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Home » Attualità » Agata Scuto, ventiduenne scomparsa ad Acireale: svolta nelle indagini dopo 10 anni

Agata Scuto, ventiduenne scomparsa ad Acireale: svolta nelle indagini dopo 10 anni

Arrestato in carcere l'ex compagno della madre con le accuse di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. A incastrarlo le sue stesse parole nelle intercettazioni: "Ho paura che trovino il corpo a Pachino"

Camilla Prato
17 Gennaio 2022
Agata Scuto, scomparsa

Agata Scuto, scomparsa

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Svolta nelle indagini sulla scomparsa di una ragazza di 22 anni di Acireale, in provincia di Catania, Agata Scuto, avvenuta nel giugno del 2012.

Agata Scuto, scomparsa ad Acireale: svolta dopo 10 anni
Agata Scuto, scomparsa ad Acireale: svolta dopo 10 anni

La Procura di Catania ha chiesto e ottenuto l’arresto in carcere per un 60enne, Rosario Palermo, all’epoca convivente della madre della ragazza, con le accuse di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Le indagini, condotte dai carabinieri di Acireale, sono partite nel 2020, dopo una telefonata alla trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto?’, su Raitre: una persona, all’epoca non identificata, affermò che il corpo della ragazza era nascosto nella cantina della casa della madre. I controlli, tuttavia, non portarono al ritrovamento del corpo ma l’inchiesta ripartì da zero con la ricostruzione degli spostamenti della vittima e di Palermo.

Le intercettazioni

Svolta nelle indagini sulla scomparsa di una ragazza di 22 anni di Acireale, in provincia di Catania: Agata Scuto
Svolta nelle indagini sulla scomparsa di una ragazza di 22 anni di Acireale, in provincia di Catania: Agata Scuto (immagini dal programma Raitre “Chi l’ha Visto?”)

Ad incastrarlo sono state le sue stesse parole: intercettato nella propria auto, infatti, aveva manifestato il timore sulla possibilità che il corpo della vittima potesse essere scoperto in un casolare di Pachino, in provincia di Siracusa, e che potesse essere scoperta la modalità dell’omicidio: strangolamento. Da qui la riflessione dell’uomo sulla necessità di recarsi a Pachino per verificare cosa fosse rimasto del cadavere. Palermo avrebbe cercato inoltre di inquinare le prove “ottenendo dai suoi conoscenti la conferma del suo falso alibi” e predisponendo quella che gli inquirenti definiscono “una complessa messa in scena” per simulare tracce che irrobustissero la sua versione rispetto a quel giorno: un ferimento alla gamba per una presunta caduta in montagna.

L’uomo avrebbe poi tentato di nascondere un tondino di ferro intriso del suo sangue in una zona dell’Etna e che sarebbe quindi servito a confermare il suo alibi. Tutto questo, però, non è servito perché il gip ha comunque fatto scattare l’arresto.

Le indagini

Svolta nelle indagini sulla scomparsa di una ragazza di 22 anni di Acireale, in provincia di Catania: Agata Scuto (Immagini da "Chi l'ha Visto?)
Svolta nelle indagini sulla scomparsa di una ragazza di 22 anni di Acireale, in provincia di Catania: Agata Scuto (immagini dal programma di Raitre “Chi l’ha Visto?”)

Le indagini sulla scomparsa di Agata Scuto erano state avviate dai carabinieri nel 2020 dopo una segnalazione alla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ di Raitre sulla presenza del corpo della 22enne, affetta da epilessia e da una menomazione al braccio e alla gamba, nascosto nella cantina della casa della madre. Ma le ricerche hanno avuto esito negativo. Le attenzioni dei militari dell’Arma si sono concentrate su Rosario Palermo, spiega la Procura di Catania, “in ragione del rapporto particolare che egli aveva instaurato nell’ultimo periodo con la ragazza, la quale non usciva mai di casa da sola, né intratteneva rapporti con altre persone“, per “le falsità delle notizie fornite agli inquirenti» sui “suoi spostamenti il giorno della scomparsa di Agata“.

L’uomo, infatti, “non si era recato né a raccogliere lumache nella piana di Catania né a raccogliere origano sull’Etna, come dallo stesso sostenuto negli interrogatori“. Tra i “gravi indizi di colpevolezza e responsabilità dell’uomo per l’omicidio e l’occultamento del cadavere“ è citata una intercettazione ambientale. “Lo stesso, infatti, parlando da solo all’interno della propria autovettura – scrive la Procura di Catania – spaventato dal suo possibile arresto, manifestava il proprio timore che il corpo di Agata Scuto venisse trovato in un casolare a Pachino e che sì accertasse che la stessa era stata strangolata e bruciata, riflettendo sulla necessità, inoltre, di recarsi sul luogo per verificare cosa fosse rimasto del cadavere”.

I sospetti

Svolta nelle indagini sulla scomparsa di una ragazza di 22 anni di Acireale, in provincia di Catania: Agata Scuto (immagini dal programma Raitre "Chi l'ha Visto?"
Svolta nelle indagini sulla scomparsa di una ragazza di 22 anni di Acireale, in provincia di Catania: Agata Scuto (immagini dal programma di Raitre “Chi l’ha Visto?”)

