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Home » Attualità » Juno, il barboncino “punk” che accoglie i bambini profughi dall’Ucraina (e li fa sorridere)

Juno, il barboncino “punk” che accoglie i bambini profughi dall’Ucraina (e li fa sorridere)

Alla stazione ferroviaria di Varsavia, in Polonia, un volontario ha portato il suo cane per strappare un sorriso ai piccoli rifugiati ucraini: "Arrivano con un'espressione vuota, ma quando vedono Juno la luce risplende nei loro occhi"

Remy Morandi
24 Aprile 2022
Juno, il barboncino che accoglie i profughi ucraini alla stazione ferroviaria di Varsavia

Juno, il barboncino che accoglie i profughi ucraini alla stazione ferroviaria di Varsavia

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Alla stazione ferroviaria di Varsavia, in Polonia, un ospite speciale attende i bambini profughi che arrivano dall’Ucraina. Si chiama Juno, è un barboncino di 8 anni, definito “punk” dal suo proprietario per il ciuffo fucsia che ha in testa. Il suo proprietario si chiama Lars Whelan, e il signore fa il volontario alla stazione ferroviaria per coordinare l’arrivo dei tanti rifugiati che ogni giorno scappano dalla guerra. Visto che i profughi che arrivano in Polonia sono per lo più donne, ma soprattutto bambini, Lars Whelan ha deciso di fare qualcosa di più per quei rifugiati. Ha deciso di strappargli un sorriso, portando il suo piccolo cane bianco con il ciuffo fucsia alla stazione e far così divertire i piccoli profughi.

Juno, il barboncino “punk” che accoglie i bambini profughi dall’Ucraina alla stazione ferroviaria di Varsavia (Foto Lars Whelan)

Lars Whelan, 48 anni, americano, è un viaggiatore. Ex capitano di una nave, ha sempre portato in giro per il mondo il suo barboncino. A Independent ha raccontato di aver visitato oltre 30 Paesi in tutto il Pianeta con Juno, ma mai si era ritrovato in una situazione simile a quella che sta vivendo ora in Polonia. Eppure, nonostante la tragica situazione, il volontario alla stazione ferroviaria di Varsavia è riuscito, grazie a Juno, a strappare un sorriso a tanti piccoli profughi.

All’agenzia stampa PA il proprietario Lars Whelan ha raccontato: “Juno si siede in giro per la stazione, i bambini si avvicinano, lo vogliono tenere in braccio e accarezzarlo. Fa davvero una grande differenza per loro. Ci sono molti ragazzi che hanno viaggiato anche per due giorni, non hanno idea di dove stiano andando. Non sanno nemmeno dove sono. Non capiscono cosa dicono gli altri perché parlano ucraino e qui la gente parla polacco”.

I bambini ucraini si divertono con Juno, il barboncino con il ciuffo fucsia alla stazione ferroviaria di Varsavia, in Polonia (Foto di Lars Whelan)

“I bambini che arrivano qui hanno un’espressione vuota sul viso”, ha continuato a raccontare Lars Whelan, il proprietario del barboncino. “Juno è davvero brava a illuminare questi bambini, a farli sorridere e a far splendere un po’ di luce nei loro occhi”. E le tantissime foto che Lars Whelan ha condiviso su Facebook lo dimostrano.

Una mamma ucraina fa vedere Juno a sua figlia (Foto di Lars Whelan)

Il signor Whelan, nato a Boston ma originario di Hollywood, ha viaggiato in tutto il mondo con Juno. E così, dopo che è iniziata la guerra in Ucraina, ha deciso di andare in Polonia ad aiutare i rifugiati. E come per tutti gli altri viaggi, si è portato dietro Juno. Preoccupato però per il cane e avendo paura che tutta quella confusione potesse dargli fastidio, il volontario della stazione di Varsavia aveva già contattato degli amici in Europa per lasciare a loro Juno. Ma alla fine il signor Whelan si è reso conto che al barboncino non dava noia stare in stazione a farsi coccolare e accarezzare da tutti quei bambini, da tutte quelle persone. Sì perché Juno è diventato anche fonte di felicità anche per gli adulti. E anche questa volta, le foto di Lars Whelan lo dimostrano.

