Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » L’ucraina Anastasiya Baydachenko usa i siti porno per sfuggire la censura della Russia sulla guerra

L’ucraina Anastasiya Baydachenko usa i siti porno per sfuggire la censura della Russia sulla guerra

Gli annunci pubblicitari sulle pagine web per adulti e su quelle di gioco d'azzardo sono diventati un mezzo di contro-informazione per raccontare le verità sul conflitto

Marianna Grazi
14 Agosto 2022
Anastasya Baydachenko

Anastasya Baydachenko (Adsider)

Share on FacebookShare on Twitter

C’è chi ha imbracciato le armi e chi, invece, un mouse. Tra questi ultimi c’è Anastasiya Baydachenko. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, dopo l’invasione delle truppe russe nel paese lo scorso 24 febbraio, migliaia di persone si sono mobilitate per difendere la propria nazione. Ma per fermare quella che il presidente russo Vladimir Putin ha definito più volte “operazione militare speciale”, vietando nel suo Paese di parlare di guerra all’Ucraina, altre persone hanno scelto di combattere in modi meno convenzionali. Una donna, nientemeno che l’amministratrice delegata dell’Interactive Advertising Bureau (IAB) Ukraine, ad esempio sta utilizzando annunci pubblicitari con immagini fisse e video su siti porno e di gioco d’azzardo nel tentativo di dire a russi e bielorussi la verità sulla guerra. Un metodo facilmente utilizzabile e soprattutto efficace perché i popoli dei governi invasori possano venire a conoscenza di ciò che accade veramente.

Anastasya Baydachenko
Anastasiya Baydachenko

La strategia degli annunci pubblicitari

Tra i primi a muoversi c’era stato il collettivo di attivisti digitali Anonymous che aveva invitato le persone a raccontare cosa stesse accadendo in Ucraina usando gli spazi per le recensioni di attività e ristoranti russi presenti su Google Maps. A seguirli erano state poi altre organizzazioni che avevano attuato simili escamotage. Ma l’ultima strategia messa in atto per aggirare la censura del Cremlino sui media indipendenti e sulle piattaforme social, nonostante la mancanza di un sistema di tracciamento per valutarne l’efficacia, secondo Baydachenko avrebbe raggiunto circa l’80% dei cittadini russi e bielorussi. “I siti per adulti e di gioco d’azzardo hanno un ampio pubblico russo e le piattaforme pubblicitarie possono venderci questo spazio”. Anche perché questi domini non sono controllati da moderatori dalle autorità che filtrino i contenuti indesiderati, in modo tale che diventa più facile aggirare i blocchi e raggiungere un maggior numero di utenti. La diffusione, c’è da dire, non è stata troppo significativa, ma per l’ad di IAB “è uno strumento in più” che non dovrebbe essere scartato. “Crediamo fermamente che dovremmo cercare di trasmettere messaggi veritieri a coloro che sono stati sottoposti a decenni di propaganda di Stato“, sostiene Anastasiya Baydachenko.

Da quando le truppe di Mosca sono entrate in territorio ucraino, a febbraio, le autorità russe hanno messo in moto la macchina della censura, per bloccare qualsiasi fonte di informazione indipendente nel Paese. Giornalisti incarcerati o messi a tacere, attivisti per la pace arrestati, i media sono stati chiusi (tranne quelli filo presidenziali) e bloccate le principali piattaforme social, Facebook, Instagram e Twitter. Poco dopo l’inizio delle ostilità la disinformazione diffusa per volere del presidente Putin era così efficace che molti ucraini non riuscivano a convincere i propri familiari in Russia di essere sotto attacco. Per fortuna, però, i sistemi di blocco degli annunci su questi siti web sono bassi rispetto a quelli utilizzati su YouTube. Ma la sfida più grande per Baydachenko è il finanziamento: l’esperta informatica non esclude infatti di utilizzare le piattaforme più grandi gestite da Meta e Google, anche se le loro rigide policy rendono tutto più difficile.

