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Home » Attualità » “Cara sorella ti scrivo”: Papa Francesco riabilita la suora paladina dei diritti Lgbt

“Cara sorella ti scrivo”: Papa Francesco riabilita la suora paladina dei diritti Lgbt

La lettera manoscritta inviata da Bergoglio a suor Jeannine Gramick rappresenta una nuova espressione di sostegno verso gli omosessuali e quanti operano in loro favore

Camilla Prato
11 Gennaio 2022
Suor Jeannine Gramick e Papa Francesco

Suor Jeannine Gramick e Papa Francesco

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Un nuovo gesto di attenzione alle persone omosessuali: Papa Francesco ha inviato un messaggio augurale ad una suora statunitense impegnata nella pastorale per le persone Lgbtq+ che nel 1999 era stata tacitata dall’allora cardinale prefetto della congregazione per la Dottrina della fede Joseph Ratzinger. Il pontefice argentino ha risposto a suor Jeannine Gramick, fondatrice dell’apostolato cattolico New Ways Ministry (ministero delle nuove vie) in risposta ad una missiva con la quale la religiosa lo informava del cinquantesimo anniversario del proprio ministero. Un apostolato che ha come obiettivo di educare i cattolici “alla scienza, alla sociologia e teologia dell`omosessualità”.

Suor Jeannine Gramick, fondatrice dell’apostolato cattolico New Ways Ministry
Suor Jeannine Gramick, fondatrice dell’apostolato cattolico New Ways Ministry

“Cara sorella”, ha scritto Bergoglio in una lettera in spagnolo resa nota dalla rivista dei gesuiti statunitensi America, “grazie molte per la tua lettera. Mi ha fatto piacere ricevere la notizia del tuo 50esimo anniversario. La tua lettera mi ha ricordato ‘lo stile’ di Dio… Dio ha il suo stile per comunicare con noi. E potremmo riassumere quello stile in tre parole: vicinanza, compassione, tenerezza. E penso ai tuoi 50 anni di ministero, che sono stati 50 anni con questo ‘stile di Dio’, 50 anni di vicinanza, di compassione e di tenerezza. Non hai avuto paura della ‘vicinanza’, e nell’avvicinarti l’hai fatto ‘soffrendo con’ (compassione) e senza condannare nessuno, ma con la ‘tenerezza’ di una sorella e di una madre. Grazie, suor Jeannine, per tutta la tua vicinanza, compassione e tenerezza. Io prego per te. Per favore, non dimenticare di pregare per me…. Che Gesù ti benedica e la Vergine Santa ti protegga. Fraternamente, Francesco”.

La rivista America ricorda che negli anni Ottanta alcuni vescovi negli Stati Uniti fecero pressioni sui superiori di suor Gramick e di padre Robert Nugent, religioso della Società di San Patrizio per le missioni estere e cofondatore di New Ways Ministry, per rimuoveri dal ministero. Quando questi hanno rifiutato di farlo, la Congregazione per la Dottrina della Fede, sotto Giovanni Paolo II, avviò un`indagine che, durata 11 anni, si concluse, nel 1999, con una notifica, firmata dal cardinale prefetto Joseph ratzinger e dal vescoco segretario Tarcisio Bertone, con la quale si affermava che le presentazioni di suor Gramick e padre Nugent sull`omosessualità non rappresentavano accuratamente “il male intrinseco degli atti omosessuali e il disordine oggettivo dell`inclinazione omosessuale”. I due religiosi venivano “permanentemente interdetti da qualsiasi attività pastorale che coinvolga persone omosessuali” e dichiarati “ineleggibili, a tempo indeterminato, a qualsiasi ufficio nei rispettivi istituti religiosi”. Giudizio ora ribaltato, di fatto, con il riconoscimento da parte di papa Francesco.

Suor Jeannine Gramick
Suor Jeannine Gramick, suora statunitense impegnata nella pastorale per le persone Lgbtq+

Rimane peraltro in vigore un’istruzione, pubblicata dal Vaticano sotto Benedetto XVI e confermata nel 2016 da Francesco, sul “dono della vocazione presbiteriale” con la quale la congregazione del Clero ribadisce che la Chiesa “non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay”. L’anno scorso, infine, la congregazione per la Dottrina della fede pubblicò un “responsum” con il quale ha negato la possibilità, ipotizzata tra l’altro in Germania, di benedire in chiesa le coppie omosessuali. Il Papa “è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto”, recitava il documento firmato dal cardinale prefetto dell’ex Santo Uffizio, Luis Ladaria, e dal segretario, mons. Giacomo Morandi. Che lascia Roma perché il papa lo ha nominato vescovo di Reggio Emilia.

