirito dialettico e umoristico, quella voglia di comunicare, si spengono. Un vulcano che, quasi inavvertitamente, diventa silente. Una malattia le porta via la parola, come fosse una tremenda pena del contrappasso. Una sorta di Alzheimer di cui soffre anche psicologicamente, che le secca quella vena dialogica, lo charme comunicativo che per decenni l’aveva contraddistinta. Solo la dedizione del marito Roberto Russo la protegge dalla curiosità morbosa dei paparazzi, che per anni si chiedono: “Dov’è finita Monica Vitti?“. Le mostre, le celebrazioni, gli omaggi si inseguono anche nei vent’anni del suo silenzio, indimenticata e indimenticabile. Ora, immortale, non potrà che essere ricordata con quel suo sorriso affascinante e la sua incredibile e inestinguibile vitalità.