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Home » Attualità » Madonna con il seno scoperto al Cremona Pride, scatta la polemica: “Profanazione gratuita”

Madonna con il seno scoperto al Cremona Pride, scatta la polemica: “Profanazione gratuita”

Polemica nella città lombarda per una immagine della Vergine definita “blasfema”, l’imprenditore dell’acciaio: “Simboli che non hanno nulla a che vedere con la legittima tutela dei diritti e la lotta all’omofobia“

Letizia Cini
5 Giugno 2022
Pride: a Cremona polemiche per Madonna a seni nudi a corteo

Pride: a Cremona polemiche per Madonna a seni nudi a corteo

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E’ stato un sabato di Pride in Lombardia, tra Cremona, Monza e Pavia, anche se con qualche polemica a Cremona per una statua della Madonna portata in corteo. Le prime tre città lombarde a scendere in piazza per i diritti e che, idealmente, passano il testimone agli altri capoluoghi: perché sabato 11 tocca a Bergamo, il 18 a Lecco e Varese, il 9 luglio a Brescia e Como. E c’è Milano, con la sua Pride Week che quest’anno raddoppia: dal 16 giugno al 2 luglio, giorno della grande Parade, due settimane di festa e di incontri arcobaleno. Con appuntamenti in programma in tutta Italia.

Il giorno dopo il primo Cremona Pride, è tempo di polemiche nel capoluogo lombardo. Sotto accusa, in particolare, l'esibizione in corteo di una bambola a grandezza naturale, travestita da Madonna, con i seni scoperti (foto Ansa)
Il giorno dopo il primo Cremona Pride, è tempo di polemiche nel capoluogo lombardo. Sotto accusa, in particolare, l’esibizione in corteo di una bambola a grandezza naturale, travestita da Madonna, con i seni scoperti (foto Ansa)

Tornando alle note polemiche, dopo la sfilata arcobaleno tra le vie del centro, il giorno dopo il primo Cremona Pride è già tempo di critiche e di accuse nel capoluogo lombardo. Nel mirino, in particolare, la scelta di esibire durante il corteo un manichino a grandezza naturale, travestito da Madonna, con il seno scoperto. Una rappresentazione giudicata blasfema e subito contestata sui social, con il sindaco Gianluca Galimberti che è finito al centro delle critiche per il patrocinio concesso dal Comune all’evento. “La manifestazione – aveva detto il primo cittadino, cattolico e di sinistra, ad evento appena concluso – ha acceso anche nella nostra città un faro su discriminazioni che esistono ancora, dando la possibilità di esprimersi senza attaccare, consentendo di riaffermare che davvero occorre la pari dignità di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, come recita anche la nostra Costituzione”.

“Penso – aveva aggiunto Galimberti – che occorra costruire, anche a Cremona, una democrazia che sia inclusiva e accogliente delle diversità. Perché la paura e l’odio per una diversità porta sempre alla paura e all’odio di tutte le diversità”. Ed è proprio pensando a quelle parole che, di fronte alle immagini della Vergine così rappresentata e alle alle fotografie che ritraggono nel corteo dei 1.500 anche un attivista sosia di Papa Francesco abbigliato come il pontefice, è montata l’onda delle polemiche. Una sollevazione che abbraccia in sostanza tutti gli esponenti locali dei partiti di centro destra, con molti dei militanti della Lega e i consiglieri e membri di Forza Italia e Fratelli d’Italia che hanno condiviso sui loro profili le immagini contestate.

Le reazioni

“Non è cosi, con questo modo squallido e irrispettoso della fede cristiana, che si rivendicano i diritti – è il coro comune -. E quando sentiamo parlare di responsabilità personali, ricordiamo a tutti che il Comune ha dato il patrocinio”. C’è anche chi chiama in causa il vescovo: «cosa ne pensa Antonio Napoleoni, di tutto questo?». E sulla vicenda si butta anche Matteo Salvini, in piena campagna elettorale per le amministrative di domenica prossima. «Offendere la fede, la cultura e la sensibilità di milioni di italiani non c’entra niente con la richiesta di diritti Lgbtq+ – dice il leader della Lega – ma è solo un’esibizione di ignoranza e arroganza”.

Cremona Pride, polemica nella città lombarda per una immagine della Vergine definita “blasfema”
Cremona Pride, polemica nella città lombarda per una immagine della Vergine definita “blasfema”

E la bambola travestita da Madonna ha fatto uscire dalle abituale riservatezza che lo contraddistingue, anche Giovanni Arvedi, imprenditore dell’acciaio ma soprattutto patron della Cremonese appena riportata in serie A e mecenate che in citta ha costruito, tra l’altro, il Museo del Violino e ha riqualificato Santa Monica, ora sede dell’Università Cattolica. Una presa di posizione pacata ma perentoria. “Questi simboli non hanno nulla a che vedere con la legittima tutela dei diritti e la lotta all’omofonia e alle discriminazioni – ha detto – Sono immagini stonate perché offendono la sensibilità altrui.”

Pride: a Cremona polemiche per Madonna a seni nudi a corteo
Pride: a Cremona polemiche per Madonna a seni nudi a corteo  (foto Ansa)

La bambola ha acceso il dibattito locale, scatenando in particolare gli esponenti della destra locale, ovvero Lega e Fratelli d’Italia, anche se ferma condanna è arrivata anche da Forza Italia. A sorprendere, però, è stato l’intervento di Arvedi che a Cremona, ma lo stanno imparando anche a Terni, è noto per la sua proverbiale riservatezza. L’imprenditore dell’acciaio, che però è anche il patron della Cremonese appena riportata in serie A, oltreché mecenate, perché è a lui ad esempio se nella cittadina lombarda c’è il Museo del Violino, ha detto che “questi simboli non hanno nulla a che vedere con la legittima tutela dei diritti e la lotta all’omofobia e alle discriminazioni. Sono immagini stonate perché offendono la sensibilità altrui”. Infine, Arvedi ha espresso “stupore e rammarico” per il fatto che nessuna autorità sia intervenuta.

