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Alienazione parentale, 'no' della Cassazione. La gioia di mamma Laura: "Ho lottato per mio figlio"

di LETIZIA CINI -
26 marzo 2022
laura massaro

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La Cassazione boccia l’alienazione parentale. Da anni le associazioni contro la violenza sulle donne denunciano i soprusi fatti in nome della Pas, la cosiddetta sindrome di alienazione parentale, malattia inventata nel 1985 dal medico americano Richad Gardner, accusato di pedofilia e morto suicida. La teoria, priva di ogni base scientifica, attribuisce all’influenza negativa di un genitore il rifiuto psicologico dell’altro genitore da parte dei figli. Per questo l’alienazione parentale entra in campo soprattutto nei casi in cui le madri - in caso di affidamenti e contese - vengono accusate di avere un’influenza negativa sui figli, spingendoli a rifiutare il padre, che loro spesso descrivono come ’autoritario e violento’. “Un costrutto ascientifico che in realtà nasconde uno strumento utilizzato nei tribunali per minacciare e punire le donne che reagiscono a situazioni di violenza domestica, trasformandole da vittime in potenziali carnefici“, le accuse dei movimenti femministi, che oggi plaudono alla sentenza della Cassazione in merito alla vicenda giudiziaria di Laura Massaro.

Caso Laura Massaro

Laura Massaro: la Corte ha accolto il ricorso della 42enne romana, vittima di violenza dell’ex compagno, in battaglia da anni nei tribunali per evitare che le venisse portato via il figlio, oggi 12enne, come richiesto da lui

Laura Massaro: la Corte ha accolto il ricorso della 42enne romana, vittima di violenza dell’ex compagno, in battaglia da anni nei tribunali per evitare che le venisse portato via il figlio, oggi 12enne, come richiesto da lui

La Corte ha accolto il ricorso della 42enne romana, vittima di violenza dell’ex compagno, in battaglia da anni nei tribunali per evitare che le venisse portato via il figlio, oggi 12enne, come richiesto da lui. L’uomo l’aveva accusata  di 'alienazione parentale’. I giudici hanno annullato la decadenza dalla responsabilità genitoriale sul figlio e il trasferimento del piccolo in casa-famiglia: “L’uso della forza in fase di esecuzione è fuori dallo Stato di diritto“. L’ex aveva accusata la donna di aver plagiato il figlio: il 24 marzo si è concluso, dopo quasi dieci anni, l’incubo di Laura Massaro. Il Tribunale dei Minori etichettò la mamma, che aveva denunciato l’ex compagno per maltrattamenti, come “alienante”. Secondo la controversa teoria sull’alienazione parentale, infatti, se un minore non vuole incontrare il padre (violento) la colpa sarebbe della mamma. Il doloroso iter giuridico di Laura e del suo bambino, ha toccato picchi terribili. Alla donna è addirittura stata sospesa la responsabilità genitoriale a seguito di perizie discutibili, essendo volte ad accertare una sindrome che però, non avendo basi scientifiche, in realtà non esiste. Mamma Laura non si è mai arresta: ha fatto scioperi della fame, ha costituito il Comitato Madri Unite Contro la Violenza Istituzionale e ha manifestato davanti a Montecitorio.

Laura Massaro: "Una grande gioia"

Laura Massaro: la Corte ha accolto il ricorso della 42enne romana, vittima di violenza dell’ex compagno, in battaglia da anni nei tribunali per evitare che le venisse portato via il figlio, oggi 12enne, come richiesto da lui

Laura Massaro: la Corte ha accolto il ricorso della 42enne romana, vittima di violenza dell’ex compagno, in battaglia da anni nei tribunali per evitare che le venisse portato via il figlio, oggi 12enne, come richiesto da lui

“Oggi è una grande gioia. Giustizia è fatta, soprattutto per mio figlio di 12 anni e sono felicissima”. Così Laura Massaro, ha commentato l’ordinanza della Cassazione del 24 marzo che ha fermato il prelevamento di suo figlio per la casa famiglia in nome dell’accusa di alienazione parentale, considerata infondata e ora di nuovo bandita dai tribunali. Le prime parole del bambino? “Salti di gioia, cantava e gridava”, ha detto la mamma romana diventata icona della lotta all’alienazione parentale, ricordando “i momenti di grande terrore con i tentativi di accesso al nostro domicilio”. Prima del 2013 “non sapevo cosa fosse l’alienazione parentale - sospira Laura Massaro- poi ho cominciato a vedere online le storie di altre mamme coraggio e ho capito di essere finita in qualcosa di terribile”. Come è arrivata la vittoria? “Dalle carte processuali, i miei legali hanno dimostrato le anomalie del procedimento. Ora- ha concluso - la vita ricomincia dal 24 marzo”.

