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Boeri: “Monza modello di inclusione, il Bosco verticale per tutti“

Le case popolari firmate dall’archistar: facciate verdi, connessioni tra gli edifici e impianto fotovoltaico. Un progetto Aler con i fondi del Pnrr

di MARCO GALVANI -
11 maggio 2023
Stefano Boeri e il render del progetto di uno degli edifici Aler di Monza

Stefano Boeri e il render del progetto di uno degli edifici Aler di Monza

Le case Aler firmate dall’archistar. Sui due palazzoni popolari di via Baradello la mano di Stefano Boeri e del suo studio di architettura per un progetto di social housing di qualità. Un Bosco Verticale per tutti, "un piccolo progetto che potrà diventare un modello di riferimento in grado di unire sostenibilità ambientale e inclusione sociale, i due pilastri della transizione ecologica", la prospettiva di Boeri.
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L'architetto Stefano Boeri è nato a Milano nel 1956

Stefano Boeri, il Bosco verticale per tutti

E "farlo su due case popolari rende questa visione ancora più importante". Grazie ai fondi del Pnrr "possiamo intervenire non soltanto per la coibentazione delle facciate, cioè sul miglioramento termico, ma anche sui piani terra creando una connessione tra i due edifici", spiega l’architetto che già a Monza in un’area di 15mila metri a sud est del centro, tra i quartieri di Regina Pacis e Cederna, sta progettando tre “boschi verticali“ in attesa del via libera definitivo.
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La facciata della palazzina Aler formata da Stefano Boeri

Ma in via Baradello la sfida va oltre la semplice operazione immobiliare. "Abbiamo introdotto un sistema di balconi che permette di allargare lo spazio degli appartamenti, facciate verdi oltre a una vasta copertura di fotovoltaico che garantirà l’autosufficienza energetica degli edifici in grado di sostenere un progetto ambizioso di comunità energetica tra le case Aler". "E questo – sottolinea l'architetto Stefano Boeri – permetterà di distribuire tra le famiglie meno abbienti i vantaggi ricavati dal contributo energetico che eccede i bisogni degli edifici stessi". La prima pietra della riqualificazione dei 95 appartamenti delle palazzine Aler monzesi sarà posata a breve e l’intero intervento verrà completato tra il 2025 e i primi mesi del 2026.

L'obiettivo

Obiettivo è "garantire, in Lombardia, case popolari che devono avere la stessa dignità e la stessa qualità alta del mondo del privato". "Vogliamo migliorare non solo le condizioni delle abitazioni e degli spazi, ma soprattutto modificare la qualità della vita delle persone che li abitano e la loro condizione sociale riqualificando il contesto urbano in cui gli immobili sono inseriti", l’impegno di Giorgio Bonassoli, presidente di Aler Varese, Como, Monza Brianza e Busto Arsizio. Questi sono i mattoni del “welfare abitativo di qualità“ a cui punta l’assessore regionale a Casa e Housing sociale Paolo Franco: "Questo è il primo, ma faremo altri passi importanti per il futuro dell’edilizia pubblica in Lombardia", promette. "La nuova direzione si traduce in una scelta progettuale importante che comprende una sostenibilità ambientale, economica, ma soprattutto una qualità del vivere e dell’abitare che passano anche da come concepiamo i nostri condomini e come viverli, anche negli spazi comuni e all’aperto", conclude

Nuova edilizia popolare

“L’intervento proposto per le case popolari di Monza - ha sottolineato  Boeri - è la dimostrazione che autosufficienza energetica e inclusione sociale possano essere i due pilastri di una rigenerazione dell’edilizia popolare italiana. Il progetto non solo si propone di migliorare la qualità della vita dei residenti, introducendo un sistema di balconi, di facciate verdi e di spazi di socialità tra i due blocchi e nei loro portici. Ma grazie alle superfici fotovoltaiche sulle coperture e alla riduzione dei consumi permessa dall’intervento sulle facciate, permetterà ai due edifici - e agli altri di proprietà dell’Aler di Monza e Brianza - di costituire una forma innovativa e avanzata di comunità energetica, in grado di distribuire tra le famiglie meno abbienti i vantaggi ricavati dal contributo energetico che eccede i bisogni degli edifici stessi”.

Cos'è il Bosco verticale

A Milano il  Bosco verticale di Stefano Boeri ospita appartamenti super lusso, ma le declinazioni del progetto con cui l’architettori ha innescato un nuovo modo di pensare e fare architettura, promuovendolo a manifesto di forestazione urbana e di decarbonizzazione delle città, sono anche ’pop’. In Olanda l’hanno già fatto. La Trudo Vertical Forest ha rigenerato gli ex stabilimenti Philips di Eindhoven con appartamenti destinati soprattutto ai giovani grazie a contratti di affitto calmierati a 600 euro al mese. Ora ci prova Monza. Con un progetto che vuole portare il Bosco verticale anche nelle case Aler.

Chi è Stefano Boeri

Stefano Boeri, 66 anni, architetto di fama internazionale e presidente della Triennale di Milano Suo il progetto del Bosco verticale a Porta Nuova, Milano