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Home » Attualità » Bergonzoni: “Sostengo Mimmo Lucano, darò una somma per lui, che in banca ha appena 9 euro. Interessi? No, solo ingenuità”

Bergonzoni: “Sostengo Mimmo Lucano, darò una somma per lui, che in banca ha appena 9 euro. Interessi? No, solo ingenuità”

Decine di artisti, scrittori, personaggi di musica, spettacolo, politica hanno aderito all'appello di Luigi Manconi a supporto dell'ex sindaco di Riace condannato a 13 anni per reati commessi nell'aiutare i migranti sbarcati in Calabria. L'attore e autore celebre per l'affabulazione verbale: "Cosa è illecito? Le norme o l'enorme esodo?"

Domenico Guarino
6 Ottobre 2021
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700 mila euro: è questa la cifra che dovrà risarcire l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, secondo la sentenza di primo grado che lo ha condannato a 13 anni di carcere per una serie di reati legati a presunte irregolarità nella gestione degli immigrati.
Per supportare Lucano in questo momento così delicato, c’è stata immediatamente una grande mobilitazione che ha raccolto l’adesione di intellettuali, artisti, uomini di cultura, esponenti della politica e della cosiddetta “società civile”.
Tra questi anche Alessandro Bergonzoni che ha risposto all’appello dell’associazione “A buon Diritto” di Luigi Manconi.

Alessandro Bergonzoni in scena con “Nel”

“Ero in piazza a Bologna alla manifestazione e ho aderito immediatamente all’idea di risarcire ciò che Lucano probabilmente dovrà subire” dice Bergonzoni, noto per la sua affabulazione verbale e gli equilibrismi lessicali che scoprono significati e relazioni spesso nascoste tra le pieghe delle parole, connettendole in strabilianti accostamenti e derivazioni.

Strabilianti come gli atti compiuti da Mimmo Lucano a Riace.

“A me -aggiunge Bergonzoni- interessa il tema del risarcimento perché è quello che lui stava facendo era proprio risarcire i migranti: di una vita, di un lavoro, di un’accoglienza. Risarcire, ovvero: restituire loro. Ed è surreale che lui debba subire tutto questo. E’ doloroso. Allora mi sono messo in lista, ho dato la mia adesione, ho sottoscritto la mia cifra. Perché non si può restare inermi e non appoggiarlo anche se si sa che lui ha un conto corrente con depositati ben nove euro… il che ci dice che Lucano non ha ricavato un interesse personale nella vicenda. Quindi ho voluto non solo indignarmi protestare ma anche cercare di capire, Con tanti punti interrogativi”.

Quali?

“Il primo è: può esistere una giustizia scollegata dalla realtà? E’ una domanda che mi faccio. C’è un teorema per chi sa trasformare la sofferenza in bene e il bene in meglio? Questo mi domando. Ho bisogno di capire. Come si fa a pensare che una persona che ha dimostrato tanta integrità morale abbia intenti criminali? La parola criminale accostata a Mimmo Lucano la trovo terribilmente stonata. Un suono veramente storpiato. Ma non c’è solo questo”.

Ovvero?

“Mi stupisco dell’accanimento: l’accusa chiedeva la metà, credo che raramente sia successa una cosa del genere. Io sono molto fiducioso nella giustizia dell’appello e dei gradi ulteriori di giudizio, ma certo quello che è accaduto colpisce e non poco. Sono turbato. Ho paura”.Di cosa ha paura?

Di cosa ha paura?

“Che ci sia qualcuno o qualcosa che non voglia far credere che si possa, con il volontariato, con la creatività sociale, con la politica partecipata, portare ad una metamorfosi sociale, civile, ed umana. E’ questa considerazione che mi ha portato a fare quello che faccio”.

Alessandro Bergonzoni in Trascendi e sali

Però a quanto pare i reati sono stati commessi, gli illeciti pure, le forzature amministrative anche…

“Da laureato in legge, per quanto non abbia mai esercitato la professione, mi rendo conto che nella giurisprudenza la forma è sostanza. Ci mancherebbe. Ma le modalità di gestione possono essere capite, attenuate, studiate, vagliate. Ci sono irregolarità, certo. Ma l’irregolarità dei migranti? Come salvarli ed accoglierli? Quanta irregolarità può esserci in un salvataggio in mare, in un attracco che non è stato concesso poi alla fine viene concesso, ma solo per i malati a bordo? Qual è la regola? Cosa è illecito, mi chiedo: le norme o l’enorme? L’enormità di questo esodo immane che aveva bisogno di essere accettato ed accolto. In un luogo per altro, in una terra, la Calabria, che è diventata virtuosa, che aveva trovato lavoro, riempito le case vuote, aveva portato vita, aveva rivitalizzato”.

Secondo lei quale è stato il ruolo svolto da Lucano?

“La chiamo missione di soccorso. Noi di solito pensiamo all’omissione di soccorso, ecco, quella di Mimmo Lucano è una missione di soccorso. Solo che dentro la parola ‘dare’ stavolta c’è la parola ‘danno. Ma a chi ha fatto questo danno? Questo mi domando. Danno è anche dare qualche cosa. E mi piace che questo esperimento sociale sia in una terra difficile come la Calabria. Dove c’è malavita, mafia, camorra, dove ci sono tante difficoltà, Lucano ha rappresentato l’ambizione ed il piacere di poter usare la fantasia in maniera quasi artistica, un movente felice di inclusione contro ogni esclusione. Perché di fondo c’è una spada di Damocle enorme che grava su di noi: come si può includere, come si può fare vivere, salvando addirittura una terra desolata e spolpata? E allora, io dico: andiamo a dare una giusta dimensione a ciò che la legge ha notato”.

Forse il ‘modello Lucano’ avrà dato fastidio a qualcuno

“Sicuramente ha dato fastidio. Ma io non posso pensare che la Magistratura agisca di fastidi. Perché se così fosse diventerebbe offensiva e non difensiva o realistica, e saremmo messi male. Certo, può darsi che fosse diventato troppo eroico, troppo ingombrante. Avesse con la sua azione superato il concetto di Governo con quello di Volontariato. E questo forse ha dato fastidio. Ha inventato cose che lo Stato poteva e doveva fare. E allora invece di prenderlo ed usarlo come esempio per farlo diventare non un ‘unicum’ ma una continuità di esperienze diffuse sul territorio, si vuole interrompere un filo che poteva diventare scomodo. Ancora un punto interrogativo che è molto forte. Totale”.

In che senso?

“Lucano è artefice di un modello concreto di politica partecipata. Certo, lui è un punto di riferimento, in qualche modo un leader, un simbolo. Ma abbiamo paura di un simbolo per una volta positivo in una società dove abbondano i simboli negativi? Nell’ambito cinematografico ci viene raccontato continuamente il potere dei simboli negativi per i quali siamo quasi portati ad avere simpatia. Che cosa è successo che non ha fatto provare simpatia in Italia verso una figura come Lucano che all’estero è osannato. Si pensi solo al film di Wim Wenders. E’ questo che mi porta a pensare che ci possa essere un teorema. Ed è una cosa che che mi fa molta paura”.

Cosa l’ha colpita nella vicenda di Lucano?

“Tante cose, sento letteralmente sulla mia pelle la storia di quest’uomo. Che non ha niente. Perché se avesse intascato dei soldi, allora sarebbe diverso. Ma nella sua storia non vedo interesse, quanto ingenuità. Che è una parola in cui troviamo dentro la parola genuinità. C’è incapacità di conoscere dettagliatamente ciò che le regole dettano. Ma lui aveva un’altra cosa che non erano le ‘norme, ma, appunto, l’enorme. L’enorme possibilità di accogliere, di riuscire a dare un futuro. A me ricorda una, persona che corre a salvare qualcuno senza patente e senza assicurazione, Certo dal punto di vista delle legge è una condizione sbagliata. Ma intanto questa persona sta correndo a salvare delle vite”.

