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Home » Attualità » La morte di Alessandra Matteuzzi allunga la scia di sangue: 77 i femminicidi dall’inizio del 2022

La morte di Alessandra Matteuzzi allunga la scia di sangue: 77 i femminicidi dall’inizio del 2022

Ben 67 dei 77 consumati quest’anno sono avvenuti in ambito familiare o affettivo, 40 per mano del partner o dell’ex: cosa è potuto accadere nella testa del killer per accanirsi contro la donna fino ad ucciderla?

Geraldina Fiechter
25 Agosto 2022
Alessandra Matteuzzi e Giovanni Padovani, vittima e carnefice

Alessandra Matteuzzi e Giovanni Padovani, vittima e carnefice

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L’orologio dei femminicidi, in Italia, non sbaglia un colpo. Da anni scandisce il tempo con una precisione svizzera, una donna uccisa ogni tre giorni, 77 dall’inizio del 2022. E mentre la politica si azzuffa su episodi ben più rari come la violenza di un extracomunitario sulla prima signora incontrata per strada, la vera strage si compie fra le nostre mura e per mano non di un estraneo ma di un marito, un fidanzato, quasi sempre un compagno a cui è stato detto basta, la nostra unione finisce qui.

Ben 67 dei 77 femminicidi di quest’anno sono avvenuti in ambito familiare o affettivo, 40 per mano del partner o dell’ex (rispetto all’anno scorso l’incremento è del 5 per cento). La tragedia di due giorni fa a Bologna è fra le più atroci, inspiegabili e imprevedibili. E per questo, forse, merita di essere guardata al microscopio.

Le prime vittime di femminicidio del 2022
Le prime vittime di femminicidio del 2022

Lui bello, prestante, sportivo, niente che facesse pensare di essere uno squilibrato, un difensore del calcio semi professionale a cui tutta la squadra si affidava per tenere testa agli avversari. Lei un’aspirante influencer, affascinata dalla moda e dalla sua stessa bellezza, 56 anni portati con grazia e con i sogni di un’eterna ragazza. Hanno avuto una storia fugace e mai confluìta in una vera convivenza, dunque cosa è potuto accadere nella testa di questo giovane uomo per accanirsi contro Alessandra Matteuzzi fino ad ucciderla?

Alessandra Matteuzzi, donna uccisa a martellate dal suo stalker sotto la sua abitazione, foto dalla sua pagina Facebook
Alessandra Matteuzzi, donna uccisa a martellate dal suo stalker sotto la sua abitazione, foto dalla sua pagina Facebook:. Rappresentante di vendita per uno showroom di abbigliamento, 57 anni, la vittima aveva conosciuto l’omicida circa un anno fa sui social

Se non c’è stata una lunga storia d’amore, un progetto familiare importante, se il fallimento è arrivato dopo un flirt né lungo né impegnativo e senza grandi investimenti pratici o emotivi, quanto fragile può essere l’equilibrio di un trentenne apparentemente normale che ha dovuto vedersela con un rifiuto?

Non gli era mai accaduto?

La vita non gli aveva insegnato ad accettare la frustrazione?

Era un malato di mente mai diagnosticato?

Dopo tante campagne contro la violenza sulle donne – campagne che lo stesso omicida conduceva sui social per conto della sua squadra di calcio – potrebbe essere arrivato il momento di cambiare domande, prima di inventarsi nuove risposte.

I femminicidi nel 2022: volti e nomi delle vittime
I femminicidi nel primo trimestre 2022: volti e nomi delle vittime

Una cosa è certa: la macchina che deve mettersi in moto quando una donna subisce i primi tentativi di stalking o di violenza non è sufficiente. Alessandra aveva fatto denuncia, aveva avvertito i vicini, stava al telefono con la sorella per superare la paura di tornare a casa, aveva una cugina avvocatessa esperta di violenza sulle donne, quale altro bottone doveva accendersi per far scattare non proprio l’arresto ma almeno un Tso obbligatorio per questo killer annunciato?

Giovanni Padovani, 26 anni, ora in carcere con l'accusa di omicidio, è un calciatore di serie D nato a Senigallia, ma ha militato in varie squadre in giro per l'Italia e ultimamente giocava in Sicilia
Giovanni Padovani, 26 anni, ora in carcere con l’accusa di omicidio, è un calciatore di serie D nato a Senigallia, ma ha militato in varie squadre in giro per l’Italia e ultimamente giocava in Sicilia

“Vivo di gesti e non di chiacchiere – aveva scritto Giovanni Padovani su Facebook – . Solo quelli apprezzo veramente”.

