
Una potente immagine del coro sovrastato dall'appello al cessate il fuoco a Gaza
Dal 31 maggio al 2 giugno torna Cromatica, il Festival nazionale dei cori LGBTQIA+: oltre 450 coristə, 13 cori da tutta Italia, ospiti d’eccezione e una città pronta a risuonare di armonie e rivendicazioni. Un tappeto rosa, centinaia di voci e un invito gioioso e politico: GiubiliAMƏ, un verbo all’unisono per festeggiare dieci anni di canto, comunità e diritti. È questo lo spirito della settima edizione di Cromatica, il Festival nazionale dei cori LGBTQIA+, che dal 31 maggio al 2 giugno colorerà Bologna di note e orgoglio.
La manifestazione, organizzata dall’Associazione Nazionale Cori Arcobaleno, coinvolgerà 13 cori provenienti da tutta Italia, per un totale di oltre 450 coristə che porteranno la loro voce tra teatri, parchi e strade. Dopo il successo delle edizioni precedenti, Bologna si prepara ad accogliere l’edizione forse più significativa: quella del decennale. Un anniversario che coincide simbolicamente con l’anno giubilare, ma che qui si trasforma in un pellegrinaggio laico e pop, che celebra la visibilità queer attraverso la forza collettiva del canto.
"In dieci anni i cori sono triplicati, segno che c’è un crescente bisogno di dare voce alle istanze della comunità”, afferma Matteo Montanari, vicepresidente di Cromatica. Un bisogno che si fa urgente, in un contesto sociale e politico sempre più ostile verso le soggettività LGBTQIA+. Il canto diventa allora strumento di resistenza e appartenenza, linguaggio emozionale e accessibile con cui abitare lo spazio pubblico in modo inclusivo. Un coro LGBTQIA+ è un luogo che porta nell’ambiente pubblico un corpo non sempre conforme che rivendica attraverso il canto la sua esistenza.
Il programma
Il programma è ricco e stratificato. Si parte venerdì 31 maggio con la Pink Night al Parco del Cavaticcio, una serata tra presentazioni, performance e ironia, con la partecipazione dell’attore e scrittore Alessandro Fullin. Sabato 1° giugno, l’Auditorium Manzoni ospiterà il Gran Galà: una grande festa di musica e parole condotta dalla stand up comédienne Chiara Becchimanzi e dalla drag queen Diana Bludura, con la partecipazione straordinaria di Eva Robin’s. Qui i 13 cori si uniranno per dare vita al Cromatica Chorus, un unico coro simbolico che incarna la potenza della coralità queer.
"Komos è il coro delle prime volte - ha dichiarato la presentatrice Diana Bludura -. Ha portato per la prima volta in un cinema storico due drag queen come presentatrici, ha permesso a me di essere la prima artista drag a una conferenza stampa all’interno del comune di Bologna. E non posso che essere grata". Ospite della serata di Gala, il Gay Men’s Chorus. Un coro statunitense che ha visto cancellarsi l’esibizione al Kennedy Center di Washington in seguito alla nomina di Trump come direttore del Centro Artistico. La motivazione dichiarata? Ragioni finanziarie. Tuttavia questa giustificazione non ha convinto la comunità LGBTQIA+. Infatti, da quando il Trump è al governo, il Kennedy Center ha registrato un taglio radicale nei confronti di quegli spettacoli che promuovono inclusione e diversità.
Bologna - di fronte a tale censura - non è potuta rimanere in silenzio. Il Gay Men’s Chorus interverrà a distanza durante la serata di Gala, appropriandosi, anche se solo per qualche minuto, di uno spazio virtuale per opporsi all’odio dilagante che non si limita - purtroppo- soltanto ai confini americani. Il Festival si concluderà domenica 2 giugno con Cromatica In The City, quando i cori si esibiranno tra le vie del centro, trasformando Bologna in un grande palcoscenico diffuso dove arte e cittadinanza si incontrano. In un momento storico in cui parole come “orgoglio”, “comunità” e “spazio pubblico” rischiano di essere svuotate o negate, Cromatica rimette al centro il potere delle voci unite. Non solo per cantare, ma per esistere. Insieme. Perché in fondo il coro ci insegna che per esistere a volte è necessario partire dal gruppo, dal noi, dalle comunità.