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Home » Attualità » Diamoci un taglio: il sostegno a colpi di forbice alla protesta in Iran. “Donne, vita, libertà”

Diamoci un taglio: il sostegno a colpi di forbice alla protesta in Iran. “Donne, vita, libertà”

Il simbolo della lotta contro l'oppressivo regime islamico sono le ciocche di capelli tagliate: ad unirsi nella anche eurodeputate, attrici e personaggi animati

Lavinia Beni e Mafalda Chiostri
6 Ottobre 2022
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“La tradizione di tagliarsi i capelli per protesta è millenaria. Dimostra che la rabbia è più forte del potere dell’oppressore. Le donne dell’Iran ne hanno abbastanza. L’Unione Europea dovrebbe mostrare lo stesso coraggio e dar loro pieno sostegno.” Con queste parole Abir Al- Sahlani, eurodeputata svedese, accompagna un video simbolico pubblicato sul suo profilo Instagram.

Ciocche di capelli cadono a terra, in ricordo della libertà dell’essere umano. Come quando le catene si spezzano e toccano il pavimento. Il suono di quando sprofondano segna il trionfo dell’indipendenza. Con i capelli è diverso: non sono questi a far rumore, ma la voce delle tante donne che si alza in coro.

L’eurodeputata svedese

Una scena valorosa: Abir Al-Sahlani, 46 anni, irachena d’origine, sfila dalla borsa un paio di forbici. E poi un taglio netto: si taglia i capelli, mentre discute di politica europea nell’aula del Parlamento a Strasburgo.
“Noi popoli e cittadini dell’Unione Europea chiediamo la fine incondizionata e immediata di tutta la violenza contro le donne e gli uomini in Iran. Finché l’Iran non sarà libero, la nostra furia sarà più grande di quella degli oppressori. Finché le donne iraniane non saranno libere staremo con voi“. E poi scandisce “Jin, Jiyan, Azadì“: donne, vita e libertà, ormai diventato il grido delle proteste iniziate dopo la morte di Mahsa Amini, arrestata e picchiata dalla polizia morale a Tehran, perché l’hijab le lasciava scoperto un ciuffo di capelli. sotto il post sono tanti i commenti di ringraziamento e le parole di stima nei confronti dell’eurodeputata: “Grazie Abir per essere la nostra voce. Noi non dimenticheremo!”. Frasi sempre accompagnate, ormai da settimane, dai due hashtag simbolici #mashsaamini e #womenlifefreedom.

Le attrici francesi

Anche il mondo del cinema francese si è movimentato in risposta a quanto sta accadendo in Iran. Tante attrici e cantanti con forbici alla mano che recidono quei capelli come i legami oppressivi che tengono sotto scacco le compagne mediorientali.

Il video appare per primo sul profilo Instagram di Juliette Binoche, attrice ed ex modella francese, che proclama: “For freedom!”. In successione appaiono Isabelle Huppert, Marion Cotillard e molte altre. A far da sottofondo risuona la versione persiana di “Bella Ciao“. L’appello è stato sottoscritto da oltre mille professionisti del mondo dell’arte e anche dal direttore del Festival di Cannes Thierry Fremaux. In un messaggio che accompagna il video sui social si legge: “Il popolo iraniano, con le donne in testa, sta rischiando la vita per protestare. Queste persone vogliono solo le libertà più elementari. Queste donne, questi uomini, meritano il nostro sostegno”. Dietro all’iniziativa, due avvocate e un avvocato: Julie Couturier, Christiane Feral Schuhl e Richard Sédillot. Il testo che accompagna il video afferma che “è impossibile non denunciare ancora e sempre questa terribile repressione. Gli arresti fanno soltanto aumentare il numero di prigioniere e prigionieri già detenuti in assoluta illegalità e troppo spesso torturati. Abbiamo così deciso di rispondere all’appello che ci era stato rivolto tagliandoci, anche noi, alcune delle nostre ciocche”.