Femminicidio, Rosa Alfierii
Rosa Alfieri (23 anni), uccisa il primo febbraio 2022

Ecco, uno così può essere fermato solo con un gesto, fermo e definitivo. Prima di capire fino a che punto può arrivare la rabbia (nessuno lo sa in anticipo, probabilmente neanche lui) e prima di doverci domandare se lei ha aspettato troppo, se quella notte doveva dormire dalla sorella, se lei aveva taciuto troppo a lungo sulla pericolosità del suo ex, se è stata ingenua, materna, debole, fatalista e via andando con il repertorio piò o meno esplicato con cui le vittime, anche da vittime, vengono subdolamente colpevolizzate.
Sarebbe bello poter dare la colpa a qualcuno, e in mancanza di qualcuno allo Stato.

I tanti volti delle donne uccise in Italia Seconda fila da sinistra: Daniela Cadeddu, Anna Borse, Flora Mattucci, Alessandra Frati, Vincenza Ribecco, Anastasia Bondarenko. Terza fila da sinistra: Naima Zahir, Tiziana Gatti, Maria Gancedo Begona, Viviana Micheluzzi, Olga Aimar, Inirida Roa Sierra. Quarta fila da sinistra: Antonia Volpe, Romina Vento, Maria Fabiola Colnaghi, Angela Avitabile, Viviana Farolfi, Sonia Solinas. Quinta fila da sinistra: Eiko Sakamoto, Romina De Cesare, Scagni Alice, Stefania Pivetta, Lauretta Toffoli, Brunilda Halla. Sesta fila da sinistrax: Antonella Castelvedere, Lorena Puppo, Nevila Pjetri, Carla Bertolotti, Lidia Miljkovic, Gabriela Serrano. ANSA
I tanti volti delle donne uccise in Italia
Seconda fila da sinistra: Daniela Cadeddu, Anna Borse, Flora Mattucci, Alessandra Frati, Vincenza Ribecco, Anastasia Bondarenko.
Terza fila da sinistra: Naima Zahir, Tiziana Gatti, Maria Gancedo Begona, Viviana Micheluzzi, Olga Aimar, Inirida Roa Sierra.
Quarta fila da sinistra: Antonia Volpe, Romina Vento, Maria Fabiola Colnaghi, Angela Avitabile, Viviana Farolfi, Sonia Solinas.
Quinta fila da sinistra: Eiko Sakamoto, Romina De Cesare, Scagni Alice, Stefania Pivetta, Lauretta Toffoli, Brunilda Halla.
Sesta fila da sinistrax: Antonella Castelvedere, Lorena Puppo, Nevila Pjetri, Carla Bertolotti, Lidia Miljkovic, Gabriela Serrano (foto ANSA)

Ma lo Stato siamo anche noi. I vicini, le sorelle, gli amici, i colleghi, i politici che votiamo, la polizia a cui ci affidiamo, gli insegnanti, i genitori. Ognuno dovrà fare la sua parte. Cominciando dalle case, dalle scuole. Allenando i bambini a riconoscere le emozioni, a dare un nome e un posto a ciò che provano, e, soprattutto, ad accettare il rifiuto e la frustrazione per una caduta, un fallimento, un no inatteso.

Non ci sono altre armi, in un mondo complesso come il nostro, per sopravvivere. Non è questo il successo che tutti vorremmo augurare ai nostri figli maschi?

