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Home » Attualità » Arrestato lo stalker della pallavolista azzurra Alessia Orro: “Non abbiate paura di denunciare”

Arrestato lo stalker della pallavolista azzurra Alessia Orro: “Non abbiate paura di denunciare”

La palleggiatrice era stata vittima dello stesso aggressore in passato, tanto che nel 2019 il professionista di Novara era finito ai domiciliari. La giovane si sfoga sui social: "È stato doloroso riaprire una vecchia ferita, ma sono estremamente felice che tutto questo per ora sia finito"

Marianna Grazi
11 Aprile 2022
Alessia Orro-Vero Volley Monza

Arrestato lo stalker di Alessia Orro, 23 anni, palleggiatrice della Vero Volley Monza

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Alessia Orro con la maglia azzurra alle Olimpiadi di Rio 2016. La 23enne stata vittima di uno stalker per due volte, fino all’arresto di questo nei giorni scorsi

Forse l’incubo ha una fine: è stato arrestato lo stalker della pallavolista azzurra Alessia Orro. Lui, Angelo Persico, impiegato di banca 55enne di Novara, è convinto che la palleggiatrice della Vero Volley Monza e della nazionale, 23 anni sia “la donna della sua vita” per questo la perseguita in modo ossessivo. Nel 2019 l’uomo finisce ai domiciliari con l’accusa di atti persecutori nei confronti della giocatrice, che in quel periodo milita nella squadra di Busto Arsizio (Varese). Persico patteggia una condanna a un anno e 8 mesi, poi, una volta libero, torna a colpire. Per questo ieri, domenica 10 aprile, l’uomo è stato fermato nuovamente con l’accusa di stalking.

Lo sfogo sui social: “Il passato torna nel presente”

Alessia Orro, 23 anni, pallavolista azzurra, ha denunciato uno stalker che la perseguitava da anni e invita i giovani a seguire il suo esmpio

“Vorrei dare l’esempio non solo dentro il campo, ma anche e sopratutto fuori, aiutare tutte le persone che hanno o stanno passando questo momento difficile come è successo a me in passato e in questo ultimo periodo..”. Lo scrive sui suoi account social la 23enne, nata a Oristano, campionessa europea lo scorso anno con la nazionale azzurra. Di nuovo perseguitata dall’uomo che in passato l’aveva seguita e minacciata, di nuovo costretta a denunciarlo fino all’arresto di domenica scorsa. A dare la notizia è stato il comando dei Carabinieri di Monza, spiegando di aver arrestato il 55enne “in flagranza di reato per atti persecutori“. Alessia Orro si è trovata di nuovo catapultata nell’incubo in cui era finita anni fa, ma nonostante tutto ha trovato la forza e il coraggio di opporsi e invita chi, come lei, sta vivendo quella situazione di terrore e ossessione, a denunciare. “Ragazzi e ragazze non abbiate paura di denunciare, la violenza, in qualsiasi forma essa sia, non va assolutamente sottovalutata. Siate coraggiosi, perché io in prima persona so benissimo quanto possa essere difficile, sopratutto quando ti rendi conto che il passato potrebbe tornare nel presente, ma vi posso assicurare che sarebbe ancora più difficile affrontarlo da soli!”. Trovarsi a rivivere quelle emozioni, quelle paure, anche per Alessia non è stato facile: “È stato doloroso riaprire una vecchia ferita, ma sono estremamente felice che tutto questo per ora sia finito. Grazie per sostenermi sempre”.

 

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Le indagini

Alessia Orro-Vero Volley Monza
Alessia Orro milita nella Vero Volley Monza. La società le è stata sempre accanto negli ultimi tempi difficili per via delle persecuzioni continue da parte dello stalker della 23enne

È stata la stessa palleggiatrice del Vero Volley a far scattare le indagini su Angelo Persico, denunciando ai Carabinieri locali di essere finita di nuovo nel mirino dell’uomo già arrestato tre anni fa. La procedura seguita dallo stalker era sempre la stessa: messaggi sui social, appostamenti durante le gare e fuori dagli allenamenti. I militari, infatti, hanno intercettato mercoledì scorso l’auto dell’uomo proprio al palazzetto di Monza, dopodiché è scattato l’arresto.
Orro, nel lungo post sui social, ha ringraziato le forze dell’ordine “che mi hanno protetta in questo cammino”, il club di Monza che “mi ha sostenuta e aiutata ad affrontare questo brutto episodio, tutelandomi in ogni situazione”. La stessa società, in una nota, nel congratularsi con i carabinieri, ha sottolineato “siamo orgogliosi di Alessia, che ancora una volta ha dimostrato la sua personalità e tutto il suo valore anche come persona denunciando la situazione e affidandosi tempestivamente ai Carabinieri per la sua tutela e la soluzione del caso. Siamo convinti che il suo esempio sarà di insegnamento per tutte e verrà seguito da tante tra le persone che, purtroppo, ancora oggi si sentono minacciate o subiscono violenze, di qualunque genere queste siano”.

Reato di stalking

Quello di stalking (o atti persecutori) è un reato disciplinato dall’ordinamento penale italiano con il Decreto Legge 11/2009, che ha introdotto nel codice penale l’articolo 612-bis. Il reato, in pratica, consiste nell’attuazione di condotte persecutorie ripetute da part di un soggetto, denominato stalker, che incidono sulle abitudini di vita della vittima o generano un grave stato di ansia o di paura. Lo stalking è punito, salvo che il fatto costituisca un reato più grave, con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi; la pena invece aumenta se la condotta è messa in atto dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla vittima, oppure se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici. Da luglio 2021 la Corte di Cassazione ha stabilito che lo stalking non venga più considerato un’aggravante dei femminicidi. Una decisione che ha diviso la platea di esperti, convinti da una parte che l’assassinio di una donna costituisca di per sé un reato talmente grave da assorbire tutti gli atti precedenti all’omicidio stesso, dall’altra che invece non vengano tenuti in conto così i diritti delle donne che spesso finiscono vittime di violenza.

