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Cancel culture in Belgio, la statua di Leopoldo II a Bruxelles potrebbe essere fusa

di REMY MORANDI -
21 febbraio 2022
La statua di Leopoldo II a Bruxelles Belgio

La statua di Leopoldo II a Bruxelles Belgio

In Belgio si riaccende il dibattito sulla cancel culture. Il motivo? La statua del re Leopoldo II in centro a Bruxelles potrebbe essere fusa e trasformata in un monumento dedicato alle milioni di persone che morirono durante il suo governo in Congo e alle altre vittime del colonialismo belga. A valutare questa opzione è stato il gruppo di esperti, storici, architetti e altri specialisti incaricato dal governo di Bruxelles di trovare un modo per "decolonizzare" il suolo pubblico della capitale belga, dopo le proteste del Black Lives Matter che si accesero a Bruxelles nel 2020.

A giugno del 2020 la statua di Leopoldo II a Bruxelles venne vandalizzata da gruppi anti-razzisti del Black Lives Matter

Le proteste in Belgio contro l'Impero coloniale

Nel giugno del 2020 in Belgio, come nel resto del mondo, si accesero violente proteste del movimento Black Lives Matter, nato in seguito alla morte di George Floyd. A Bruxelles, in quella estate, un gruppo di manifestanti antirazzisti vandalizzò la statua dell'ex re belga Leopoldo II a place du Trône, a pochi passi dal Palazzo Reale belga, in pieno centro. La statua fu imbrattata di vernice rossa e scritte anti-razziste e anti-coloniali. Parallelamente nello stesso periodo ad Anversa una statua del sovrano venne rimossa da una piazza e spostata in un museo cittadino. Le proteste si accesero a tal punto che sempre a giugno del 2020 un gruppo di manifestanti lanciò una petizione online per la rimozione di tutte le statue di Leopoldo II dal suolo pubblico di Bruxelles. Per gli attivisti anti-razzisti belgi, i monumenti all'uomo responsabile dei massacri coloniali in Congo non potevano avere "posto né a Bruxelles né in nessun altro luogo d'Europa".

Il gruppo di esperti incaricato da Bruxelles alla "decolonizzazione urbanistica" della capitale belga

Bruxelles incarica un gruppo di esperti di creare un modello urbanistico "decoloniale"

A Bruxelles, e in generale in Belgio, sono decine e decine i monumenti e le strade che ricordano e celebrano l'Impero coloniale belga e il suo principale artefice, re Leopoldo II. Per placare le proteste del movimento anti-razzista e cercare una soluzione urbanistica a tutte quelle statue e monumenti che celebrano un passato fatto di massacri, schiavitù e razzismo, a novembre del 2020 il governo di Bruxelles su iniziativa del Segretario di Stato responsabile per il Patrimonio e l'Urbanistica, Pascal Smet, decise di costituire un gruppo di esperti per "decolonizzare" lo spazio pubblico della capitale belga. Ovvero, il team fu incaricato di stilare un report con raccomandazioni e suggerimenti pratici per creare un nuovo modello urbanistico "decoloniale" della città. Dopo un anno e mezzo dall'inizio dei lavori, il gruppo è riuscito a concludere e pubblicare il report.

Pascal Smet, 54 anni, è Segretario di Stato responsabile per il Patrimonio e l'Urbanistica di Bruxelles

La presentazione del report sulla decolonizzazione di Bruxelles

Lo scorso giovedì 17 febbraio il gruppo di lavoro convocato da Pascal Smet ha presentato il suo report a Rachid Madrane, presidente del Parlamento di Bruxelles. Nel report di 256 pagine il gruppo di esperti ha elaborato una serie di raccomandazioni per "decolonizzare" lo spazio pubblico della capitale, tra cui l'istituzione di giornate commemorative per le vittime della colonizzazione, la creazione di nuovi monumenti in loro memoria e l'apertura di un museo sulla storia coloniale di Bruxelles. "Uno spazio pubblico decolonizzato - si legge nel report - non è uno spazio in cui tutte le tracce coloniali devono essere cancellate, ma deve essere privo di elementi materiali che promuovono allora come oggi il rapporto asimmetrico tra l'ex colonizzatore bianco e l'ex colonizzato di colore, perpetuando un'ideologia razzista e fatta di disuguaglianze". Per questo motivo nel report sono state elaborate anche una serie di proposte per risolvere il problema delle statue già presenti in città e che celebrano il passato coloniale belga. Tra queste, anche la statua di Leopoldo II.

La statua di Leopoldo II si trova a place du Trône, a pochi passi dal Palazzo Reale belga, in pieno centro a Bruxelles

Il destino della statua di Leopoldo II

Per la statua di Leopoldo II in centro a Bruxelles, il gruppo di esperti ha elaborato due soluzioni: la prima consiste nel fondere la statua per trasformarla in un monumento dedicato alle milioni di persone che morirono durante il governo del sovrano in Congo (dal 1885 al 1908); la seconda consiste nel creare un parco dedicato a Bruxelles dove ospitare monumenti e statue, tra cui quella di Leopoldo II, raffiguranti il passato coloniale belga. Adesso sarà lo stesso Pascal Smet a decidere quale sarà la soluzione migliore da prendere per la statua di Leopoldo II. Il responsabile per l'urbanistica di Bruxelles, che firma i permessi per erigere e smantellare i monumenti della città, spera di pubblicare un piano d'azione entro il mese di settembre 2022 e di procedere alla rimozione o trasformazione delle statue a fine anno. Smet, che in un primo commento dopo la pubblicazione del report disse che "la cosa più semplice sarebbe sbarazzarsi di tutte le statue", ha tenuto a precisare che il report "non sarà il solito rapporto che consideriamo come 'Ah, interessante!' e poi lo mettiamo sullo scaffale. Questa è una relazione che deve essere e sarà rispettata", ha promesso il responsabile per l'urbanistica di Bruxelles.