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Home » Attualità » Come spiegare la guerra ai bambini. Il vademecum in 5 punti per genitori e insegnanti

Come spiegare la guerra ai bambini. Il vademecum in 5 punti per genitori e insegnanti

Con l'intensificarsi delle ostilità tra Russia e Ucraina, i più piccoli potrebbero sviluppare sentimenti di preoccupazione, ansia e paura. Ecco alcuni consigli pratici su come affrontare il problema

Domenico Guarino
2 Marzo 2022
Come spiegare la guerra ai bambini. Il vademecum in 5 punti per genitori e insegnanti

Come spiegare la guerra ai bambini. Il vademecum in 5 punti per genitori e insegnanti

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Si può spiegare la guerra ai bambini? E come? In che modo evitare i traumi che, inevitabilmente, nonostante tutte le possibili precauzioni, la ridondanza della comunicazione rischia di generare agli occhi di chi non ha ancora gli strumenti per comprendere ed elaborare così tanta violenza? È la domanda che si è posta Save the Children che ha stilato un vademecum in 5 punti per genitori e insegnanti, al fine di evitare che, con l’intensificarsi delle ostilità in Ucraina, bambini e bambine sviluppino sentimenti di preoccupazione, ansia e paura. Eccoli.

1. Trova il tempo di ascoltare tuo figlio quando vuole parlare

Dai ai bambini lo spazio per dirti quello che sanno, come si sentono e per farti domande. Potrebbero avere un quadro della situazione completamente diverso da quello che hai tu. Prenditi il tempo per ascoltare ciò che pensano e ciò che hanno visto o sentito.

2. Adatta la conversazione al bambino

Sii consapevole dell’età del bambino o della bambina mentre ti approcci alla conversazione con lui/lei. I bambini piccoli potrebbero non capire cosa significhi conflitto o guerra e potrebbero aver bisogno di una spiegazione adeguata all’età. Fai attenzione a non spiegare eccessivamente la situazione o a non entrare troppo nei dettagli poiché ciò potrebbe far crescere in loro un’ansia inutile. I bambini più piccoli potrebbero essere appagati anche soltanto con la spiegazione che a volte i paesi combattono tra loro. È più probabile che i bambini più grandi sappiano cosa significhi la guerra, ma possano comunque trarre sostegno dal parlare con te della situazione. Generalmente, i bambini più grandi sono più preoccupati dai discorsi sulla guerra perché tendono a comprenderne i pericoli meglio dei bambini più piccoli.

3. Dai importanza ai loro sentimenti

Come spiegare la guerra ai bambini. Il vademecum in 5 punti per genitori e insegnanti
Come spiegare la guerra ai bambini: il vademecum in 5 punti per genitori e insegnanti

È importante che i bambini si sentano supportati nella conversazione. Non dovrebbero sentirsi giudicati e hanno bisogno di sentire che le loro preoccupazioni vengono prese in considerazione. Se i bambini hanno la possibilità di avere una conversazione aperta e onesta su cose che li turbano, possono sentirsi sollevati e più sicuri.

4. Rassicurali che gli adulti di tutto il mondo stanno lavorando duramente per risolvere questo problema

Ricorda ai bambini che non è loro compito risolvere questo problema. Non dovrebbero sentirsi in colpa di continuare a giocare, di incontrare i loro amici o di fare cose che li rendono felici. Mantieni la calma quando ti approcci alla conversazione. I bambini spesso copiano i sentimenti dei loro caregiver: se sei a disagio per la situazione, è probabile che anche tua/o figlia/o sarà a disagio.

5. Offri loro un modo pratico per aiutarli

Sostieni i bambini che vogliono dare una mano. I bambini che hanno l’opportunità di aiutare le persone colpite dal conflitto possono sentirsi parte della soluzione. I bambini possono creare raccolte fondi, inviare lettere ai decisori locali o creare disegni che chiedono la pace.

“Così come a casa, anche a scuola è fondamentale non ignorare i sentimenti di paura e ansia che un conflitto, anche solo visto in tv, potrebbe suscitare nei bambini. Gli insegnanti e gli educatori potrebbero affrontare la discussione magari utilizzando strumenti che le bambine e i bambini conoscono molto bene” dicono gli esperti di StC. Che suggeriscono anche di “creare dei momenti in cui si analizzano insieme le notizie lasciando spazio alle loro domande, suggerire libri da leggere sul tema della guerra e della pace promuovendo una riflessione sul contributo che ognuno di noi può offrire, dare spazio alle testimonianze dei coetanei sfruttando l’empatia e l’immedesimazione, utilizzare una storia o un libro illustrato. E, perché no, anche usare una storia scritta dai bambini stessi.

“Quello che sta accadendo in Ucraina può essere fonte di preoccupazione sia per i bambini che per gli adulti. Ignorare o evitare l’argomento può portare più piccoli a sentirsi persi, soli e più impauriti, il che può influire sulla loro salute e il loro benessere. È essenziale avere conversazioni aperte e oneste con i bambini per aiutarli a elaborare ciò che sta accadendo”, ha affermato Erika Russo, psicologa e responsabile area psicosociale e case-management di Save the Children Italia.

La poesia sulla pace di una bambina di 9 anni

La poesia sulla pace di una bambina di 9 anni inviata a La Nazione

Alcuni giorni fa un lettore ha inviato alla Rubrica Lettere de La Nazione la foto di una poesia sulla pace scritta dalla figlia, una bambina di 9 anni. “Come spesso accade – ha commentato il padre a La Nazione – i bambini hanno idee e intenzioni migliori di quelle di noi grandi”. Qua sotto riportiamo il testo della poesia:

“La pace è una cosa importante
ma di guerre ieri e oggi ce ne son state tante
ma noi, alle persone, gli dobbiamo dimostrare 
che in qualche modo si può fare
Non litighiamo per le sciocchezze
ma facciamoci un po’ di carezze
anche se a volte abbiamo idee diverse
non lasciamole disperse
Non neghiamo la giustizia
e facciamo tanta amicizia”. 