Una signora emozionata tiene in braccio il barboncino alla stazione ferroviaria di Varsavia (Foto di Lars Whelan)

“Mercoledì mattina sono stato tutto il giorno al telefono – ha raccontato il signor Whelan all’agenzia stampa PA -. E a un tratto (Juno, ndr) si è infastidita. Ho provato a darle dell’acqua ma nulla. Voleva andare dai bambini. Così l’ho portata a fare un giro e alla fine si è calmata”. “Con i bambini alla stazione – ha aggiunto – è fantastico. Ci giocano, la coccolano e lei dà loro un sacco di bacini con la lingua”.

Ma Juno non è solo fonte di divertimento, può davvero aiutare una mamma o un genitore in difficoltà. “Capita che molti bambini qui piangano – ha detto il proprietario – Juno in 10 secondi riesce a farli smettere e a farli sorridere”.

Juno sorveglia l’arrivo dei profughi ucraini (Foto di Lars Whelan)

Alla domanda su come sia nata quella bizzarra acconciatura fucsia, il signor Whelan ha raccontato: “Io e la mia ex fidanzata avevamo un barboncino, e io volevo fargli una cresta. Ma lei non me lo permise mai. Così, quando ho preso Juno, ho deciso di farla diventare un barboncino ‘punk rock‘”.

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  • Premiata per i suoi importanti lavori relativi al cosiddetto "problema dell
  • “Lo considero un dono, anzi. Proprio per questo la natura mi ha dato tante altre cose, come la capacità di ascoltare in modo diverso rispetto agli altri: ho l’orecchio assoluto.”

Nemmeno 18 anni e già si sta imponendo come una delle artiste più mature e sorprendenti del panorama internazionale: è Frida Bollani, cantante, pianista e compositrice toscana. 🎶

“Sono cresciuta circondata da arte, da musica. Ho un nonno che dipinge, mia mamma fa la cantante, papà il pianista. Ho iniziato così a due anni, quasi per gioco. Lo studio del pianoforte e la professionalità sono arrivati dopo” racconta la giovane artista che ha iniziato a studiare regolarmente pianoforte classico all’età di 7 anni sotto la guida del maestro Paolo Razzuoli, che le ha insegnato la notazione musicale in braille. 

Ipovedente dalla nascita, non ha mai ritenuto la sua condizione un ostacolo.

Leggi l’intervista completa a cura di Barbara Berti ✨

#lucenews #lucelanazione #fridabollanimagoni #primotour
  • Ha dato scandalo con il primo ombelico mostrato sulla tv di Stato e con il “Tuca Tuca“. È stata la prima ad indossare un abbigliamento che oggi è classificato come “proto-glam”. Il suo caschetto biondo ha cambiato il look di milioni di donne. Con il brano “Luca” per la prima volta ha parlato di omosessualità in modo diretto e leggero, e non sorprende, quindi, se sia diventata un’icona gay internazionale. 

È Raffaella Carrà, la donna che ha lanciato inni alla sessualità, ha insegnato alle donne che avere il libero arbitrio in camera da letto non era scandaloso, con canzoni come “A far l’amore comincia tu”. 

Mentre la capitale Madrid il 6 luglio, durante la sfilata del Gay Pride, inaugurerà una piazza in sua memoria, anche l’Italia sta pensando a una piazza, a Roma, da dedicare all’artista ma nel frattempo arriva un Lungomare, quello ciclopedonale del Comune di Bellaria; oltre all’intitolazione degli studi romani di via Teulada 66, quelli in cui debuttò nel 1961 con “Tempo di danza” e dove tornò per condurre “Pronto, Raffaella?“.

