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Home » Attualità » Napoli, affitto negato a due ragazze: “Non ospitiamo coppie omosessuali”

Napoli, affitto negato a due ragazze: “Non ospitiamo coppie omosessuali”

Rita e Sabrina stavano cercando un appartamento dove vivere insieme. Ma la ricerca ha portato ad un’amara sorpresa

Marianna Grazi
9 Giugno 2022
coppia omosessuale

Coppia di ragazze rifiutata da una proprietaria di casa che non affitta loro casa per il loro orientamento sessuale

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Non riescono a farsene una ragione perché una ragione, effettivamente, non c’è. O meglio, la ragione ha un nome ben preciso, anche se taciuto: discriminazione. Le protagoniste della vicenda, avvenuta in centro storico a Napoli, sono una coppia di ragazze, Rita, graphic designer 28enne, e Sabrina, 32 anni impiegata, che stava cercando un casa per convivere. Qualcosa di assolutamente normale insomma, per due giovani che cercano un ‘nido’ per il loro amore. Individuato un bell’appartamento si sono però viste negare la possibilità di affitto dalla proprietaria. Alla richiesta di spiegazioni la motivazione appare assurda: “Non ho nulla contro di voi, ma ospito solo coppie eterosessuali”. Incredibile ma vero. Purtroppo.

coppia LGBT
A Rita e Sabrina è stato negato l’affitto di un appartamento perché sono una coppia omosessuale

“Ospito solo coppie etero”

“Siamo nel 2022 e ancora c’è chi discrimina in base all’orientamento sessuale. Ma stiamo scherzando?”, dicono le due ragazze come riportato da Repubblica Napoli. La rabbia è comprensibile, così come la denuncia del trattamento ricevuto. Rita e Sabrina hanno infatti contattato la proprietaria dell’appartamento su Facebook, interessate. Sono seguite una lunga serie di domande, tra cui la richiesta di contatti per le eventuali referenze; poi però ecco apparire l’intoppo: la relazione tra le due ragazze, insomma il loro orientamento sessuale, dettaglio trascurabile secondo loro ma non per l’affittuaria. Per lei, invece, si tratta di un ostacolo impossibile da superare, “nulla contro di voi” a parte. E allora contro chi? Ancor prima di affittare la casa la coppia si è vista sbattere la porta in faccia.

La denuncia ad Arcigay

“Mi sento davvero triste, arrabbiata, sconvolta dal fatto che una persona abbia il coraggio di scrivere palesemente che nel suo appartamento possono alloggiare solo eterosessuali – ha scritto la 28enne –. Non sono una stupida e sono sicura che c’è gente su gente che pensa queste cose ogni giorno, la questione sconvolgente è che questo malsano pensiero venga esplicitato come un commento qualsiasi”. Passarci sopra, far finta di nulla? Non se ne parla nemmeno, non è giusto. Così Rita e Sabrina hanno voluto denunciare l’accaduto ad Antinoo Arcigay Napoli. La cui presidente, Daniela Lourdes Falanga, ha parlato di una “vicenda assurda”, sottolineando poi che “va fatta una riflessione profonda su quanto, in questi mesi, Napoli stia perdendo in ambito culturale e di accoglienza. Una metropoli che negli anni ha visto illuminare le battaglie per le libertà civili, sta adesso retrocedendo e sta paurosamente lasciano a chiunque il libero arbitrio del sano e dell’insano – prosegue Falanga dalle pagine di Repubblica –. Ormai le associazioni di riferimento e i nuclei di libertà, sotto pressione e privi di un vero sostegno istituzionale, fanno un lavoro immane per garantire solidarietà e buone prassi, aiuti e conforto, ma va riproposta una sana interlocuzioni con le parti per ristabilire quell’ordine rivoluzionario e di Resistenza che stava cambiando le menti dei cittadini e delle cittadine”.

Il problema italiano con la comunità Lgbtq+

coppia lesbica
Antionoo Arcigay Napoli denuncia un clima di discriminazione e intolleranza sia a Napoli che in Italia in generale

Un clima, quello evidenziato dalla presidente di Antinoo Arcigay Napoli, che non è proprio solo del capoluogo partenopeo, ma si percepisce un po’ ovunque nel nostro Paese. Discriminazioni più o meno pesati e palesi, violenze, aggressioni all’ordine del giorno. E chi più ne ha più ne metta. Antonello Sannino, vicepresidente dell’associazione, rincara la dose: “In piena stagione Pride ecco l’ennesimo episodio di intolleranza omofobica. Purtroppo ciò che emerge è solo la punta dell’iceberg di una violenza molto più diffusa di quanto possa apparire. Non si denuncia per una molteplicità di fattori  – spiega –, sociali, economici, politici, religiosi, personali e familiari, ma è necessario far emergere tanto odio e denunciare sempre. l’Italia è tra gli ultimi Paesi nella comunità europea per inclusione delle persone LGBT, unico tra i fondatori della Comunità Europea a non avere una legge contro i crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Questi episodi ci dicono quanto invece sia urgente una buona legge contro l’odio e le discriminazioni”. 