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Instagram

  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Si può spiegare la guerra ai bambini? E come? In che modo evitare i traumi che, inevitabilmente, nonostante tutte le possibili precauzioni, la ridondanza della comunicazione rischia di generare agli occhi di chi non ha ancora gli strumenti per comprendere ed elaborare così tanta violenza? È la domanda che si è posta Save the Children che ha stilato un vademecum in 5 punti per genitori e insegnanti, al fine di evitare che, con l'intensificarsi delle ostilità in Ucraina, bambini e bambine sviluppino sentimenti di preoccupazione, ansia e paura. Eccoli.

1. Trova il tempo di ascoltare tuo figlio quando vuole parlare

Dai ai bambini lo spazio per dirti quello che sanno, come si sentono e per farti domande. Potrebbero avere un quadro della situazione completamente diverso da quello che hai tu. Prenditi il tempo per ascoltare ciò che pensano e ciò che hanno visto o sentito.

2. Adatta la conversazione al bambino

Sii consapevole dell'età del bambino o della bambina mentre ti approcci alla conversazione con lui/lei. I bambini piccoli potrebbero non capire cosa significhi conflitto o guerra e potrebbero aver bisogno di una spiegazione adeguata all'età. Fai attenzione a non spiegare eccessivamente la situazione o a non entrare troppo nei dettagli poiché ciò potrebbe far crescere in loro un’ansia inutile. I bambini più piccoli potrebbero essere appagati anche soltanto con la spiegazione che a volte i paesi combattono tra loro. È più probabile che i bambini più grandi sappiano cosa significhi la guerra, ma possano comunque trarre sostegno dal parlare con te della situazione. Generalmente, i bambini più grandi sono più preoccupati dai discorsi sulla guerra perché tendono a comprenderne i pericoli meglio dei bambini più piccoli.

3. Dai importanza ai loro sentimenti

Come spiegare la guerra ai bambini. Il vademecum in 5 punti per genitori e insegnanti
Come spiegare la guerra ai bambini: il vademecum in 5 punti per genitori e insegnanti
È importante che i bambini si sentano supportati nella conversazione. Non dovrebbero sentirsi giudicati e hanno bisogno di sentire che le loro preoccupazioni vengono prese in considerazione. Se i bambini hanno la possibilità di avere una conversazione aperta e onesta su cose che li turbano, possono sentirsi sollevati e più sicuri.

4. Rassicurali che gli adulti di tutto il mondo stanno lavorando duramente per risolvere questo problema

Ricorda ai bambini che non è loro compito risolvere questo problema. Non dovrebbero sentirsi in colpa di continuare a giocare, di incontrare i loro amici o di fare cose che li rendono felici. Mantieni la calma quando ti approcci alla conversazione. I bambini spesso copiano i sentimenti dei loro caregiver: se sei a disagio per la situazione, è probabile che anche tua/o figlia/o sarà a disagio.

5. Offri loro un modo pratico per aiutarli

Sostieni i bambini che vogliono dare una mano. I bambini che hanno l'opportunità di aiutare le persone colpite dal conflitto possono sentirsi parte della soluzione. I bambini possono creare raccolte fondi, inviare lettere ai decisori locali o creare disegni che chiedono la pace. “Così come a casa, anche a scuola è fondamentale non ignorare i sentimenti di paura e ansia che un conflitto, anche solo visto in tv, potrebbe suscitare nei bambini. Gli insegnanti e gli educatori potrebbero affrontare la discussione magari utilizzando strumenti che le bambine e i bambini conoscono molto bene” dicono gli esperti di StC. Che suggeriscono anche di “creare dei momenti in cui si analizzano insieme le notizie lasciando spazio alle loro domande, suggerire libri da leggere sul tema della guerra e della pace promuovendo una riflessione sul contributo che ognuno di noi può offrire, dare spazio alle testimonianze dei coetanei sfruttando l’empatia e l’immedesimazione, utilizzare una storia o un libro illustrato. E, perché no, anche usare una storia scritta dai bambini stessi. “Quello che sta accadendo in Ucraina può essere fonte di preoccupazione sia per i bambini che per gli adulti. Ignorare o evitare l'argomento può portare più piccoli a sentirsi persi, soli e più impauriti, il che può influire sulla loro salute e il loro benessere. È essenziale avere conversazioni aperte e oneste con i bambini per aiutarli a elaborare ciò che sta accadendo”, ha affermato Erika Russo, psicologa e responsabile area psicosociale e case-management di Save the Children Italia.

La poesia sulla pace di una bambina di 9 anni

La poesia sulla pace di una bambina di 9 anni inviata a La Nazione
Alcuni giorni fa un lettore ha inviato alla Rubrica Lettere de La Nazione la foto di una poesia sulla pace scritta dalla figlia, una bambina di 9 anni. "Come spesso accade - ha commentato il padre a La Nazione - i bambini hanno idee e intenzioni migliori di quelle di noi grandi". Qua sotto riportiamo il testo della poesia: "La pace è una cosa importante ma di guerre ieri e oggi ce ne son state tante ma noi, alle persone, gli dobbiamo dimostrare  che in qualche modo si può fare Non litighiamo per le sciocchezze ma facciamoci un po' di carezze anche se a volte abbiamo idee diverse non lasciamole disperse Non neghiamo la giustizia e facciamo tanta amicizia". 
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