La sindrome che divide

L’alienazione parentale (Pas) indica un disagio psichico vissuto dai figli in contesti di separazioni conflittuali a causa del plagio di uno dei due genitori. È una teoria molto controversa che divide il mondo giuridico (non è un reato) e scientifico.

Gardner, l’inventore dell’alienazione parentale

Richard Alan Gardner (New York, 28 aprile 1931 – Tenafly, 25 maggio 2003) è stato uno psichiatra forense statunitense, ideatore della controversa sindrome da alienazione genitoriale

Richard Alan Gardner (New York, 28 aprile 1931 – Tenafly, 25 maggio 2003) è stato uno psichiatra forense statunitense, ideatore della controversa sindrome da alienazione genitoriale

Il medico Richard Gardner nel 1985 inventò la sindrome di alienazione parentale per giustificare il padre abusante, decolpevolizzandolo. Secondo Gardner, la pedofilia sarebbe infatti una pratica diffusa e accettata nel mondo, cui la società occidentale reagiva in maniera eccessiva. Anzi, il medico affermava che, se la stessa società perbenista non punisse i pedofili, i bambini non soffrirebbero degli abusi subiti. Alcune sconcertanti affermazioni del medico militare statunitense, che pubblicava i suoi studi e i suoi libri con la propria casa editrice, attribuiscono ai bimbi una naturale e fisiologia curiosità per il membro del padre, che si troverebbe casualmente alla loro altezza. Appare imbarazzante che teorie elaborate da una mente morbosa e criminale come quella di Gardner, morto suicida, siano pubblicate da case editrici eminenti, studiate all’università e utilizzate nei tribunali per il bene dei bambini.

Le reazioni: Valeria Valente

“La sentenza della Cassazione sul caso di Laura Massaro farà storia. Non si commentano le sentenze, ma questa definisce con parole chiarissime ciò che era già emerso nella giurisprudenza e nel lavoro della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere“. Queste le parole della senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul Femminicidio e la violenza di genere. Continua Valente: “Tre i punti imprescindibili, secondo la Cassazione prosegue - : l’alienazione parentale viene condannata e messa al bando, il superiore interesse del minore viene rimesso al centro anche rispetto al diritto alla bigenitorialità e viene detto che essi non sempre coincidono e che di fronte alla necessità per il bambino di ricostruire un rapporto con il padre bisogna sempre considerare il suo trauma nel distacco con l’unico affetto della mamma. Viene bandito l’uso della forza. In sostanza viene chiarito che se una bambina o un bambino esprime la volontà di stare con la madre si indaga e si mette al centro la sua volontà. Il plauso - conclude Valente - va alla magistratura tutta, la nostra fiducia nella giustizia è ben risposta. Grande merito alle avvocate di Differenza Donna, che hanno deciso di combattere con competenza e passione questa battaglia fino in fondo“.

Le reazioni: Rossella Muroni

“La sindrome da alienazione parentale non ha alcun fondamento scientifico e non deve entrare nei processi - interviene Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente ed ex deputata di Leu, dopo aver lasciato Leu a fondato ’Facciamo Eco-componenti Verdi’ - . Pena l’annullamento delle sentenze. I minori devono essere sempre ascoltati nei processi che li riguardano, inoltre l’esecuzione coattiva di un provvedimento dell’autorità giudiziaria che riguarda un minore è fuori dallo stato di diritto. Lo dice la Cassazione nella sentenza con cui accoglie in pieno il ricorso di Laura Massaro, un pronunciamento storico destinato a fare scuola. Per la Massaro e suo figlio significa la fine di un incubo e tornare a vivere. Finalmente“. “Una bellissima notizia per loro, una speranza per tante donne e tanti minori che ancora si trovano nella stessa situazione in cui loro sono stati sinora conclude ì la deputata di FacciamoEco, Rossella Muroni - . Su questo scempio di bambini e donne allontanati da un costrutto senza fondamento, o che vivono nella paura di essere divisi, lo Stato deve porre rimedio con urgenza. Oggi questo percorso appare troppo lungo, ma meno ripido“. o a sottrarre i figli da violenza assistita o violenza diretta, trasformando la violenza in mero ’conflitto’ e accusando le vittime di essere carnefici. In un’ottica di azione sul territorio vanno invece tenuti presente i gravi effetti a livello economico e sociale che il Covid porterà con sé: un aumento delle situazioni di fragilità ed esclusione sociale. I dati sulla povertà vedono nelle donne madri, sole e con lavoro precario il prototipo del ’nuovo povero’ in Italia. In questa prospettiva investire in psicologia sembrerebbe più deviare il problema che affrontarlo. Cecilia Alagna - Collettivo Donne InCuranti