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Home » Attualità » Basta alla distinzione ‘maschi-femmine’: a Piacenza gli studenti danno vita ai bagni gender neutral

Basta alla distinzione ‘maschi-femmine’: a Piacenza gli studenti danno vita ai bagni gender neutral

Un unico cartello senza indicazioni di genere, un modo per evitare discriminazioni e imbarazzo. Il liceo di Piacenza replica l'idea, nata negli anni '90, dell'indicazione "no gender", che in Italia è stata adottata per la prima volta in un bar di Bologna nel 2016

Sofia Francioni
15 Ottobre 2021
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A Piacenza gli studenti di un liceo hanno proposto di scardinare la tradizionale distinzione “maschi” e “femmine” lanciando l’idea dei bagni no gender. D’ora in poi, infatti, accanto agli iconici cartelli che stilizzano l’uomo e la donna all’ingresso delle toilette della scuola, ci sarà un cartello che, forse richiamandosi ai colori dell’arcobaleno, includerà sia le persone gender fluid sia quelle che ancora non sanno quale porta scegliere.

Un’iniziativa partita dagli alunni e sposata appieno dalla direzione del liceo piacentino, che ha accolto la proposta, permettendo loro di farla diventare realtà. L’istituto, bisogna ricordarlo, non è nuovo a iniziative simili: a febbraio di un anno fa, poco prima dello scoppio della pandemia, la scuola che oggi propone i bagni gender neutral fu la stessa che decise di mettere a disposizione una scatola di assorbenti gratuiti per le ragazze che ne fossero sprovviste o per coloro che non potevano sostenerne l’acquisto (idea poi replicata da altre strutture, clicca qui per sapere quali).

Stavolta la mise en place dell’inclusione che parte dagli studenti è talmente semplice da risultare disarmante, se si pensa che ancora oggi i bagni sono un luogo di umiliazione e discriminazione per alcune persone, sempre troppe. In Italia l’apertura della prima toilette “gender neutral” risale al 2016, a Bologna, quando il gestore del bar “Vetro”, Stefano Follador, oggi di 45 anni, decise di collocare una sagoma arcobaleno, che per metà della sua figura indossava i pantaloni per l’altra metà una gonna, all’ingresso dei bagni pubblici dei Giardini Margherita e che così motivò la sua decisione: “Forse qui siamo i primi, ma in tutto il nord Europa, a Londra e a Berlino, è una cosa abituale che ha iniziato a diffondersi sin dai primi anni Novanta“.

Secondo il gestore del bar, anche presidente della cooperativa Kilowatt, optare per il bagno “neutro” era stato un “gesto di civiltà”. “Fino a quel momento i bagni non recavano alcuna indicazione. Li abbiamo sempre lasciati senza specificità, ma la cosa creava confusione. Così abbiamo deciso di dichiararlo apertamente e abbiamo optato per rendere i due bagni neutri, aperti cioè a uomini, donne, gay, lesbiche e trans, senza distinzione”. I clienti, spiegava Follador, hanno dimostrato apprezzamento per la scelta grafica e nessuno ha mai mostrato segni di preoccupazione, “anche se quella di Vetro è una clientela tradizionale”. Forse, a dispetto delle leggi, e il liceo piacentino lo dimostra, l’Italia è pronta a “gesti di civiltà” come questo.

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"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
A Piacenza gli studenti di un liceo hanno proposto di scardinare la tradizionale distinzione "maschi" e "femmine" lanciando l'idea dei bagni no gender. D'ora in poi, infatti, accanto agli iconici cartelli che stilizzano l'uomo e la donna all'ingresso delle toilette della scuola, ci sarà un cartello che, forse richiamandosi ai colori dell'arcobaleno, includerà sia le persone gender fluid sia quelle che ancora non sanno quale porta scegliere. Un'iniziativa partita dagli alunni e sposata appieno dalla direzione del liceo piacentino, che ha accolto la proposta, permettendo loro di farla diventare realtà. L'istituto, bisogna ricordarlo, non è nuovo a iniziative simili: a febbraio di un anno fa, poco prima dello scoppio della pandemia, la scuola che oggi propone i bagni gender neutral fu la stessa che decise di mettere a disposizione una scatola di assorbenti gratuiti per le ragazze che ne fossero sprovviste o per coloro che non potevano sostenerne l’acquisto (idea poi replicata da altre strutture, clicca qui per sapere quali). Stavolta la mise en place dell'inclusione che parte dagli studenti è talmente semplice da risultare disarmante, se si pensa che ancora oggi i bagni sono un luogo di umiliazione e discriminazione per alcune persone, sempre troppe. In Italia l'apertura della prima toilette "gender neutral" risale al 2016, a Bologna, quando il gestore del bar "Vetro", Stefano Follador, oggi di 45 anni, decise di collocare una sagoma arcobaleno, che per metà della sua figura indossava i pantaloni per l’altra metà una gonna, all’ingresso dei bagni pubblici dei Giardini Margherita e che così motivò la sua decisione: "Forse qui siamo i primi, ma in tutto il nord Europa, a Londra e a Berlino, è una cosa abituale che ha iniziato a diffondersi sin dai primi anni Novanta". Secondo il gestore del bar, anche presidente della cooperativa Kilowatt, optare per il bagno "neutro" era stato un "gesto di civiltà". "Fino a quel momento i bagni non recavano alcuna indicazione. Li abbiamo sempre lasciati senza specificità, ma la cosa creava confusione. Così abbiamo deciso di dichiararlo apertamente e abbiamo optato per rendere i due bagni neutri, aperti cioè a uomini, donne, gay, lesbiche e trans, senza distinzione". I clienti, spiegava Follador, hanno dimostrato apprezzamento per la scelta grafica e nessuno ha mai mostrato segni di preoccupazione, "anche se quella di Vetro è una clientela tradizionale". Forse, a dispetto delle leggi, e il liceo piacentino lo dimostra, l'Italia è pronta a "gesti di civiltà" come questo.
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