La sfida alla propaganda

Anastasya Baydachenko
Anastasiya Baydachenko, ad di IAB Ukraine

Jemimah Steinfeld, caporedattore di “Index on Censorship”, un’organizzazione no-profit che si batte per la libertà di espressione, ha affermato che per combattere la censura è necessario “fare di tutto”. Tuttavia avverte: “Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che quando gli spot sulla guerra vengono visti, non sempre hanno la ricezione prevista“. “Quando ti viene offerta una storia di parte, l’altra parte potrebbe essere liquidata come propaganda. Per questo motivo, chi pubblica annunci in Russia potrebbe scegliere questioni più difficili da liquidare, come l’inflazione”, spiega. “Certamente, nel caso di Facebook, è stato visto come una minaccia abbastanza grande tanto che il governo russo si è mosso per bloccarlo”, ha aggiunto Steinfeld. “Abbiamo visto che i social media possono lavorare contro la libertà di espressione: gli algoritmi possono essere strumenti spietati, perché bloccano tanto le fake news quanto, invece, informazioni cruciali. Ma non dovremmo sottovalutare il loro ruolo nella comunicazione su guerre e violazioni dei diritti umani”.
Baydachenko, tra le coraggiose donne che hanno scelto di restare nel loro Paese e di combattere – ognuna con le armi che le sono più congeniali – ci tiene a specificare: “Non ci sono media indipendenti e i media tradizionalmente definiti di opposizione o alternativi sono almeno in parte – se non completamente – diretti dallo Stato. Non ci sono notizie in onda, ma solo registrazioni. Ecco perché ci viene da sorridere quando assistiamo agli epidodi di giornalisti che piombano in studio con manifesti”, aggiunge, facendo riferimento a Marina Ovsyannikova, redattrice della televisione statale russa Channel One, che il 14 marzo ha interrotto il programma principale del canale irrompendo con un cartello che diceva: “Non credete alla propaganda. Qui vi stanno mentendo“. L’amministratrice delegata di IAB ha concluso: “Sono sicuro che la Russia utilizzi gli stessi metodi dell’ex KGB: ricatti, torture, pressioni psicologiche e altro ancora per rendere i giornalisti obbedienti”.

Potrebbe interessarti anche

Margherita Laterza (Instagram)
Spettacolo

Uomini e donne a molestie invertite: cosa succederebbe? Il monologo di Margherita Laterza a “Le Iene”

25 Gennaio 2023
“Il costo della virilità" scritto dall’economista Ginevra Bersani Franceschetti
Attualità

Violenza, “il costo della virilità” è 1.700 euro a persona all’anno. “Vanno cambiati i nostri schemi culturali”

29 Gennaio 2023
Neonato morto a Roma: la madre si addormenta durante l'allattamento
Attualità

Neonato morto a Roma: cos’è il rooming in, tra benefici e rischio stanchezza della madre

27 Gennaio 2023

Instagram

  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
C'è chi ha imbracciato le armi e chi, invece, un mouse. Tra questi ultimi c'è Anastasiya Baydachenko. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, dopo l'invasione delle truppe russe nel paese lo scorso 24 febbraio, migliaia di persone si sono mobilitate per difendere la propria nazione. Ma per fermare quella che il presidente russo Vladimir Putin ha definito più volte "operazione militare speciale", vietando nel suo Paese di parlare di guerra all’Ucraina, altre persone hanno scelto di combattere in modi meno convenzionali. Una donna, nientemeno che l'amministratrice delegata dell'Interactive Advertising Bureau (IAB) Ukraine, ad esempio sta utilizzando annunci pubblicitari con immagini fisse e video su siti porno e di gioco d'azzardo nel tentativo di dire a russi e bielorussi la verità sulla guerra. Un metodo facilmente utilizzabile e soprattutto efficace perché i popoli dei governi invasori possano venire a conoscenza di ciò che accade veramente.
Anastasya Baydachenko
Anastasiya Baydachenko

