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Home » Attualità » Il progetto del college per la nuova speranza: così uno studente ha fatto uscire l’amico dal carcere

Il progetto del college per la nuova speranza: così uno studente ha fatto uscire l’amico dal carcere

Sura Sohna avrebbe potuto rimanere in carcere per altri 12 anni. Ma grazie al progetto di Brandon Harris, laureando al Davison college, intitolato "Raccontare le storie degli ignorati e dei dimenticati" il giudice di Annapolis ha riconsiderato la sua condanna

Marianna Grazi
1 Marzo 2022
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Quando Brandon Harris si è seduto nell’aula del tribunale di Annapolis, con la testa nascosta tra le mani, ha preso un bel respiro mentre il giudice si preparava a leggere la sentenza. Lo studente 22enne non era preoccupato per il suo destino ma piuttosto era in ansia per Sura Sohna, il suo amico d’infanzia, la cui condanna in primo grado a 15 anni di prigione per furto con scasso stava per essere riconsiderata quella mattina. “Trovarsi lì in quel momento è stato completamente surreale”, ha raccontato Harris, un laureando del Davidson College, in North Carolina. È stato il suo progetto di studio individuale che ha fatto sì che la corte riesaminasse il caso di Sohna. Durante l’udienza dell’8 febbraio il giudice ha quindi deciso di rilasciare il detenuto. “Non potevo crederci” racconta Sura, un ragazzo nero di 23 anni, che da quando ne aveva 20 stava scontando la pena nella struttura di Patuxent Institution, a Jessup. Se non fosse stato per gli sforzi di Harris, ha aggiunto, sarebbe rimasto in prigione fino al 2034. L’iniziativa dell’amico gli ha cambiato la vita e ora ha un futuro che lo aspetta. “È come se la mia mente non riuscisse davvero a comprendere tutto, ma so che ora è tempo di ripartire“.

Due strade diverse

Uscire di prigione, ha dichiarato il 23enne alla ABC News, è stato “uno dei giorni più belli della mia vita”. Ma senza il suo progetto dell’amico, intitolato simbolicamente Raccontare le storie degli ignorati e dei dimenticati non ci sarebbe stato nessun “via libera” alla sua scarcerazione. Brandon e Sura sono cresciuti insieme ad Annapolis, nel Maryland, ma le loro vite, come spesso accade, ad un certo punto hanno preso strade diverse. I due ragazzi hanno frequentato le stesse scuole medie e superiori, ma a questo punto si interrompe il percorso in comune. Durante il liceo, Harris ha ricevuto una borsa di studio per una prestigiosa scuola privata, il Davidson college, mentre Sohna, d’altra parte, aveva iniziato a mettersi nei guai da quando aveva 12 anni.

Sura Sohna, 23 anni, nel 2020 ha ricevuto una condanna per furto con scasso a 15 anni di reclusione

Una lunga serie di reati

Nel 2016, l’allora 17enne è stato incriminato dalla polizia locale con 25 capi d’accusa che includono furto con scasso e rapina. Il Washington Post sostiene che allora i procuratori lasciarono cadere molte di quelle accuse e Sohna fu rilasciato. Tuttavia la lezione non era servita, visto che una volta fuori ha continuato a commettere reati. I registri del tribunale mostrano che non si è presentato a un’apparizione del dicembre 2018, mentre a febbraio dell’anno successivo i poliziotti dello Stato del Maryland lo hanno arrestato, insieme a un altro uomo, con l’accusa di avere rubato un veicolo durante un blocco del traffico. Gli agenti hanno scoperto che Sohna aveva diversi mandati in sospeso e tanto è bastato perché finisse in carcere. A gennaio 2020 è arrivata la condanna a 15 anni di reclusione con l’accusa di furto con scasso.

