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Car* student*: il liceo classico Cavour di Torino sceglie l'asterisco "per non discriminare nessuno"

di SOFIA FRANCIONI -
22 novembre 2021
Liceo_cavour (1)

Liceo_cavour (1)

"L'identità e l'uguaglianza di genere sono elementi a cui attribuiamo una importanza fondamentale nella nostra comunità scolastica. E il linguaggio che utilizziamo rispecchia questo sentire. L'asterisco specifica che per noi tutti sono uguali a prescindere dalla loro identità e orientamento sessuale". Collettive o individuali, esterne o interne o per presentare eventi: a Torino il liceo classico Cavour sceglie di utilizzare l'asterisco per le comunicazioni scolastiche. Le circolari del liceo, che tra i suoi allievi ha avuto Luigi Einaudi, Guido Gozzano, Cesare Pavese e Giulio Carlo Argan, d'ora in poi non inizieranno più con cari studenti e care studentesse, ma car* student*, a favore di un linguaggio gender neutral per non discriminare nessuno. Una decisione presa dal Consiglio d'Istituto - riunito a maggio per una persona che nel precedente anno scolastico stava cambiando sesso - che ha deciso di aderire a "Noi siamo pari", progetto del Miur per la lotta alle discriminazioni. "Le generazioni che frequentano adesso le superiori sono molto avanti", ha affermato il preside del liceo Cavour Vincenzo Salcone. "C'è una grande sensibilità verso questi temi e la risposta è stata estremamente positiva. Abbiamo formalizzato all'interno di un regolamento quello che loro, i ragazzi, vivono nella quotidianità. La nostra Costituzione vieta le discriminazioni, incluse quelle sul sesso. Non abbiamo fatto niente di rivoluzionario, se non dare attuazione al trattato costituzionale nelle nostre normative interne". "Esiste un modo per non discriminare che non storpia l'italiano. In questo la scuola dovrebbe dare l'esempio, non cedere a provvedimenti ideologici che peraltro anziché difendere l'identità di ognuno, l'annientano". Augusta Montaruli, parlamentare torinese di Fratelli d'Italia, annuncia così l'intenzione di scrivere al ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, per un "approfondimento" sulla decisione del Cavour di Torino. A cui fa eco il leader della Lega Matteo Salvini: "Un conto è il rispetto, altro conto è una folle corsa verso il niente. Basta!".