La strategia degli annunci pubblicitari

Tra i primi a muoversi c'era stato il collettivo di attivisti digitali Anonymous che aveva invitato le persone a raccontare cosa stesse accadendo in Ucraina usando gli spazi per le recensioni di attività e ristoranti russi presenti su Google Maps. A seguirli erano state poi altre organizzazioni che avevano attuato simili escamotage. Ma l’ultima strategia messa in atto per aggirare la censura del Cremlino sui media indipendenti e sulle piattaforme social, nonostante la mancanza di un sistema di tracciamento per valutarne l'efficacia, secondo Baydachenko avrebbe raggiunto circa l'80% dei cittadini russi e bielorussi. "I siti per adulti e di gioco d'azzardo hanno un ampio pubblico russo e le piattaforme pubblicitarie possono venderci questo spazio". Anche perché questi domini non sono controllati da moderatori dalle autorità che filtrino i contenuti indesiderati, in modo tale che diventa più facile aggirare i blocchi e raggiungere un maggior numero di utenti. La diffusione, c'è da dire, non è stata troppo significativa, ma per l'ad di IAB "è uno strumento in più" che non dovrebbe essere scartato. "Crediamo fermamente che dovremmo cercare di trasmettere messaggi veritieri a coloro che sono stati sottoposti a decenni di propaganda di Stato", sostiene Anastasiya Baydachenko. Da quando le truppe di Mosca sono entrate in territorio ucraino, a febbraio, le autorità russe hanno messo in moto la macchina della censura, per bloccare qualsiasi fonte di informazione indipendente nel Paese. Giornalisti incarcerati o messi a tacere, attivisti per la pace arrestati, i media sono stati chiusi (tranne quelli filo presidenziali) e bloccate le principali piattaforme social, Facebook, Instagram e Twitter. Poco dopo l'inizio delle ostilità la disinformazione diffusa per volere del presidente Putin era così efficace che molti ucraini non riuscivano a convincere i propri familiari in Russia di essere sotto attacco. Per fortuna, però, i sistemi di blocco degli annunci su questi siti web sono bassi rispetto a quelli utilizzati su YouTube. Ma la sfida più grande per Baydachenko è il finanziamento: l'esperta informatica non esclude infatti di utilizzare le piattaforme più grandi gestite da Meta e Google, anche se le loro rigide policy rendono tutto più difficile.

La sfida alla propaganda

Anastasya Baydachenko
Anastasiya Baydachenko, ad di IAB Ukraine
Jemimah Steinfeld, caporedattore di "Index on Censorship", un'organizzazione no-profit che si batte per la libertà di espressione, ha affermato che per combattere la censura è necessario "fare di tutto". Tuttavia avverte: "Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che quando gli spot sulla guerra vengono visti, non sempre hanno la ricezione prevista". "Quando ti viene offerta una storia di parte, l'altra parte potrebbe essere liquidata come propaganda. Per questo motivo, chi pubblica annunci in Russia potrebbe scegliere questioni più difficili da liquidare, come l'inflazione", spiega. "Certamente, nel caso di Facebook, è stato visto come una minaccia abbastanza grande tanto che il governo russo si è mosso per bloccarlo", ha aggiunto Steinfeld. "Abbiamo visto che i social media possono lavorare contro la libertà di espressione: gli algoritmi possono essere strumenti spietati, perché bloccano tanto le fake news quanto, invece, informazioni cruciali. Ma non dovremmo sottovalutare il loro ruolo nella comunicazione su guerre e violazioni dei diritti umani". Baydachenko, tra le coraggiose donne che hanno scelto di restare nel loro Paese e di combattere - ognuna con le armi che le sono più congeniali - ci tiene a specificare: "Non ci sono media indipendenti e i media tradizionalmente definiti di opposizione o alternativi sono almeno in parte - se non completamente - diretti dallo Stato. Non ci sono notizie in onda, ma solo registrazioni. Ecco perché ci viene da sorridere quando assistiamo agli epidodi di giornalisti che piombano in studio con manifesti", aggiunge, facendo riferimento a Marina Ovsyannikova, redattrice della televisione statale russa Channel One, che il 14 marzo ha interrotto il programma principale del canale irrompendo con un cartello che diceva: "Non credete alla propaganda. Qui vi stanno mentendo". L'amministratrice delegata di IAB ha concluso: "Sono sicuro che la Russia utilizzi gli stessi metodi dell'ex KGB: ricatti, torture, pressioni psicologiche e altro ancora per rendere i giornalisti obbedienti".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto