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Congedo mestruale, per le dipendenti dell'azienda veneziana Ormesani è già realtà

di ILARIA VALLERINI -
14 settembre 2022
Congedo mestruale retribuito per le dipendenti di un'azienda veneta

Congedo mestruale retribuito per le dipendenti di un'azienda veneta

Congedo mestruale? Francia, Spagna, Regno Unito hanno detto addio al tabù sul ciclo, riconoscendo le esigenze delle lavoratrici.  E l'Italia? A fare da apripista è la Ormesani, azienda di spedizioni di Quarto D'Altino (Venezia), con un giorno al mese di assenza retribuita per le proprie dipendenti.  Una piccola rivoluzione in assenza ancora di una legge che stabilisca questo diritto per le donne affette da patologie (come per esempio ovaio policistico e endometriosi) che inducono ad avere un ciclo doloroso di cui, secondo recenti stime, soffrirebbero circa 3 milioni di donne in Italia.

"Sdoganato il tabù sul ciclo mestruale"

L’azienda veneziana esperta in logistica, spedizioni e operazioni doganali, conta un centinaio di dipendenti dall’età media di 37 anni (di cui 59 donne) e quattro sedi tra cui Civitavecchia, Roma e Milano. In queste sedi, dallo scorso agosto, è attivo il nuovo permesso aziendale di un giorno per tutelare la salute delle dipendenti nel momento del picco mensile di disagio e malessere a cui possono essere soggette. A "sdoganare il tabù sul dolore da ciclo" sono stati gli amministratori delegati Martino e Andrea Ormesani, 44 e 48 anni, che oltre a proporre il congedo, hanno messo a disposizione delle dipendenti le tampon box nei bagni aziendali.

Il sondaggio

"Tutto è nato da un video sul tema che mia moglie ha visto su Instagram, postato in giugno da un’azienda di Milano, la Traininpink - racconta Martino Ormesani -. Ne abbiamo discusso con mio fratello e in azienda". A quel punto è stato indetto un sondaggio tra le dipendenti. "Abbiamo rilevato il livello di gradimento, visto  che si tratta sempre di temi un po’ delicati. Il risultato è stato di gran lunga favorevole. Ad agosto, quindi, siamo partiti”. L'obiettivo di questa iniziativa è di favorire il benessere aziendale: "Anche se c’è chi purtroppo ha avuto dei problemi simili, questa iniziativa non nasce ad personam. Io e mio fratello siamo entrambi sposati. In famiglia nessuno affronta queste difficoltà, il congedo è nato semplicemente come gesto che noi consideriamo umano nei confronti delle dipendenti che, al di là delle patologie, possono trovarsi in determinati momenti dell’anno, o per le ragioni più disparate, ad avere un ciclo più doloroso del solito".

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"Chi lavora e sta bene, fa star bene anche i clienti"

"Chi lavora e sta bene, fa star bene anche i clienti". Quindi meglio un giorno di riposo (pagato) che uno trascorso in ufficio con nausee, giramenti di testa e dolori muscolari, con ripercussioni anche sulla qualità del lavoro. "Sappiamo benissimo che una persona che viene in ufficio e che sta male non offre lo stesso livello di prestazione che può assicurare quando invece è in salute. Questo provvedimento quindi va a diretto beneficio delle dipendenti e, indirettamente, anche a favore dell’azienda – conclude Ormesani –. Noi non produciamo beni, ma servizi alle aziende che operano su mercati internazionali, è essenziale il benessere di chi lavora con noi. E questa è solo l’ultima delle nostre iniziative in questo senso".