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Home » Attualità » Ferrieri Caputi: “L’arbitro sta antipatico a tutti: che sia maschio o femmina, non cambia”

Ferrieri Caputi: “L’arbitro sta antipatico a tutti: che sia maschio o femmina, non cambia”

Prima la Coppa Italia, poi la selezione tra i direttori di gara della Serie A, prima donna ad esserci mai riuscita. Il debutto è rinviato, ma ormai la storia è stata fatta

Marianna Grazi
13 Agosto 2022
Maria Sole Ferrieri Caputi

Maria Sole Ferrieri Caputi

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Dopo Sampdoria-Reggina di Coppa Italia dirigerà Modena-Frosinone, in Serie B, nella partita serale di sabato 13 agosto. Ma per Maria Sole Ferrieri Caputi il debutto nella massima serie è solo rinviato. Sarà infatti la livornese la prima donna ad arbitrare nella Serie A maschile, ma intanto la 32enne torna a ribadire quelle che, in un Paese civile, all’avanguardia sulla parità di genere, dovrebbero essere la normalità. Peccato che, sul tema, non si può certo dire che l’Italia sia avanti, anzi: “L’arbitro sta antipatico a tutti: che sia maschio o femmina, non cambia”.

La passione non assecondata

Maria Sole Ferrieri Caputi ha diretto Samp-Reggina di Coppa Italia e sabato 13 agosto dirigerà Modena-Frosinone di Serie B

“Alla base c’era la passione per il calcio – racconta Ferrieri Caputi in un’intervista a Famiglia Cristiana -. Da bambina avrei voluto giocare, ma erano altri tempi e mamma e papà non mi hanno assecondata. Quando a 16 anni ho saputo per caso del corso arbitri avevo l’età per decidere: mi sono iscritta e ho scoperto un mondo di cui mi sono innamorata, che mi ha insegnato l’impegno per raggiungere un obiettivo e la responsabilità nel decidere, cose tornate utili nello studio e nel lavoro. E poi c’è la dimensione relazionale, bella per il confronto con colleghi di generazioni diverse”. Perché chi l’ha detto che una donna, giovane per di più, ha meno capacità di un uomo nel dirigere una partita di calcio? L’antipatia per i direttori di gara, da parte dei tifosi soprattutto, è la stessa (quando non si sfocia nel sessismo, e purtroppo non è cosa rara) e anzi una donna, sempre per rimanere negli ‘stereotipi’, notoriamente la fa passare meno liscia quando si sbaglia.

Passi avanti vero la parità

E poi basta col dire che il calcio è una cosa da uomini! Lo dimostrano i recenti successi di pubblico in importanti partite nei campionati esteri, lo dimostra il seguito che hanno avuto i Campionati Europei femminili, che hanno visto trionfare la nazionale inglese; lo dimostrano, infine, la francese Stéphanie Frappart, la ruandese Salima Mukansanga e la giapponese Yoshimi Yamashita, incluse nella lista dei 36 arbitri che dirigeranno gli incontri in Qatar, a novembre e dicembre, in occasione della Coppa del Mondo. Il trio sarà affiancato da Neuza Back del Brasile, Karen Díaz Medina del Messico e Kathryn Nesbitt degli Stati Uniti, che fanno parte della lista di 69 assistenti arbitrali. Insomma, anche il mondo del pallone fa importanti passi avanti per diventare sempre più paritario. Anche in Italia si vede qualche importante novità: non solo nel settore arbitraggio, ma anche del gioco vero e proprio, con l’introduzione – tanto auspicata – del professionismo anche per le calciatrici di Serie A.

Ferrieri Caputi: “Preferisco arbitro, ma decidete voi”

Una laurea con lode in Sociologia e un lavoro come ricercatrice in un centro studi privato. Maria Sole Ferrieri Caputi ammette che all’inizio non è stato semplice, anche se la famiglia, dopo le iniziali perplessità più che altro per le preoccupazioni legate agli episodi di violenza di cui spesso si sente parlare, l’ha poi sempre sostenuta: “Quando sei giovane e non ancora formata è duro metabolizzare la violenza verbale gratuita che ti arriva dagli spalti, magari dal genitore di un giocatore tuo coetaneo. C’è tanta strada da fare in fatto di educazione”. Ma assicura che: “In campo tra i professionisti, c’è molta correttezza: l’arbitro si rispetta. Nelle categorie regionali o provinciali la reazione all’espulsione capita. Dalle tribune, invece, qualche insulto sui generis arriva a tutti i livelli”. Maria Sole analizza le differenze nell’arbitrare incontri maschili e femminili: “Nella percezione del ruolo – dice, non ci sono differenze – l’arbitro sta un po’ antipatico a tutti. Le partite femminili hanno in area episodi più imprevedibili, in quelle maschili la velocità rende difficile valutare in tempo reale, per fortuna a questo livello la Var aiuta”. Infine sulla scelta linguistica tra “arbitra o arbitro” lascia aperte le porte: “Decidete voi, preferisco arbitro, ma le mie priorità sono altre”.

