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Home » Attualità » Amanda Knox a Perugia con marito e figlia. Gita a Gubbio con Sollecito: “Felice e spensierata”

Amanda Knox a Perugia con marito e figlia. Gita a Gubbio con Sollecito: “Felice e spensierata”

Così il tabloid britannico Mirror, cha ha dato la notizia, descrive l'umore della 35enne di Siattle durante l'incontro con l'ex fidanzato Raffaele: entrambi nel 2007 erano stati accusati (poi assolti) dell’omicidio di Meredith Kercher

Letizia Cini
30 Ottobre 2022
Amanda Knox e Raffaele Sollecito in gita a Gubbio: l’incontro rivelato dal giornale britannico Mirror

Amanda Knox e Raffaele Sollecito in gita a Gubbio: l’incontro rivelato dal giornale britannico Mirror

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Chissà cosa cercava Amanda Knox fra le strade del capoluogo Umbro. Già, perché è tornata a Perugia,  con consorte al seguito e prole. La visita – insieme al marito Chris e alla figlia Eureka di un anno – risale alla metà di giugno ma solo ora è trapelata la notizia. La 35enne di Seattle, a lungo accusata di essere coinvolta nell’omicidio di Meredith Kercher prima di essere definitivamente assolta, ha incontrato lo storico difensore, Luciano Ghirga, insieme all’altro legale, Carlo Dalla Vedova, e il cappellano del carcere femminile di Perugia, don Saulo Scarabattoli.

Amanda, secondo il tabloid inglese Mirror, sarebbe stata poi a Gubbio, dove ha rincontrato Raffaele Sollecito. Anche Sollecito, arrestato con lei nel 2007, è stato riconosciuto definitivamente innocente. L’omicidio di Meredith Kercher avvenne 15 anni fa, il primo novembre 2007, nell’abitazione di via della Pergola che le due ragazze condividevano. Per il delitto è stato condannato e ha scontato 13 anni di carcere Rudy Guede, ora in libertà.

L’incontro con Sollecito

Amanda Knox (oggi 35 anni) e Raffaele Sollecito ai tempi del processo
Amanda Knox (oggi 35 anni) e Raffaele Sollecito ai tempi del processo

Con Sollecito avrebbero fatto la gita a Gubbio che avevano programmato ai tempi dell’università e che non poterono fare perché vennero arrestati. “Ho provato emozioni contrastanti“. Così Raffaele Sollecito descrive l’incontro con Amanda Knox a Gubbio. “L’iniziativa è stata sua, ma l’idea di entrambi“ dice ancora Sollecito in merito all’incontro che risale a giugno.

“Ho provato emozioni contrastanti – ribadisce -, sicuramente piacere di stare in buona compagnia. Ma anche tristezza per la tragedia che abbiamo subito“. Amanda e Raffaele vennero arrestati perché ritenuti coinvolti nell’omicidio di Meredith Kercher, compiuto a Perugia, tra il primo e due novembre del 2007, e poi definitivamente assolti.

Amanda Knox con la figlia Eureka Muse (foto tratta dal profilo Instagram)
Amanda Knox con la figlia Eureka Muse (foto tratta dal profilo Instagram)

Sarebbe il primo viaggio in Italia degli ex fidanzati, quasi dieci anni dopo l’ultimo incontro tra i due negli Stati Uniti. “Felice e spensierata – scrive il tabloid britannico – l’ex coppia ha visitato Gubbio dove avevano in programma di andare il 2 novembre 2007, il giorno in cui la studentessa universitaria di Leeds Meredith Kercher, 21 anni, fu trovata nella sua camera da letto con la gola tagliata e segni di violenza sessuale“. Quattro giorni dopo, Sollecito e Knox furono arrestati.

“È stato così bello – ha raccontato Sollecito secondo quanto riferisce il Mirror – avevamo programmato di andare lì il giorno in cui è stato trovato il corpo di Meredith. Avevamo programmato quel viaggio perché ovviamente non sapevamo cosa le fosse successo e quel giorno non avevamo impegni. È stato dolce-amaro tornarci perché dovevamo andare lì in circostanze così diverse, ma è stato bello per noi poter parlare di altro” rispetto al processo per la morte di Meredith.