Nel primo anniversario della morte di Raffaella Carrà, tante – anzi tantissime – le iniziative per ricordare l’amata conduttrice e icona dello spettacolo.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #raffaellacarra #rumore #tucatuca #afarlamorecominciatu #unannosenzaraffaella
  • “Un mare tumultuoso sta investendo l’adolescenza”, denuncia la Società italiana di pediatria. E in assenza di aiuti, di ascolto, di luoghi in cui sfogare rabbia e paura, dove approda quest’onda scura di malessere? Sul corpo. 

“Non mi piaccio, sono troppo grassa, troppo basso, ho i denti brutti, la pelle brutta, non mangio più, mi abbuffo. E più scorro i profili dei miei influencer, e meno mi piaccio”. È questo il dato più angosciante che emerge dall’edizione 2022 dell’indagine nazionale sugli stili di vita dei ragazzi italiani fra 13 e 19 anni realizzata dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD.

Fra tutti gli indicatori che mostrano il disagio post pandemia dei ragazzi, quello sulla insoddisfazione per la propria immagine fisica ha subito il rialzo più clamoroso: un adolescente su due non ama il proprio corpo. Il 59,1% dei maschi e addirittura il 77,6% delle ragazze ammette che i modelli seguiti sui social influenzano il rapporto con il proprio fisico. 

Fine del quadro a tinte fosche? No, è solo l’inizio. Ripete spesso Massimo Recalcati, star della psichiatria: attenti a non vittimizzare i bambini e i ragazzi definendoli “generazione Covid”. Farne delle vittime, spiega, non favorisce la reazione e la resilienza che i giovani invece devono avere per andare oltre le difficoltà che la vita presenta. 

Ma la ricerca presentata e illustrata dagli esperti dimostra che un’emergenza c’è. E che, affrontarla, dovrebbe essere una priorità di tutte le istituzioni. Perché il problema non è solo il Covid e i due anni passati fermi in casa, senza amici e con la didattica a distanza, ma il clima di guerra che si è instaurato subito dopo i lockdown spengendo sul nascere una nuova fiducia nel futuro che stavano (e stavamo tutti) finalmente cullando. 

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Il signor Whelan, nato a Boston ma originario di Hollywood, ha viaggiato in tutto il mondo con Juno. E così, dopo che è iniziata la guerra in Ucraina, ha deciso di andare in Polonia ad aiutare i rifugiati. E come per tutti gli altri viaggi, si è portato dietro Juno. Preoccupato però per il cane e avendo paura che tutta quella confusione potesse dargli fastidio, il volontario della stazione di Varsavia aveva già contattato degli amici in Europa per lasciare a loro Juno. Ma alla fine il signor Whelan si è reso conto che al barboncino non dava noia stare in stazione a farsi coccolare e accarezzare da tutti quei bambini, da tutte quelle persone. Sì perché Juno è diventato anche fonte di felicità anche per gli adulti. E anche questa volta, le foto di Lars Whelan lo dimostrano.
Una signora emozionata tiene in braccio il barboncino alla stazione ferroviaria di Varsavia (Foto di Lars Whelan)
"Mercoledì mattina sono stato tutto il giorno al telefono - ha raccontato il signor Whelan all'agenzia stampa PA -. E a un tratto (Juno, ndr) si è infastidita. Ho provato a darle dell'acqua ma nulla. Voleva andare dai bambini. Così l'ho portata a fare un giro e alla fine si è calmata". "Con i bambini alla stazione - ha aggiunto - è fantastico. Ci giocano, la coccolano e lei dà loro un sacco di bacini con la lingua". Ma Juno non è solo fonte di divertimento, può davvero aiutare una mamma o un genitore in difficoltà. "Capita che molti bambini qui piangano - ha detto il proprietario - Juno in 10 secondi riesce a farli smettere e a farli sorridere".
Juno sorveglia l'arrivo dei profughi ucraini (Foto di Lars Whelan)
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