“Chiediamo con forza al legislatore nazionale di riuscire ad approvare rapidamente una legge contro l’omotransfobia – conclude – e alla Regione Campania di costruire presto l’osservatorio LGBT previsto dalla legge regionale approvata nel 2020”. 

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l

Non riescono a farsene una ragione perché una ragione, effettivamente, non c’è. O meglio, la ragione ha un nome ben preciso, anche se taciuto: discriminazione. Le protagoniste della vicenda, avvenuta in centro storico a Napoli, sono una coppia di ragazze, Rita, graphic designer 28enne, e Sabrina, 32 anni impiegata, che stava cercando un casa per convivere. Qualcosa di assolutamente normale insomma, per due giovani che cercano un ‘nido’ per il loro amore. Individuato un bell’appartamento si sono però viste negare la possibilità di affitto dalla proprietaria. Alla richiesta di spiegazioni la motivazione appare assurda: "Non ho nulla contro di voi, ma ospito solo coppie eterosessuali”. Incredibile ma vero. Purtroppo.

coppia LGBT
A Rita e Sabrina è stato negato l'affitto di un appartamento perché sono una coppia omosessuale

“Ospito solo coppie etero”

“Siamo nel 2022 e ancora c’è chi discrimina in base all’orientamento sessuale. Ma stiamo scherzando?”, dicono le due ragazze come riportato da Repubblica Napoli. La rabbia è comprensibile, così come la denuncia del trattamento ricevuto. Rita e Sabrina hanno infatti contattato la proprietaria dell’appartamento su Facebook, interessate. Sono seguite una lunga serie di domande, tra cui la richiesta di contatti per le eventuali referenze; poi però ecco apparire l’intoppo: la relazione tra le due ragazze, insomma il loro orientamento sessuale, dettaglio trascurabile secondo loro ma non per l’affittuaria. Per lei, invece, si tratta di un ostacolo impossibile da superare, “nulla contro di voi” a parte. E allora contro chi? Ancor prima di affittare la casa la coppia si è vista sbattere la porta in faccia.

La denuncia ad Arcigay

“Mi sento davvero triste, arrabbiata, sconvolta dal fatto che una persona abbia il coraggio di scrivere palesemente che nel suo appartamento possono alloggiare solo eterosessuali – ha scritto la 28enne –. Non sono una stupida e sono sicura che c’è gente su gente che pensa queste cose ogni giorno, la questione sconvolgente è che questo malsano pensiero venga esplicitato come un commento qualsiasi”. Passarci sopra, far finta di nulla? Non se ne parla nemmeno, non è giusto. Così Rita e Sabrina hanno voluto denunciare l’accaduto ad Antinoo Arcigay Napoli. La cui presidente, Daniela Lourdes Falanga, ha parlato di una “vicenda assurda”, sottolineando poi che “va fatta una riflessione profonda su quanto, in questi mesi, Napoli stia perdendo in ambito culturale e di accoglienza. Una metropoli che negli anni ha visto illuminare le battaglie per le libertà civili, sta adesso retrocedendo e sta paurosamente lasciano a chiunque il libero arbitrio del sano e dell’insano – prosegue Falanga dalle pagine di Repubblica –. Ormai le associazioni di riferimento e i nuclei di libertà, sotto pressione e privi di un vero sostegno istituzionale, fanno un lavoro immane per garantire solidarietà e buone prassi, aiuti e conforto, ma va riproposta una sana interlocuzioni con le parti per ristabilire quell’ordine rivoluzionario e di Resistenza che stava cambiando le menti dei cittadini e delle cittadine”.

Il problema italiano con la comunità Lgbtq+

coppia lesbica
Antionoo Arcigay Napoli denuncia un clima di discriminazione e intolleranza sia a Napoli che in Italia in generale

Un clima, quello evidenziato dalla presidente di Antinoo Arcigay Napoli, che non è proprio solo del capoluogo partenopeo, ma si percepisce un po’ ovunque nel nostro Paese. Discriminazioni più o meno pesati e palesi, violenze, aggressioni all’ordine del giorno. E chi più ne ha più ne metta. Antonello Sannino, vicepresidente dell’associazione, rincara la dose: “In piena stagione Pride ecco l’ennesimo episodio di intolleranza omofobica. Purtroppo ciò che emerge è solo la punta dell’iceberg di una violenza molto più diffusa di quanto possa apparire. Non si denuncia per una molteplicità di fattori  – spiega –, sociali, economici, politici, religiosi, personali e familiari, ma è necessario far emergere tanto odio e denunciare sempre. l’Italia è tra gli ultimi Paesi nella comunità europea per inclusione delle persone LGBT, unico tra i fondatori della Comunità Europea a non avere una legge contro i crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Questi episodi ci dicono quanto invece sia urgente una buona legge contro l’odio e le discriminazioni”. 

“Chiediamo con forza al legislatore nazionale di riuscire ad approvare rapidamente una legge contro l’omotransfobia – conclude – e alla Regione Campania di costruire presto l’osservatorio LGBT previsto dalla legge regionale approvata nel 2020”. 

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