Cosa accadde il primo novembre del 2007

Amanda Knox (oggi 35 anni) ai tempi del processo
Amanda Knox (oggi 35 anni) ai tempi del processo

Amanda Knox, allora ventenne, e Sollecito, allora 23enne, vennero inizialmente accusati e condannati per l’omicidio della studentessa universitaria inglese in un appartamento di Perugia. Quattro giorni dopo il delitto i due furono arrestati assieme a un barista di Perugia, poi scagionato, e hanno scontato quattro anni di carcere.

Condannati in primo grado a 26 e 25 anni, nel 2011, in appello, erano stati assolti e il 25 marzo 2013 la Cassazione aveva annullato le assoluzioni rinviando il processo al tribunale di Firenze. La condanna dell’appello bis, 28 anni e 6 mesi per Knox e 25 anni per Sollecito, è scattata il 30 gennaio 2014. Fino alla decisione finale della Cassazione che nel 2015, li ha assolti in via definitiva. Alla fine l’unico condannato, processato, con rito abbreviato per il delitto Kercher è stato Rudy Guede.

Il delitto di Meredith Kercher è ancora un mistero irrisolto, o risolto solo parzialmente
Il delitto di Meredith Kercher, studentessa Erasmus a Perugia, è ancora un mistero irrisolto, o risolto solo parzialmente

Chi ha ucciso Meredith Kercher?

Saranno trascorsi esattamente 15 anni dopo domani, martedì 1° novembre, dal delitto che ha stravolto Perugia e che ha distrutto la vita di una famiglia. Quindici anni fa iniziava l’incubo di due ventenni che ne trascorsero quattro in carcere, prima di essere assolti dall’accusa di aver ucciso una loro coetanea. Il delitto di Meredith Kercher è ancora un mistero irrisolto, o risolto solo parzialmente, a seconda dei punti di vista. La verità giudiziaria dice che per quell’omicidio, nel casolare appena fuori le mura di Perugia, in via della Pergola, la sera dell’1 novembre 2007, c’è un colpevole, Rudy Guede, oggi libero dopo aver scontato 13 anni di detenzione.

Amanda Knox è tornata a Perugia a metà di giugno dove ha incontrato il suo difensore storico, l’avvocato Luciano Ghirga, insieme all’altro legale Carlo Dalla Vedova e all’ex cappellano della sezione femminile del carcere don Saulo Scarabattoli
Amanda Knox è tornata a Perugia a metà di giugno dove ha incontrato il suo difensore storico, l’avvocato Luciano Ghirga, insieme all’altro legale Carlo Dalla Vedova e all’ex cappellano della sezione femminile del carcere don Saulo Scarabattoli

E ci sono due imputati che la Cassazione ha definitivamente riconosciuto innocenti dopo un’alternanza di condanne, assoluzioni e nuovi processi, come sempre si sono proclamati: Amanda Knox e Raffaele Sollecito. All’epoca si frequentavano da qualche giorno, la sera del delitto erano insieme. Adesso, Amanda, a 35 anni, è sposata, con Chris Robinson, e madre di Eureka Muse che ha un anno. “Sono infinitamente grata di essere viva e di esser stata scagionata – racconta in un’intervista al settimanale “Oggi“ – ma niente potrà restituirmi i quattro anni trascorsi senza motivo in carcere, e niente potrà cancellare il trauma che è stato inflitto alla mia famiglia, ai miei amici e a me. Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa: resterò per sempre la ‘ragazza che è stata accusata di omicidio’“.

Amanda e Chris, nella loro attività a favore della prevenzione degli errori giudiziari e per aiutare chi ne è vittima, producono un podcast, Labyrinths. Inevitabile un riferimento a Rudy Guede, ora libero, dopo la condanna con rito abbreviato. “Penso che, dopo 13 anni in galera, è probabile che Guede non sia più un pericolo per la società – racconta ancora Amanda Knox –. Ma penso anche che il carcere non l’abbia rieducato. Una persona che continua ad accusare degli innocenti del delitto che lui stesso ha commesso, e che si rifiuta di concedere la verità a una famiglia devastata dal dolore”. La famiglia di Meredith che si preparava a riabbracciare la ragazza, studentessa Erasmus a Perugia, pronta a tornare a casa con una valigia piena di cioccolato per la madre e piena di ricordi dell’esperienza italiana che aveva appena iniziato. Poi la drammatica notizia che Meredith non sarebbe più tornata perché era stata uccisa nella sua stanza da studentessa, nella città che aveva scelto per inseguire i suoi sogni. “Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa” Amanda Knox, quindi anni dopo il delitto di Perugia che costò la vita a Meredith Kercher: la sua morte resta un mistero irrisolto, o risolto solo parzialmente.

