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Home » Attualità » Bambino autistico deriso dalle maestre, la mamma ha paura di portare Luca a scuola: “Odio contro di lui”

Bambino autistico deriso dalle maestre, la mamma ha paura di portare Luca a scuola: “Odio contro di lui”

Il piccolo di 6 anni è stato preso in giro dalle insegnanti in un gruppo su WhatsApp creato apposta per sparlare di lui. La madre: "Intolleranza nei suoi confronti, chiedo aiuto a chi può farlo"

Remy Morandi
7 Aprile 2022
Bambino autistico deriso dalle maestre, la mamma ha paura di portare Luca a scuola: "Odio contro di lui"

Bambino autistico deriso dalle maestre, la mamma ha paura di portare Luca a scuola: "Odio contro di lui"

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La mamma di Luca, il bambino autistico deriso dalle maestre a Roma, è sconvolta e ora ha paura di portarlo a scuola. Il suo piccolo, 6 anni, è stato infatti preso in giro e insultato – secondo la denuncia dell’associazione ‘La battaglia di Andrea’ che si occupa di diritti per i disabili – dalle insegnanti di ruolo e di sostegno in una scuola primaria della Capitale. Le maestre hanno creato una chat di gruppo su WhatsApp per parlar male del piccolo Luca, e avrebbero addirittura gioito ed esultato quando il bimbo è stato costretto a rimanere a casa dopo aver preso il Covid-19.

La mamma di Luca, il bambino autistico deriso dalle maestre a Roma, ora ha paura di riportarlo a scuola: “Contro di lui parole d’odio”

Bambino autistico deriso, la mamma: “Ho paura di portarlo a scuola”

Oggi la mamma di Luca ha rilasciato una dichiarazione all’associazione ‘La battaglia di Andrea’, la stessa che aveva contattato per denunciare quanto accaduto al figlio: “Luca ha bisogno di andare a scuola – ha dichiarato la mamma -, ha bisogno di stare insieme con gli altri bambini e adesso è costretto a stare in casa, con il rischio di una grave regressione”. “Adesso – prosegue la madre – ho paura di portarlo lì. La mia paura non nasce adesso dal fatto che ho avuto il coraggio di urlare, ho paura da quando ho letto quei messaggi e ascoltato quegli audio carichi di odio nei confronti di mio figlio. Non posso lasciare mio figlio nelle mani di chi dice questo di lui”.

La madre di Luca: “Intolleranza nei suoi confronti, chiedo aiuto a chi può farlo”

Nella dichiarazione rilasciata all’associazione ‘La battaglia di Andrea’ la madre di Luca fa sapere che “quei messaggi mi stanno forse facendo capire tante cose e tra queste probabilmente anche l’incuria, dovuta forse all’intolleranza nei suoi confronti. Chiedo aiuto alle istituzioni – lancia l’appello la mamma del bambino -, chiedo aiuto a chi può farlo, sono una mamma spaventata di un cucciolo che vuole vivere la sua normalità quotidiana, vogliamo che frequenti la scuola in tranquillità”.

Asia Maraucci
Asia Maraucci, la presidente dell’associazione La battaglia di Andrea: “Se dovesse corrispondere a verità, sarebbe un epidosio gravissimo”

La storia di Luca, il bambino autistico deriso dalle maestre

La notizia di Luca è stata diffusa la sera di martedì 5 aprile, i fatti risalgono alla fine del mese di marzo. Secondo la denuncia esposta da ‘La battaglia di Andrea’, associazione napoletana che lotta per i diritti dei disabili, un bambino autistico di 6 anni è stato deriso da alcune sue maestre, che hanno creato su WhatsApp un gruppo appositamente per parlar male di lui. Le insegnanti di ruolo e di sostegno del piccolo avrebbero pure gioito quando Luca è stato costretto a restare a casa dopo aver preso il Covid-19. È stata un’operatrice educativa per l’autonomia, consapevole dell’esistenza di quel gruppo, a denunciare il tutto alla madre. La mamma di Luca si è quindi appellata all’associazione per chiedere aiuto: “Mi fece leggere questi messaggi – ha detto la mamma a ‘La battaglia di Andrea’ -, rimasi sconvolta e incredula. Mi sono recata subito a scuola per chiedere informazioni, ma l’insegnante di sostegno si è rifiutata di rispondermi”. Sull’accaduto è intervenuta quindi la presidente dell’associazione, Asia Maraucci, che ha dichiarato: “Siamo certi che la scuola chiarirà la situazione e soprattutto siamo certi che gli organi competenti faranno il proprio dovere, soprattutto per il bene del piccolo”.

