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Home » Attualità » “Basta cancellare le donne carabiche, nere e latinoamericane: Siamo la maggioranza in Brasile ma sono nostri i lavori più precari”

“Basta cancellare le donne carabiche, nere e latinoamericane: Siamo la maggioranza in Brasile ma sono nostri i lavori più precari”

Raissa Albano de Oliveira, ricercatrice e antropologa, denuncia la perdita di significato del Dia, il giorno che dal 1992 il Brasile dedica alle donne autoctone e giunte dall'Africa. "Nelle scuole è raro si parli delle figure più luminose che hanno contribuito al cambiamento"

Federico Martini
29 Luglio 2021
(DIRE) San Paolo (Brasile), 28 lug. - "Ricordare e celebrare è essenziale in un Paese che spesso cancella la memoria dei popoli neri e nativi": così la ricercatrice e antropologa Raissa Albano de Oliveira, intervistata dall'agenzia Dire in occasione del Dia da Mulher Negra Latino-Americana.    "Dobbiamo celebrare coloro che sono venuti prima di noi e che hanno contribuito al cambiamento" sottolinea Albano. "Nonostante questa ricorrenza resta raro sentir parlare nelle scuole e nelle università di personalità come Tereza Benguela, leader di Quilombo do Quariterê, Abdias do Nascimento, intellettuale, politica e scrittrice, Beatriz Nascimento, storica, scrittrice e poeta, o Maria Firmina dos Reis, prima romanziera brasiliana".    Il Dia, una giornata dedicata alle donne caraibiche, latinoamericane e nere, è stato istituito nel 1992 e riconosciuto dalle Nazioni Unite nello stesso anno. L'obiettivo è dare visibilità alla lotta delle donne nere contro l'oppressione di genere, lo sfruttamento e il razzismo. In Brasile la ricorrenza è stata sancita da una legge del 2014 che prevede una dedica speciale a Tereza de Benguela, in omaggio a una donna simbolo di resistenza e leadership nella lotta contro lo schiavismo.    Dare visibilità alle storie delle popolazioni nere è l'obiettivo del Coletivo Cartografia Negra, del quale Albano è studiosa e allo stesso tempo animatrice. "Il nostro scopo - dice l'antropologa - è riportare alla luce la memoria e i contributi dei nostri antenati neri che sono spesso cancellati politicamente dalle narrative pubbliche".    Secondo Albano, la discriminazione razziale è un elemento che aggrava la disuguaglianza anche tra le donne e che va contrastata con decisione.    "Bisogna pensare a questo quando si elaborano nuove politiche pubbliche e azioni a sostegno delll'uguaglianza di genere perché le discriminazioni e le specificità delle esperienze e delle lotte delle donne nere sono spesso messe da parte" sottolinea Albano. "Siamo la maggioranza della popolazione brasiliana ma siamo soprattutto noi a occupare i posti di lavoro delle professioni e dei mestieri più precari".   (Bio/Dire) 13:31 28-07-2

(DIRE) San Paolo (Brasile), 28 lug. - "Ricordare e celebrare è essenziale in un Paese che spesso cancella la memoria dei popoli neri e nativi": così la ricercatrice e antropologa Raissa Albano de Oliveira, intervistata dall'agenzia Dire in occasione del Dia da Mulher Negra Latino-Americana. "Dobbiamo celebrare coloro che sono venuti prima di noi e che hanno contribuito al cambiamento" sottolinea Albano. "Nonostante questa ricorrenza resta raro sentir parlare nelle scuole e nelle università di personalità come Tereza Benguela, leader di Quilombo do Quariterê, Abdias do Nascimento, intellettuale, politica e scrittrice, Beatriz Nascimento, storica, scrittrice e poeta, o Maria Firmina dos Reis, prima romanziera brasiliana". Il Dia, una giornata dedicata alle donne caraibiche, latinoamericane e nere, è stato istituito nel 1992 e riconosciuto dalle Nazioni Unite nello stesso anno. L'obiettivo è dare visibilità alla lotta delle donne nere contro l'oppressione di genere, lo sfruttamento e il razzismo. In Brasile la ricorrenza è stata sancita da una legge del 2014 che prevede una dedica speciale a Tereza de Benguela, in omaggio a una donna simbolo di resistenza e leadership nella lotta contro lo schiavismo. Dare visibilità alle storie delle popolazioni nere è l'obiettivo del Coletivo Cartografia Negra, del quale Albano è studiosa e allo stesso tempo animatrice. "Il nostro scopo - dice l'antropologa - è riportare alla luce la memoria e i contributi dei nostri antenati neri che sono spesso cancellati politicamente dalle narrative pubbliche". Secondo Albano, la discriminazione razziale è un elemento che aggrava la disuguaglianza anche tra le donne e che va contrastata con decisione. "Bisogna pensare a questo quando si elaborano nuove politiche pubbliche e azioni a sostegno delll'uguaglianza di genere perché le discriminazioni e le specificità delle esperienze e delle lotte delle donne nere sono spesso messe da parte" sottolinea Albano. "Siamo la maggioranza della popolazione brasiliana ma siamo soprattutto noi a occupare i posti di lavoro delle professioni e dei mestieri più precari". (Bio/Dire) 13:31 28-07-2