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Instagram

  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
Dopo Sampdoria-Reggina di Coppa Italia dirigerà Modena-Frosinone, in Serie B, nella partita serale di sabato 13 agosto. Ma per Maria Sole Ferrieri Caputi il debutto nella massima serie è solo rinviato. Sarà infatti la livornese la prima donna ad arbitrare nella Serie A maschile, ma intanto la 32enne torna a ribadire quelle che, in un Paese civile, all'avanguardia sulla parità di genere, dovrebbero essere la normalità. Peccato che, sul tema, non si può certo dire che l'Italia sia avanti, anzi: "L'arbitro sta antipatico a tutti: che sia maschio o femmina, non cambia".

La passione non assecondata

Maria Sole Ferrieri Caputi ha diretto Samp-Reggina di Coppa Italia e sabato 13 agosto dirigerà Modena-Frosinone di Serie B
"Alla base c'era la passione per il calcio - racconta Ferrieri Caputi in un'intervista a Famiglia Cristiana -. Da bambina avrei voluto giocare, ma erano altri tempi e mamma e papà non mi hanno assecondata. Quando a 16 anni ho saputo per caso del corso arbitri avevo l'età per decidere: mi sono iscritta e ho scoperto un mondo di cui mi sono innamorata, che mi ha insegnato l'impegno per raggiungere un obiettivo e la responsabilità nel decidere, cose tornate utili nello studio e nel lavoro. E poi c'è la dimensione relazionale, bella per il confronto con colleghi di generazioni diverse". Perché chi l'ha detto che una donna, giovane per di più, ha meno capacità di un uomo nel dirigere una partita di calcio? L'antipatia per i direttori di gara, da parte dei tifosi soprattutto, è la stessa (quando non si sfocia nel sessismo, e purtroppo non è cosa rara) e anzi una donna, sempre per rimanere negli 'stereotipi', notoriamente la fa passare meno liscia quando si sbaglia.

Passi avanti vero la parità

E poi basta col dire che il calcio è una cosa da uomini! Lo dimostrano i recenti successi di pubblico in importanti partite nei campionati esteri, lo dimostra il seguito che hanno avuto i Campionati Europei femminili, che hanno visto trionfare la nazionale inglese; lo dimostrano, infine, la francese Stéphanie Frappart, la ruandese Salima Mukansanga e la giapponese Yoshimi Yamashita, incluse nella lista dei 36 arbitri che dirigeranno gli incontri in Qatar, a novembre e dicembre, in occasione della Coppa del Mondo. Il trio sarà affiancato da Neuza Back del Brasile, Karen Díaz Medina del Messico e Kathryn Nesbitt degli Stati Uniti, che fanno parte della lista di 69 assistenti arbitrali. Insomma, anche il mondo del pallone fa importanti passi avanti per diventare sempre più paritario. Anche in Italia si vede qualche importante novità: non solo nel settore arbitraggio, ma anche del gioco vero e proprio, con l'introduzione - tanto auspicata - del professionismo anche per le calciatrici di Serie A.

Ferrieri Caputi: "Preferisco arbitro, ma decidete voi"

Una laurea con lode in Sociologia e un lavoro come ricercatrice in un centro studi privato. Maria Sole Ferrieri Caputi ammette che all'inizio non è stato semplice, anche se la famiglia, dopo le iniziali perplessità più che altro per le preoccupazioni legate agli episodi di violenza di cui spesso si sente parlare, l'ha poi sempre sostenuta: "Quando sei giovane e non ancora formata è duro metabolizzare la violenza verbale gratuita che ti arriva dagli spalti, magari dal genitore di un giocatore tuo coetaneo. C'è tanta strada da fare in fatto di educazione". Ma assicura che: "In campo tra i professionisti, c'è molta correttezza: l'arbitro si rispetta. Nelle categorie regionali o provinciali la reazione all'espulsione capita. Dalle tribune, invece, qualche insulto sui generis arriva a tutti i livelli". Maria Sole analizza le differenze nell'arbitrare incontri maschili e femminili: "Nella percezione del ruolo - dice, non ci sono differenze - l'arbitro sta un po' antipatico a tutti. Le partite femminili hanno in area episodi più imprevedibili, in quelle maschili la velocità rende difficile valutare in tempo reale, per fortuna a questo livello la Var aiuta". Infine sulla scelta linguistica tra "arbitra o arbitro" lascia aperte le porte: "Decidete voi, preferisco arbitro, ma le mie priorità sono altre".
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