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Home » Attualità » Congedo mestruale, passi avanti anche nel Regno Unito: previste ferie e lavoro flessibile

Congedo mestruale, passi avanti anche nel Regno Unito: previste ferie e lavoro flessibile

Una dipendente della Hargreaves Lansdown di Bristol spiega: "È così piacevole poter dire alla mia manager 'Ho le mestruazioni' e lei sa subito come aiutarmi"

Marianna Grazi
16 Luglio 2022
Congedo mestruale

Congedo mestruale: sono ancora pochi i Paesi che lo prevedono

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Quando Megan Thompson si sente male durante le mestruazioni, può prendersi delle ferie. La 23enne può modificare il suo orario di servizio o lavorare in modo flessibile per far fronte ai crampi, all’emicrania e alla stanchezza. Ma se il dolore diventa troppo forte, la società finanziaria di cui è dipendente le permette di prendere un congedo supplementare.

“Mi chiedo perché le atre aziende non ce l’hanno”

congedo-mestruale-spagna
La società Hargreaves Lansdown di Bristol ha aggiornato la sua politica inerente a ciclo mestruale e menopausa per essere più inclusiva

“È così piacevole poter dire alla mia manager ‘Ho le mestruazioni‘ e lei sa subito come aiutarmi”, racconta Megan alla Bbc. “E mi offrono persino le ferie, invece di essere io a doverle chiedere”. Megan, originaria di Cardiff, lavora per Hargreaves Lansdown a Bristol da circa due anni e dal 2021 l’azienda ha adottato una politica specifica per quanto riguarda il ciclo mestruale delle sue dipendenti. “A volte mi sento ancora in colpa per il fatto di lavorare in modo flessibile quando ce l’ho, perché so che altre persone non ne soffrono così tanto”, ha spiegato la ragazza. “Ma allo stesso tempo succede ogni mese e non posso farci niente, quindi sto imparando a mettere da parte i sensi di colpa e a fare ciò che è meglio per me, che si tratti di prendermi le ferie o di lavorare da casa o, magari, di sentirmi bene e non aver bisogno di questo supporto”. “Quando ho iniziato a lavorare qui ero scioccata dal fatto che avessero una politica del genere – aggiunge –, ma ora non capisco perché altre aziende non ce l’abbiano“.

Rendere la società più inclusiva

I datori di lavoro che hanno adottato politiche simili hanno dichiarato di voler eliminare lo stigma che circonda il parlare di ciclo mestruale. Thompson ha raccontato che nelle aziende in cui aveva lavorato in precedenza i manager a volte non si rendevano conto di quanto potesse stare male durante quel periodo del mese. Per raggiungere l’ufficio di Bristol fa la pendolare, un viaggio di quasi un’ora, e ritiene che la politica di Hargreaves Lansdown l’abbia “davvero aiutata”. Come racconta alla Bbc, ritiene che sia vantaggiosa anche per l’azienda, in quanto il malessere le avrebbe fatto “commettere errori che potrebbero costare caro ai clienti”. “La società ha bisogno di normalizzare i cicli mestruali al 100%”, ha aggiunto Megan. L’azienda ha dichiarato di aver aggiornato la sua politica sulle mestruazioni e sulla menopausa nel tentativo di essere più inclusiva e di contribuire ad aumentare la produttività. “Sono sintomi che sperimenta il 50% della popolazione, quindi quando si cerca di rendere la nostra comunità aziendale il più inclusiva possibile ha senso pensare a come supportarla concretamente”, ha dichiarato Anna Langdon di Hargreaves Lansdown. “Sebbene possa non essere rilevante per un collega, potrebbe esserlo invece per un’altra, per cui la messa in atto di questa politica aiuta davvero i dipendenti che ne hanno bisogno”.

Megan Thompson, 23 anni, lavora da due presso una società finanziaria di Bristol che le garantisce ferie, flessibilità di lavoro e congedi extra per il ciclo mestruale

Cosa prevede il congedo mestruale negli altri Paesi?

Pochi Paesi prevedono un congedo medico formale per le mestruazioni: tra questi c’è la Spagna che dovrebbe introdurlo in favore di coloro che soffrono di forti dolori. Nel Regno Unito, le politiche variano tra informali e formali, con la pandemia di Covid che ha permesso a molti di lavorare da casa con maggiore tolleranza. Tra gli altri Paesi che prevedono una maggior flessibilità negli orari e nelle modalità di lavoro ci sono la Francia, il Giappone, l’Indonesia, la Corea del Sud e lo Zambia. Tuttavia, tutte le loro leggi variano notevolmente, con la maggior parte degli Stato che non offrono congedi retribuiti per le mestruazioni ma forniscono permessi extra al di fuori di quelli per malattia previsti dalla legge. Infine, per guardare in casa nostra, l’Italia non riconosce le mestruazioni come fonti di invalidità e non è prevista – se non in rarissimi casi – alcuna agevolazioni per le dipendenti che hanno un ciclo doloroso.

