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Home » Attualità » Brittney Griner è stata rilasciata. La cestista Usa “scambiata” con un trafficante d’armi

Brittney Griner è stata rilasciata. La cestista Usa “scambiata” con un trafficante d’armi

Finita l'odissea della giocatrice della WNBA detenuta da febbraio per traffico di stupefacenti. Niente da fare invece per Paul Whelan

Marianna Grazi
8 Dicembre 2022
Brittney Griner è stata rilasciata dalla detenzione in Russia grazie a uno scambio di prigionieri con gli stati Uniti

Brittney Griner è stata rilasciata dalla detenzione in Russia grazie a uno scambio di prigionieri con gli stati Uniti

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La stella della WNBA Brittney Griner è stata rilasciata: non è più una detenuta russa. Lo ha annunciato giovedì 8 dicembre il presidente americano Joe Biden. Una fonte informata sulla vicenda ha riferito la sua scarcerazione sarebbe dovuta ad uno scambio di prigionieri tra i due Paesi, che riguarda da lato russo il trafficante d’armi Viktor Bout, condannato negli Usa. Scambio da cui sarebbe invece rimasto escluso un altro americano che il Dipartimento di Stato ha dichiarato ingiustamente detenuto, Paul Whelan.

Brittney Griner è libera: scambio di prigionieri Usa-Russia con Viktor Bout

Accanto al presidente Biden, alla Casa Bianca giovedì mattina, in conferenza stampa, c’era la moglie della giocatrice, Cherelle Griner. “Dopo mesi di ingiusta detenzione in Russia, in circostanze intollerabili, Brittney tornerà presto tra le braccia dei suoi cari, come avrebbe dovuto fare fin dall’inizio”. Whelan, invece, non sarà rilasciato, come ha ammesso lo stesso presidente: “Non si trattava di scegliere quale americano riportare a casa. Purtroppo, per ragioni del tutto illegittime, la Russia sta trattando il caso di Paul in modo diverso da quello di Brittney – ha spiegato –. E anche se non siamo ancora riusciti a ottenere il rilascio di Paul, non ci arrendiamo. Non ci arrenderemo mai”. Lo scambio di prigionieri è avvenuto all’aeroporto di Abu Dhabi. “Ho parlato con Brittney Griner. È al sicuro, è in aereo, sta tornando a casa” ha twittato il presidente Usa , promettendo di fare il possibile anche per portare a casa l’ex marine.

L’arresto della giocatrice di basket in un aeroporto poco fuori Mosca, avvenuto a febbraio, ha scatenato un dramma diplomatico tra gli Stati Uniti e il Cremlino, parallelo alla guerra in Ucraina. Mentre gli Usa, insieme all’Unione europea, applicavano pesanti sanzioni in risposta all’invasione delle truppe russe, i diplomatici americani mantenevano aperte i canali di comunicazione con il Cremlino per negoziare uno scambio i prigionieri e provare a ottenere il rilascio di Griner e Whelan. Biden ha spiegato che gli sforzi per riportare a casa la campionessa olimpica hanno richiesto “negoziati intensi e minuziosi” e ha ringraziato i membri della sua amministrazione che si sono occupati del caso. “Questo è un giorno per il quale abbiamo lavorato a lungo. Non abbiamo mai smesso di fare pressioni per il suo rilascio“, ha aggiunto. Alla domanda su quando la 32enne tornerà a casa il presidente ha specificato che avverrà entro “24 ore”.

