
Si stima che in Cina, il 50% della popolazione sia in sovrappeso o obesa
Nel corso degli ultimi anni, la Cina ha aumentato le misure per contrastare l’obesità: con più di 400 milioni di persone adulte in sovrappeso o obese, il problema è diventato centrale per il governo di Pechino. Le misure rappresentano, di fatto, politiche di controllo dei corpi: dall’introduzione di programmi scolastici specifici, all’apertura di cliniche per la gestione del peso all’interno di ospedali pubblici, fino ai bonus in busta paga per i dipendenti che riescono a dimagrire (una misura introdotta da una compagnia di Chengdu).
Secondo i dati di uno studio recente, tra il 2004 e il 2023 l’obesità adulta in Cina è salita dal 3,1% al 16,4%. Un rapporto della Commissione sanitaria cinese avverte che — se non ci saranno cambiamenti — entro il 2030 l’obesità potrebbe riguardare il 70,5% degli adulti e il 31,8% dei bambini. E, secondo un recente studio citato nel documento, entro il 2030 i costi legati all’obesità raggiungeranno i 418 miliardi di yuan, ovvero il 21,5% della spesa sanitaria nazionale. Da notare che i criteri applicati dalla Cina per identificare l’obesità e il sovrappeso sono più stringenti di quelli adottati dall’Organizzazione mondiale della sanità: nella Repubblica Popolare Cinese è considerato sovrappeso chi ha un indice di massa corporea superiore a 24 (mentre l’Oms fissa il limite a 25), e obeso chi supera 28 (30 per l’istituto dell’Onu).

Le cliniche pubbliche per il controllo del peso, secondo quanto riporta il quotidiano Global Times (controllato dal Partito Comunista Cinese), “hanno registrato un aumento di popolarità, mentre i corsi per il controllo del peso vengono offerti con maggiore frequenza nelle università”. E stanno anche entrando nel mercato sistemi di intelligenza artificiale dedicati al controllo del peso, spiega il quotidiano. Nelle scuole si punta sull’educazione fisica: gli studenti devono dedicare almeno un’ora al giorno ad attività all’aperto. Inoltre, i test fisici sono entrati a far parte degli esami di ammissione alle scuole superiori. E infine, ci sono iniziative locali di aziende che hanno creato bonus per i propri lavoratori che aderiscono a programmi per il controllo del peso e che dimostrano di perdere dei chili.
Questo approccio alla salute e al controllo dei corpi, che premia chi si conforma agli standard fisici imposti e penalizza chi se ne discosta, sembra inserirsi in un quadro più ampio di governance comportamentale che richiama da vicino la logica del sistema di credito sociale cinese.
Quest’ultimo è un insieme di meccanismi, implementati a livello locale e settoriale, con cui si valuta il comportamento di cittadini e aziende. Basato sulla raccolta e l’analisi di dati pubblici e privati, il sistema assegna punteggi o classificazioni che possono determinare premi (come agevolazioni e accesso facilitato a servizi) o sanzioni (come restrizioni nei trasporti o nei prestiti). L’obiettivo dichiarato è promuovere la fiducia sociale e il rispetto delle regole, ma la sua applicazione solleva interrogativi su privacy, sorveglianza e controllo sociale. Non si tratta di un sistema unificato e nazionale – come spesso viene rappresentato in Occidente – ma di una serie di iniziative portate avanti da governi locali e singole compagnie.

Come spiega Lisa Guerra su Treccani, all’interno di questi progetti di controllo sociale “sono stati istituiti elenchi pubblici, come le ‘redlist’ per i cittadini esemplari e le ‘blacklist’ per quelli considerati non affidabili”. Gli incentivi per chi dimagrisce possono quindi rientrare in questo sistema, che premia chi si conforma agli standard decisi a livello nazionale.
In questo contesto, le nuove tecnologie rivestono un ruolo fondamentale: “Fin dagli anni Cinquanta, il Partito ha teorizzato la possibilità di utilizzare la tecnologia per permettere alla società di autocorreggersi. Questa idea, con l’avvento dell’intelligenza artificiale e dei big data, è diventata una realtà tangibile”, afferma Guerra. E allora, anche nell’introduzione dell’intelligenza artificiale nella lotta all’obesità da parte del governo si può identificare questa teoria del controllo sociale attraverso la tecnologia.