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Home » Attualità » Adolescenti e porno, è epidemia. Billie Eilish: “Ho iniziato a 11 anni, mi ha bruciato il cervello”

Adolescenti e porno, è epidemia. Billie Eilish: “Ho iniziato a 11 anni, mi ha bruciato il cervello”

La pandemia ha indotto i giovani a riscoprire la propria sessualità su internet. La ricerca: più del 30% delle ragazze ha dichiarato di collegarsi abitualmente a siti pornografici

Lucia Lapi
9 Gennaio 2022
“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva soltanto 11 anni

“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva soltanto 11 anni

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Già a 11, 12 anni gli adolescenti cominciano a frequentare i siti pornografici. E il trend è in aumento: la pandemia ha costretto in casa milioni di adolescenti, con brevi sprazzi di libertà e socializzazione: quali sono le ricadute nell’ambito della sessualità? Uno studio è stato condotto dalla Fondazione Foresta Onlus di Padova, diretta dal professor Carlo Foresta, su più di 5.000 giovani che frequentano le quinte superiori del Veneto, della Campania e della Puglia, nell’ambito del progetto DiGitPro. Dopo aver raccolto i dati con dei questionari anonimi, gli studiosi hanno scoperto nei giovani una maggior incertezza sull’orientamento sessuale: aumenta la percentuale di ragazzi che dichiara di non essere eterosessuale (8% nel 2018-2019 rispetto al 15% nel 2020-2021). Ma anche le ragazze, già negli anni precedenti orientate ad una minore eterosessualità, dichiaravano più frequentemente questi loro comportamenti in epoca post-Covid (22% nel 2018-19 rispetto al 29% del 2020-21).

Sessualità nella rete

Le nuove abitudini di vita in famiglia hanno indotto i giovani a riscoprire la propria sessualità su internet: più del doppio ora si affida a siti di incontri (10% nel 2020-2021 rispetto al 5% di due anni prima), mentre la pornografia emerge fortemente come una nuova abitudine nelle ragazze: più del 30% ha dichiarato di collegarsi abitualmente a siti pornografici, rispetto a solo il 15% del 2018-2019 e un aumento parallelo dell’autoerotismo. Nei ragazzi invece la frequenza di collegamento a siti pornografici era già molto evidente negli anni passati (89%).

L’approdo sul web della sessualità tra i giovani ha portato entrambi i sessi a praticare molto più sexting e cybersex, che sono raddoppiati in quest’ultimo anno (rispettivamente al 34% e 6% in quest’anno). Di contro, il massiccio utilizzo di internet anche per la scoperta della propria sessualità è sfociato in una maggior frequenza di atti di cyberbullismo, che interessano in quest’ultimo anno di lockdown più del 40% delle ragazze e il 25% dei ragazzi.

Le conseguenze

L’insieme di tutti questi cambiamenti, secondo i ricercatori, ha reso i giovani molto più fragili. In particolare i maschi rappresentano il sesso debole durante la pandemia e uno su quattro ha dichiarato di soffrire di solitudine (nel 2018-2019 era solo uno su otto) mentre il 19% si dichiara insoddisfatto della propria vita, rispetto al solo 10% degli anni prima della pandemia. In compenso, dai risultati dello studio è emerso un drastico calo nel consumo di alcolici e stupefacenti (-40% e -25% rispetto a due anni fa). Ne emerge quindi uno stile di vita apparentemente più sano, anche in ambito alimentare, con la maggior parte dei giovani che dichiara di seguire una dieta mediterranea, come risultato di un cambiamento sostanziale di stili di vita. Non va però dimenticato l’impatto della didattica a distanza e del lockdown sull’attività fisica degli adolescenti, che per forza di cose sono molto più sedentari, tanto che meno del 30% svolge regolare attività fisica extrascolastica, rispetto al 50% degli anni passati.

