Il Camerun minaccia le tv: “Stop alle scene gay o vi oscuriamo”. Nel mese del Pride, l’autorità di regolamentazione dei media della repubblica unitaria dell’Africa equatoriale ha minacciato di oscurare i canali televisivi, in particolare stranieri, che trasmettono “scene di omosessualità”. Un avvertimento che arriva in un Paese che punisce le relazioni omosessuali con la reclusione.
In un testo intitolato “Avvertenza”, datato lunedì 12 giugno e diffuso dai media nelle scorse ore, il Consiglio nazionale delle comunicazioni (Cnc), un organo governativo, ha dichiarato di aver notato “la proliferazione di programmi che promuovono pratiche omosessuali”, “generalmente trasmessi da editori stranieri”.
Queste immagini “si trovano sempre più spesso nei cartoni animati destinati ai bambini e ai minori”, si legge nel testo. Il Cnc quindi “chiede ai gestori dei canali che trasmettono programmi che mostrano filmati di omosessualità in Camerun (…) di ritirare immediatamente questi programmi, che violano la legge, la morale e i costumi del nostro Paese, pena (…) la sospensione totale dei media interessati”.
La repubblica camerunense, come molti altri Paesi africani, riceve un gran numero di canali stranieri attraverso abbonamenti offerti dal gruppo francese Canal+ e da quello sudafricano DStv, oltre a una serie di altri piccoli operatori privati.
I nove membri del Cnc sono nominati direttamente per decreto dal presidente Paul Biya, che governa il Paese con il pugno di ferro da oltre 40 anni. Nella repubblica unitaria dell’Africa equatoriale le relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso sono sanzionate col carcere, da sei mesi a cinque anni.
Human Rights Watch (Hrw) nel maggio dell’anno scorso denunciò “violenze e gli abusi” subiti da persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali) nel Paese centrafricano.
“La criminalizzazione dell’omosessualità ha creato un clima in cui i camerunesi e le forze di sicurezza possono aggredire e abusare delle persone Lgbt impunemente” ha deplorato l’ong americana per la difesa dei diritti umani.
I dati sono impietosi. Si parla di almeno 27 persone arrestate nel paese africano nel primo trimestre del 2021 e nello stesso periodo di quest’anno almeno 11 vittime di violenza di massa sono state detenute per presunta condotta omosessuale consensuale e per non conformità di genere. Nel maggio 2021, due donne transgender sono state condannate a cinque anni di reclusione ciascuna ai sensi della legge che vieta le relazioni omosessuali.
Camerun e non solo: l’omofobia in Africa
Le minacce dell’autorità camerunense non sorprendono in un continente, l’Africa, dove ogni giorno cresce l’onda omofoba. Sul totale dei 54 stati del continente nero, ben 32 sono i paesi africani che ancora hanno leggi contro la comunità Lgbt.
Leggi non ascrivibili a una sola cultura o a una sola religione, dato che coinvolge sia i paesi del Nord Africa e del Sahel, a nettissima maggioranza musulmana, sia i paesi dell’Africa subsahariana, tradizionalmente cristiani.
I paesi di cui parliamo sono, oltre al Camerun, Algeria (all’inizio dell’anno è partita la crociata per vietare i prodotti arcobaleno), Burundi, Chad, Isole Comore, Egitto, Eritrea, Swaziland, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea, Kenya, Liberia, Libia, Malawi, Mauritania, Mauritius, Marocco, Namibia, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Tanzania, Togo, Tunisia, Uganda, Zambia e Zimbabwe.
Nella maggior parte dei paesi, i rapporti sessuali tra individui dello stesso sesso sono puniti con la detenzione e con una multa pecuniaria. Ma anche con la pena capitale e l’ergastolo come in Mauritania e in Uganda.
Proprio qui, a fine maggio, è stata varata una delle leggi più draconiane al mondo contro gli omosessuali, che prevede non solo il carcere, ma in alcuni casi anche l’ergastolo e la pena di morte. Una stretta, quella decisa dalla nuova legge firmata dal presidente Yoweri Museveni, che il presidente degli Usa Joe Biden ha bollato come “una tragica violazione dei diritti umani universali”, chiedendone la revoca con una velata minaccia di sanzioni.