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“Ricordare e celebrare è essenziale in un Paese che spesso cancella la memoria dei popoli neri e nativi”: così la ricercatrice e antropologa Raissa Albano de Oliveira, intervistata dall’agenzia Dire in occasione del Dia da Mulher Negra Latino-Americana. “Dobbiamo celebrare coloro che sono venuti prima di noi e che hanno contribuito al cambiamento” sottolinea Albano. “Nonostante questa ricorrenza resta raro sentir parlare nelle scuole e nelle università di personalità come Tereza Benguela, leader di Quilombo do Quariterê, Abdias do Nascimento, intellettuale, politica e scrittrice, Beatriz Nascimento, storica, scrittrice e poeta, o Maria Firmina dos Reis, prima romanziera brasiliana”.

Il Dia, una giornata dedicata alle donne caraibiche, latinoamericane e nere, è stato istituito nel 1992 e riconosciuto dalle Nazioni Unite nello stesso anno. L’obiettivo è dare visibilità alla lotta delle donne nere contro l’oppressione di genere, lo sfruttamento e il razzismo. In Brasile la ricorrenza è stata sancita da una legge del 2014 che prevede una dedica speciale a Tereza de Benguela, in omaggio a una donna simbolo di resistenza e leadership nella lotta contro lo schiavismo. Dare visibilità alle storie delle popolazioni nere è l’obiettivo del Coletivo Cartografia Negra, del quale Albano è studiosa e allo stesso tempo animatrice. “Il nostro scopo – dice l’antropologa – è riportare alla luce la memoria e i contributi dei nostri antenati neri che sono spesso cancellati politicamente dalle narrative pubbliche”. Secondo Albano, la discriminazione razziale è un elemento che aggrava la disuguaglianza anche tra le donne e che va contrastata con decisione.

“Bisogna pensare a questo quando si elaborano nuove politiche pubbliche e azioni a sostegno dell’uguaglianza di genere perché le discriminazioni e le specificità delle esperienze e delle lotte delle donne nere sono spesso messe da parte” sottolinea Albano. “Siamo la maggioranza della popolazione brasiliana ma siamo soprattutto noi a occupare i posti di lavoro delle professioni e dei mestieri più precari”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
“Ricordare e celebrare è essenziale in un Paese che spesso cancella la memoria dei popoli neri e nativi”: così la ricercatrice e antropologa Raissa Albano de Oliveira, intervistata dall’agenzia Dire in occasione del Dia da Mulher Negra Latino-Americana. “Dobbiamo celebrare coloro che sono venuti prima di noi e che hanno contribuito al cambiamento” sottolinea Albano. “Nonostante questa ricorrenza resta raro sentir parlare nelle scuole e nelle università di personalità come Tereza Benguela, leader di Quilombo do Quariterê, Abdias do Nascimento, intellettuale, politica e scrittrice, Beatriz Nascimento, storica, scrittrice e poeta, o Maria Firmina dos Reis, prima romanziera brasiliana”. Il Dia, una giornata dedicata alle donne caraibiche, latinoamericane e nere, è stato istituito nel 1992 e riconosciuto dalle Nazioni Unite nello stesso anno. L’obiettivo è dare visibilità alla lotta delle donne nere contro l’oppressione di genere, lo sfruttamento e il razzismo. In Brasile la ricorrenza è stata sancita da una legge del 2014 che prevede una dedica speciale a Tereza de Benguela, in omaggio a una donna simbolo di resistenza e leadership nella lotta contro lo schiavismo. Dare visibilità alle storie delle popolazioni nere è l’obiettivo del Coletivo Cartografia Negra, del quale Albano è studiosa e allo stesso tempo animatrice. “Il nostro scopo - dice l’antropologa - è riportare alla luce la memoria e i contributi dei nostri antenati neri che sono spesso cancellati politicamente dalle narrative pubbliche”. Secondo Albano, la discriminazione razziale è un elemento che aggrava la disuguaglianza anche tra le donne e che va contrastata con decisione. “Bisogna pensare a questo quando si elaborano nuove politiche pubbliche e azioni a sostegno dell’uguaglianza di genere perché le discriminazioni e le specificità delle esperienze e delle lotte delle donne nere sono spesso messe da parte” sottolinea Albano. “Siamo la maggioranza della popolazione brasiliana ma siamo soprattutto noi a occupare i posti di lavoro delle professioni e dei mestieri più precari”.
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