A fare crescere i sospetti su Palermo anche il fatto che l’uomo “avrebbe cercato di inquinare le prove, non solo ottenendo da dei suoi conoscenti la conferma del suo falso alibi, ma addirittura predisponendo una complessa messa in scena per simulare delle tracce tali da giustificare la ragione per la quale il giorno della scomparsa di Agata si era gravemente ferito ad una gamba“ sostenendo che era stato a causa di una caduta in montagna.

“Al fine di inquinare le prove, l’indagato, durante le restrizioni alla libera circolazione dovute alla pandemia, accusa la Procura – avrebbe cercato di nascondere in una località sull’Etna un tondino di ferro intriso del suo sangue, tondino che avrebbe voluto fare ritrovare il giorno del suo arresto al fine di dimostrare il suo alibi e la sua innocenza”.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Svolta nelle indagini sulla scomparsa di una ragazza di 22 anni di Acireale, in provincia di Catania, Agata Scuto, avvenuta nel giugno del 2012.
Agata Scuto, scomparsa ad Acireale: svolta dopo 10 anni
Agata Scuto, scomparsa ad Acireale: svolta dopo 10 anni
La Procura di Catania ha chiesto e ottenuto l’arresto in carcere per un 60enne, Rosario Palermo, all’epoca convivente della madre della ragazza, con le accuse di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Le indagini, condotte dai carabinieri di Acireale, sono partite nel 2020, dopo una telefonata alla trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto?’, su Raitre: una persona, all’epoca non identificata, affermò che il corpo della ragazza era nascosto nella cantina della casa della madre. I controlli, tuttavia, non portarono al ritrovamento del corpo ma l’inchiesta ripartì da zero con la ricostruzione degli spostamenti della vittima e di Palermo.

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Ad incastrarlo sono state le sue stesse parole: intercettato nella propria auto, infatti, aveva manifestato il timore sulla possibilità che il corpo della vittima potesse essere scoperto in un casolare di Pachino, in provincia di Siracusa, e che potesse essere scoperta la modalità dell’omicidio: strangolamento. Da qui la riflessione dell’uomo sulla necessità di recarsi a Pachino per verificare cosa fosse rimasto del cadavere. Palermo avrebbe cercato inoltre di inquinare le prove “ottenendo dai suoi conoscenti la conferma del suo falso alibi” e predisponendo quella che gli inquirenti definiscono “una complessa messa in scena” per simulare tracce che irrobustissero la sua versione rispetto a quel giorno: un ferimento alla gamba per una presunta caduta in montagna. L’uomo avrebbe poi tentato di nascondere un tondino di ferro intriso del suo sangue in una zona dell’Etna e che sarebbe quindi servito a confermare il suo alibi. Tutto questo, però, non è servito perché il gip ha comunque fatto scattare l’arresto.

Le indagini

Svolta nelle indagini sulla scomparsa di una ragazza di 22 anni di Acireale, in provincia di Catania: Agata Scuto (Immagini da "Chi l'ha Visto?)
Svolta nelle indagini sulla scomparsa di una ragazza di 22 anni di Acireale, in provincia di Catania: Agata Scuto (immagini dal programma di Raitre "Chi l'ha Visto?")
Le indagini sulla scomparsa di Agata Scuto erano state avviate dai carabinieri nel 2020 dopo una segnalazione alla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ di Raitre sulla presenza del corpo della 22enne, affetta da epilessia e da una menomazione al braccio e alla gamba, nascosto nella cantina della casa della madre. Ma le ricerche hanno avuto esito negativo. Le attenzioni dei militari dell’Arma si sono concentrate su Rosario Palermo, spiega la Procura di Catania, “in ragione del rapporto particolare che egli aveva instaurato nell’ultimo periodo con la ragazza, la quale non usciva mai di casa da sola, né intratteneva rapporti con altre persone“, per “le falsità delle notizie fornite agli inquirenti» sui "suoi spostamenti il giorno della scomparsa di Agata“. L’uomo, infatti, “non si era recato né a raccogliere lumache nella piana di Catania né a raccogliere origano sull’Etna, come dallo stesso sostenuto negli interrogatori“. Tra i “gravi indizi di colpevolezza e responsabilità dell’uomo per l’omicidio e l’occultamento del cadavere“ è citata una intercettazione ambientale. “Lo stesso, infatti, parlando da solo all’interno della propria autovettura - scrive la Procura di Catania - spaventato dal suo possibile arresto, manifestava il proprio timore che il corpo di Agata Scuto venisse trovato in un casolare a Pachino e che sì accertasse che la stessa era stata strangolata e bruciata, riflettendo sulla necessità, inoltre, di recarsi sul luogo per verificare cosa fosse rimasto del cadavere".

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A fare crescere i sospetti su Palermo anche il fatto che l’uomo “avrebbe cercato di inquinare le prove, non solo ottenendo da dei suoi conoscenti la conferma del suo falso alibi, ma addirittura predisponendo una complessa messa in scena per simulare delle tracce tali da giustificare la ragione per la quale il giorno della scomparsa di Agata si era gravemente ferito ad una gamba“ sostenendo che era stato a causa di una caduta in montagna. “Al fine di inquinare le prove, l’indagato, durante le restrizioni alla libera circolazione dovute alla pandemia, accusa la Procura - avrebbe cercato di nascondere in una località sull’Etna un tondino di ferro intriso del suo sangue, tondino che avrebbe voluto fare ritrovare il giorno del suo arresto al fine di dimostrare il suo alibi e la sua innocenza".
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