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Portogallo, assorbenti gratis per le donne a basso reddito: la proposta contro la povertà mestruale

Il progetto pilota del Partito animalista ed ecologista è stato approvato durante la discussione per il bilancio dello Stato per il 2023. Ora si punta a eliminare la Pink Tax

di MARIANNA GRAZI -
2 dicembre 2022
iva assorbenti

iva assorbenti

Quanto costa essere donne? Più nello specifico, donne in età riproduttiva, che ogni mese hanno quell'appuntamento fisso chiamato ciclo mestruale. Ogni giorno, in tutto il mondo, sono più di 300 milioni le persone che hanno le mestruazioni, ma a 'problema' - chiamiamolo così - comune, la risposta cambia, da donna a donna. Anche e soprattutto per questioni economiche. Perché in molte parti del mondo, ironia della sorte, il ciclo è ancora un lusso. E se in Italia si va avanti, a piccoli passi, verso l'azzeramento dell'Iva sui prodotti per l'igiene femminile (assorbenti e affini sono ora tassati al 10% ma con la prossima Legge di Bilancio l'aliquota scenderà al 5%), in Portogallo è stata lanciato un progetto pilota che punta ad aiutare tutte coloro che, loro malgrado, sono costrette a convivere con il ciclo, ma non possono permetterselo, economicamente parlando.

Assorbenti gratis per le donne a basso reddito

Prodotti igienici femminili

In Scozia i prodotti igienici femminili saranno disponibili gratuitamente in molti luoghi pubblici

Durante la discussione, in Parlamento, del bilancio dello Stato per il 2023 è stata infatti accettata la proposta avanzata dal Pan, partito animalista ed ecologista, che prevede la distribuzione di assorbenti gratuiti per le persone a basso reddito, in modo da far fronte alla "povertà mestruale" di chi ha difficoltà ad avere accesso a questi prodotti e a servizi igienici adeguati. Respinta, invece, l'iniziativa parlamentare del Bloco de Esquerda, che chiedeva di garantire assorbenti e tampax gratuiti nei centri sanitari, nelle scuole, nelle carceri e tra le persone socialmente escluse. Il governo portoghese però si impegna anche sul fronte della sensibilizzazione: insieme ad associazioni pubbliche e organizzazioni istituzionali punta a diffondere informazioni su una corretta igiene intima, per contrastare la sempre presente disinformazione sul tema ma soprattutto i tabù che circondano ancora le mestruazioni. Per la proposta della sinistra è ancora troppo presto, forse, ma il Portogallo si appresta a compiere almeno un passo in avanti in termini di parità e di giustizia sociale sul modello illustre della Scozia, che già nel 2020 è stato il primo Stato al mondo ad aver approvato la Period Products (Free Provision) Scotland Bill, entrata in vigore pochi mesi fa dopo un lungo iter legislativo. Ora infatti nel Paese i prodotti igienici femminili sono distribuiti gratuitamente nei luoghi pubblici selezionati, che possono essere scuole, università, biblioteche e farmacie. Insomma lì la dignità mestruale è stata pienamente sdoganata, altrove invece sono ancora troppe le persone che lottano contro la "povertà mestruale" e contro gli stereotipi sul ciclo mestruale.

Verso la cancellazione della Pink Tax

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La Pink Tax è il sovrapprezzo pagato dalle donne per i prodotti di igiene e cura personale rispetto agli stessi prodotti e servizi per uomo 

Inoltre, nel 2023, il Parlamento avvierà uno studio sulla cosiddetta "Pink Tax", ossia il sovrapprezzo pagato dalle consumatrici per i prodotti e i servizi dedicati a loro: da uno studio governativo statunitense, che ha analizzato 800 prodotti - di quasi 100 marchi differenti - è emerso che deodoranti e rasoi, ad esempio, alle donne costano il 13% in più rispetto agli uomini. L'obiettivo, ha spiegato il Pan, è "stimare le differenze di prezzo che gli acquirenti di sesso maschile e femminile devono affrontare quando acquistano prodotti con caratteristiche simili". Anche perché, al momento, a farne le spese sono le donne, discriminate dalle stesse leggi di mercato. Nel report si evidenzia infatti che "le donne stanno pagando migliaia di dollari in più nel corso della loro vita". Motivo per cui anche l'Onu ha invitato i Paesi a fare tutto il possibile per eliminare l'onerosa tassa e garantire alle donne un accesso pieno ed equo alla partecipazione economica. Il che risulta già più difficile per la platea femminile, viste le disuguaglianze presenti anche a livello salariale con i colleghi maschi (stando al Global Gender Gap 2022, pubblicato dal World Economic Forum, tra i Paesi dell'Ue le lavoratrici guadagnano il 13% in meno).