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
L’orologio dei femminicidi, in Italia, non sbaglia un colpo. Da anni scandisce il tempo con una precisione svizzera, una donna uccisa ogni tre giorni, 77 dall’inizio del 2022. E mentre la politica si azzuffa su episodi ben più rari come la violenza di un extracomunitario sulla prima signora incontrata per strada, la vera strage si compie fra le nostre mura e per mano non di un estraneo ma di un marito, un fidanzato, quasi sempre un compagno a cui è stato detto basta, la nostra unione finisce qui. Ben 67 dei 77 femminicidi di quest’anno sono avvenuti in ambito familiare o affettivo, 40 per mano del partner o dell’ex (rispetto all’anno scorso l’incremento è del 5 per cento). La tragedia di due giorni fa a Bologna è fra le più atroci, inspiegabili e imprevedibili. E per questo, forse, merita di essere guardata al microscopio.
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Alessandra Matteuzzi, donna uccisa a martellate dal suo stalker sotto la sua abitazione, foto dalla sua pagina Facebook
Alessandra Matteuzzi, donna uccisa a martellate dal suo stalker sotto la sua abitazione, foto dalla sua pagina Facebook:. Rappresentante di vendita per uno showroom di abbigliamento, 57 anni, la vittima aveva conosciuto l’omicida circa un anno fa sui social
Se non c’è stata una lunga storia d’amore, un progetto familiare importante, se il fallimento è arrivato dopo un flirt né lungo né impegnativo e senza grandi investimenti pratici o emotivi, quanto fragile può essere l’equilibrio di un trentenne apparentemente normale che ha dovuto vedersela con un rifiuto? Non gli era mai accaduto? La vita non gli aveva insegnato ad accettare la frustrazione? Era un malato di mente mai diagnosticato? Dopo tante campagne contro la violenza sulle donne - campagne che lo stesso omicida conduceva sui social per conto della sua squadra di calcio - potrebbe essere arrivato il momento di cambiare domande, prima di inventarsi nuove risposte.
I femminicidi nel 2022: volti e nomi delle vittime
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Una cosa è certa: la macchina che deve mettersi in moto quando una donna subisce i primi tentativi di stalking o di violenza non è sufficiente. Alessandra aveva fatto denuncia, aveva avvertito i vicini, stava al telefono con la sorella per superare la paura di tornare a casa, aveva una cugina avvocatessa esperta di violenza sulle donne, quale altro bottone doveva accendersi per far scattare non proprio l’arresto ma almeno un Tso obbligatorio per questo killer annunciato?
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“Vivo di gesti e non di chiacchiere - aveva scritto Giovanni Padovani su Facebook - . Solo quelli apprezzo veramente”.
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Ecco, uno così può essere fermato solo con un gesto, fermo e definitivo. Prima di capire fino a che punto può arrivare la rabbia (nessuno lo sa in anticipo, probabilmente neanche lui) e prima di doverci domandare se lei ha aspettato troppo, se quella notte doveva dormire dalla sorella, se lei aveva taciuto troppo a lungo sulla pericolosità del suo ex, se è stata ingenua, materna, debole, fatalista e via andando con il repertorio piò o meno esplicato con cui le vittime, anche da vittime, vengono subdolamente colpevolizzate. Sarebbe bello poter dare la colpa a qualcuno, e in mancanza di qualcuno allo Stato.
I tanti volti delle donne uccise in Italia Seconda fila da sinistra: Daniela Cadeddu, Anna Borse, Flora Mattucci, Alessandra Frati, Vincenza Ribecco, Anastasia Bondarenko. Terza fila da sinistra: Naima Zahir, Tiziana Gatti, Maria Gancedo Begona, Viviana Micheluzzi, Olga Aimar, Inirida Roa Sierra. Quarta fila da sinistra: Antonia Volpe, Romina Vento, Maria Fabiola Colnaghi, Angela Avitabile, Viviana Farolfi, Sonia Solinas. Quinta fila da sinistra: Eiko Sakamoto, Romina De Cesare, Scagni Alice, Stefania Pivetta, Lauretta Toffoli, Brunilda Halla. Sesta fila da sinistrax: Antonella Castelvedere, Lorena Puppo, Nevila Pjetri, Carla Bertolotti, Lidia Miljkovic, Gabriela Serrano. ANSA
I tanti volti delle donne uccise in Italia
Seconda fila da sinistra: Daniela Cadeddu, Anna Borse, Flora Mattucci, Alessandra Frati, Vincenza Ribecco, Anastasia Bondarenko.
Terza fila da sinistra: Naima Zahir, Tiziana Gatti, Maria Gancedo Begona, Viviana Micheluzzi, Olga Aimar, Inirida Roa Sierra.
Quarta fila da sinistra: Antonia Volpe, Romina Vento, Maria Fabiola Colnaghi, Angela Avitabile, Viviana Farolfi, Sonia Solinas.
Quinta fila da sinistra: Eiko Sakamoto, Romina De Cesare, Scagni Alice, Stefania Pivetta, Lauretta Toffoli, Brunilda Halla.
Sesta fila da sinistrax: Antonella Castelvedere, Lorena Puppo, Nevila Pjetri, Carla Bertolotti, Lidia Miljkovic, Gabriela Serrano (foto ANSA)
Ma lo Stato siamo anche noi. I vicini, le sorelle, gli amici, i colleghi, i politici che votiamo, la polizia a cui ci affidiamo, gli insegnanti, i genitori. Ognuno dovrà fare la sua parte. Cominciando dalle case, dalle scuole. Allenando i bambini a riconoscere le emozioni, a dare un nome e un posto a ciò che provano, e, soprattutto, ad accettare il rifiuto e la frustrazione per una caduta, un fallimento, un no inatteso. Non ci sono altre armi, in un mondo complesso come il nostro, per sopravvivere. Non è questo il successo che tutti vorremmo augurare ai nostri figli maschi?
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