Da che parte stia la verità è difficile dirlo, ma quello che è certo è che, prendendo spunto dal caso di Alessia Orro, bisognerà sempre più tutelare le ragazze, le donne, che sono ancora viste esclusivamente come oggetto del desiderio maschile.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Alessia Orro con la maglia azzurra alle Olimpiadi di Rio 2016. La 23enne stata vittima di uno stalker per due volte, fino all'arresto di questo nei giorni scorsi
Forse l'incubo ha una fine: è stato arrestato lo stalker della pallavolista azzurra Alessia Orro. Lui, Angelo Persico, impiegato di banca 55enne di Novara, è convinto che la palleggiatrice della Vero Volley Monza e della nazionale, 23 anni sia "la donna della sua vita" per questo la perseguita in modo ossessivo. Nel 2019 l'uomo finisce ai domiciliari con l'accusa di atti persecutori nei confronti della giocatrice, che in quel periodo milita nella squadra di Busto Arsizio (Varese). Persico patteggia una condanna a un anno e 8 mesi, poi, una volta libero, torna a colpire. Per questo ieri, domenica 10 aprile, l'uomo è stato fermato nuovamente con l'accusa di stalking.

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"Vorrei dare l’esempio non solo dentro il campo, ma anche e sopratutto fuori, aiutare tutte le persone che hanno o stanno passando questo momento difficile come è successo a me in passato e in questo ultimo periodo..". Lo scrive sui suoi account social la 23enne, nata a Oristano, campionessa europea lo scorso anno con la nazionale azzurra. Di nuovo perseguitata dall'uomo che in passato l'aveva seguita e minacciata, di nuovo costretta a denunciarlo fino all'arresto di domenica scorsa. A dare la notizia è stato il comando dei Carabinieri di Monza, spiegando di aver arrestato il 55enne "in flagranza di reato per atti persecutori". Alessia Orro si è trovata di nuovo catapultata nell'incubo in cui era finita anni fa, ma nonostante tutto ha trovato la forza e il coraggio di opporsi e invita chi, come lei, sta vivendo quella situazione di terrore e ossessione, a denunciare. "Ragazzi e ragazze non abbiate paura di denunciare, la violenza, in qualsiasi forma essa sia, non va assolutamente sottovalutata. Siate coraggiosi, perché io in prima persona so benissimo quanto possa essere difficile, sopratutto quando ti rendi conto che il passato potrebbe tornare nel presente, ma vi posso assicurare che sarebbe ancora più difficile affrontarlo da soli!". Trovarsi a rivivere quelle emozioni, quelle paure, anche per Alessia non è stato facile: "È stato doloroso riaprire una vecchia ferita, ma sono estremamente felice che tutto questo per ora sia finito. Grazie per sostenermi sempre".
 
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Alessia Orro-Vero Volley Monza
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È stata la stessa palleggiatrice del Vero Volley a far scattare le indagini su Angelo Persico, denunciando ai Carabinieri locali di essere finita di nuovo nel mirino dell'uomo già arrestato tre anni fa. La procedura seguita dallo stalker era sempre la stessa: messaggi sui social, appostamenti durante le gare e fuori dagli allenamenti. I militari, infatti, hanno intercettato mercoledì scorso l'auto dell'uomo proprio al palazzetto di Monza, dopodiché è scattato l'arresto. Orro, nel lungo post sui social, ha ringraziato le forze dell'ordine "che mi hanno protetta in questo cammino", il club di Monza che "mi ha sostenuta e aiutata ad affrontare questo brutto episodio, tutelandomi in ogni situazione". La stessa società, in una nota, nel congratularsi con i carabinieri, ha sottolineato "siamo orgogliosi di Alessia, che ancora una volta ha dimostrato la sua personalità e tutto il suo valore anche come persona denunciando la situazione e affidandosi tempestivamente ai Carabinieri per la sua tutela e la soluzione del caso. Siamo convinti che il suo esempio sarà di insegnamento per tutte e verrà seguito da tante tra le persone che, purtroppo, ancora oggi si sentono minacciate o subiscono violenze, di qualunque genere queste siano".

Reato di stalking

Quello di stalking (o atti persecutori) è un reato disciplinato dall’ordinamento penale italiano con il Decreto Legge 11/2009, che ha introdotto nel codice penale l’articolo 612-bis. Il reato, in pratica, consiste nell'attuazione di condotte persecutorie ripetute da part di un soggetto, denominato stalker, che incidono sulle abitudini di vita della vittima o generano un grave stato di ansia o di paura. Lo stalking è punito, salvo che il fatto costituisca un reato più grave, con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi; la pena invece aumenta se la condotta è messa in atto dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla vittima, oppure se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici. Da luglio 2021 la Corte di Cassazione ha stabilito che lo stalking non venga più considerato un'aggravante dei femminicidi. Una decisione che ha diviso la platea di esperti, convinti da una parte che l'assassinio di una donna costituisca di per sé un reato talmente grave da assorbire tutti gli atti precedenti all'omicidio stesso, dall'altra che invece non vengano tenuti in conto così i diritti delle donne che spesso finiscono vittime di violenza. Da che parte stia la verità è difficile dirlo, ma quello che è certo è che, prendendo spunto dal caso di Alessia Orro, bisognerà sempre più tutelare le ragazze, le donne, che sono ancora viste esclusivamente come oggetto del desiderio maschile.
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