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Home » Attualità » Adozioni e matrimoni gay, arriva la svolta in Slovenia: “In sei mesi la legge”

Adozioni e matrimoni gay, arriva la svolta in Slovenia: “In sei mesi la legge”

È la Corte costituzionale slovena a stabilirlo definendo "discriminatorie le norme finora vigenti". Passo in avanti anche per Atene contro le procedure mediche di normalizzazione sessuale

Ilaria Vallerini
10 Luglio 2022
La Slovenia legalizza i matrimoni tra coppie omosessuali e le adozioni gay (Foto Ansa)

La Slovenia legalizza i matrimoni tra coppie omosessuali e le adozioni gay (Foto Ansa)

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Grande salto in avanti in materia di diritti Lgbt+ per Slovenia e Grecia. Partiamo da Lubiana, dove dopo una lunga e sofferta battaglia è stato legalizzato il matrimonio tra coppie omosessuali, unitamente alle adozioni gay.  È quanto ha stabilito la Corte costituzionale slovena, che con un verdetto, ha definito discriminatorie le norme finora vigenti in fatto di unioni etero e omosessuali. Passi in avanti anche per Atene, il cui primo ministro Kyriakos Mitsotakis sta portando avanti una campagna con l’obiettivo di mettere al bando le cosiddette procedure mediche di normalizzazione sessuale sui bambini nati con caratteristiche sessuali non identificabili con il tradizionale binarismo di genere. Già considerate pratiche non necessarie in campo medico e condannate dalle Nazioni Unite.

Slovenia: “L’unione coniugale non deve dipendere dal sesso”

“Una unione coniugale è quella tra due persone indipendentemente dal sesso“. A stabilirlo è proprio la Corte costituzionale slovena, segnando una svolta decisiva dopo il duro colpo inflitto alla comunità Lgbt+ nel 2015 con l’abrogazione via referendum della legge che regolava l’istituto della famiglia e che ammetteva anche i matrimoni gay e l’adozione per le coppie omosessuali. La Corte ha deciso altresì che due partner dello stesso sesso che vivono in unione coniugale possano adottare bambini alle stesse condizioni delle coppie eterosessuali. L’Alta Corte – pronunciatasi su due ricorsi distinti – ha dato sei mesi di tempo al legislatore per attuare la nuova norma e eliminare le discriminazioni al riguardo. Per quanto riguarda l’adozione, “un divieto assoluto – afferma la Corte – non è un mezzo idoneo per raggiungere il massimo beneficio per il bambino”, che va perseguito valutando caso per caso. L’esclusione della considerazione di partner omosessuali “non può essere interpretata come una misura che migliorerebbe la possibilità di una decisione che porti al massimo beneficio del bambino”. Come riportano i media locali, non si tratterebbe ancora di diritto all’adozione, ma solo di divieto di discriminazione.

La Corte ha dato sei mesi di tempo al legislatore per attuare la nuova norma sulle unioni civili

Grecia, una terra sempre più inclusiva

I legislatori saranno chiamati a votare entro fine luglio la proposta di vietare le procedure mediche di normalizzazione sessuale sui bambini. In questo modo la Grecia si unirebbe a Malta e ad una manciata di Stati che già le proibiscono per legge. Non sarebbe l’unica battaglia vinta dal fronte per i diritti Lgbt+ in Grecia: dal 2015 le unioni civili tra coppie omosessuali sono legalmente riconosciute; mentre il 2017 fu l’anno del riconoscimento dell’identità di genere. Tuttavia, i più grandi cambiamenti sono arrivati al momento dell’insediamento del primo ministro Mitsotakis, che fin dal primo momento si è speso per combattere le discriminazioni e per potenziare i diritti della comunità lgbt+, in un paese a larga maggioranza conservatore. “Le ingiustizie e l’omofobia purtroppo tutt’ora persistono, ma dobbiamo eliminarle definitivamente – afferma Mitsotakis – Mi impegno a non lasciare nessuno da solo in questa lotta per la libertà e l’uguaglianza“.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Grande salto in avanti in materia di diritti Lgbt+ per Slovenia e Grecia. Partiamo da Lubiana, dove dopo una lunga e sofferta battaglia è stato legalizzato il matrimonio tra coppie omosessuali, unitamente alle adozioni gay.  È quanto ha stabilito la Corte costituzionale slovena, che con un verdetto, ha definito discriminatorie le norme finora vigenti in fatto di unioni etero e omosessuali. Passi in avanti anche per Atene, il cui primo ministro Kyriakos Mitsotakis sta portando avanti una campagna con l'obiettivo di mettere al bando le cosiddette procedure mediche di normalizzazione sessuale sui bambini nati con caratteristiche sessuali non identificabili con il tradizionale binarismo di genere. Già considerate pratiche non necessarie in campo medico e condannate dalle Nazioni Unite.

Slovenia: "L'unione coniugale non deve dipendere dal sesso"

"Una unione coniugale è quella tra due persone indipendentemente dal sesso". A stabilirlo è proprio la Corte costituzionale slovena, segnando una svolta decisiva dopo il duro colpo inflitto alla comunità Lgbt+ nel 2015 con l'abrogazione via referendum della legge che regolava l'istituto della famiglia e che ammetteva anche i matrimoni gay e l'adozione per le coppie omosessuali. La Corte ha deciso altresì che due partner dello stesso sesso che vivono in unione coniugale possano adottare bambini alle stesse condizioni delle coppie eterosessuali. L'Alta Corte - pronunciatasi su due ricorsi distinti - ha dato sei mesi di tempo al legislatore per attuare la nuova norma e eliminare le discriminazioni al riguardo. Per quanto riguarda l’adozione, "un divieto assoluto - afferma la Corte - non è un mezzo idoneo per raggiungere il massimo beneficio per il bambino", che va perseguito valutando caso per caso. L'esclusione della considerazione di partner omosessuali "non può essere interpretata come una misura che migliorerebbe la possibilità di una decisione che porti al massimo beneficio del bambino". Come riportano i media locali, non si tratterebbe ancora di diritto all’adozione, ma solo di divieto di discriminazione.
La Corte ha dato sei mesi di tempo al legislatore per attuare la nuova norma sulle unioni civili

Grecia, una terra sempre più inclusiva

I legislatori saranno chiamati a votare entro fine luglio la proposta di vietare le procedure mediche di normalizzazione sessuale sui bambini. In questo modo la Grecia si unirebbe a Malta e ad una manciata di Stati che già le proibiscono per legge. Non sarebbe l'unica battaglia vinta dal fronte per i diritti Lgbt+ in Grecia: dal 2015 le unioni civili tra coppie omosessuali sono legalmente riconosciute; mentre il 2017 fu l'anno del riconoscimento dell'identità di genere. Tuttavia, i più grandi cambiamenti sono arrivati al momento dell'insediamento del primo ministro Mitsotakis, che fin dal primo momento si è speso per combattere le discriminazioni e per potenziare i diritti della comunità lgbt+, in un paese a larga maggioranza conservatore. "Le ingiustizie e l'omofobia purtroppo tutt'ora persistono, ma dobbiamo eliminarle definitivamente - afferma Mitsotakis - Mi impegno a non lasciare nessuno da solo in questa lotta per la libertà e l'uguaglianza".
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