Va detto che queste persone erano già salve, erano già in Italia…

“Vero. Ma non diciamo sempre che oltre alla salvezza dobbiamo trovare l’accoglienza giusta, una casa, un lavoro. E’ sempre stato obiettato a chi, come me, crede nell’accoglienza nelle ong e non vuole più vedere la gente morire in mare, “ma dove li mettiamo”? “come li sistemiamo?” . Ebbene, Mimmo Lucano è la risposta con la R maiuscola, l’esempio con la E maiuscola. Concreto, immediato. Io fossi stato nello Stato gli avrei dato piuttosto una mano per potere realizzare in maniera più legittima le cose che faceva. Per potere esportare la sua esperienza. In tutti quei paesi, e sono tanti, che non hanno più vitalità, e che a loro volta hanno persone che sono migrate. Nei posti da dove le persone sono venute via arrivano persone che trovano un posto dove ricominciare. E gli uni e gli altri cercano un altrove dove ripartire. La bellezza di questa cosa è che questo altrove diventa Mimmo Lucano. Ricordiamoci sempre; dentro la parola risorse c’è anche la parola risorgere. Non sono solo soldi. Ma sono risorse. Risorgere vuol dire far risorgere un Paese, la Calabria, degli uomini che sono arrivati lì e che non sono in giro a chiedere l’elemosina, o a vagare  qui e  là, ma grazie alla creatività, all’artigianato, trovavano qui un futuro. Risorgere, avere risorse è anche questo”.

