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Gaia riceve il congedo di paternità: per l'azienda ha diritto a stare accanto a moglie e figlia

di MARIANNA GRAZI -
30 maggio 2022
coppia omogenitoriale

coppia omogenitoriale

Ha ottenuto il congedo di paternità nonostante, a tutti gli effetti, sia una mamma. Come riporta la Stampa, la protagonista infatti condivide la sua vita con la moglie, che ha da poco dato alla luce la loro bambina: una nuova avventura chiamata famiglia, rincorsa e finalmente raggiunta da queste due donne.

Gaia, Sara e la loro Nora

La 41enne Gaia è la direttrice di una filiale dell'Intesa-Sanpaolo nella periferia di Torino ed è appunto in congedo parentale da qualche giorno, per stare accanto alla compagna Sara, di due anni più giovane, e alla loro figlia appena nata Nora. È proprio la moglie, maestra di scuola elementare e sposata nel 2019, ad aver partorito la piccola lo scorso 13 maggio, dopo che la coppia nel 2021 si è recata a Madrid per ricorrere alla procreazione assistita e coronare il sogno di diventare mamme. Lo stesso sogno impossibile da realizzare in Italia, dove la procedura non è prevista dalla legge per le famiglie arcobaleno. Gaia, tuttavia, è stata riconosciuta a tutti gli effetti come madre solo dalla sua azienda. Per lo stato tra le due non c'è alcun rapporto riconosciuto e, di conseguenza, nessuna tutela o diritto della donna sulla bambina.

Congedo parentale per tutte le coppie

due mamme congedo parentale

Intesa-Sanpaolo ha esteso i diritti dei neo genitori a tutte le coppie, aprendo i congedi parentali anche ai genitori omosessuali

In realtà la stessa società, inizialmente, le ha rifiutato il congedo parentale richiesto: “Questione di normativa, è assurdo ma non ne hai diritto”, racconta a la Stampa le parole che le sono state rivolte. Così, una volta nata Nora, Gaia spiega di essersi presa le ferie che aveva accumulato in vista dell'evento, proprio per sostenere la moglie nei primi tempi dopo il parto. Pochi giorni dopo, a casa con Sara e la figlia, le è però arrivata la bellissima notizia: la direttrice della filiale può avere il congedo. L'Intesa-Sanpaolo ha infatti deciso di allargare il godimento dei diritti riservati ai neo genitori a tutte le coppie, etero e omosessuali, estendendo dunque il congedo di paternità (in questo caso per la coniuge non partoriente, che è quindi una madre). Come spiega il quotidiano torinese, il colosso bancario ha infatti firmato un accordo sindacale che segna un passaggio storico nel riconoscimento dei diritti delle famiglie arcobaleno, sorpassando (speriamo anche prevenendo) lo stesso Stato italiano: d'ora in poi tutto ciò che riguarda il welfare aziendale è esteso alle coppie dello stesso sesso. “Si tratta di un ulteriore passo verso l'inclusione di ogni tipo di famiglia" spiegano dalla banca dove, dicono a la Stampa, da tempo esiste “una community interna Lgbtqi+ e nel 2021 è stato definito uno specifico processo per supportare chi ha intrapreso un percorso di transizione di genere”.

La madre non riconosciuta

mamma figlia

Per lo Stato italiano solo la madre biologica che ha partorito il figlio è riconosciuta genitore

In Italia viene riconosciuta come genitore - nelle coppie omosessuali - solo la madre biologica dei figli. E ultimamente ci si è messa di mezzo anche la magistratura con alcune sentenze - oltre alle note della prefettura - che hanno portato il Comune di Torino a bloccare la trascrizione dei figli nate da coppie omogenitoriali. Certo, c'è sempre l'opzione adozione, che la direttrice di banca sta studiando, ma è comunque una soluzione a metà. Così Sara, per far sì che anche la  moglie ottenesse intanto un briciolo di riconoscimento legittimo, ha dovuto firmare un atto ufficiale in cui si dichiarava Nora nata "dall'unione naturale con uomo non parente né affine nei gradi che ostano al riconoscimento ai sensi dell'articolo 251 del codice civile". Insomma perché Gaia possa avere voce in capitolo sulla vita di sua figlia bisogna chiamare in causa intanto il donatore sconosciuto del seme che ha permesso la fecondazione. Qualcosa di assurdo, perché, spiega la 41enne “I miei diritti e quelli della bambina non sono tutelati. Dovesse succede qualche cosa a Sara?”. Già, cosa accadrebbe? “Noi esistiamo - dicono le due donne - come esistono tante coppie arcobaleno. Perché non meritiamo gli stessi diritti? Questo fa male”.