La ministra per le Disabilità Erika Stefani, 50 anni

La ministra per le disabilità Stefani: “Provvedimenti esemplari”

Sulla storia del piccolo Luca è intervenuta con un post su Facebook anche la ministra per le Disabilità, Erika Stefani, 50 anni. “I giornali – ha scritto la ministra – denunciano una vicenda grave ai danni di un bambino di 6 anni con disturbi dello spettro autistico. Qualora dovessero essere confermate le accuse nei confronti di insegnanti che a Roma avrebbero deriso il bimbo in una chat WhatsApp, saremmo di fronte a un clima inaccettabile e a comportamenti che offendono la persona, arrecando danni anche a coloro che ogni giorno lavorano nel mondo della scuola con dedizione, accompagnando gli alunni con disabilità nei percorsi di studio”. La ministra Stefani ha quindi tenuto a sottolineare che “le parole sono importanti” e che “hanno delle conseguenze”. “Perciò – si legge in conclusione del post su Facebook – ci attendiamo chiarimenti sui fatti che, se confermati, comporterebbero provvedimenti esemplari“.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
La mamma di Luca, il bambino autistico deriso dalle maestre a Roma, è sconvolta e ora ha paura di portarlo a scuola. Il suo piccolo, 6 anni, è stato infatti preso in giro e insultato - secondo la denuncia dell'associazione 'La battaglia di Andrea' che si occupa di diritti per i disabili - dalle insegnanti di ruolo e di sostegno in una scuola primaria della Capitale. Le maestre hanno creato una chat di gruppo su WhatsApp per parlar male del piccolo Luca, e avrebbero addirittura gioito ed esultato quando il bimbo è stato costretto a rimanere a casa dopo aver preso il Covid-19.
La mamma di Luca, il bambino autistico deriso dalle maestre a Roma, ora ha paura di riportarlo a scuola: "Contro di lui parole d'odio"

Bambino autistico deriso, la mamma: "Ho paura di portarlo a scuola"

Oggi la mamma di Luca ha rilasciato una dichiarazione all'associazione 'La battaglia di Andrea', la stessa che aveva contattato per denunciare quanto accaduto al figlio: "Luca ha bisogno di andare a scuola - ha dichiarato la mamma -, ha bisogno di stare insieme con gli altri bambini e adesso è costretto a stare in casa, con il rischio di una grave regressione". "Adesso - prosegue la madre - ho paura di portarlo lì. La mia paura non nasce adesso dal fatto che ho avuto il coraggio di urlare, ho paura da quando ho letto quei messaggi e ascoltato quegli audio carichi di odio nei confronti di mio figlio. Non posso lasciare mio figlio nelle mani di chi dice questo di lui".

La madre di Luca: "Intolleranza nei suoi confronti, chiedo aiuto a chi può farlo"

Nella dichiarazione rilasciata all'associazione 'La battaglia di Andrea' la madre di Luca fa sapere che "quei messaggi mi stanno forse facendo capire tante cose e tra queste probabilmente anche l'incuria, dovuta forse all'intolleranza nei suoi confronti. Chiedo aiuto alle istituzioni - lancia l'appello la mamma del bambino -, chiedo aiuto a chi può farlo, sono una mamma spaventata di un cucciolo che vuole vivere la sua normalità quotidiana, vogliamo che frequenti la scuola in tranquillità".
Asia Maraucci
Asia Maraucci, la presidente dell'associazione La battaglia di Andrea: "Se dovesse corrispondere a verità, sarebbe un epidosio gravissimo"

La storia di Luca, il bambino autistico deriso dalle maestre

La notizia di Luca è stata diffusa la sera di martedì 5 aprile, i fatti risalgono alla fine del mese di marzo. Secondo la denuncia esposta da 'La battaglia di Andrea', associazione napoletana che lotta per i diritti dei disabili, un bambino autistico di 6 anni è stato deriso da alcune sue maestre, che hanno creato su WhatsApp un gruppo appositamente per parlar male di lui. Le insegnanti di ruolo e di sostegno del piccolo avrebbero pure gioito quando Luca è stato costretto a restare a casa dopo aver preso il Covid-19. È stata un'operatrice educativa per l'autonomia, consapevole dell'esistenza di quel gruppo, a denunciare il tutto alla madre. La mamma di Luca si è quindi appellata all'associazione per chiedere aiuto: "Mi fece leggere questi messaggi - ha detto la mamma a 'La battaglia di Andrea' -, rimasi sconvolta e incredula. Mi sono recata subito a scuola per chiedere informazioni, ma l'insegnante di sostegno si è rifiutata di rispondermi". Sull'accaduto è intervenuta quindi la presidente dell'associazione, Asia Maraucci, che ha dichiarato: "Siamo certi che la scuola chiarirà la situazione e soprattutto siamo certi che gli organi competenti faranno il proprio dovere, soprattutto per il bene del piccolo".
La ministra per le Disabilità Erika Stefani, 50 anni

La ministra per le disabilità Stefani: "Provvedimenti esemplari"

Sulla storia del piccolo Luca è intervenuta con un post su Facebook anche la ministra per le Disabilità, Erika Stefani, 50 anni. "I giornali - ha scritto la ministra - denunciano una vicenda grave ai danni di un bambino di 6 anni con disturbi dello spettro autistico. Qualora dovessero essere confermate le accuse nei confronti di insegnanti che a Roma avrebbero deriso il bimbo in una chat WhatsApp, saremmo di fronte a un clima inaccettabile e a comportamenti che offendono la persona, arrecando danni anche a coloro che ogni giorno lavorano nel mondo della scuola con dedizione, accompagnando gli alunni con disabilità nei percorsi di studio". La ministra Stefani ha quindi tenuto a sottolineare che "le parole sono importanti" e che "hanno delle conseguenze". "Perciò - si legge in conclusione del post su Facebook - ci attendiamo chiarimenti sui fatti che, se confermati, comporterebbero provvedimenti esemplari".
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