Cherelle Grineralla Casa Bianca accanto al presidente Biden

Cherelle Griner ha ringraziato l’amministrazione per aver contribuito al rilascio della moglie e ha detto di essere “sopraffatta dalle emozioni“. “È una giornata bellissima per me e la mia famiglia. Sono grata al presidente e all’amministrazione Biden” per la liberazione di Brittney, ha dichiarato la donna, prendendo la parola alla Casa Bianca dopo l’intervento di Joe Biden. Sorridente ed emozionata, Charelle assicura che insieme alla compagna resterà “impegnata per la liberazione di tutti gli americani detenuti, incluso Paul Whelan”. Il fratello di quest’ultimo, David, si dice contento del fatto che la star della WNBA stia tornando a casa ma non nasconde la frustrazione. “Da famiglia che ha un ostaggio in Russia posso solo immaginare la gioia”, ha detto descrivendo la famiglia comunque come devastata dal fatto che Paul Whelan non sia stato incluso nello scambio di prigionieri. Whelan è recluso in Russia dal 2018 con l’accusa di spionaggio.

Chi è il “mercante di morte” Viktor Bout

Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato giovedì che Viktor Bout è tornato a casa in Russia. Lo scambio di prigionieri con Brittney Griner è stato “completato con successo all’aeroporto di Abu Dhabi” giovedì, hanno aggiunto i media statali. Nella sua dichiarazione, anche Joe Biden ha ringraziato gli Emirati Arabi Uniti per l’aiuto fornito durante lo scambio. Questo Paese, insieme all’Arabia Saudita, hanno dichiarato in un comunicato che “il successo degli sforzi di mediazione è un riflesso della reciproca e solida amicizia che lega entrambi i Paesi agli Stati Uniti d’America e alla Federazione Russa”.

Viktor Bout è stato condannato a 25 anni di detenzione negli Stati Uniti.

Bout, soprannominato il “Mercante di morte“, è un ex ufficiale militare sovietico che sta scontando una condanna a 25 anni di carcere negli Stati Uniti con l’accusa di aver cospirato per uccidere gli americani, acquistare ed esportare missili antiaerei e fornire supporto materiale a un’organizzazione terroristica. Nel 2012 Mosca il 55enne aveva definito la sua condanna “infondata e parziale” e si era dichiarato innocente. Steve Zissou, il suo avvocato  negli Usa, ha dichiarato giovedì alla CNN che lo scambio di prigionieri tra Griner e il suo cliente è stato “equo”. “Come ho chiesto da tempo, visti i 15 lunghi anni di detenzione di Viktor Bout da quando il governo degli Stati Uniti l’ha preso di mira nel 2006, il suo scambio con Brittney Griner, che è stata detenuta solo per pochi mesi, è equo”, ha dichiarato in un comunicato.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
La stella della WNBA Brittney Griner è stata rilasciata: non è più una detenuta russa. Lo ha annunciato giovedì 8 dicembre il presidente americano Joe Biden. Una fonte informata sulla vicenda ha riferito la sua scarcerazione sarebbe dovuta ad uno scambio di prigionieri tra i due Paesi, che riguarda da lato russo il trafficante d'armi Viktor Bout, condannato negli Usa. Scambio da cui sarebbe invece rimasto escluso un altro americano che il Dipartimento di Stato ha dichiarato ingiustamente detenuto, Paul Whelan.
Brittney Griner è libera: scambio di prigionieri Usa-Russia con Viktor Bout
Accanto al presidente Biden, alla Casa Bianca giovedì mattina, in conferenza stampa, c'era la moglie della giocatrice, Cherelle Griner. "Dopo mesi di ingiusta detenzione in Russia, in circostanze intollerabili, Brittney tornerà presto tra le braccia dei suoi cari, come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio". Whelan, invece, non sarà rilasciato, come ha ammesso lo stesso presidente: "Non si trattava di scegliere quale americano riportare a casa. Purtroppo, per ragioni del tutto illegittime, la Russia sta trattando il caso di Paul in modo diverso da quello di Brittney – ha spiegato –. E anche se non siamo ancora riusciti a ottenere il rilascio di Paul, non ci arrendiamo. Non ci arrenderemo mai". Lo scambio di prigionieri è avvenuto all'aeroporto di Abu Dhabi. "Ho parlato con Brittney Griner. È al sicuro, è in aereo, sta tornando a casa" ha twittato il presidente Usa , promettendo di fare il possibile anche per portare a casa l'ex marine. L'arresto della giocatrice di basket in un aeroporto poco fuori Mosca, avvenuto a febbraio, ha scatenato un dramma diplomatico tra gli Stati Uniti e il Cremlino, parallelo alla guerra in Ucraina. Mentre gli Usa, insieme all'Unione europea, applicavano pesanti sanzioni in risposta all'invasione delle truppe russe, i diplomatici americani mantenevano aperte i canali di comunicazione con il Cremlino per negoziare uno scambio i prigionieri e provare a ottenere il rilascio di Griner e Whelan. Biden ha spiegato che gli sforzi per riportare a casa la campionessa olimpica hanno richiesto "negoziati intensi e minuziosi" e ha ringraziato i membri della sua amministrazione che si sono occupati del caso. "Questo è un giorno per il quale abbiamo lavorato a lungo. Non abbiamo mai smesso di fare pressioni per il suo rilascio", ha aggiunto. Alla domanda su quando la 32enne tornerà a casa il presidente ha specificato che avverrà entro "24 ore".
Cherelle Grineralla Casa Bianca accanto al presidente Biden
Cherelle Griner ha ringraziato l'amministrazione per aver contribuito al rilascio della moglie e ha detto di essere "sopraffatta dalle emozioni". "È una giornata bellissima per me e la mia famiglia. Sono grata al presidente e all'amministrazione Biden" per la liberazione di Brittney, ha dichiarato la donna, prendendo la parola alla Casa Bianca dopo l'intervento di Joe Biden. Sorridente ed emozionata, Charelle assicura che insieme alla compagna resterà "impegnata per la liberazione di tutti gli americani detenuti, incluso Paul Whelan". Il fratello di quest'ultimo, David, si dice contento del fatto che la star della WNBA stia tornando a casa ma non nasconde la frustrazione. "Da famiglia che ha un ostaggio in Russia posso solo immaginare la gioia", ha detto descrivendo la famiglia comunque come devastata dal fatto che Paul Whelan non sia stato incluso nello scambio di prigionieri. Whelan è recluso in Russia dal 2018 con l'accusa di spionaggio.

