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L'alta Corte in Polonia potrebbe ammettere il matrimonio omosessuale se celebrato all'estero

Sebbene abbia respinto la causa intentata da una coppia gay sposata in Portogallo, la NSA sembra aprire alla trascrizione dei certificati matrimoniale contratti all'estero in futuro

di MARIANNA GRAZI -
8 novembre 2022
Jakub Kwieciński e Dawid Mycek

Jakub Kwieciński e Dawid Mycek

Non è un certo un Paese Lgbt-friendly, anzi. Le politiche portate avanti in Polonia negli ultimi anni, su input del presidente conservatore Andrzej Duda e tramite lui dalla destra del partito Libertà e Giustizia di Jarosław Kaczyński, dimostrano piuttosto un forte inasprimento nei confronti dei diritti e delle tutele garantite ai membri della comunità arcobaleno. Basti pensare che alcune misure approvate hanno addirittura costretto l'Unione Europea a intervenire, per le numerose violazioni riscontrate nello stato di diritto. Ma ci sono anche piccoli spiragli di speranza a cui attivisti e associazioni si aggrappano con tutte le loro forze per far sì che anche in uno stato ultra-cattolico e tradizionalista come appunto quello polacco possa verificarsi un cambiamento, o almeno un miglioramento, delle loro condizioni di vita. Le istituzioni europee hanno minacciato a più riprese di tagliare i fondi europei destinati allo Stato se non si fosse verificato un cambio di rotta sostanziale. Che però non è avvenuto, e la comunità Lgbtq+ polacca continua ad essere in pericolo. Però qualcosa si muove, soprattutto in tema di matrimonio omosessuale. All'articolo 18 della carta Costituzionale si legge che "il matrimonio è l'unione di un uomo e di una donna, la famiglia, la maternità e la paternità sono sotto la protezione e la cura della Repubblica di Polonia". Secondo un gruppo di legali conservatori ciò significa che le nozze sono legali esclusivamente se celebrate tra un uomo e una donna, mentre molti esperti di diritto sostengono che questo provvedimento si limita a porre solo tali matrimoni sotto la protezione e la cura dello Stato polacco, senza però proibire altri tipi di unioni. Quest'ultima la posizione sembra essere stata avallata anche dalla Corte Amministrativa Suprema (NSA) in una sentenza emessa all'inizio dell'anno, ma resa pubblica solo ora. La causa era stata intentata da Jakub Kwieciński e Dawid Mycek, popolari vlogger che da cinque anni si battevano affinché lo Stato polacco riconoscesse il loro matrimonio, contratto in Portogallo. Il massimo tribunale amministrativo ha respinto il loro ricorso, confermando la sentenza di quello di grado inferiore, che a sua volta aveva preso per buona la decisione del governatore della provincia di Mazovia di non riconoscere il loro matrimonio. Ma allo stesso tempo il verdetto dell'NSA sembra anche lasciare aperta la porta al riconoscimento di tali matrimoni in futuro. Anche perché non vi sono i presupposti costituzionali perché le istituzioni vietino di registrare i certificati di matrimonio di persone dello stesso sesso sposate all’estero. "L'articolo 18 della Costituzione non può, di per sé, costituire un ostacolo alla trascrizione di un certificato di matrimonio straniero se l'istituzione del matrimonio come unione di persone dello stesso sesso è prevista dall'ordinamento nazionale",  hanno scritto i giudici nella motivazione della sentenza. "La disposizione della Costituzione in questione (l'articolo 18, ndr) non proibisce la regolamentazione legale delle unioni tra persone dello stesso sesso", aggiungono, ma si tratta semplicemente del fatto che "al momento il legislatore polacco non ha deciso di introdurre tali soluzioni" nella legge nazionale. Nel post di oggi che rende nota la motivazione, Kwieciński e Mycek l'hanno definita una "sentenza storica" che "sfata il mito ripetuto dalla destra per anni". "Se sentite [il ministro della Giustizia Zbigniew] Ziobro o [il ministro dell'Istruzione Przemysław] Czarnek.... dire che la nostra Costituzione proibisce il matrimonio tra persone dello stesso sesso, sappiate che stanno mentendo", hanno aggiunto. "Da oggi lo abbiamo messo per iscritto". La loro affermazione è stata però respinta da Ordo Iuris, un'organizzazione legale ultraconservatrice che da tempo si batte contro quella che, insieme al governo, chiama "ideologia LGBT". "Altre notizie false - twittano -. L'ANS ha respinto il ricorso di [Kwieciński e Mycek]... Ha riconosciuto la legittimità del rifiuto di inserire nel registro matrimoniale [dello Stato polacco] un certificato di matrimonio omosessuale redatto all'estero". Negli ultimi anni i diritti delle persone Lgbt sono diventati una questione molto controversa in Polonia. Sebbene i sondaggi d'opinione mostrino che l'opinione pubblica è sempre più ricettiva alla concessione di maggiori diritti - compresa una crescente maggioranza a favore dell'autorizzazione alle unioni civili o ai matrimoni tra persone dello stesso sesso - a ciò si contrappone una reazione conservatrice. Il partito nazional-conservatore Diritto e Giustizia (PiS), con il sostegno di parte della Chiesa cattolica, ha chiesto di difendere la Polonia dall'ideologia Lgbt, che considera una pericolosa importazione straniera volta minare i valori tradizionali e persino l'esistenza dello Stato polacco stesso. A causa di questa retorica e dei continui limiti ai diritti civili, negli ultimi tre anni il Paese è stato classificato come il peggiore dell'Unione europea per le persone Lgbt da ILGA-Europe, una ong con sede a Bruxelles.