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"Ci ha messo troppo a reagire ai palpeggiamenti: 20 secondi" e per le giudici la molestia non sussiste

di SOFIA FRANCIONI -
28 gennaio 2022
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Dopo la sentenza del tribunale di Busto Arsizio Barbara D’Astolto, 45 anni, assistente di volo e mamma di due figlie, si chiede: "Ci dicono sempre che dobbiamo denunciare le molestie, che non dobbiamo rimanere in silenzio. Ma se poi sono questi i risultati, come facciamo a credergli?". La sua vicenda risale al 2018 quando la donna denuncia Raffaele Meola, un sindacalista della Fit Cisl, per averle messo le mani addosso durante un incontro di lavoro negli uffici del sindacato dell’aeroporto di Malpensa. Ma oggi (28 gennaio) in tribunale le tre giudici del collegio giudicante, pur riconoscendo la "credibilità del racconto della donna", hanno deciso per l’assoluzione dell’imputato per "insussistenza del fatto". Il motivo? D’Astolto non avrebbe reagito tempestivamente ai palpeggiamenti, aspettando almeno venti secondi per fermare l’azione di Meola. Per questa ragione il sindacalista è stato completamente assolto. Intervistata dal Corriere, la vittima dichiara di sentirsi abbandonata. Dopo la sentenza"non ho versato una lacrima, ma sono proprio arrabbiata perché fatico a capire se una donna ha o no il diritto ad aver paura per venti secondi prima di capire come reagire alle mani addosso di un uomo". E continua: "In questi anni trascorsi da quando è iniziata tutta questa storia mi sono fatta una piccola cultura, ho letto molto su questa materia odiosa e ho appreso che c’è stato un giudice che ha affermato che indossare il perizoma è una provocazione, un altro che ha detto che la vittima era brutta e che quindi non poteva indurre in tentazione, un altro che ha sottolineato i comportamenti libertini della donna. Adesso apprendo che anche la paura non conta. Ma vorrei capire se le cose stanno davvero così, sapere se alle mie figlie dovrò spiegare questo. Lui è grande e grosso, gli tiro un ceffone? E se lui me ne lo ridà più forte?". D’Astolto racconta di aver avuto paura: semplicemente paura e di essere rimasta pietrificata. Ma per le giudici qualche secondo di troppo. D'Astolto racconta di aver trovato il coraggio di denunciare l'uomo, dopo aver saputo che aveva molestato altre donne prima di lei "compresa una norvegese che lo aveva denunciato soltanto due settimane prima di me", afferma. In più, sottolinea, dal sindacato nessun messaggio di sostegno: "Nessuno che abbia detto qualcosa, che abbia espresso vicinanza. Zero.", continua, "Una grande delusione, perché io ho sempre creduto nei sindacati. Qualcuno poteva dire almeno un mi dispiace. In fin dei conti è avvenuto negli uffici della Fit Cisl". E infine, conclude, con un'amara riflessione: Istituiscono sportelli per le donne, le invitano a denunciare, ma se poi sono questi gli atteggiamenti come si fa a crederci? Persino le colleghe che hanno testimoniato per me stanno subendo ostracismo e isolamento dalla UilTrasporti". Ma la donna annuncia l’intenzione di fare appello: "Voglio sapere da altri giudici se davvero avevo soltanto venti secondi per decidere come reagire a quelle mani addosso".