Brandon Harris discute la sua presentazione in cui riporta il caso dell’amico Sura Sohna

Il progetto “Raccontare storie”

Brandon Harris, come ha raccontato al Washington Post, che nel frattempo proseguiva nella sua brillante carriera universitaria, ha visto la foto segnaletica di Sohna passare sui media locali nel corso degli anni. Questo ha acceso in lui la curiosità per conoscere le sorti del vecchio amico. Così ha deciso di contattarlo, prima con una lettera e poi con alcune telefonate. A quel punto Harris si è rivolto al suo professore per la realizzazione del progetto semestrale “Raccontare storie”, al quale voleva apportare un piccolo cambiamento. Ma significativo. “Inizialmente avevo pianificato di ricercare diverse storie e scrivere un saggio ogni due settimane – precisa il 22enne come riporta il Davison College – ma invece mi sono reso conto che per farlo al meglio avevo bisogno di immergermi più a fondo in una singola storia“. Così ha fatto una serie di ricerche sulla vita di Sohna, intervistando le vittime dei suoi crimini, la polizia, i procuratori, lo stesso Sura e la sua famiglia.
Il risultato del suo lavoro Brandon lo ha esposto durante una presentazione Zoom di più di due ore (disponibile su YouTube) in cui ha voluto includere tutta una serie di informazioni su cosa significhi passare del tempo in prigione. Inoltre ha anche ottenuto un permesso dall’ufficio del governatore del Maryland, Larry Hogan, in modo che Sohna, in carcere in quel momento, potesse assistere alla presentazione.

Brandon e Sura abbracciati dopo la scarcerazione del 23enne l’8 febbraio scorso

Il riesame e la scarcerazione

Nel dicembre 2021, l’avvocato del giovane detenuto ha chiesto a un giudice di riconsiderare la sentenza a 15 anni del suo cliente, e questi ha accettato. Durante l’udienza dell’8 febbraio il magistrato ha anche acconsentito che Harris presentasse le sue conclusioni raccolte nel progetto. Così il ragazzo ha parlato della difficile educazione di Sohna, segnata da povertà e instabilità: insomma quello che con la sua ricerca ha voluto dimostrare è che Sohna ha semplicemente fatto scelte sbagliate che non sono però indicative di chi è veramente. Il giudice, a sorpresa, di è detto d’accordo e così il 23enne è stato rilasciato il giorno stesso. “Siamo così veloci a giudicare una persona sulla base di un’azione o una decisione”, ha spiegato Brandon Harris. “Credo che ognuno sia un prodotto delle proprie esperienze ma spesso ci dimentichiamo di provare a capire da dove vengono le persone. Sura ha grandi potenzialità per la sua vita; ha solo bisogno di persone che credano in lui“.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Quando Brandon Harris si è seduto nell'aula del tribunale di Annapolis, con la testa nascosta tra le mani, ha preso un bel respiro mentre il giudice si preparava a leggere la sentenza. Lo studente 22enne non era preoccupato per il suo destino ma piuttosto era in ansia per Sura Sohna, il suo amico d'infanzia, la cui condanna in primo grado a 15 anni di prigione per furto con scasso stava per essere riconsiderata quella mattina. "Trovarsi lì in quel momento è stato completamente surreale", ha raccontato Harris, un laureando del Davidson College, in North Carolina. È stato il suo progetto di studio individuale che ha fatto sì che la corte riesaminasse il caso di Sohna. Durante l'udienza dell'8 febbraio il giudice ha quindi deciso di rilasciare il detenuto. "Non potevo crederci" racconta Sura, un ragazzo nero di 23 anni, che da quando ne aveva 20 stava scontando la pena nella struttura di Patuxent Institution, a Jessup. Se non fosse stato per gli sforzi di Harris, ha aggiunto, sarebbe rimasto in prigione fino al 2034. L'iniziativa dell'amico gli ha cambiato la vita e ora ha un futuro che lo aspetta. "È come se la mia mente non riuscisse davvero a comprendere tutto, ma so che ora è tempo di ripartire".

