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Antonio può accedere al suicidio assistito, secondo paziente in Italia. Scelto il farmaco

Ci sono voluti due anni, troppi secondo l'associazione Coscioni, perché dall'Asur arrivasse l'ultimo parere necessario per rispettare le volontà del tetraplegico marchigiano

di MARIANNA GRAZI -
18 agosto 2022
FILOMENA GALLO, LA 'PASIONARIA' CONTRO LA LEGGE 40

FILOMENA GALLO, LA 'PASIONARIA' CONTRO LA LEGGE 40

"Antonio" (nome di fantasia), il paziente marchigiano tetraplegico dal 2014, è il secondo italiano che potrà accedere legalmente al suicidio assistito in Italia. L'Asur regionale ha finalmente emesso il parere, l'ultimo necessario, sul farmaco da utilizzare e sulle modalità di autosomministrazione. Dopo due anni di attesa, sulla scia del primo caso, quello di Federico Carboni, ora anche "Antonio", assistito dal collegio legale dell'Associazione Luca Coscioni, è riuscito a far valere il proprio diritto di vedere rispettata la sua volontà e accedere al suicidio medicalmente assistito. "Ora è finalmente libero di scegliere se e quando procedere", afferma Filomena Gallo, co-difensore  dell'uomo e segretario dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.

Le quattro condizioni della Consulta

Ci sono voluti quasi due anni affinché il diritto del paziente, tetraplegico da 8 anni, anche lui residente nelle Marche, venisse rispettato. "Un tempo lunghissimo per persone che si trovano in condizioni di estrema sofferenza e che, purtroppo, molti malati, non hanno" prosegue Filomena Gallo. "Per questo, come Associazione Luca Coscioni, continueremo a batterci affinché venga eliminata ogni discriminazione per le persone malate nell'accesso al suicidio medicalmente assistito". La procedura nel nostro Paese è legale solo alla presenza di quattro condizioni indicate dalla Corte costituzionale nella cosiddetta sentenza di incostituzionalità "Cappato\Antoniani", la n. 242/19: "proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente".

Il calvario di Antonio

suicidio assistito

"Antonio", 44enne marchigiano tetraplegico, ha ottenuto finalmente l'ultimo parere necessario per accedere il suicidio assistito

La Commissione di esperti dell'Asur Marche ha finalmente inviato il parere che mancava sul farmaco e sulle modalità di autosomministrazione: i due punti che erano rimasti in sospeso dopo la relazione medica inviata al Comitato etico e il relativo parere. I legali di Antonio avevano inviato tempo fa una diffida legale affinché l'ordinanza del giudice del tribunale di Fermo fosse eseguita in ogni parte, inclusa quella attinente alle modalità possibili perché il paziente potesse autosomministrarsi il farmaco. Il parere emesso all'unanimità conferma quanto indicato nella relazione del dottor Mario Riccio, medico anestesista e consulente del collegio legale del marchigiano. "Il Tiopentone sodico e i dosaggi indicati risultano compatibili agli scopi prefissati dal signor 'Antonio'", si legge infatti. "La modalità di somministrazione è compatibile con la scelta del farmaco ed attuabile in autonomia dal signor Antonio in un contesto operativo decoroso e con effetti fisicamente non dolorosi per l'autore nel frangente del fine vita". Il Comitato Etico, denuncia però l'associazione Coscioni, raccomandava fino a poche settimane fa "di tentare di rafforzare l'assistenza e le cure palliative e lo scorso luglio aveva comunicato parere negativo alla richiesta di Antonio, parere che attualmente conferma con una nota. È bene ricordare che, a seguito di tale raccomandazione da parte del Cerm, Antonio non ha ricevuto dall'Asur nessuno degli interventi raccomandati. Interventi che, in ogni caso, Antonio accetterebbe solo allo scopo di un miglioramento della sua attuale qualità della vita ma che, come da lui stesso dichiarato, non modificherebbero la sua intenzione di procedere con il suicidio assistito. Ricordiamo, inoltre, che il Comitato Etico è chiamato a esprimersi solo sulla presenza o meno delle condizioni per poter accedere al suicidio assistito e che il suo parere non è vincolante. Ci auguriamo - conclude l'avvocata Gallo -, comunque, che l'Asur Marche fornisca tutti gli interventi indicati dal Comitato Etico fino al giorno in cui Antonio deciderà di procedere con il suicidio assistito". Alla notizia della relazione, il tetraplegico marchigiano ha dichiarato: "Stavo per riprendere i contatti con la struttura svizzera che avevo contattato prima di questo percorso. Ma oggi, alla notizia della conferma del farmaco e delle modalità che potrò seguire, sono felice di poter avere vicino i miei cari qui con me, a casa mia fino all'ultimo momento. Inizio ora a predisporre ogni cosa al fine di procedere in tempi brevi con il suicidio assistito".

Chiamate al numero bianco

Marco Cappato

Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni

Per una buona notizia che arriva, raramente, in merito al fine vita, sono tante, tantissime le richieste di chi vorrebbe accedere legalmente alle procedure per mettere fine alle proprie sofferenze e non sa come muoversi. L'associazione Luca Coscioni parla di circa 400 chiamate che mensilmente arrivano al Numero Bianco, la infoline gratuita che mira a informare i cittadini sui propri diritti in materia. Al numero 06 9931 3409 arriva una media di 13 telefonate al giorno. L'infoline è nata nel marzo del 2021 in collaborazione con Valeria Imbrogno, psicologa e vedova di Fabiano Antoniani (Dj Fabo). "Oltre 20 professionisti e volontari rispondono da tutta Italia a domande sulle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat) e il testamento biologico, sulle cure palliative, sull'interruzione delle terapie e sull'eutanasia", spiega l'Associazione. Insomma la necessità, in Italia è forte, il bisogno c'è. Ma al momento le risposte che arrivano dalla sanità pubblica sono più uniche che rare, mentre dalla politica tutto tace.