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Cile, 'ok' alla legge sui matrimoni gay. Le prime coppie: "Siamo felici e finalmente entrambi genitori"

di MARIANNA GRAZI -
13 marzo 2022
Consuelo Pabla Cile

Consuelo Pabla Cile

Consuelo Morales Aros, 38 anni, e la sua compagna Pabla Heuser Amaya sono finalmente felici. Le due donne, insieme da 16 anni, sono state tra le prime a sposarsi in Cile giovedì 10 marzo, dopo l'entrata in vigore di una legge storica che permette i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Alle coppie omosessuali, nonostante il Paese sia profondamente cattolico, già dal 2015 era consentito stipulare unioni civili. Tuttavia questo tipo di contratto ampliava, certo, i benefici legali delle persone Lgbtq+, ma non li rendeva ancora pari a quelli delle coppie sposate (quindi eterosessuali), soprattutto in materia di bambini e della loro cura. Tema che in Italia conosciamo molto bene, essendo tuttora in corso una battaglia storica perché venga riconosciuto legalmente il matrimonio egualitario sostituendo la legge Cirinnà sulle unioni civili (del 2016).

Consuelo, Pabla e la loro Josefa

Consuelo Morales e Pabla Heuser Amaya hanno avuto la loro figlia Josefa, 2 anni, attraverso la fecondazione in vitro reciproca (BBC)

Consuelo racconta alla BBC che lei e Pabla si stanno sposando per il bene della loro figlia di due anni, la piccola Josefa. "Era il nostro sogno essere entrambe i suoi genitori", dice la 38enne, spiegando che la coppia ha avuto Josefa attraverso la fecondazione in vitro reciproca. Morales ha fornito l'ovulo e Heuser Amaya ha fatto impiantare l'embrione e ha portato avanti la gravidanza. Ma fino ad ora solo la donna che ha partorito – in questo caso Pabla – è stata riconosciuta legalmente come la madre biologica della bambina. Per la compagna questo significava dunque non avere alcuna voce in capitolo nelle cure mediche di Josefa, ad esempio. E se si fosse separata da Pabla, non avrebbe avuto alcun diritto legale per quanto riguarda la custodia o l'educazione di Josefa. Il matrimonio, che hanno celebrato giovedì tra le prime coppie di tutto il Paese a farlo, permetterà alle due donne di registrare Josefa non solo come figlia della madre 'biologica', ma anche di sua moglie. Il primo commento dopo le nozze di Heuser Amaya è stato infatti entusiasta: ora la loro figlia "avrà finalmente le due madri che merita, invece di una sola".

Svolta a sorpresa

Il palazzo del Parlamento cileno illuminato con la bandiera arcobaleno (EPA)

La comunità Lgbtq+ del Cile ha spinto a lungo per la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, ma il disegno di legge che avrebbe renderli realtà è rimasto fermo al Congresso per quattro anni. Presentata dal presidente di sinistra Michelle Bachelet nel 2017, la proposta è stata finalmente portata avanti – in maniera del tutto inaspettata – dal suo successore di destra, Sebastian Piñera, nel dicembre 2021, non senza un notevole sconcerto da parte di alcuni dei colleghi di partito e della Chiesa cattolica, importantissima nel Paese. Tre mesi dopo la legge è finalmente entrata in vigore. E sono centinaia le coppie che adesso attendono il loro turno per convolare a nozze e, nella maggior parte dei casi, vedere riconosciuto il loro diritto a formare una famiglia in cui entrambi i coniugi abbiano pari dignità di fronte ai figli. Non solo in famiglia, ma anche per legge. Perché la famiglia, come abbiamo più volte ribadito qui su Luce!, non è sempre e solo quella riportata nei codici o nelle definizioni da dizionario, ma quella dove si trovano quei legami affettivi e di cura reciproca che legano le persone, uomini, donne, bambini, bambine, coinquilini, amici, gay, lesbiche, trans* e così via.

Javier, Jaime e i figli Clemente e Lola María

Jaime con il compagno Javier e i figli Lola María, 4 mesi, e Clemente, 20 (BBC)

Javier Silva e il suo compagno Jaime Nazar sono stati i primi in assoluto a sposarsi in base alla nuova legge del Cile, dopo aver "avuto fortuna" – ammettono – quando si sono aperte le candidature ad ottenere il primo posto. Come Consuelo e Pabla, anche loro vogliono ottenere il pieno status legale di genitori. La coppia ha infatti due bambini, Clemente di 20 mesi e Lola María, di appena quattro. Jaime è il padre biologico di Clemente e Javier quello di Lola María, ed entrambi i bambini sono nati da una madre surrogata in Colombia. Dopo il matrimonio i due novelli sposi si dicono, ai microfoni della BBC, finalmente sollevati dal fatto che ora potranno essere legalmente riconosciuti come genitori sia di Clemente che di Lola María. Secondo le precedenti norme, infatti, Javier non avrebbe avuto alcun diritto legale su Clemente se Jaime fosse morto e lo stesso per il compagno in caso contrario. Tutti i diritti sarebbero andati automaticamente ai genitori del defunto, come parenti prossimi di Clemente o di Lola María.

Maternità surrogata o adozione?

Due coppie di donne cilene il giorno del riconoscimento delle figlie: quattro donne sono diventate madri con pari diritti nei confronti delle bambine (Fundación Iguales)

Silva e Nazar, che hanno scelto la maternità surrogata, sono però felici che la nuova legge renda le cose più facili per le coppie omosessuali che scelgono invece di adottare i propri figli. Fino ad ora solo uno dei due individui della poteva adottare, assumendo i diritti e le responsabilità legali di genitore. Tuttavia, come sostiene Javier, le coppie dello stesso sesso non erano viste di buon occhio: "Sono sempre in fondo alla lista quando si tratta di adozione". Secondo Isabel Amor, direttrice esecutiva del gruppo per i diritti LGBT Fundación Iguales, ci sono centinaia di coppie che vogliono far riconoscere legalmente i loro figli. La sua organizzazione è in contatto con circa 300 famiglie, ma secondo Amor probabilmente sono molte di più quelle che alla fine beneficeranno del cambiamento introdotto con la nuova legge. Approvando la misura, afferma, i legislatori hanno finalmente compreso ciò che molti cileni volevano: "Questa legge ci permette di mostrare un nuovo tipo di unità familiare".