 

 

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  • Messaggi osceni, allusioni, avances in ufficio e ricatti sessuali. La forma più classica del sopruso in azienda, unita ai nuovi strumenti tecnologici nelle mani dei molestatori. Il movimento Me Too, nel 2017, squarciò il velo di silenzio sulle molestie sessuali subite dalle donne nel mondo del cinema e poi negli altri luoghi di lavoro. Cinque anni dopo, con in mezzo la pandemia che ha terremotato il mondo del lavoro, le donne continuano a subire abusi, che nella maggior parte dei casi restano nell’ombra.

«Sono pochissime le donne che denunciano – spiega Roberta Vaia, della segreteria milanese della Cisl – e nei casi più gravi preferiscono lasciare il lavoro. Il molestatore andrebbe allontanato dalla vittima ma nei contratti collettivi dei vari settori non è ancora prevista una sanzione disciplinare per chi si rende responsabile di molestie o di mobbing».

Un quadro sconfortante che emerge anche da una rilevazione realizzata dalla Cisl Lombardia, nel corso del 2022, su lavoratrici di diversi settori, attraverso un sondaggio distribuito in fabbriche, negozi e uffici della regione. Sono seimila le donne che hanno partecipato all’indagine, e il 44% ha dichiarato di aver subìto molestie o di «esserne stata testimone» nel corso della sua vita lavorativa.

A livello nazionale, secondo gli ultimi dati Istat, sono 1.404.000 le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Quando una donna subisce un ricatto sessuale, nell’80,9% dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro. Quasi nessuna ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine: appena lo 0,7% delle vittime.

✍🏻di Andrea Gianni

#lucenews #istat #donne #molestie #lavoro #diritti
  • II problema è che sei sola. Arrivi lì persino convinta: è la cosa più naturale che tu, donna, sia mai stata chiamata a fare: partorire. 

Te lo hanno ripetuto per 9 mesi nei corsi preparto, e te l’hanno ripetuto ancora prima che tu venissi al mondo: non c’è niente che sia più naturale, per una donna, nei secoli dei secoli. E il bello è che aver ottenuto la possibilità di scegliere che il tuo parto non sia "medicalizzato", che il tuo neonato non ti sia strappato subito dalle braccia e che resti, subito dopo, al tuo fianco nella tua stanza, e non nella nursery, è il risultato di una lunga battaglia, intrapresa oltre 30 anni fa. 

Una battaglia vinta? No, se si è passati dal troppo medicalizzato all’abbandono. 

Il problema è che c’è un’altra verità – nei secoli dei secoli – ed è il paradosso: nell’esatto momento in cui vieni pervasa dalla furiosa coscienza che sei onnipotente perché sei come Dio e hai dato la vita, vieni pure annientata dalla furiosa consapevolezza che la sopravvivenza di quella vita dipende da te, dipende da te tutto, la sua felicità o la sua infelicità, e non sai se sarai in grado di accudirla, quella nuova vita, come devi, e hai paura, la paura più pura e cristallina e terribile che tu abbia mai provato, e altro che Dio, sei l’ultimo dei miserabili. 

È stata la cultura patriarcale ad aver tramandato la maternità come destino ineluttabile della femminilità: la paura della donna non è mai stata né contemplata, né tanto meno accettata. È stata condivisa tra le donne, quando vi era un tessuto sociale che lo permetteva. È stata omessa dalla contemporaneità anche dalle donne stesse perché ammetterla comporta arretrare dall’emancipazione, dalla rivendicazione della parità: partorisci naturalmente, allatti naturalmente, naturalmente performi due giorni dopo come nulla fosse. 

Ma non c’è nulla di naturale in questo. È un’altra storia di prevaricazione. E una nuova storia di solitudine. Tra le più feroci.

di Chiara Di Clemente✍🏻

#lucenews #editoriale #allattamento #maternita #ospedalepertini
  • Theodore (Teddy) Hobbs vive a Portishead, nella contea inglese del Somerset, insieme ai genitori, mamma Beth, 31 anni, e il padre Will Hobbs, 41 anni. Il piccolo, che ora ha quasi quattro anni, è entrato nel Mensa (l’associazione internazionale fondata nel 1947 per chi ha il Quoziente Intellettivo almeno 1,5 volte quello regolare, ndr) a tre anni dopo aver superato un test del QI e ottenendo un punteggio di 139 su 160 nel test di Stanford Binet, scioccando i suoi genitori, che non avevano idea di quanto fosse intelligente. 

