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Censurati i libri di Roald Dahl: rimosse dai testi le parole "grasso" e "brutto". La reazione del mondo social

di EDOARDO MARTINI -
21 febbraio 2023
Lo scrittore britannico Roald Dahl (Instagram)

Lo scrittore britannico Roald Dahl (Instagram)

Via alle parole "brutto" o "grasso". E' questa l'iniziativa della Roald Dahl Story Company, che ha ereditato la gestione dei diritti d’autore dello scrittore icona Roald Dahl, e che ha deciso di mettere mano al testo di alcuni suoi capolavori, modificando alcuni termini 'scomodi' per far risultare i romanzi dello scrittore accettabili per tutti.

Gli Umpa Lumpa: l'accusa di razzismo verso lo scrittore che inizialmente li aveva descritti come "pigmei neri" (Ciak Magazine)

Il cattivo esempio dato ai ragazzi

Roald Dahl aveva uno stile irriverente e non risparmiava descrizioni graffianti nei confronti di personaggi sovrappeso, goffi, sciocchi e bruttini. Ed ecco quindi che Augustus Gloop de 'La fabbrica di cioccolato' diventa "enorme" e non più "enormemente grasso". E per una delle 'Streghe' non si parla più di fare la "cassiera in un supermercato o dattilografa per un uomo d’affari" ma di lavorare come "scienziato di punta o gestisce un’azienda". Insomma, via tutti i riferimenti potenzialmente sessisti o discriminatori, per quella che è la mentalità e sensibilità odierna, da testi che sono stati scritti decine e decine di anni fa, dal momento che lo scrittore nacque nel 1916. Ma come si è arrivati a questa decisione? A quanto sembra gli eredi del defunto avevano già da tempo preso in considerazione un lavoro di revisione dei testi. Ci ragionavano addirittura dal 2020, quando ancora la Roald Dahl Story Company apparteneva ai parenti di Dahl e non a Netflix. Nei suoi testi viene esasperata la bruttezza e la grassezza. I mangioni, ad esempio, sono spesso presi di mira e visti negativamente per il fatto di mangiare troppo. Questi aspetti linguistici, negli ultimi anni, erano spesso stati sottolineati da una parte e dall’altra, in modo negativo: era stato fatto notare che alcuni concetti o espressioni potevano essere di cattivo esempio per i ragazzi, e che potevano finire per essere d’ispirazione per prese in giro o magari per atteggiamenti di bullismo. Va ricordato che lo stesso scrittore intervenne su alcuni suoi testi, quando era ancora in vita, per apportare piccole modifiche e mettersi al riparo dalle accuse di razzismo. Successe ad esempio per gli Umpa-Lumpa, gli operai della 'Fabbrica di cioccolato', che venivano inizialmente descritti come "pigmei neri" trovati nella "giungla africana" da Willy Wonka. Nella nuova versione infatti divennero personaggi di fantasia, che nulla avevano a che vedere con l’Africa. Nelle nuove edizioni, le modifiche vengono segnalate da una breve nota inserita nella pagina iniziale, in cui si legge: "Le parole sono importanti. Le magnifiche parole di Roald Dahl possono trasportare in mondi diversi e far conoscere personaggi meravigliosi. Questo libro è stato scritto tanti anni fa e quindi ne rivediamo regolarmente il linguaggio per assicurarci che possa essere apprezzato da tutte le persone anche oggi". Al Telegraph, dalla Roald Dahl Story Company hanno assicurato che le modifiche letterarie sono state fatte "mantenendo la trama della storia, i caratteri dei personaggi e l’irriverenza e lo spirito acuto del testo originale" e che sono "piccole e valutate con grande attenzione".

Le reazioni del mondo social

L'iniziativa editoriale ha però suscitato enormi polemiche da parte di molti esponenti del mondo della scrittura, dagli scrittori agli editori ai lettori. Su tutti si è espresso senza mezzi termini in proposito lo scrittore Salman Rushdie, che ha twittato: "Roald Dahl non era certo un angelo, ma questa è una censura assurda. Puffin Books e la compagnia di Dahl dovrebbero vergognarsi". Ma anche in Italia dove l'editore Pierdomenico Baccalario ha lanciato una petizione sostenendo che "i libri sono opere d’arte e vanno mantenuti nella versione originale". Reazione arrivata anche dal primo ministro britannico Rishi Sunak che ha dichiarato "le opere di letteratura vanno preservate, non aerografate" e dalla scrittrice Paola Mastrocola che ha tuonato "Riscrivere un libro è un atto di violenza inaudita".