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Aifa, stop alla pillola anticoncezionale gratuita

Il Comitato prezzi e rimborsi aveva approvato il 21 aprile scorso la decisione che riguardava le donne di tutte le fasce d'età

di MARIANNA GRAZI -
25 maggio 2023
pillola anticoncezionale gratis

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La pillola anticoncezionale resta a pagamento. Almeno per ora. Il Consiglio di amministrazione dell'Agenzia italiana del farmaco ha bloccata la gratuità del medicinale, per le donne di qualsiasi età, decisa lo scorso 21 aprile dal Comitato prezzi e rimborsi. Sono necessari, secondo il cda di Aifa, ulteriori approfondimenti. La decisione di rendere gratuito l'anticoncezionale, avviata già l'anno scorso dall'agenzia stessa, comporterebbe un costo totale per le casse dello Stato stimato in circa 140 milioni di euro l'anno.
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Il palazzo romano dove ha sede l'Aifa, Agenzia italiana del farmaco, in via del Tritone (Ansa)

La fumata nera

Se n'è iniziato a parlare tempo fa, più concretamente dal 2022. Poi la svolta: la pillola diventa gratuita, il Comitato prezzi e rimborsi dà il via libera. Poi, però, la fumata nera: il cda di Aifa dice no. O meglio, non si pronuncia, dice che servono altre informazioni. Al termine della riunione di mercoledì 24 maggio, fa sapere: "Preso atto che le Commissioni consultive dell'Agenzia non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema Sanitario Nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità ha rilevato che non sussistono gli elementi essenziali per deliberare".
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Aifa, ad aprile la svolta sulla gratuità della pillola anticoncezionale. Ora il cda la blocca

Sembrerebbe uno stop momentaneo quindi. Da valutare tutte le ipotesi in gioco: prevedere la gratuità della pillola, ad esempio, per tutte le donne in età fertile, oppure per le donne che versano in condizioni economicamente disagiate o per le giovani fino a 19/26 anni come avviene in alcuni Paesi europei e nelle sei regioni italiane che offrono gratuitamente la pillola anticoncezionale. In Puglia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e provincia autonoma di Trento la misura è di fatto già in vigore, mentre nel Lazio il provvedimento era stato annunciato dalla giunta Zingaretti e applicato nei consultori regionali. Come di consueto, comunque, il Cda afferma di essere "pronto a svolgere il suo ruolo e ad esprimere compiutamente il suo parere non appena disporrà dell'adeguata istruttoria richiesta alle Commissioni consultive". E, con queste indicazioni, si impegna ad attivare un tavolo di concertazione con i ministeri vigilanti e la Conferenza delle Regioni.

Posizioni contrapposte

La gratuità della pillola anticoncezionale è da tempo al centro del dibattito politico e sociale, con posizioni spesso contrapposte. Ad aprile la notizia della gratuità della pillola anticoncezionale (oltre a quella della rimborsabilità dei farmaci per la PrEP, già avviata) aveva destato immediate critiche e, contemporaneamente, soddisfazione da parte di associazione movimenti per le donne; la fumata nera giunta mercoledì 24 maggio apre ora un nuovo capitolo nelle polemiche.
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La decisione di rendere gratuita la pillola ha diviso la società, tra i contrari pro natalità e favorevoli ad un ampliamento dei diritti femminili

I contrari: misura in controtendenza alla promozione della natalità

I contrari giudicano infatti tale progetto in controtendenza rispetto alle intenzioni del governo di impiegare i pochi fondi a disposizione per dare impulso alla natalità. Anche lo stesso esecutivo di Giorgia Meloni aveva espresso perplessità su questa scelta, arrivando a ipotizzare anche un blocco politico del provvedimento. Tra i nettamente contrari c'è Pro Vita & Famiglia, che parla di una eventualità "grave e pericolosa". Anche per Moige-Movimento Italiano Genitori si tratta di un progetto da bocciare, affermando che l'Aifa "discrimina chi fa i figli".

I favorevoli: gratuità riduce disuguaglianze, principio di tutela della salute riproduttiva

Diversa la posizione di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri che, dopo l'ok del mese scorso, aveva parlato di "un provvedimento condivisibile, che riduce le ineguaglianze e rende le donne uguali davanti alla salute".
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Luana Zanella, capogruppo alla Camera di Alleanza Verdi-Sinistra Italiana, critica lo stop di Aifa alla gratuità della pillola anticoncezionale

"Lo prendiamo come un rinvio tecnico - rincara Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera -. Ci aspettiamo che Aifa decida alla fine in piena autonomia. Siamo deluse, ovviamente, perché ci pare che nulla osti alla applicazione di questo fondamentale principio di tutela della salute riproduttiva delle donne. E non vorremmo che si andasse avanti con una situazione a macchia di leopardo: alcune regioni offrono la pillola gratis altre no, alcune la autorizzano solo a donne di una certa fascia di età. Una disomogeneità che contrasta con l'idea del servizio sanitario nazionale. In ogni caso ha la sua responsabilità il governo che non ha detto chiaramente che metterà a disposizione i 140 milioni necessari, come noi di Avs abbiamo chiesto durante un question time. Si sente ancora qualcuno che mette in contrasto pillola e demografia: una sciocchezza assoluta che paralizza una misura così semplice e scontata come dovrebbe essere la gratuità della pillola anticoncezionale", ha detto Zanella.
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Valeria Valente, senatrice Pd e già presidente della Commissione Femminicidio nella scorsa legislatura

Infine per Valeria Valente, senatrice del Pd, il governo guidato da una donna discrimina ancora le donne: "Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, diceva Agatha Christie. Stamattina dobbiamo prendere atto dello stop dell'Aifa, su pressioni del centrodestra, alla pillola anticoncezionale, che non lascia presagire niente di buono, e della nomina di tre direttori su tre di Tg Rai uomini, cui fanno seguito altri incarichi, quasi tutti rigorosamente al maschile. A questo si aggiunge che, in materia di Pnrr, la cui attuazione è seriamente a rischio, la clausola fondamentale del 30% di occupazione femminile e giovanile non viene rispettata, ma il governo tace e, quindi, acconsente. E si aggiungono gli attacchi alla 194/78, il quoziente familiare che penalizza il lavoro femminile, la rinuncia al piano nidi contenuto nel Pnrr. A questo punto parlano i fatti - conclude la dem - e purtroppo avevamo ragione: non basta la prima donna premier per avere un governo amico delle donne, anzi. Sta succedendo l'esatto contrario, un esecutivo guidato da una donna penalizza le donne". Lo dice la senatrice del Pd, Valeria Valente.