Ma il bambino dei segnali li aveva già dati visto che ha imparato a leggere da autodidatta all’età di soli due anni e quattro mesi e ora è persino in grado di leggere i libri di Harry Potter, quando i genitori glielo permettono, ed è in grado di contare in sei lingue diverse, mandarino compreso. I suoi passatempi preferiti? Le ricerche su Google e recitare le tabelline.

I genitori ammettono di non essersi mai aspettati che il figlio entrasse nel gruppo e non avevano nemmeno pianificato di fare domanda per l’adesione. “Ci è stato detto che non era mai entrato un membro dell’età di tre anni. A essere onesti, è davvero un colpo di fortuna che sia entrato” sono le parole di mamma Beth che spiega: “Non avevamo intenzione di farlo entrare nella società. Volevamo solo fargli fare un test prima di mandarlo a scuola per capire quale scegliere”. Ad ogni modo, continua la madre, “prima del test gli abbiamo detto che avrebbe dovuto risolvere qualche puzzle con una signora che lo guardava per un’oretta, e lui ne è rimasto felicissimo”.

I genitori del bimbo, che si sono sottoposti alla fecondazione in vitro per concepire il figlio e la sorella minore di Teddy, scherzano persino sul fatto che potrebbe esserci stato un pasticcio alla clinica della fertilità. “Non sappiamo come ha fatto a venire fuori così. Si sta rendendo conto di essere più dotato degli altri bambini. Io e mio marito scherziamo sempre dicendo che al dottore dev’essere sfuggita un’iniezione di qualche tipo. Da grande vuole fare il dottore perché gioca sempre a guarire i suoi giocattoli con il suo amico all’asilo”.

#lucenews #mensa #piccoligeni
  • “La lotta per garantire il diritto fondamentale delle donne all’assistenza sanitaria riproduttiva è tutt’altro che conclusa“.

In occasione del 50° anniversario della Roe v. Wade, lo scorso 22 gennaio, la storica sentenza della Corte Suprema che ha sancito il diritto costituzionale all’aborto, annullata la scorsa estate, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris è stata in Florida per tenere un discorso di commemorazione.

#lucenews #roevwade #usa #abortionrights
Chissà cosa cercava Amanda Knox fra le strade del capoluogo Umbro. Già, perché è tornata a Perugia,  con consorte al seguito e prole. La visita - insieme al marito Chris e alla figlia Eureka di un anno - risale alla metà di giugno ma solo ora è trapelata la notizia. La 35enne di Seattle, a lungo accusata di essere coinvolta nell’omicidio di Meredith Kercher prima di essere definitivamente assolta, ha incontrato lo storico difensore, Luciano Ghirga, insieme all’altro legale, Carlo Dalla Vedova, e il cappellano del carcere femminile di Perugia, don Saulo Scarabattoli. Amanda, secondo il tabloid inglese Mirror, sarebbe stata poi a Gubbio, dove ha rincontrato Raffaele Sollecito. Anche Sollecito, arrestato con lei nel 2007, è stato riconosciuto definitivamente innocente. L’omicidio di Meredith Kercher avvenne 15 anni fa, il primo novembre 2007, nell’abitazione di via della Pergola che le due ragazze condividevano. Per il delitto è stato condannato e ha scontato 13 anni di carcere Rudy Guede, ora in libertà.

