Benessere animale. E’ stato fatto un piccolo passo, timido, per quanto significativo? Oppure si tratta dell’inizio di una rivoluzione culturale ed etica che prelude a grandi ed epocali cambiamenti?
Come valutare effettivamente la decisione dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) di inserire il principio del rispetto del benessere animale nelle linee guida aggiornate destinate alle multinazionali, è di certo questione che risolveremo solo nei prossimi anni.
Ma una cosa risulta indiscutibile: siamo di fronte ad una decisione storica, che apre la strada a delle pratiche commerciali più etiche e rispettose verso gli animali. Anche se, dobbiamo aggiungere, nell’immediato, probabilmente, non produrrà effetti risolutivi.
Del resto, negli ultimi anni, numerose istituzioni finanziarie hanno adeguato le proprie politiche ambientali, sociali e di governance, e le procedure interne, per includere il benessere degli animali. Ma spesso questo impegno si è limitato solo alle parole, senza tradursi in fatti concreti.
Benessere animale, linee guida
Che l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, abbia inserito nelle linee guida relative alle imprese multinazionali sulla condotta aziendale responsabile l’esortazione ad adottare pratiche etiche verso gli animali, è tuttavia, indiscutibilmente, un fatto inedito e nemmeno così scontato se ci pensate bene.
Stiamo infatti parlando dell’organizzazione che riunisce 38 Paesi tra i più importanti economicamente a livello globale e che rappresentano circa tre quarti del commercio globale. Il problema è che nemmeno in questo caso siamo di fronte a linee guida vincolanti per le aziende, quanto piuttosto ad una strategia che punta ad accelerare le pratiche di tutela degli animali da parte delle multinazionali che operano o fanno affari con i Paesi membri dell’Ocse (di cui fa parte anche l’Italia).
Quindi, se è vero che l’OCSE, così facendo, sposa la definizione di benessere animale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale, riconoscendo di fatto la senzienza degli animali, è altrettanto indiscutibile che chi vorrà potrà continuare ad infischiarsene più o meno bellamente così come ha fatto finora, senza incorrere in alcuna conseguenza.
Va detto, ad onor del vero, che d’ora in poi i 38 governi che aderiscono all’Ocse saranno obbligati a istituire un meccanismo di reclamo, coinvolgendo direttamente le aziende e riconoscendo la loro responsabilità rispetto alla loro negligenza nei confronti del benessere degli animali.
Nelle nuove linee guida dell’Ocse, il rispetto del benessere degli animali, si accompagna significativamente, tra le altre cose, alle raccomandazioni per le imprese per allinearsi agli obiettivi concordati a livello internazionale in materia di cambiamento climatico e biodiversità, ad una migliore protezione per le persone e i gruppi a rischio.
Compresi coloro che manifestano preoccupazioni in merito alla conduzione delle imprese, alle raccomandazioni aggiornate sulla divulgazione di informazioni relative alla condotta d’impresa responsabile, e al rafforzamento delle procedure per garantire la visibilità, l’efficacia e l’equivalenza funzionale dei Punti di contatto nazionali sulla condotta responsabile delle imprese.
“Se confrontiamo le novità con la triste realtà che miliardi di animali subiscono per il profitto delle aziende, la necessità di un’azione immediata diventa fin troppo evidente” commenta Jeffrey Flocken, presidente di Humane Society International.
“Milioni di animali nei laboratori sono costretti a inalare dosi massicce di sostanze chimiche senza alcun sollievo dal dolore, le scrofe negli allevamenti intensivi sono confinate in strette gabbie metalliche che le privano dei movimenti di base e milioni di animali negli allevamenti di animali da pelliccia sopportano un’esistenza monotona in minuscole gabbie prive di qualsiasi stimolo”, sottolinea.
“La significativa inclusione del benessere degli animali rappresenta uno dei miglioramenti più positivi e significativi, insieme all’inclusione di un linguaggio forte sul cambiamento climatico, che siamo stati in grado di ottenere nelle Linee guida aggiornate dell’Ocse, e che era atteso da tempo”, interviene Marian Ingrams, direttore di Oecd Watch, rete globale di Ong.
“Siamo entusiasti di aver collaborato con Humane Society International e altri alleati per ottenere questo importante successo per gli animali, le persone e il pianeta”, conclude.