Chi è il "mercante di morte" Viktor Bout

Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato giovedì che Viktor Bout è tornato a casa in Russia. Lo scambio di prigionieri con Brittney Griner è stato "completato con successo all'aeroporto di Abu Dhabi" giovedì, hanno aggiunto i media statali. Nella sua dichiarazione, anche Joe Biden ha ringraziato gli Emirati Arabi Uniti per l'aiuto fornito durante lo scambio. Questo Paese, insieme all'Arabia Saudita, hanno dichiarato in un comunicato che "il successo degli sforzi di mediazione è un riflesso della reciproca e solida amicizia che lega entrambi i Paesi agli Stati Uniti d'America e alla Federazione Russa".
Viktor Bout è stato condannato a 25 anni di detenzione negli Stati Uniti.
Bout, soprannominato il "Mercante di morte", è un ex ufficiale militare sovietico che sta scontando una condanna a 25 anni di carcere negli Stati Uniti con l'accusa di aver cospirato per uccidere gli americani, acquistare ed esportare missili antiaerei e fornire supporto materiale a un'organizzazione terroristica. Nel 2012 Mosca il 55enne aveva definito la sua condanna "infondata e parziale" e si era dichiarato innocente. Steve Zissou, il suo avvocato  negli Usa, ha dichiarato giovedì alla CNN che lo scambio di prigionieri tra Griner e il suo cliente è stato "equo". "Come ho chiesto da tempo, visti i 15 lunghi anni di detenzione di Viktor Bout da quando il governo degli Stati Uniti l'ha preso di mira nel 2006, il suo scambio con Brittney Griner, che è stata detenuta solo per pochi mesi, è equo", ha dichiarato in un comunicato.
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