L'incontro con Sollecito

Amanda Knox (oggi 35 anni) e Raffaele Sollecito ai tempi del processo
Amanda Knox (oggi 35 anni) e Raffaele Sollecito ai tempi del processo
Con Sollecito avrebbero fatto la gita a Gubbio che avevano programmato ai tempi dell’università e che non poterono fare perché vennero arrestati. “Ho provato emozioni contrastanti“. Così Raffaele Sollecito descrive l’incontro con Amanda Knox a Gubbio. “L’iniziativa è stata sua, ma l’idea di entrambi“ dice ancora Sollecito in merito all’incontro che risale a giugno. “Ho provato emozioni contrastanti - ribadisce -, sicuramente piacere di stare in buona compagnia. Ma anche tristezza per la tragedia che abbiamo subito“. Amanda e Raffaele vennero arrestati perché ritenuti coinvolti nell’omicidio di Meredith Kercher, compiuto a Perugia, tra il primo e due novembre del 2007, e poi definitivamente assolti.
Amanda Knox con la figlia Eureka Muse (foto tratta dal profilo Instagram)
Amanda Knox con la figlia Eureka Muse (foto tratta dal profilo Instagram)
Sarebbe il primo viaggio in Italia degli ex fidanzati, quasi dieci anni dopo l'ultimo incontro tra i due negli Stati Uniti. "Felice e spensierata - scrive il tabloid britannico - l'ex coppia ha visitato Gubbio dove avevano in programma di andare il 2 novembre 2007, il giorno in cui la studentessa universitaria di Leeds Meredith Kercher, 21 anni, fu trovata nella sua camera da letto con la gola tagliata e segni di violenza sessuale". Quattro giorni dopo, Sollecito e Knox furono arrestati. "È stato così bello - ha raccontato Sollecito secondo quanto riferisce il Mirror - avevamo programmato di andare lì il giorno in cui è stato trovato il corpo di Meredith. Avevamo programmato quel viaggio perché ovviamente non sapevamo cosa le fosse successo e quel giorno non avevamo impegni. È stato dolce-amaro tornarci perché dovevamo andare lì in circostanze così diverse, ma è stato bello per noi poter parlare di altro" rispetto al processo per la morte di Meredith.

Cosa accadde il primo novembre del 2007

Amanda Knox (oggi 35 anni) ai tempi del processo
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Amanda Knox, allora ventenne, e Sollecito, allora 23enne, vennero inizialmente accusati e condannati per l’omicidio della studentessa universitaria inglese in un appartamento di Perugia. Quattro giorni dopo il delitto i due furono arrestati assieme a un barista di Perugia, poi scagionato, e hanno scontato quattro anni di carcere. Condannati in primo grado a 26 e 25 anni, nel 2011, in appello, erano stati assolti e il 25 marzo 2013 la Cassazione aveva annullato le assoluzioni rinviando il processo al tribunale di Firenze. La condanna dell’appello bis, 28 anni e 6 mesi per Knox e 25 anni per Sollecito, è scattata il 30 gennaio 2014. Fino alla decisione finale della Cassazione che nel 2015, li ha assolti in via definitiva. Alla fine l’unico condannato, processato, con rito abbreviato per il delitto Kercher è stato Rudy Guede.
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E ci sono due imputati che la Cassazione ha definitivamente riconosciuto innocenti dopo un’alternanza di condanne, assoluzioni e nuovi processi, come sempre si sono proclamati: Amanda Knox e Raffaele Sollecito. All’epoca si frequentavano da qualche giorno, la sera del delitto erano insieme. Adesso, Amanda, a 35 anni, è sposata, con Chris Robinson, e madre di Eureka Muse che ha un anno. "Sono infinitamente grata di essere viva e di esser stata scagionata – racconta in un’intervista al settimanale “Oggi“ – ma niente potrà restituirmi i quattro anni trascorsi senza motivo in carcere, e niente potrà cancellare il trauma che è stato inflitto alla mia famiglia, ai miei amici e a me. Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa: resterò per sempre la 'ragazza che è stata accusata di omicidio'“. Amanda e Chris, nella loro attività a favore della prevenzione degli errori giudiziari e per aiutare chi ne è vittima, producono un podcast, Labyrinths. Inevitabile un riferimento a Rudy Guede, ora libero, dopo la condanna con rito abbreviato. "Penso che, dopo 13 anni in galera, è probabile che Guede non sia più un pericolo per la società – racconta ancora Amanda Knox –. Ma penso anche che il carcere non l’abbia rieducato. Una persona che continua ad accusare degli innocenti del delitto che lui stesso ha commesso, e che si rifiuta di concedere la verità a una famiglia devastata dal dolore". La famiglia di Meredith che si preparava a riabbracciare la ragazza, studentessa Erasmus a Perugia, pronta a tornare a casa con una valigia piena di cioccolato per la madre e piena di ricordi dell’esperienza italiana che aveva appena iniziato. Poi la drammatica notizia che Meredith non sarebbe più tornata perché era stata uccisa nella sua stanza da studentessa, nella città che aveva scelto per inseguire i suoi sogni. "Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa" Amanda Knox, quindi anni dopo il delitto di Perugia che costò la vita a Meredith Kercher: la sua morte resta un mistero irrisolto, o risolto solo parzialmente.    
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