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
700 mila euro: è questa la cifra che dovrà risarcire l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, secondo la sentenza di primo grado che lo ha condannato a 13 anni di carcere per una serie di reati legati a presunte irregolarità nella gestione degli immigrati. Per supportare Lucano in questo momento così delicato, c’è stata immediatamente una grande mobilitazione che ha raccolto l’adesione di intellettuali, artisti, uomini di cultura, esponenti della politica e della cosiddetta “società civile”. Tra questi anche Alessandro Bergonzoni che ha risposto all’appello dell’associazione “A buon Diritto” di Luigi Manconi.
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Alessandro Bergonzoni in Trascendi e sali
Però a quanto pare i reati sono stati commessi, gli illeciti pure, le forzature amministrative anche… "Da laureato in legge, per quanto non abbia mai esercitato la professione, mi rendo conto che nella giurisprudenza la forma è sostanza. Ci mancherebbe. Ma le modalità di gestione possono essere capite, attenuate, studiate, vagliate. Ci sono irregolarità, certo. Ma l’irregolarità dei migranti? Come salvarli ed accoglierli? Quanta irregolarità può esserci in un salvataggio in mare, in un attracco che non è stato concesso poi alla fine viene concesso, ma solo per i malati a bordo? Qual è la regola? Cosa è illecito, mi chiedo: le norme o l’enorme? L’enormità di questo esodo immane che aveva bisogno di essere accettato ed accolto. In un luogo per altro, in una terra, la Calabria, che è diventata virtuosa, che aveva trovato lavoro, riempito le case vuote, aveva portato vita, aveva rivitalizzato". Secondo lei quale è stato il ruolo svolto da Lucano? "La chiamo missione di soccorso. Noi di solito pensiamo all’omissione di soccorso, ecco, quella di Mimmo Lucano è una missione di soccorso. Solo che dentro la parola ‘dare’ stavolta c’è la parola ‘danno. Ma a chi ha fatto questo danno? Questo mi domando. Danno è anche dare qualche cosa. E mi piace che questo esperimento sociale sia in una terra difficile come la Calabria. Dove c’è malavita, mafia, camorra, dove ci sono tante difficoltà, Lucano ha rappresentato l’ambizione ed il piacere di poter usare la fantasia in maniera quasi artistica, un movente felice di inclusione contro ogni esclusione. Perché di fondo c’è una spada di Damocle enorme che grava su di noi: come si può includere, come si può fare vivere, salvando addirittura una terra desolata e spolpata? E allora, io dico: andiamo a dare una giusta dimensione a ciò che la legge ha notato". Forse il ‘modello Lucano’ avrà dato fastidio a qualcuno "Sicuramente ha dato fastidio. Ma io non posso pensare che la Magistratura agisca di fastidi. Perché se così fosse diventerebbe offensiva e non difensiva o realistica, e saremmo messi male. Certo, può darsi che fosse diventato troppo eroico, troppo ingombrante. Avesse con la sua azione superato il concetto di Governo con quello di Volontariato. E questo forse ha dato fastidio. Ha inventato cose che lo Stato poteva e doveva fare. E allora invece di prenderlo ed usarlo come esempio per farlo diventare non un ‘unicum’ ma una continuità di esperienze diffuse sul territorio, si vuole interrompere un filo che poteva diventare scomodo. Ancora un punto interrogativo che è molto forte. Totale". In che senso? "Lucano è artefice di un modello concreto di politica partecipata. Certo, lui è un punto di riferimento, in qualche modo un leader, un simbolo. Ma abbiamo paura di un simbolo per una volta positivo in una società dove abbondano i simboli negativi? Nell’ambito cinematografico ci viene raccontato continuamente il potere dei simboli negativi per i quali siamo quasi portati ad avere simpatia. Che cosa è successo che non ha fatto provare simpatia in Italia verso una figura come Lucano che all’estero è osannato. Si pensi solo al film di Wim Wenders. E’ questo che mi porta a pensare che ci possa essere un teorema. Ed è una cosa che che mi fa molta paura". Cosa l'ha colpita nella vicenda di Lucano? "Tante cose, sento letteralmente sulla mia pelle la storia di quest’uomo. Che non ha niente. Perché se avesse intascato dei soldi, allora sarebbe diverso. Ma nella sua storia non vedo interesse, quanto ingenuità. Che è una parola in cui troviamo dentro la parola genuinità. C’è incapacità di conoscere dettagliatamente ciò che le regole dettano. Ma lui aveva un’altra cosa che non erano le ‘norme, ma, appunto, l’enorme. L’enorme possibilità di accogliere, di riuscire a dare un futuro. A me ricorda una, persona che corre a salvare qualcuno senza patente e senza assicurazione, Certo dal punto di vista delle legge è una condizione sbagliata. Ma intanto questa persona sta correndo a salvare delle vite". Va detto che queste persone erano già salve, erano già in Italia… "Vero. Ma non diciamo sempre che oltre alla salvezza dobbiamo trovare l’accoglienza giusta, una casa, un lavoro. E' sempre stato obiettato a chi, come me, crede nell’accoglienza nelle ong e non vuole più vedere la gente morire in mare, “ma dove li mettiamo”? “come li sistemiamo?” . Ebbene, Mimmo Lucano è la risposta con la R maiuscola, l’esempio con la E maiuscola. Concreto, immediato. Io fossi stato nello Stato gli avrei dato piuttosto una mano per potere realizzare in maniera più legittima le cose che faceva. Per potere esportare la sua esperienza. In tutti quei paesi, e sono tanti, che non hanno più vitalità, e che a loro volta hanno persone che sono migrate. Nei posti da dove le persone sono venute via arrivano persone che trovano un posto dove ricominciare. E gli uni e gli altri cercano un altrove dove ripartire. La bellezza di questa cosa è che questo altrove diventa Mimmo Lucano. Ricordiamoci sempre; dentro la parola risorse c’è anche la parola risorgere. Non sono solo soldi. Ma sono risorse. Risorgere vuol dire far risorgere un Paese, la Calabria, degli uomini che sono arrivati lì e che non sono in giro a chiedere l’elemosina, o a vagare  qui e  là, ma grazie alla creatività, all’artigianato, trovavano qui un futuro. Risorgere, avere risorse è anche questo".
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