Due strade diverse

Uscire di prigione, ha dichiarato il 23enne alla ABC News, è stato "uno dei giorni più belli della mia vita". Ma senza il suo progetto dell'amico, intitolato simbolicamente Raccontare le storie degli ignorati e dei dimenticati non ci sarebbe stato nessun "via libera" alla sua scarcerazione. Brandon e Sura sono cresciuti insieme ad Annapolis, nel Maryland, ma le loro vite, come spesso accade, ad un certo punto hanno preso strade diverse. I due ragazzi hanno frequentato le stesse scuole medie e superiori, ma a questo punto si interrompe il percorso in comune. Durante il liceo, Harris ha ricevuto una borsa di studio per una prestigiosa scuola privata, il Davidson college, mentre Sohna, d'altra parte, aveva iniziato a mettersi nei guai da quando aveva 12 anni.
Sura Sohna, 23 anni, nel 2020 ha ricevuto una condanna per furto con scasso a 15 anni di reclusione

Una lunga serie di reati

Nel 2016, l'allora 17enne è stato incriminato dalla polizia locale con 25 capi d'accusa che includono furto con scasso e rapina. Il Washington Post sostiene che allora i procuratori lasciarono cadere molte di quelle accuse e Sohna fu rilasciato. Tuttavia la lezione non era servita, visto che una volta fuori ha continuato a commettere reati. I registri del tribunale mostrano che non si è presentato a un'apparizione del dicembre 2018, mentre a febbraio dell'anno successivo i poliziotti dello Stato del Maryland lo hanno arrestato, insieme a un altro uomo, con l'accusa di avere rubato un veicolo durante un blocco del traffico. Gli agenti hanno scoperto che Sohna aveva diversi mandati in sospeso e tanto è bastato perché finisse in carcere. A gennaio 2020 è arrivata la condanna a 15 anni di reclusione con l'accusa di furto con scasso.
Brandon Harris discute la sua presentazione in cui riporta il caso dell'amico Sura Sohna

Il progetto "Raccontare storie"

Brandon Harris, come ha raccontato al Washington Post, che nel frattempo proseguiva nella sua brillante carriera universitaria, ha visto la foto segnaletica di Sohna passare sui media locali nel corso degli anni. Questo ha acceso in lui la curiosità per conoscere le sorti del vecchio amico. Così ha deciso di contattarlo, prima con una lettera e poi con alcune telefonate. A quel punto Harris si è rivolto al suo professore per la realizzazione del progetto semestrale "Raccontare storie", al quale voleva apportare un piccolo cambiamento. Ma significativo. "Inizialmente avevo pianificato di ricercare diverse storie e scrivere un saggio ogni due settimane - precisa il 22enne come riporta il Davison College - ma invece mi sono reso conto che per farlo al meglio avevo bisogno di immergermi più a fondo in una singola storia". Così ha fatto una serie di ricerche sulla vita di Sohna, intervistando le vittime dei suoi crimini, la polizia, i procuratori, lo stesso Sura e la sua famiglia. Il risultato del suo lavoro Brandon lo ha esposto durante una presentazione Zoom di più di due ore (disponibile su YouTube) in cui ha voluto includere tutta una serie di informazioni su cosa significhi passare del tempo in prigione. Inoltre ha anche ottenuto un permesso dall'ufficio del governatore del Maryland, Larry Hogan, in modo che Sohna, in carcere in quel momento, potesse assistere alla presentazione.
Brandon e Sura abbracciati dopo la scarcerazione del 23enne l'8 febbraio scorso

Il riesame e la scarcerazione

Nel dicembre 2021, l'avvocato del giovane detenuto ha chiesto a un giudice di riconsiderare la sentenza a 15 anni del suo cliente, e questi ha accettato. Durante l'udienza dell'8 febbraio il magistrato ha anche acconsentito che Harris presentasse le sue conclusioni raccolte nel progetto. Così il ragazzo ha parlato della difficile educazione di Sohna, segnata da povertà e instabilità: insomma quello che con la sua ricerca ha voluto dimostrare è che Sohna ha semplicemente fatto scelte sbagliate che non sono però indicative di chi è veramente. Il giudice, a sorpresa, di è detto d'accordo e così il 23enne è stato rilasciato il giorno stesso. "Siamo così veloci a giudicare una persona sulla base di un'azione o una decisione", ha spiegato Brandon Harris. "Credo che ognuno sia un prodotto delle proprie esperienze ma spesso ci dimentichiamo di provare a capire da dove vengono le persone. Sura ha grandi potenzialità per la sua vita; ha solo bisogno di persone che credano in lui".
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