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  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
Quando Megan Thompson si sente male durante le mestruazioni, può prendersi delle ferie. La 23enne può modificare il suo orario di servizio o lavorare in modo flessibile per far fronte ai crampi, all'emicrania e alla stanchezza. Ma se il dolore diventa troppo forte, la società finanziaria di cui è dipendente le permette di prendere un congedo supplementare.

"Mi chiedo perché le atre aziende non ce l'hanno"

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La società Hargreaves Lansdown di Bristol ha aggiornato la sua politica inerente a ciclo mestruale e menopausa per essere più inclusiva
"È così piacevole poter dire alla mia manager 'Ho le mestruazioni' e lei sa subito come aiutarmi", racconta Megan alla Bbc. "E mi offrono persino le ferie, invece di essere io a doverle chiedere". Megan, originaria di Cardiff, lavora per Hargreaves Lansdown a Bristol da circa due anni e dal 2021 l'azienda ha adottato una politica specifica per quanto riguarda il ciclo mestruale delle sue dipendenti. "A volte mi sento ancora in colpa per il fatto di lavorare in modo flessibile quando ce l'ho, perché so che altre persone non ne soffrono così tanto", ha spiegato la ragazza. "Ma allo stesso tempo succede ogni mese e non posso farci niente, quindi sto imparando a mettere da parte i sensi di colpa e a fare ciò che è meglio per me, che si tratti di prendermi le ferie o di lavorare da casa o, magari, di sentirmi bene e non aver bisogno di questo supporto". "Quando ho iniziato a lavorare qui ero scioccata dal fatto che avessero una politica del genere – aggiunge –, ma ora non capisco perché altre aziende non ce l'abbiano".

Rendere la società più inclusiva

I datori di lavoro che hanno adottato politiche simili hanno dichiarato di voler eliminare lo stigma che circonda il parlare di ciclo mestruale. Thompson ha raccontato che nelle aziende in cui aveva lavorato in precedenza i manager a volte non si rendevano conto di quanto potesse stare male durante quel periodo del mese. Per raggiungere l'ufficio di Bristol fa la pendolare, un viaggio di quasi un'ora, e ritiene che la politica di Hargreaves Lansdown l'abbia "davvero aiutata". Come racconta alla Bbc, ritiene che sia vantaggiosa anche per l'azienda, in quanto il malessere le avrebbe fatto "commettere errori che potrebbero costare caro ai clienti". "La società ha bisogno di normalizzare i cicli mestruali al 100%", ha aggiunto Megan. L'azienda ha dichiarato di aver aggiornato la sua politica sulle mestruazioni e sulla menopausa nel tentativo di essere più inclusiva e di contribuire ad aumentare la produttività. "Sono sintomi che sperimenta il 50% della popolazione, quindi quando si cerca di rendere la nostra comunità aziendale il più inclusiva possibile ha senso pensare a come supportarla concretamente", ha dichiarato Anna Langdon di Hargreaves Lansdown. "Sebbene possa non essere rilevante per un collega, potrebbe esserlo invece per un'altra, per cui la messa in atto di questa politica aiuta davvero i dipendenti che ne hanno bisogno".
Megan Thompson, 23 anni, lavora da due presso una società finanziaria di Bristol che le garantisce ferie, flessibilità di lavoro e congedi extra per il ciclo mestruale

Cosa prevede il congedo mestruale negli altri Paesi?

Pochi Paesi prevedono un congedo medico formale per le mestruazioni: tra questi c'è la Spagna che dovrebbe introdurlo in favore di coloro che soffrono di forti dolori. Nel Regno Unito, le politiche variano tra informali e formali, con la pandemia di Covid che ha permesso a molti di lavorare da casa con maggiore tolleranza. Tra gli altri Paesi che prevedono una maggior flessibilità negli orari e nelle modalità di lavoro ci sono la Francia, il Giappone, l'Indonesia, la Corea del Sud e lo Zambia. Tuttavia, tutte le loro leggi variano notevolmente, con la maggior parte degli Stato che non offrono congedi retribuiti per le mestruazioni ma forniscono permessi extra al di fuori di quelli per malattia previsti dalla legge. Infine, per guardare in casa nostra, l'Italia non riconosce le mestruazioni come fonti di invalidità e non è prevista – se non in rarissimi casi – alcuna agevolazioni per le dipendenti che hanno un ciclo doloroso.
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