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  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout
Un nuovo gesto di attenzione alle persone omosessuali: Papa Francesco ha inviato un messaggio augurale ad una suora statunitense impegnata nella pastorale per le persone Lgbtq+ che nel 1999 era stata tacitata dall’allora cardinale prefetto della congregazione per la Dottrina della fede Joseph Ratzinger. Il pontefice argentino ha risposto a suor Jeannine Gramick, fondatrice dell’apostolato cattolico New Ways Ministry (ministero delle nuove vie) in risposta ad una missiva con la quale la religiosa lo informava del cinquantesimo anniversario del proprio ministero. Un apostolato che ha come obiettivo di educare i cattolici “alla scienza, alla sociologia e teologia dell`omosessualità”.
Suor Jeannine Gramick, fondatrice dell’apostolato cattolico New Ways Ministry
Suor Jeannine Gramick, fondatrice dell’apostolato cattolico New Ways Ministry
“Cara sorella”, ha scritto Bergoglio in una lettera in spagnolo resa nota dalla rivista dei gesuiti statunitensi America, “grazie molte per la tua lettera. Mi ha fatto piacere ricevere la notizia del tuo 50esimo anniversario. La tua lettera mi ha ricordato ‘lo stile’ di Dio... Dio ha il suo stile per comunicare con noi. E potremmo riassumere quello stile in tre parole: vicinanza, compassione, tenerezza. E penso ai tuoi 50 anni di ministero, che sono stati 50 anni con questo ‘stile di Dio’, 50 anni di vicinanza, di compassione e di tenerezza. Non hai avuto paura della ‘vicinanza’, e nell’avvicinarti l’hai fatto ‘soffrendo con’ (compassione) e senza condannare nessuno, ma con la ‘tenerezza’ di una sorella e di una madre. Grazie, suor Jeannine, per tutta la tua vicinanza, compassione e tenerezza. Io prego per te. Per favore, non dimenticare di pregare per me.... Che Gesù ti benedica e la Vergine Santa ti protegga. Fraternamente, Francesco”. La rivista America ricorda che negli anni Ottanta alcuni vescovi negli Stati Uniti fecero pressioni sui superiori di suor Gramick e di padre Robert Nugent, religioso della Società di San Patrizio per le missioni estere e cofondatore di New Ways Ministry, per rimuoveri dal ministero. Quando questi hanno rifiutato di farlo, la Congregazione per la Dottrina della Fede, sotto Giovanni Paolo II, avviò un`indagine che, durata 11 anni, si concluse, nel 1999, con una notifica, firmata dal cardinale prefetto Joseph ratzinger e dal vescoco segretario Tarcisio Bertone, con la quale si affermava che le presentazioni di suor Gramick e padre Nugent sull`omosessualità non rappresentavano accuratamente “il male intrinseco degli atti omosessuali e il disordine oggettivo dell`inclinazione omosessuale”. I due religiosi venivano “permanentemente interdetti da qualsiasi attività pastorale che coinvolga persone omosessuali” e dichiarati “ineleggibili, a tempo indeterminato, a qualsiasi ufficio nei rispettivi istituti religiosi”. Giudizio ora ribaltato, di fatto, con il riconoscimento da parte di papa Francesco.
Suor Jeannine Gramick
Suor Jeannine Gramick, suora statunitense impegnata nella pastorale per le persone Lgbtq+
Rimane peraltro in vigore un’istruzione, pubblicata dal Vaticano sotto Benedetto XVI e confermata nel 2016 da Francesco, sul “dono della vocazione presbiteriale” con la quale la congregazione del Clero ribadisce che la Chiesa “non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay”. L’anno scorso, infine, la congregazione per la Dottrina della fede pubblicò un “responsum” con il quale ha negato la possibilità, ipotizzata tra l’altro in Germania, di benedire in chiesa le coppie omosessuali. Il Papa “è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto”, recitava il documento firmato dal cardinale prefetto dell’ex Santo Uffizio, Luis Ladaria, e dal segretario, mons. Giacomo Morandi. Che lascia Roma perché il papa lo ha nominato vescovo di Reggio Emilia.
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