Le show girl italiane

Claudia Gerini si taglia una ciocca di capelli in solidarietà con la protesta delle donne iraniane

“Fatto da qui è solo un piccolo gesto, ma se lo facciamo in tante farà sentire le donne iraniane meno sole. Donna, vita, libertà” è invece l’appello video lanciato da Giovanna Nina Palmieri, inviata e conduttrice delle Iene, mentre si taglia una ciocca di capelli. “Se ve la sentite, fatelo anche voi, tagliatevi una ciocca di capelli, speditela all’ambasciata dell’Iran a Roma, e pubblicate il video sui social con l’hashtag #IeneDonnaVitaLibertà”, aggiunge Palmieri nel filmato, rilanciato sui profili social del programma. Un appello raccolto da Belen Rodriguez, che si è tagliata una ciocca di capelli in diretta durante l’ultima puntata andata in onda: “Quando calpestano i diritti di una di noi, stanno calpestando i diritti di tutte noi“, ha detto la conduttrice. Un gesto simbolico compiuto anche da Claudia Gerini, come documenta un video su Instagram in cui l’attrice taglia via una ciocca e la ripone in una busta indirizzata all’ambasciata iraniana, scrivendo “Sorelle del mondo. Unite”. Nel video mostrato dalle Iene si vedono, tra le altre, Ambra Angiolini, Laura Torrisi, Nina Zilli, Rocio Munoz Morales, Chiara Scelsi, Bianca Atzei, Sofia Goggia, Costanza Caracciolo.

E anche Marge Simpson

aleXandro Palombo, "The Cut"
Marge Simpson è la protagonista della nuova opera dello strret artist aleXandro Palombo, “The Cut”, a sostegno della protesta femminile in Iran

Una forma di protesta, una ribellione che si esprime non solo dal vero, ma simbolicamente anche attraverso il disegno. Le sforbiciate arrivano persino a intaccare la chioma di Marge Simpson, la casalinga della famosa serie animata “I Simpsons“. Con i suoi iconici capelli blu in una mano e un paio di forbici nell’altra viene immortalata nella nuova opera di strada dell’artista aleXsandro Palombo, intitolata “The Cut“. Il murale è apparso davanti al Consolato Generale della Repubblica Islamica dell’Iran a Milano. I Simpsons, nella Repubblica Islamica, sono vietati dal 2012 e dal 2021 i personaggi femminili dei cartoni animati trasmessi nel Paese devono indossare l’hijab, in quanto “osservare la tradizione anche nel mondo dell’animazione è una necessità che può evitare pericolose conseguenze”, aveva dichiarato l’Ayatollah Ali Khamenei. Nella storia nazionale l’anno del declino fu il 1979, momento in cui fu imposto in Iran l’obbligo del velo. L’artista aleXsandro ha commentato: “Se Marge Simpson ha il divieto di entrare in Iran nulla le impedisce di manifestare il suo dissenso al regime davanti al consolato iraniano, qui siamo in democrazia, quel valore universale di diritto alla libertà per cui lotta a costo della vita il coraggioso popolo iraniano”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
"La tradizione di tagliarsi i capelli per protesta è millenaria. Dimostra che la rabbia è più forte del potere dell'oppressore. Le donne dell'Iran ne hanno abbastanza. L'Unione Europea dovrebbe mostrare lo stesso coraggio e dar loro pieno sostegno." Con queste parole Abir Al- Sahlani, eurodeputata svedese, accompagna un video simbolico pubblicato sul suo profilo Instagram. Ciocche di capelli cadono a terra, in ricordo della libertà dell'essere umano. Come quando le catene si spezzano e toccano il pavimento. Il suono di quando sprofondano segna il trionfo dell'indipendenza. Con i capelli è diverso: non sono questi a far rumore, ma la voce delle tante donne che si alza in coro.

L'eurodeputata svedese

Una scena valorosa: Abir Al-Sahlani, 46 anni, irachena d'origine, sfila dalla borsa un paio di forbici. E poi un taglio netto: si taglia i capelli, mentre discute di politica europea nell'aula del Parlamento a Strasburgo. "Noi popoli e cittadini dell'Unione Europea chiediamo la fine incondizionata e immediata di tutta la violenza contro le donne e gli uomini in Iran. Finché l'Iran non sarà libero, la nostra furia sarà più grande di quella degli oppressori. Finché le donne iraniane non saranno libere staremo con voi". E poi scandisce "Jin, Jiyan, Azadì": donne, vita e libertà, ormai diventato il grido delle proteste iniziate dopo la morte di Mahsa Amini, arrestata e picchiata dalla polizia morale a Tehran, perché l’hijab le lasciava scoperto un ciuffo di capelli. sotto il post sono tanti i commenti di ringraziamento e le parole di stima nei confronti dell'eurodeputata: "Grazie Abir per essere la nostra voce. Noi non dimenticheremo!". Frasi sempre accompagnate, ormai da settimane, dai due hashtag simbolici #mashsaamini e #womenlifefreedom.