“La pandemia ha cancellato una parte importante nella socialità dei ragazzi – commenta il professor Carlo Foresta – Diventa più difficile conoscere i coetanei, innamorarsi e sperimentare la sessualità, che si è riversata quindi nell’unico strumento di socialità a loro disposizione: internet. Qui però i rischi derivanti dalla condivisione della propria intimità sul web aumentano, come dimostrato dall’altissima percentuale di atti di cyberbullismo. Questi strumenti telematici rappresentano però solo una parvenza di socialità, che non può compensare le dinamiche reali dei rapporti sociali che si sviluppano in ambito scolastico in presenza. La maggior solitudine che ne è derivata ha forse aperto nei giovani ampi spazi di auto-riflessione, portando a galla una maggior incertezza nel loro orientamento sessuale. D’altro canto, se è vero che i comportamenti a rischio come fumo e alcol sono diminuiti, non va ignorato l’impatto del lockdown sull’attività fisica e quindi sulla salute, soprattutto a lungo termine“.

“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva soltanto 11 anni
“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva solo 11 anni

La rivelazione di Billie Eilish

“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva soltanto 11 anni. La cantante infatti, ha voluto raccontare il tutto in un’intervista alla radio, dove ha detto così: “All’inizio ero una sostenitrice, ne parlavo, pensavo di essere cool perché non avevo nessun problema in merito e anzi non ci vedevo niente di male. Ma dopo ho realizzato che i contenuti visti quando ero così giovane mi hanno distrutto il cervello e provocato incubi”. Ed ha aggiunto: “Pensavo che fosse così che si impara come fare sesso. Arrivavo a non dire no a cose che non andavano bene, pensando dovesse essere quello da cui dovevo sentirmi attratta».

Ad oggi, Billie crede che la pornografia in età precoce sia in grado di distorcere l’idea di ciò che risulta del tutto normale durante i rapporti sessuali. Sempre in quel periodo, la cantante pop aveva scritto la sua prima canzone, ispirandosi all’apocalisse zombie di The Walking Dead: “La prima canzone che ho scritto per davvero è stata Fingers Crossed, che è su Sound Cloud. Riguarda un’apocalisse zombie. L’ho scritta in merito a un compito che ci era stato assegnato durante uno dei corsi che teneva mia madre sulla scrittura delle canzoni, la quale chiedeva di scrivere un testo che si ispirasse a qualche programma televisivo. Così ho guardato The Walking Dead, era il mio preferito all’epoca, e mi dava tante idee. L’ho scritta pensando all’apocalisse nella mia testa”. Eilish è stata di recente candidata in sette categorie ai Grammy 2022, incluso l’album dell’anno per Happier than ever e la canzone dell’anno per il brano con lo stesso titolo. La scorsa settimana ha presentato Saturday Night Live con la veterana dello show satirico Kate McKinnon.

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

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Già a 11, 12 anni gli adolescenti cominciano a frequentare i siti pornografici. E il trend è in aumento: la pandemia ha costretto in casa milioni di adolescenti, con brevi sprazzi di libertà e socializzazione: quali sono le ricadute nell’ambito della sessualità? Uno studio è stato condotto dalla Fondazione Foresta Onlus di Padova, diretta dal professor Carlo Foresta, su più di 5.000 giovani che frequentano le quinte superiori del Veneto, della Campania e della Puglia, nell’ambito del progetto DiGitPro. Dopo aver raccolto i dati con dei questionari anonimi, gli studiosi hanno scoperto nei giovani una maggior incertezza sull’orientamento sessuale: aumenta la percentuale di ragazzi che dichiara di non essere eterosessuale (8% nel 2018-2019 rispetto al 15% nel 2020-2021). Ma anche le ragazze, già negli anni precedenti orientate ad una minore eterosessualità, dichiaravano più frequentemente questi loro comportamenti in epoca post-Covid (22% nel 2018-19 rispetto al 29% del 2020-21).

Sessualità nella rete

Le nuove abitudini di vita in famiglia hanno indotto i giovani a riscoprire la propria sessualità su internet: più del doppio ora si affida a siti di incontri (10% nel 2020-2021 rispetto al 5% di due anni prima), mentre la pornografia emerge fortemente come una nuova abitudine nelle ragazze: più del 30% ha dichiarato di collegarsi abitualmente a siti pornografici, rispetto a solo il 15% del 2018-2019 e un aumento parallelo dell’autoerotismo. Nei ragazzi invece la frequenza di collegamento a siti pornografici era già molto evidente negli anni passati (89%). L’approdo sul web della sessualità tra i giovani ha portato entrambi i sessi a praticare molto più sexting e cybersex, che sono raddoppiati in quest’ultimo anno (rispettivamente al 34% e 6% in quest’anno). Di contro, il massiccio utilizzo di internet anche per la scoperta della propria sessualità è sfociato in una maggior frequenza di atti di cyberbullismo, che interessano in quest’ultimo anno di lockdown più del 40% delle ragazze e il 25% dei ragazzi.