Il sindaco

Al centro delle polemiche è finito anche il sindaco della città, Gianluca Galimberti, che ha concesso il patrocinio al primo pride di Cremona e ha partecipato alla manifestazione. In un post su Facebook, ieri si è detto «contento» dell’evento, ma che comprende anche coloro “che non condividono alcune idee che possono emergere da questa manifestazione». Lui stesso ammette di nutrire alcune «perplessità su questioni complesse”, ma aggiunge che “proprio per questo il confronto è importante e indispensabile affinché non prevalga la paura di posizioni diverse che poi porta sempre a chiusure e scontri”.

Sotto al post però si è verificata una vera pioggia di persone che hanno condiviso la foto della Vergine Maria, a loro dire, “profanata”. Molti altri però hanno risposto agli utenti accusandoli di “bigotteria”. Di vero c’è che l’immagine, blasfema ho meno, rimanda a film stile L’esorcista, più che a una lotta gaia per la libertà sessuale. Parere personalissimo di chi scrive, ben inteso.

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  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
E’ stato un sabato di Pride in Lombardia, tra Cremona, Monza e Pavia, anche se con qualche polemica a Cremona per una statua della Madonna portata in corteo. Le prime tre città lombarde a scendere in piazza per i diritti e che, idealmente, passano il testimone agli altri capoluoghi: perché sabato 11 tocca a Bergamo, il 18 a Lecco e Varese, il 9 luglio a Brescia e Como. E c’è Milano, con la sua Pride Week che quest’anno raddoppia: dal 16 giugno al 2 luglio, giorno della grande Parade, due settimane di festa e di incontri arcobaleno. Con appuntamenti in programma in tutta Italia.
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Le reazioni

"Non è cosi, con questo modo squallido e irrispettoso della fede cristiana, che si rivendicano i diritti - è il coro comune -. E quando sentiamo parlare di responsabilità personali, ricordiamo a tutti che il Comune ha dato il patrocinio". C’è anche chi chiama in causa il vescovo: «cosa ne pensa Antonio Napoleoni, di tutto questo?». E sulla vicenda si butta anche Matteo Salvini, in piena campagna elettorale per le amministrative di domenica prossima. «Offendere la fede, la cultura e la sensibilità di milioni di italiani non c’entra niente con la richiesta di diritti Lgbtq+ - dice il leader della Lega - ma è solo un’esibizione di ignoranza e arroganza".
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E la bambola travestita da Madonna ha fatto uscire dalle abituale riservatezza che lo contraddistingue, anche Giovanni Arvedi, imprenditore dell’acciaio ma soprattutto patron della Cremonese appena riportata in serie A e mecenate che in citta ha costruito, tra l’altro, il Museo del Violino e ha riqualificato Santa Monica, ora sede dell’Università Cattolica. Una presa di posizione pacata ma perentoria. "Questi simboli non hanno nulla a che vedere con la legittima tutela dei diritti e la lotta all’omofonia e alle discriminazioni - ha detto - Sono immagini stonate perché offendono la sensibilità altrui."
Pride: a Cremona polemiche per Madonna a seni nudi a corteo
Pride: a Cremona polemiche per Madonna a seni nudi a corteo  (foto Ansa)
La bambola ha acceso il dibattito locale, scatenando in particolare gli esponenti della destra locale, ovvero Lega e Fratelli d’Italia, anche se ferma condanna è arrivata anche da Forza Italia. A sorprendere, però, è stato l’intervento di Arvedi che a Cremona, ma lo stanno imparando anche a Terni, è noto per la sua proverbiale riservatezza. L’imprenditore dell’acciaio, che però è anche il patron della Cremonese appena riportata in serie A, oltreché mecenate, perché è a lui ad esempio se nella cittadina lombarda c’è il Museo del Violino, ha detto che "questi simboli non hanno nulla a che vedere con la legittima tutela dei diritti e la lotta all’omofobia e alle discriminazioni. Sono immagini stonate perché offendono la sensibilità altrui". Infine, Arvedi ha espresso "stupore e rammarico" per il fatto che nessuna autorità sia intervenuta.

Il sindaco

Al centro delle polemiche è finito anche il sindaco della città, Gianluca Galimberti, che ha concesso il patrocinio al primo pride di Cremona e ha partecipato alla manifestazione. In un post su Facebook, ieri si è detto «contento» dell’evento, ma che comprende anche coloro "che non condividono alcune idee che possono emergere da questa manifestazione». Lui stesso ammette di nutrire alcune «perplessità su questioni complesse", ma aggiunge che "proprio per questo il confronto è importante e indispensabile affinché non prevalga la paura di posizioni diverse che poi porta sempre a chiusure e scontri". Sotto al post però si è verificata una vera pioggia di persone che hanno condiviso la foto della Vergine Maria, a loro dire, "profanata". Molti altri però hanno risposto agli utenti accusandoli di "bigotteria". Di vero c'è che l'immagine, blasfema ho meno, rimanda a film stile L'esorcista, più che a una lotta gaia per la libertà sessuale. Parere personalissimo di chi scrive, ben inteso.
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