Le attrici francesi

Anche il mondo del cinema francese si è movimentato in risposta a quanto sta accadendo in Iran. Tante attrici e cantanti con forbici alla mano che recidono quei capelli come i legami oppressivi che tengono sotto scacco le compagne mediorientali. Il video appare per primo sul profilo Instagram di Juliette Binoche, attrice ed ex modella francese, che proclama: "For freedom!". In successione appaiono Isabelle Huppert, Marion Cotillard e molte altre. A far da sottofondo risuona la versione persiana di "Bella Ciao". L'appello è stato sottoscritto da oltre mille professionisti del mondo dell'arte e anche dal direttore del Festival di Cannes Thierry Fremaux. In un messaggio che accompagna il video sui social si legge: "Il popolo iraniano, con le donne in testa, sta rischiando la vita per protestare. Queste persone vogliono solo le libertà più elementari. Queste donne, questi uomini, meritano il nostro sostegno". Dietro all'iniziativa, due avvocate e un avvocato: Julie Couturier, Christiane Feral Schuhl e Richard Sédillot. Il testo che accompagna il video afferma che "è impossibile non denunciare ancora e sempre questa terribile repressione. Gli arresti fanno soltanto aumentare il numero di prigioniere e prigionieri già detenuti in assoluta illegalità e troppo spesso torturati. Abbiamo così deciso di rispondere all'appello che ci era stato rivolto tagliandoci, anche noi, alcune delle nostre ciocche".

Le show girl italiane

Claudia Gerini si taglia una ciocca di capelli in solidarietà con la protesta delle donne iraniane
"Fatto da qui è solo un piccolo gesto, ma se lo facciamo in tante farà sentire le donne iraniane meno sole. Donna, vita, libertà" è invece l'appello video lanciato da Giovanna Nina Palmieri, inviata e conduttrice delle Iene, mentre si taglia una ciocca di capelli. "Se ve la sentite, fatelo anche voi, tagliatevi una ciocca di capelli, speditela all'ambasciata dell'Iran a Roma, e pubblicate il video sui social con l'hashtag #IeneDonnaVitaLibertà", aggiunge Palmieri nel filmato, rilanciato sui profili social del programma. Un appello raccolto da Belen Rodriguez, che si è tagliata una ciocca di capelli in diretta durante l'ultima puntata andata in onda: "Quando calpestano i diritti di una di noi, stanno calpestando i diritti di tutte noi", ha detto la conduttrice. Un gesto simbolico compiuto anche da Claudia Gerini, come documenta un video su Instagram in cui l'attrice taglia via una ciocca e la ripone in una busta indirizzata all'ambasciata iraniana, scrivendo "Sorelle del mondo. Unite". Nel video mostrato dalle Iene si vedono, tra le altre, Ambra Angiolini, Laura Torrisi, Nina Zilli, Rocio Munoz Morales, Chiara Scelsi, Bianca Atzei, Sofia Goggia, Costanza Caracciolo.

E anche Marge Simpson

aleXandro Palombo, "The Cut"
Marge Simpson è la protagonista della nuova opera dello strret artist aleXandro Palombo, "The Cut", a sostegno della protesta femminile in Iran
Una forma di protesta, una ribellione che si esprime non solo dal vero, ma simbolicamente anche attraverso il disegno. Le sforbiciate arrivano persino a intaccare la chioma di Marge Simpson, la casalinga della famosa serie animata "I Simpsons". Con i suoi iconici capelli blu in una mano e un paio di forbici nell'altra viene immortalata nella nuova opera di strada dell'artista aleXsandro Palombo, intitolata "The Cut". Il murale è apparso davanti al Consolato Generale della Repubblica Islamica dell'Iran a Milano. I Simpsons, nella Repubblica Islamica, sono vietati dal 2012 e dal 2021 i personaggi femminili dei cartoni animati trasmessi nel Paese devono indossare l'hijab, in quanto "osservare la tradizione anche nel mondo dell'animazione è una necessità che può evitare pericolose conseguenze", aveva dichiarato l'Ayatollah Ali Khamenei. Nella storia nazionale l'anno del declino fu il 1979, momento in cui fu imposto in Iran l'obbligo del velo. L'artista aleXsandro ha commentato: "Se Marge Simpson ha il divieto di entrare in Iran nulla le impedisce di manifestare il suo dissenso al regime davanti al consolato iraniano, qui siamo in democrazia, quel valore universale di diritto alla libertà per cui lotta a costo della vita il coraggioso popolo iraniano".
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