Le conseguenze

L’insieme di tutti questi cambiamenti, secondo i ricercatori, ha reso i giovani molto più fragili. In particolare i maschi rappresentano il sesso debole durante la pandemia e uno su quattro ha dichiarato di soffrire di solitudine (nel 2018-2019 era solo uno su otto) mentre il 19% si dichiara insoddisfatto della propria vita, rispetto al solo 10% degli anni prima della pandemia. In compenso, dai risultati dello studio è emerso un drastico calo nel consumo di alcolici e stupefacenti (-40% e -25% rispetto a due anni fa). Ne emerge quindi uno stile di vita apparentemente più sano, anche in ambito alimentare, con la maggior parte dei giovani che dichiara di seguire una dieta mediterranea, come risultato di un cambiamento sostanziale di stili di vita. Non va però dimenticato l’impatto della didattica a distanza e del lockdown sull’attività fisica degli adolescenti, che per forza di cose sono molto più sedentari, tanto che meno del 30% svolge regolare attività fisica extrascolastica, rispetto al 50% degli anni passati. “La pandemia ha cancellato una parte importante nella socialità dei ragazzi – commenta il professor Carlo Foresta – Diventa più difficile conoscere i coetanei, innamorarsi e sperimentare la sessualità, che si è riversata quindi nell’unico strumento di socialità a loro disposizione: internet. Qui però i rischi derivanti dalla condivisione della propria intimità sul web aumentano, come dimostrato dall’altissima percentuale di atti di cyberbullismo. Questi strumenti telematici rappresentano però solo una parvenza di socialità, che non può compensare le dinamiche reali dei rapporti sociali che si sviluppano in ambito scolastico in presenza. La maggior solitudine che ne è derivata ha forse aperto nei giovani ampi spazi di auto-riflessione, portando a galla una maggior incertezza nel loro orientamento sessuale. D’altro canto, se è vero che i comportamenti a rischio come fumo e alcol sono diminuiti, non va ignorato l’impatto del lockdown sull’attività fisica e quindi sulla salute, soprattutto a lungo termine“.
“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva soltanto 11 anni
“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva solo 11 anni

La rivelazione di Billie Eilish

“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva soltanto 11 anni. La cantante infatti, ha voluto raccontare il tutto in un’intervista alla radio, dove ha detto così: “All’inizio ero una sostenitrice, ne parlavo, pensavo di essere cool perché non avevo nessun problema in merito e anzi non ci vedevo niente di male. Ma dopo ho realizzato che i contenuti visti quando ero così giovane mi hanno distrutto il cervello e provocato incubi”. Ed ha aggiunto: “Pensavo che fosse così che si impara come fare sesso. Arrivavo a non dire no a cose che non andavano bene, pensando dovesse essere quello da cui dovevo sentirmi attratta». Ad oggi, Billie crede che la pornografia in età precoce sia in grado di distorcere l’idea di ciò che risulta del tutto normale durante i rapporti sessuali. Sempre in quel periodo, la cantante pop aveva scritto la sua prima canzone, ispirandosi all’apocalisse zombie di The Walking Dead: “La prima canzone che ho scritto per davvero è stata Fingers Crossed, che è su Sound Cloud. Riguarda un’apocalisse zombie. L’ho scritta in merito a un compito che ci era stato assegnato durante uno dei corsi che teneva mia madre sulla scrittura delle canzoni, la quale chiedeva di scrivere un testo che si ispirasse a qualche programma televisivo. Così ho guardato The Walking Dead, era il mio preferito all’epoca, e mi dava tante idee. L’ho scritta pensando all’apocalisse nella mia testa”. Eilish è stata di recente candidata in sette categorie ai Grammy 2022, incluso l’album dell’anno per Happier than ever e la canzone dell’anno per il brano con lo stesso titolo. La scorsa settimana ha presentato Saturday Night Live con la veterana dello show satirico Kate McKinnon.
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